Voltai lo sguardo di nuovo sulla figura che si innalzava alta su di me.

Quella figura prese a camminare verso di me. Presa dal panico, riafferrai velocemente la pistola e senza riflettere due volte tirai il grilletto.

Vuota. 

Questo era la pistola, vuota. 

Non partì nessun proiettile. 

Fissai intensamente la pistola.

Le diedi un po' di colpi e riprovai a sparare.

Ma anche questa volta, nessun colpo partì. Alzai gli occhi al suono della profonda risata dell'uomo.

Ma non era una risata malefica, era una risata di uno che si stava davvero divertendo.

E come biasimarlo.

Era appena avvenuta la mia più grande e brutta figura del secolo.

Come potevo pensare che un criminale come quello, potesse essere bloccato da una semplice ragazzina come me.

<È stato esilarante> continuò a ridere l'uomo. 

<A parte il tuo straordinario fallimento, quanto male pensavi di farmi con un colpo alla schiena> mi prese in giro. 

<Avrei potuto prenderle i polmoni, e poi la pistola era puntata troppo da vicino. L'avrei uccisa> replicai guardandolo negli occhi come meglio potevo.

<Si forse hai ragione> disse con una mano sotto il mento, come se stesse pensando se la mia risposta era tale o meno.

Oltre la porta si udirono rumori di passi che correvano, poco dopo davanti alla porta entrò quel ragazzo di cui non mi ricordai bene il nome, che gridai pochi attimi prima.

<Capo!> si precipitò verso il nominato.

<State bene? Ho sentito degli spari> il suo sguardo si posò su tutti i metri cubi della stanza, poi sugli uomini per terra morti.

Alla loro vista, sul suo volto apparì uno sguardo confuso.

<Cosa è successo?> chiese al "capo".

Lui mi guardò con uno sguardo interrogativo, come se mi stesse chiedendo il permesso per raccontargli i fatti.

Io distolsi semplicemente lo sguardo. 

<Ti racconterò dopo. Ora dobbiamo portare Iris fuori da qui> guardò per un attimo Axel, poi si rivolse di nuovo a me.

Lo ringraziai con un minimo cenno di capo, per il fatto che non disse niente di quanto accaduto.

D'improvviso mi sentii sollevare da terra.

Emisi un urletto e mi aggrappai come un ancora alle spalle della persona che mi aveva presa in braccio.

Alzai la testa incontrando lo sguardo divertito di Axel. Io lo fulminai con il mio.

<Posso camminare da sola> ribadii.

<Va bene> rispose scrollando le spalle.

Così come mi prese, mi lasciò andare, facendomi cadere sul sedere.

<Ahia!> gridai non troppo forte.

Il "capo" sospirò prima di accovacciarsi davanti a me e chiedermi se mi ero fatta tanto male. Scossi la testa. 

Si rialzò in piedi rivolgendo uno sguardo di fuoco a Axel.

Lui subito smise di ridere, fece un colpetto di tosse e si mise sugli attenti, evitando lo sguardo dell'altro uomo.

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