<Lei è mia sorellina> annunciò Evan risolvendo ogni mio dubbio.

<Prego accomodatevi> ci invitò quell'uomo di prima, Bashkim.

<Non mi avete ancora detto i vostri nomi> parlò la bionda mentre prendevamo posto.

<Io sono Babi> disse la mia amica.

<Javier, piacere> disse colui che, destino vuole, capitò di posto davanti a lei.

<Io s-> feci per pronunciare il mio nome, ma mi fu impedito.

<Sei per caso francese?> chiese ad Javier mentre giocava con il bordo del suo calice.

<No siamo tutti e due italiani> risposi io. Lei si voltò lentamente verso di me.

<E comunque, il mio nome è Iris> le disse rivolgendole un sorriso, per quanto potesse essere gentile.

<Buono a sapersi> dichiarò la bionda con fare indifferente.

<Nostra madre è italiana> questa volta fu Evan a parlare, dopo aversi versato del vino nel suo bicchiere. 

<Quale delle tante?> domandò la mia amica.

<Babi!> la chiamò il padre con un tono che voleva dire di contenersi. Calò il silenzio.

Strinsi di più la mano ad Javier.

La tensione però venne, fortunatamente, spezzata dalla risata del padre dei biondi. 

<Ha un bel caratterino tua figlia> rise ancora più forte.

<Ad ogni modo, la loro prima madre è italiana> rispose Bashkim dopo essersi calmato dalle sue risate, ma rimanendo lo stesso con un sorriso divertito sulle labbra.

<I nostri nomi, infatti sono italiani> continuò a parlare la bionda. 

<Però i vostri cognomi non mi sembrano italiani> precisai io. Loro padre volto l'attenzione su di me.

Si abbandonò sullo schienale della sedia, mentre rigirava tra le mani il suo calice, fissandomi in modo strano, che mi mise a disagio.

 <Nostro padre è russo, così come i nostri cognomi> disse Evan. Feci un verso per indicare che avevo capito.

Quindi ragionando queste persone appartenevano a qualche gruppo russo, o almeno i due uomini, perché a quanto mi ricordi, la ragazza non ha accennato niente di un suo presunto "lavoro". 

<Tu di cosa ti occupi Barbie?> mi tolse la parola di bocca Babi. La guardai con un sorriso divertito, per il nomignolo che le aveva affidato, lei ricambiò lo sguardo.

<Il mio nome è Diamante, Trilli> rispose lei con fare acido. Credo il nome con la quale la chiamò, era riferito al colore del vestito di Babi.

Prima che potessero saltare l'una addosso all'altra arrivarono le prime portate.

Posai il tovagliolo sulle mie gambe per poi iniziare a mangiare.

Nel frattempo, dopo le ultime parole che avevo pronunciato poco prima, i genitori di Babi e quel russo si erano immersi in conversazioni proprie, senza dar retta a noi.

 <Riguardo la domanda che mi avevi posto prima..> iniziò dopo aversi ripulito la bocca, la bionda.

<Ho un ruolo rappresentativo, come partecipare a convegni e riunioni dicendo le mie idee e mie opinioni> spiegò fiera.

<In pratica sai solo scornazzare come una gallina> disse con molta tranquillità Babi.

 Risi silenziosamente con la testa verso il piatto, ormai quasi vuoto.

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