XLIX

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Rimango ad ascoltare il mio respiro regolare e tranquillo.
Una scossa al petto mi provoca un sorriso, tant'è che devo pressare le labbra fra di loro per non fare troppo rumore.

Sto bene.
Diamine, se sto bene.

Ho le mani fra ciocche corvine.

Adoro la posizione in cui siamo aggrovigliati.

Ha la testa sul mio petto, le labbra mi sfiorano un seno nudo.
Il suo corpo pressa il mio, le sue mani sono sotto la mia schiena, il suo bacino fra le mie cosce.

Mi perdo ad osservare il suo profilo rilassato, perso in un sonno profondo e tranquillo sul mio petto.
Mi avvolge completamente con le braccia, e dovrei sentire freddo dato che siamo totalmente nudi, ma lui è sempre caldo.

Passo le dita fra i suoi capelli, lentamente, mentre ascolto anche il suo di soffio caldo e regolare colpirmi il petto.

L'oblò sopra di noi adesso riflette i raggi del sole, che mi solleticano la fronte.

Non ho veramente bisogno di nient'altro, questo mi basta per tutta la vita.

Opprimo un sorriso quando una piccola scossa al basso ventre mi fa irrigidire.
Ne susseguono almeno altre tre, una più forte dell'altra.
Cerco di non muovermi, perché non voglio svegliarlo, ma soprattutto non voglio fargli sapere che sento dolore.

La prima volta però, ricordo che è stata molto più dolorosa. Mason è stato veloce e poco delicato, non mi ha sfiorato, non mi ha baciata, non mi ha chiesto come stessi perché appena avevo riaperto gli occhi, era già andato via.

Ho provato dolore per tutta la settimana, mischiato al peso che portavo al cuore.

Serro le gambe quando all'ultima fitta, Adriel rilascia un sospiro pesante e sfrega il naso contro la mia pelle.

Si sta svegliando.

Ho un tuffo al cuore quando solleva lo sguardo e lo incastona al mio, rubandomi anche il respiro.
È come se lo guardassi per la prima volta dopo tanto tempo.

Il suo palmo corre dalla mia schiena al mio ventre, e si posa delicatamente lì, dove un misto fra bruciore e dolore mi fa trattenere il respiro.
Mi rilasso.

Si solleva su un gomito, mentre io gli rivolgo un sorriso tirato.
Non voglio se ne accorga, sto così bene.

-Mi dispiace-

No.

Mi metto seduta, lasciando scorrere il lenzuolo giù per il mio corpo.
Le sue iridi percorrono la mia pelle nuda mentre mi alzo sulle ginocchia e lo guardo dall'alto.

È confuso, curioso di ciò che voglio fare.

Mi abbasso sulle sue labbra e le rubo in un bacio delicato ma intenso.
A me non dispiace affatto, gli sto dicendo.

Il suo respiro si appesantisce, e sta per ribaltare la situazione quando mi mordicchia un labbro e ghigna.
-Hai preso gusto a farmi perdere il controllo?-

Lo guardo alzarsi, passarsi una mano nervosa fra i capelli e scoccarmi una lunga occhiata combattuta.
Sbuffa, si volta e indossa i pantaloni.

Il mio sguardo cade sul suo bacino, e arrossisco quando lo vedo eccitato.
Mentre mi chiedo come ho fatto ad accoglierlo interamente dentro di me, spalanco gli occhi.

Non abbiamo usato alcuna protezione. Io non assumo nessuna pillola.

Osservo la sua schiena contrarsi, mentre cerco di ricordare l'ultima volta che ho avuto le mestruazioni.

Fiori Di NarcisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora