XI

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Cammino velocemente avanti e indietro per la stanza, sfogando il mio malessere contro il mio labbro...e contro Judit.
-Lo odio, Judy. Mi ha rovinato la vita, capisci? Se non lo avessi conosciuto starei benissimo! Invece lo conosco e sono anche costretta a vederlo ogni giorno. Come oggi! Oggi non ho proprio voglia di vederlo- strillo in preda al nervosismo.
-Non lo devi vedere per forza- borbotta lei, che ha assunto una posizione ambigua nel mio letto.
Sta a testa in giù, e fa ondulare la sua folta chioma rossa.
-Darei un dispiacere a Jane e George, loro ci tengono- mi siedo sulla punta del letto.
-Allora fatti forza e affronta questa giornata- scrolla le spalle.
-Sai cosa non capisco?- rivolgo tutta la mia attenzione a lei.
-Perchè tutti lo amano così tanto..Jane, George, tutti quelli della scuola..persino tu!- ficco la testa nel cuscino.
-Beh, perché è oggettivamente il più bel ragazzo che io abbia mai visto, e credo sia così anche per il resto della scuola- aggiunge facendo una smorfia.
-È bello, ok. E poi? Cos'ha poi?- sbotto.
-Poi è sicuro di sé, non si fa mettere i piedi in testa-
-E Jane e George?-
-Beh, loro lo amano come un figlio- annuisce.
-Già- mi accascio sul letto -a volte penso che preferiscano lui a me- sussurro.
-Tesoro, ma cosa dici? Loro sono i tuoi genitori, preferiranno sempre te a chiunque altro- scosta una ciocca di capelli dal mio viso, in una tenera carezza.
-Judit- mi alzo di scatto, facendole prendere un colpo.
-Lhena?-
-Judit- le sorrido complice.
-Lhena?- fa una faccia spaventata.
-Rimani qui a cena- le prendo le mani.
- Cooosa? Non se ne parla!- si alza in piedi, iniziando ad indietreggiare.
-Andiamo! Mi faresti un piacere, se ci fossi tu mi dimenticherei di lui- cerco di convincerla.
-Non sono stata invitata- trova una scusa. Quando mai Judit ha bisogno di un invito? A volte viene a casa mia a pranzo e si siede con noi senza dire nulla...

-Ti invito adesso io!- squittisco.
-Lhena...non lo so, mio padre..- balbetta.
-Parlo io con lui! Tanto lui mi adora! Andiamo, per favore- faccio tremare il labbro inferiore.
La vedo combattuta, ma poi si arrende alle mie volontà.
-Va bene- sbuffa.
-Ma voglio il posto accanto al figo, altrimenti niente- si getta sul mio letto.
-Te lo cedo con tanto di cappello- le schiaccio un occhiolino, che la fa ridacchiare di gola.

Dopo qualche ora scendiamo chiamate dalla voce un po' troppo euforica di Jane.
-Che si mangia, Jane?- la spaventa da dietro Judit.
-Oh cara, tacchino- ridacchia scuotendo la testa.
-Come sta tuo padre, Judit?- interviene George.
-Come sempre, tu come stai?- sospira, cambiando argomento.
-Bene- sorride calorosamente.
Osservo la scena col cuore sciolto, Judit non ha mai avuto una bella famiglia, unita come si merita una bambina. Perciò credo che abbia trovato la sua famiglia in noi tre, e io non posso che apprezzare questa cosa.

I miei pensieri vengono interrotti dal suono del campanello.
-Eccoli- canticchia Jane, andando ad aprire la porta.
-Merediiiiiith!- squittisce rompendomi un timpano. Come se non si vedessero da mesi...solo ieri sera hanno fatto un corso di decoupage insieme, mentre George e Phill guardavano il Derby in TV.
-Adriel, sei diventato un uomo- si sporge George ad abbracciarlo. In effetti fa male la testa a tenerla sempre all'insù per guardarlo.

Oggi è in total black. Indossa un maglione a collo alto nero, che risalta i suoi occhi cerulei e i suoi capelli neri pece, dei jeans altrettanto neri abbastanza larghi.

-È una visione?- mi sussurra Judit all'orecchio.
-Purtroppo no- sbuffo.
-Allora perché ti stai mordendo il labbro?- affonda un dito nella mia guancia.
-Cosa?- spalanco gli occhi.
-Ah, ci siete anche voi- dice Adriel con voce profonda.
-Sai che novità- scrollo le spalle andandomi a sedere scomposta a tavola.
-Ciao, Adriel- sussurra timidamente Judit. Fermi tutti.
Judit e "timidamente" non possono stare nella stessa frase. Ma che le prende?
Faccio una faccia schifata quando Adriel le fa un ghigno.
-Rossa- abbassa la testa.
Oh no vi prego, sto per vomitare.

Quando Judit passa accanto a me per andarsi a sedere accanto ad Adriel, le pizzico un fianco in tono di rimprovero.
-Cerca di non sbavare- le sussurro, mentre lei si tocca il bordo del labbro confusa.
-Allora ragazzi, come va a scuola?- esordisce Phill, tagliando un pezzetto di tacchino.
-Oh signor Phill, una merda! C'è la Campbell che- inizia a parlare instancabilmente Judit, ma io ho già smesso di ascoltare.

La mia mente è occupata dalle parole del Signor Smith. E se fosse vero? Se fossi io il problema?

Alzo lo sguardo dal piatto, piantandolo inevitabilmente in quello di Adriel.
Gli sorrido antipatica in una smorfia, mentre lui fa un ghigno fastidioso.
Poi schiude le labbra, mimando una parola all'inizio incomprensibile. Poi capisco la volgarità, e spalanco le labbra.
Ricambio mimando qualcosa di altrettanto offensivo.
Lui arriccia il naso, finto offeso, e spinge la lingua nell'interno della guancia, ripetendo velocemente il gesto.

Faccio una faccia disgustata alzando lentamente il braccio, poi mi assicuro che nessuno stia badando a noi, e alzo il dito medio.
Lo vedo mordersi l'interno guancia, pensando alla sua prossima mossa.
Ma vengo inevitabilmente distratta da qualcosa di umidiccio sul dorso della mia mano.
-O Dio, Lhena, mi dispiace- si scusa Meredith, e quando abbasso lo sguardo noto il mio guanto bianco cosparso di vino rosso.
Balzo all'indietro.
-Oh, Meredith tranquilla non è nulla cioè, va tutto bene- balbetto, sotto lo sguardo preoccupato di George e Jane.
-Toglilo cara, così lo laviamo e torna come prima- mi sorride innocente.
Boccheggio non sapendo che dire, notando un maestoso silenzio intorno a me. Aspettano tutti che lo faccia.
Sento il cuore pulsare insistentemente nelle vene.
-No...io..torno subito- balbetto, alzandomi velocemente e raggiungendo il bagno.

Mi chiudo la porta alle spalle, provando a fare dei respiri regolari.
Mi scaglio contro il lavandino, sfilando velocemente il guanto.
Poi prendo del sapone e lo cospargo, iniziando a sfregare insistentemente, quasi in modo maniacale.
-Avanti, cazzo, togliti- sbotto, quando la macchia non accenna ad andar via.
Un rumore, due rumori. Non rispondo.
-Judit, ho quasi finito, aspetta- sbotto quando la maniglia si abbassa e qualcuno entra in bagno.

Ma non è Judit.

Nascondo velocemente la mano dietro la schiena.
-Non farti strane idee. Volevano che venissi a vedere che facevi- sibila con tono basso, avanzando lentamente.
-Bene, ora che l'hai visto vattene- punto lo sguardo sul parquet.

Ma lui continua ad avanzare, senza timore, verso di me.
-Non ti devi mai più permettere di dirmi quelle cose a tavola- sussurra, e non ho mai sentito la nostra vicinanza più strana..
-Hai cominciato tu- rispondo spavalda, puntando lo sguardo nel suo.
-Non dovevi rispondere- poggia le mani sul lavandino dietro di me, intrappolandomi. I nostri petti quasi si sfiorano.
-Credi di avere così tanto potere su di me? Non mi comandi- alterno lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra, e non so perché.
-Se decido che non devi fare una cosa, non la fai- ringhia, e stavolta sento anche il suo sguardo sulle mie labbra.

Che succede?

Le inumidisco, ricercando la concentrazione.
-Faccio quello che voglio- e la voce mi trema.
-Non ho mai avuto a che fare con una così..- la sua mano scende, ma non mi tocca, non mi sfiora.
-testarda- conclude.
Poi afferra il mio polso, portandolo davanti a sé.
Sento i battiti velocizzare quando esamina le ferite sul dorso della mia mano.

Non riesco a decifrare la sua espressione, ma è accigliato, confuso, come se stesse realizzando adesso.
Non so quanto rimane a fissare la mia mano, ma dopo qualche minuto la tiro via.
Lui sposta lo sguardo nel mio, e noto confusione in esso.
-Ragazzi, venite che c'è il dolce- sento urlare dalla cucina.
-Arriviamo- rispondiamo all'unisono, con gli sguardi ancora l'uno nell'altro.
Poi lui mi volta le spalle e sparisce via.
Ho una sola domanda che mi frulla in testa come un disco rotto.
Cosa è appena successo?

Angolo autrice
Beh, cara Alhena..vorremmo sapere anche noi cosa è successo...
Avete capito cosa ha pensato Adriel quando ha visto la mano di Alhena?
Provate ad indovinare!



Fiori Di NarcisoWhere stories live. Discover now