Resto a fissare lo schermo del telefono per almeno dieci minuti, prima di connettere gambe e cervello.
Passo velocemente una mano fra i capelli mentre mi ributto fra la mischia di adolescenti.
Che cosa sarà successo? Devo scoprirlo.-Scusa, cerco un antipatico, scorbutico e narcisista, l'hai visto passare?- chiedo ad una ragazza dai capelli rosa, che scrolla le spalle.
-Ha anche i capelli corvini- aggiungo, ma lei si è già voltata e andata via.Torno al posto di prima, ma non trovo quel che cercavo.
-Fred! Fred, giusto?- chiedo al ragazzo rosso di spalle.
-Ehi bambolina, sei tornata?- ammicca, ma decido di sorvolare sopra, per ora.
-Si ciao contenta di vederti, dov'è Adriel?- chiedo sbrigativa.
-Vieni, ti ci porto io- mi fa un occhiolino facendomi strada fra la mischia.
Mi porta in un luogo molto più appartato, e mi sarei quasi spaventata della gente che c'è se non stessi vedendo una testa nera con una sigaretta tra le labbra.
-Cazzo ma allora non ascolti- si lamenta, prendendo un grosso tiro.
-Adriel dobbiamo parlare- picchetto il piede per terra, cercando di tenere i nervi saldi.
-Non abbiamo nulla da dirci- scrolla le spalle voltandosi, pronto ad andarsene.
Lo fermo, avvolgendo la mano al suo braccio.
Si gira con un espressione infastidita in volto.
-È un'emergenza- uso le stesse parole di Mike.
-Cosa mi dai in cambio, ragazzina?- e trasforma l'espressione delle sue labbra in un ghigno fastidioso.
Alzo gli occhi al cielo, voltandosi le spalle.
-Cazzo- mugugna infastidito, prima di superarmi e farsi strada verso l'uscita.Seguo le sue enormi spalle contratte, cercando di non perderlo ci vista, fino a che non ci ritroviamo direttamente fuori dal locale.
-Allora?- continua ad aspirare come una sanguisuga da quella roba.-Mi ha scritto Mike- inizio, non sapendo in realtà come continuare.
-Vuoi un trofeo?-
-Ha detto che devi andare a questo indirizzo- gli mostro il telefono, e appena legge l'indirizzo contrae la mascella.
-Sembra importante- mi lascio sfuggire.
-Merda- inizia a tastarsi le tasche, forse in cerca delle chiavi dell'auto.
-Bisogno di un passaggio?- estraggo le chiavi della mia auto dalla tasca, con aria fiera.
-Col cazzo- sbotta, provando a rientrare nel locale.
-Non credo le troverai più sai...con tutta quella confusione- faccio ondulare le chiavi sull'indice, con disinvoltura.
Poi si volta di scatto, rubandomele.
-Ehi!-
-Guido io, ovviamente- si dirige verso la mia auto, sbloccandone rapidamente la serratura.
-Maschilista- borbotto una volta in macchina.
-Ficcanaso- continua, mettendo in moto.
-Egocentrico-
-Infantile- mi sorride falsamente.
-Montato- sussurro.
-Ti porto a casa- sbuffa, e il suo nervosismo si nota dalla mascella contratta, i movimenti rapidi.
-No, vengo lì- mi pianto sul sedile, incrociando le braccia al petto come una bambina.
-Non se ne parla nana, non ficcherai ancora il naso nei cazzi miei- sbotta.
-Ci vado per Mike razza di scorbutico- manca solo che gli faccio una linguaccia e potrebbe portarmi direttamente all'asilo.
-Non m'importa, te ne vai a casa e non rompi più le palle- stringe le mani sul volante -almeno per stasera- aggiunge.
-Non mi muovo di qui, è la mia macchina..e poi Mike ha scritto a me- inizio a mordicchiare il labbro inferiore.
-E quindi?- chiede tranquillo.
-E quindi sto con lei!- sbotto ovvia.
-Lei chi?- si acciglia.
-Brithey, la mia macchina-
-hai dato un nome alla tua Jeep?- presa le labbra fra loro.
-Forse- distolgo lo sguardo.
-Sei spostata- muove l'indice intorno alla tempia, mimando le rotelle fuori posto.
-Sempre meglio che chiamare il proprio peluche Bazuka- mi lascio sfuggire una risatina.
-Avevo dieci anni cazzo, dieci!- batte una mano sul volante.
Non mi sono nemmeno accorta che ci siamo fermati davanti ad un locale, stracolmo di gente più dell'altro.
-Non fare domande- sibila, mentre seguo confusa le sue spalle.
Al contrario di come pensavo non entriamo nel locale, e questo mi rincuora, prendiamo una stradina secondaria e malconcia.
Dopo raggiungiamo una porta, che sembrerebbe il retro di qualcosa dove un tipo alto e muscoloso fa da guardia.
Ha vari tatuaggi sulle braccia, uno recita una parte del Vangelo.
Mi acciglio.
-Howell, che ci fai qui adesso?- sibila l'uomo, trasformando la sua espressione seria e cattiva, in un sorriso premuroso.
-Devo sostituire Welling- risponde serio Adriel.
-Va bene- sblocca la serratura della porta, esitando a spalancarla.
Io me ne sto in disparte, con le braccia incrociate al petto, fingendo che la curiosità di dove ci troviamo e a fare che non mi stia mangiando viva.
-E la ragazza?- chiede infine l'uomo, indicandomi col mento.
Adriel si gira a guardarmi, e poi rotea gli occhi.
-Non ci sono tipo Missy o Adeline?- sbuffa, facendomi accigliare. Troppi nuovi nomi per la mia testolina ancora bacata dall'alcol.
-Non hanno il turno oggi-
-È con me- dice infine, entrando dalla porta.
Lo seguo titubante, guardandomi intorno guardinga.
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Fiori Di Narciso
ספרות נוער"La verità è che ciò che vive in me, la parte malata, disumana, crudele, non svanirà mai. Non sarò mai libero, ma con lei potrei almeno fingere di esserlo, almeno per poco. Almeno fino a quando di noi non rimarrà solo un numero, agli umani sconosciu...