"Nell'antichità la felicità era una ricompensa per pochi eletti selezionati. In un momento successivo venne concepita come un diritto universale che spettava a ogni membro della specie umana. Successivamente, si trasformò in un dovere: sentirsi infelici provoca senso di colpa. Dunque chi è infelice è costretto, suo malgrado, a trovare una giustificazione alla propria condizione esistenziale."
Zygmund Bouman.
-Si è mai chiesta cosa rappresenta realmente la dimensione esistenziale? Si è mai chiesta perché sette miliardi di persone sono state messe al mondo, senza uno scopo? Senza alcun dovere da dover portare a termine?-
espiro lentamente, fissando un punto preciso davanti a me.
-Non stiamo analizzando me, Alhena, siamo qui per te- dice in modo pacato Amanda, accavallando una gamba.
-Sono sempre stata fiera della pacatezza della mia esistenza- rilasso la schiena in una posizione comoda.
-Reputi la tua esistenza pacata?-
-Una volta, si. Adesso non più- sibilo, strusciando le mani sui jeans.
-Una volta quando?- scrive velocemente sul suo taccuino, con gli occhiali abbassati alla punta del naso.
-Prima dei miei tredici anni, prima dell'inizio di tutto- sussurrai, inumidendomi le labbra.
-Tutto cosa? Esternami il tuo ricordo più vivido- rivolge l'attenzione a me.
Schiudo le labbra pensierosa.
-Eravamo un bel gruppo, sa? Tutti erano genitori di tutti, e tutti figli di tutti- sorrido.-Che vuoi dire?- sibila le domande senza mai alterare il tono di voce.
-Eravamo una grande famiglia, io trattavo Jane e Meredith come madri, e Phill e George come padri, anche Adriel faceva così- stringo le labbra in una linea sottile.
-Ma poi?-
-Poi mamma e papà se ne sono andati, veloci come fulmini, lasciando un vuoto enorme nelle nostre vite, nella mia vita- sospiro, avvertendo un peso all'altezza del cuore.
-Va bene, Lhena, credo che per oggi vada bene così- mi sorride Amanda, terminando di scrivere le ultime cose sul suo taccuino.
-Non vuole leggere la storia di Narciso, che ho scritto?- alzo un cipiglio.
-No, ho deciso che la leggerò, quando sarà finita- mi schiaccia un occhio, creando un rumore sordo nel chiudere l'agenda.
Se questa storia avrà una fine, di certo non vorrò sapere il finale.-Non credo che darò mai un finale a questa storia- rido amaramente, puntando lo sguardo in un punto morto.
-E perché mai? Non vuoi sapere se Eco si salverà?- poggia gli avambracci sulle ginocchia, guardandomi confusa.
-No, ho paura di ciò che potrei scrivere- scuoto la testa.
-Non devi avere paura delle conseguenze, Alhena, non alla tua età- ridacchia alzandosi.
-Mi sta dicendo che posso far ciò che voglio senza pensare alle conseguenze?- obliquo il capo guardandola stranita.
-No, sto dicendo che devi lasciarti andare e non stare troppo dietro alle conseguenze, fa ciò che senti, ciò che sente lui- batte due colpi con le dita sul petto, all'altezza del cuore, sorridendomi.
Forse Amanda ha ragione, forse penso troppo alle conseguenze non vivendo a pieno ciò che faccio. Forse ho la vita così tanto programmata verso un'unica direzione, che mi dimentico che di vie ce ne sono tante, e forse sto prendendo quella che non mi rende felice.
Ma cosa mi rende veramente felice?
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Fiori Di Narciso
Teen Fiction"La verità è che ciò che vive in me, la parte malata, disumana, crudele, non svanirà mai. Non sarò mai libero, ma con lei potrei almeno fingere di esserlo, almeno per poco. Almeno fino a quando di noi non rimarrà solo un numero, agli umani sconosciu...