XXVIII

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Sono inginocchiata a terra, per raccogliere i pezzi del mio cuore, ancora.

Non sono mai stata brava a riparare le cose, ma il cuore si. Quello lo so riparare bene, l'ho fatto tante volte e un'altra crepa non può cambiare le cose, no?

Afferro i lembi delle tende, chiudendoli con forza.

Ancora una volta mi chiedo quanto io sia stata stupida a pensare che forse, in lui, qualcosa di salvabile c'è, qualcosa di umano, un cuore nascosto dietro tanti muri di ragnatele.
Mi sbagliavo.

Questi muri sono invalicabili, e le mie mani già ferite nel tentativo di abbatterli.

Non so nemmeno cosa mi sia preso, ma non mi piace, non va bene.

Dopo aver salutato e ringraziato Jane e George con un sorriso tirato, mi armo di cappotto e borsetta e con finta contentezza, entro nell'auto di Judit, trovandoci con mia grande sorpresa Evelyn.

-Eve, ma che-
-Te l'ho detto, è tutto apposto- mi guarda dallo specchietto retrovisore Judit, facendomi l'occhiolino.
-Come stai?-
-Bene grazie, Lhena. Tu sei pronta a rivedere Mike? Judy mi ha raccontato- fa una faccia dispiaciuta.
-Si, anche se non voglio parlargliene oggi- mi rilasso sul sedile posteriore, mentre Judit parte.
-Sarebbe meschino- giocherello con i guanti sfilacciati.
-Sai cos'è meschino invece?- interviene la rossa.
-Continuare a fingere-
-Già, magari lui proverà a baciarti, a comportarsi come sempre...e tu- Evelyn lascia la frase a metà, dandomi da pensare.
-Non so che fare- poggio i gomiti sulle ginocchia.
-Gli rovinerei la serata..insomma oggi è un giorno di festa!- spiego disperata.
-Lo noterebbe lo stesso- pensa ad alta voce Judit.
-Devo solo cercare di non avvicinarmici troppo- sospiro.
-Non puoi evitarlo all'infinito- il tono serio di Evelyn è una stangata al cuore.
-L'hai tradito, e non se lo merita- continua, particolarmente cattiva.
-Lo so- riesco solo a dire.

Il silenzio taglia l'aria.

-Tesoro ma quanto è bello il tuo vestito?- interviene Judit, spezzando il silenzio.
Sorrido.
-Tu cosa hai messo?- la indico col mento.
-Ti ricordi il vestito blu scuro con le maniche a sbuffo che abbiamo comprato qualche mese fa?-
-Si-
-Quello-

Il BlackNight è un locale abbastanza appartato, illuminato da una scritta blu a led e una freccia che indica delle scale, che probabilmente portano alla pista.

Se l'ambiente fuori è affollato, non immagino il dentro.

-Scusi, siamo amiche del proprietario- squittisce Judit rivolgendosi ad un uomo alto e robusto che copre la visuale della pista.
Lui ci squadra da capo a piedi, spostandosi poi da un lato per farci passare.

Vengo subito colpita da una vampata di odore di alcol, e per poco non cadevo sui tacchi bassi che ho deciso di abbinare al vestito.

Delle luci soffuse illuminano la pista già affollata, creando un senso di confusione.
Infondo alla pista un bancone lungo con esposte varie bottiglie di chissà quale alcolico, e infine la musica è alta, troppo.

Mentirei se dicessi che non me ne sono già pentita, anche perché il mio entusiasmo ha toccato già terra da un po'.

-Sono sicura che l'aria è positiva all'etanolo- urlo per sovrastare la musica.
-Come?- squittisce Evelyn mentre va a ritmo di musica.
-Niente- sospiro, guardandomi.

La cosa positiva è che c'è folla, quindi sarà difficile riconoscere le persone.
Posso mimetizzarmi e non farmi vedere né da Mike né da Adriel.

-Venite andiamo verso i privet- Judit ci acchiappa per i polsi, iniziando a trascinarci fra la folla.
-I privet?- chiede Evelyn confusa quanto me.
-Certo, quello riservato ad amici e parenti del proprietario- fa un sorrisino mesto, fermandosi davanti ad una serie di sedili in pelle rossa.

Fiori Di NarcisoWhere stories live. Discover now