VII

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Ma chi si crede di essere?
Perché crede di avere tutta questa importanza nella mia vita?
Chi gli ha dato il diritto di commentare su chi mi circonda?
Lui non ha voce in capitolo su niente, le sue parole senza senso mi devono scivolare addosso come acqua fresca.
Non dovrei rimuginare sul senso di quello che dice, perché quello che dice effettivamente non ha mai senso!
-Alhena la palla!- sento squittire da Judit e dato che i miei riflessi sono paragonabili e quelli di un bradipo, non faccio in tempo e fermare la palla sulle dita che questa mi scivola di mano e mi finisce direttamente in fronte, facendomi cadere a terra di culo.
Veramente atletica Alhena, complimenti.

Nessuno ride, tranne Judit.
-Che ridi?- mi rialzo un po' dolorante, ma non mi sfugge un sorriso quando noto Judit quasi a terra morta dalle risate.
Mi fa male il fondoschiena, se non avessi avuto questi pantaloncini stretti come una seconda pelle, mi sarei salvata.
-Se non tenessi sempre quei guanti di merda l'avresti presa- borbotta una coda bionda, Clarissa.
Noto Judit farsi improvvisamente seria, e andarle incontro come un felino.
Mi interpongo fra le loro figure, cercando di fare ragionare la mia amica.
-Lasciala stare Judit, la signorina in questione non si permetterà più di intromettersi nella mia vita- ah già, sono peggio di Judit.
-Ma sentile- scoppia a ridere la bionda -faccio quel cazzo che mi pare- sputa.
-Si, fatti i cazzi in quello sei più brava- controbatte Judit, facendo ridere mezza palestra.
-Almeno io li vedo, tu invece vedi solo fi-
-Vattene- le parlo di sopra, prima che possa dire qualcosa di cui si pentirà per il resto della vita.
-Adesso- aggiungo, incrociando le braccia al petto.
-Solo perché voglio, sciacquetta- mi squadra, sculettando poi verso l'uscita.

Judit alle mie spalle è stranamente silenziosa, perciò mi volto di scatto incontrandone uno spento.
-L'hai sentita, Lhena?- e guarda a terra.
-Si, Judit..ma non la devi ascoltare!-
-Lei lo sa- sussurra.
-Te ne vergogni?- bisbiglio, e non voglio sentire la risposta.
Passa qualche secondo di silenzio
-Judy..-
-Devo andare, ci vediamo in mensa- prende velocemente il borsone da terra, e scappa via.
Rimango a fissare la sua coda rossa ondeggiare fino all'uscita, incapace di chiedere spiegazioni.
Non me lo aspettavo, Judit si vergogna di Evelyn?
Dopo tutti gli ostacoli che hanno affrontato in effetti, non ho mai notato Judit baciare Evelyn in pubblico, o anche solo tenerla per mano.

Mordicchio il labbro confusa, accorgendomi di essere rimasta sola in questa palestra adesso vuota e umida.
Faccio qualche passo indietro, raggiungendo gli spogliatoi, dove ho lasciato la mia roba pulita.
Ho bisogno di una doccia, ma non qui. Non l'ho mai fatta a scuola e non ho intenzione di farlo mai.
Spalanco bruscamente la porta, e di certo non mi aspettavo di trovarci dentro loro.
Una ragazza è seduta su un lavandino, con dei pantaloncini sportivi e il reggiseno sopra.
Adriel è fra le sue gambe, e le divora la faccia mentre fa scorrere le mani lungo tutto il suo corpo.
Richiudo velocemente la porta, appoggiandomi con le spalle ad essa e imprecando perché mi ritrovo sempre in queste situazioni meno opportune.
Strizzo gli occhi imbarazzata, e non ho il tempo di scollarmi dalla porta che questa si spalanca facendomi sentire un inaspettato vuoto dietro.
Perdo l'equilibrio, cadendo all'indietro.
Ho temuto la morte, o una commozione cerebrale se solo qualcuno non mi stesse tenendo dalle spalle.
Le sue dita calde avvolgono la pelle sudaticcia delle mie braccia, e mi guarda dall'alto mentre io lo vedo capovolto.
-Dato che ti ritrovo ovunque, la domanda sorge spontanea- inizia, inumidendosi le labbra ancora arrossate per i baci della tipa.
Poi si avvicina, di un millimetro.
-Perchè sei ossessionata da me?- e un ghigno si fa largo fra le sue labbra.
Mi rimette a posto, in equilibrio, e se ne va seguito dalla ragazza che timidamente guarda a terra.
Scuoto la testa, riprendendomi e quindi avendo il tempo di urlargli qualcosa dietro.
-Nei tuoi sogni, Howell-
È già sparito fuori, ma spero vivamente mi abbia sentita.

Stare in mensa da sola è la cosa più umiliante che io abbia mai provato, è come se fossi la preda mentre tutti fossero i leoni.
Di solito affronto tutto questo con Judit, ma oggi non è venuta e io mi sento vuota.
-È occupato?- una voce candida e sottile spezza il flusso di pensieri che mi attraversa.
-No, come stai?- le chiedo mentre prende posto accanto a me.
-B-bene grazie, Judy?- si guarda intorno spostando i suoi occhi grandi e da cerbiatta da una parte all'altra della mensa.
Porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mentre dei ciuffi candidi della frangia le ricadono dolcemente sulla fronte e i capelli a caschetto quasi le sfiorano le spalle.
-Sai com'è, avrà fatto una delle sue bravate- ridacchio nervosamente.
Una mezza idea del perché non sia qui ce l'avrei, ma non mi sembra da Judit scappare dai problemi.
-Si, la Campbell l'avrà messa in punizione- ridacchia timidamente Evelyn, guardando in basso.
Evelyn è la ragazza più dolce e timida che io abbia mai conosciuto, tutto l'opposto di Judit, infatti mi chiedo sempre come facciano a non litigare ogni secondo.
-Senti..- mi sporgo verso di lei, nella mia solita postura scomposta. Mentre lei è sempre perfettamente in ordine.
-Si è comportata diversamente con te?- azzardo, non aggiungendo altro perché se Evelyn capisse dove io stia andando a parare, questo la distruggerebbe.
-N-no- aggrotta le sopracciglia
-cioè oggi non mi ha ancora scritto, ma è perché sarà in punizione giusto?- noto che cerca approvazione nel mio sguardo, così decido di rassicurarla.
-Si, giusto- mi metto di nuovo comoda sulla sedia, osservando ogni sua minima mossa.
Mangia il suo gelato proteico, di cui in realtà non sapevo nemmeno l'esistenza, e poi si mette a fissare un punto alle mie spalle.
-C'è uno che ti guarda- inclina la testa, ed io mi acciglio.
-Oddio, è il caso che mi giri?- mi allarmo, muovendomi sulla sedia.
-Oh no- sorride -sta venendo qui- e da un altro morso al suo gelato.
Non ho il tempo di aprire bocca, che qualcuno mi precede.

-Ciao bellissima-, Mike si porta una mano al ciuffo aggiustandoselo all'indietro.
Sento le guance colorarsi di un rosso intenso, e Evelyn spalancare gli occhi.
-Ciao Mike-, rimango fredda, di ghiaccio.
Non sono abituata ai nomignoli, a parte quelli di quello scorbutico di Adriel.
-Mi stavo chiedendo- si china leggermente sul tavolo, dandomi una completa visione del tatuaggio sul suo collo.
Sono varie scritte stilizzate, di cui non ne capisco il significato.
È greco?
-Che fai questa sera?- i miei occhi raggiungono subito i suoi, stupiti.
-In che senso- ridacchio, si...non so flirtare se è questo che Mike sta provando a fare.
-Nel senso che vorrei portarti fuori- continua tranquillo, ed io non me lo ricordavo così diretto.
-Ecco, beh- mi gratto la fronte, incontrando lo sguardo di Evelyn, che mi alza due pollici di approvazione.
-Preferisci cinema o teatro?- continua, come se non volesse ascoltare la mia risposta.
Resto perplessa da questa sua insistenza, ma forse è solo imbarazzato dal fatto che non ho ancora accettato.
-Teatro?- arriccio il naso, non sapendo più che dire.
-Anch'io- sorride.
-allora ti passo a prendere stasera alle 20;00- mi schiaccia un occhio, squadrandomi dalla testa ai piedi.

Forse è sbagliato uscire con l'amico di Adriel, perché è proprio l'amico di Adriel e io non voglio averci niente a che fare.
È ormai lontano quando lo richiamo per inventarmi una buona scusa per rifiutare.
Quando si gira noto che ci stanno fissando tutti, forse l'ho richiamato con voce troppo alta.
-Che vediamo?- mi gratto il collo sempre più imbarazzata.
Insomma, non potevo frienzonarlo davanti a tutti...sarebbe stato troppo umiliante ed io non sono così cattiva.
-Sorpresa- mima con le labbra.

Mi volto verso Evelyn, fingendo nonchalance che non mi appartiene.
Ma nel farlo incontro un altro sguardo, che rimane nel mio per una frazione di secondo tant'è che non sono nemmeno sicura che mi abbia vista.
Adesso non sono più tanto sicura che fra i due scorre buon sangue, ma è solo un presentimento, quindi lo caccio via fingendo di ascoltare gli scleri di Evelyn.

Angolo autrice
intendiamolo come un capitolo di passaggio, perché nel prossimo faremo un piccolo, anche se minimo, passetto avanti.
Ricordate di lasciare una stelletta!

Fiori Di NarcisoWhere stories live. Discover now