Adriel's pov
La neve attecchisce al suolo, candida e lenta, e io la guardo scendere da sotto le ciglia, sperando che un fiocco cadesse sulle mie labbra.
Mi sono sempre chiesto che forma abbia un fiocco di neve.
Sposto i capelli corvini dalla fronte, troppo lunghi per un bambino di dodici anni.
-Adriel- la voce di un bambino mi risveglia dai miei pensieri, facendomi scuotere la testa.
-Vieni a giocare con me a palla?- chiede Scott fissandomi con i suoi occhi castani intensi.Osservo la palla che tiene fra le mani, sporca di neve e terriccio infangato, e arriccio il naso.
-Ti fa schifo un po' di terra?- mi prende in giro, lanciandomi la palla.
-No- rispondo burbero.
-Allora vieni a giocare, Jeremy sta nella squadra avversaria- mi spiega mentre raggiungiamo il campetto della scuola.Mi indica un bambino biondino, dagli occhi verdi e l'aria scorbutica, più basso di me.
-Chi ci hai portato, Scott?- mi squadra con aria divertita il bambino, facendomi accigliare.
-Qualche problema, Jeremy?- sbotto avanzando.
-Oh no, penso solo tu sia una schiappa a giocare- inizia a ridere accompagnato dai suoi amici.
-Vuoi vedere?- rido amaramente.
-No non adesso, stanno passando le femmine- indica un gruppo di alunne alle mie spalle, e io mi giro annoiato.Passo una mano fra i capelli sbuffando, quando scorgo una testa mora e due occhi azzurri che sono intenti a ridere con altre bambine di chissà che cosa.
-La vedi quella?- mi spintona Jeremy giocosamente, indicando proprio quel gruppo di bambine.
-Quella mora, bassa- specifica quando non gli rispondo.
Aggrotto le sopracciglia.
-Mi credi se ti dico che ha le mutande rosa con i fiocchetti bianchi?- ride fissando un punto.
La mia espressione confusa si rilassa, trasformandosi in una terribilmente seria.
-Come fai a saperlo?- lo indico col mento.-Dai Adriel, andiamo a fare merenda- mi dà una gomitata Scott.
-Aspetta- lo scosto via, continuando a guardare Jeremy.
Lui scrolla le spalle, indifferente.
-Stamattina le ho alzato la gonna rossa, dovevi vedere come si è arrabbiata, sembrava uno dei sette nani- inizia a ridere freneticamente.Mentre io non rido, io lo fisso serio, sentendo le unghia delle mani conficcarsi nella pelle.
-Pensa, ha provato anche a colpirmi- aggiunge più divertito di prima.Poi accade di nuovo, cerco di seguire i consigli del dottor Coleman: fare cinque respiri quando comincio a vedere a chiazze nere, indietreggiare quando sento le mani pizzicare, rilassare le spalle quando la testa gira.
Ma come sempre, non funziona.
Come sempre, mi ritrovo a guardare del sangue non mio colare dalle nocche, ammaliato.
-M-ma sei i-impazzito?- balbetta Jeremy mentre si fa aiutare da una donna delle pulizie ad alzarsi.
Sento Miss. Campbell scuotermi dalle spalle, come a richiamare la mia attenzione, una folla di alunni rimasti a guardare sparlottare, Scott chiamare il mio nome, uno sguardo ghiaccio fissarmi con delusione.
Ma io rimango a fissare il sangue scorrere sul dorso della mia mano, e un sentimento di pienezza e soddisfazione mi riempie il petto.
Sposto lo sguardo sul viso del bambino, trovandolo tumefatto di sangue e lividi, poi lo ripunto sulle mie mani e fissandole incantato, sorrido.
YOU ARE READING
Fiori Di Narciso
Teen Fiction"La verità è che ciò che vive in me, la parte malata, disumana, crudele, non svanirà mai. Non sarò mai libero, ma con lei potrei almeno fingere di esserlo, almeno per poco. Almeno fino a quando di noi non rimarrà solo un numero, agli umani sconosciu...