XLIV

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-L' innamoramento è uno stato psicofisico ed emotivo che si percepisce fondamentalmente come euforia, bramosia, coinvolgimento e passione. Quindi il vissuto è fondamentalmente emotivo-  espiro lentamente, abbozzando un sorriso fiero.

Amanda davanti a me mi fissa con sguardo assottigliato, gamba accavallata, capelli ordinati e   capo inclinato.

-Ti ho chiesto cos'è l'amore secondo te, Alhena, non la definizione di Wikipedia-

Rilasso le spalle, roteando gli occhi.
So che non devo scavare troppo dentro di me per trovare la risposta giusta, perciò lascio che le mie labbra si muovano da sole.

-Mi prendi in giro, vero Amanda?- sbuffo una risata.

-Che intendi?- non riesce a trattenere un ghigno soddisfatto.
Stiamo tirando le conclusioni? Bene, tiriamole fino infondo.

-Vuoi che dica che mi sono innamorata di Adriel? Ok- sospiro profondamente, socchiudendo gli occhi.

-Mi sono innamorata di Adriel, Amanda, e non ho potuto evitarlo in nessun modo-

Per la prima volta, la vedo rilassare le spalle contro la poltrona e assumere una posizione più rilassata.

-Ce l'abbiamo fatta- mormora.

-Adesso rispondi a questa di domanda, Lhena. Da quant'è che non ti fai del male?-

Aggrotto le sopracciglia, cercando di risalire all'ultima volta che ho provato l'impulso di togliere il dolore con altro dolore.

Dopo minuti di silenzio, parlo.

-Da tanto- la mia voce risulta un flebile sussurro incerto.

-Allora abbiamo pure finito, qui- si alza in piedi, strofinando i palmi sulla gonna.

Non credo alle mie orecchie.

-Che significa? Non mi hai mai prescritto una medicina, uno psicofarmaco..come posso essere guarita?- balzo all'in piedi, incredula.

La vedo avvicinarsi, chinarsi alla mia altezza e carezzarmi una spalla.

-La cura l'hai sempre avuta davanti, io ti ho aiutata a trovarla.-

Due battiti di ciglia, e la mia vista si appanna non permettendomi di vedere nitidamente.
In un gesto impulsivo, cingo la sua vita con le braccia.

-Ho amato affrontare questo percorso con te- sussurro.
La sua mano, gelida, mi cinge le spalle.

-Sei stata bravissima-

-Odio gli addii- singhiozzo.

Le sue mani mi afferrano le spalle, distaccando le nostre figure.

-Io invece li amo, soprattutto se sono frutto di una vittoria-

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Non voglio mai più dire addio   avrei voluto dire ad Amanda, perché proprio quando avrei voluto dirlo, non ne ho avuto la possibilità.

Gli addii, insieme alle balene e all'abbandono, sono ciò di cui ho più paura.
Odio sia quelli detti, che quelli non detti.

Detesto in generale l'idea che qualcuno possa abbandonare per sempre la mia vita, senza possibilità di ritorno.
Detesto chi non ha il coraggio di rimanere.

E detesto Judit, che in questo momento mi guarda dal fondo del corridoio, immobile, non dicendomi niente, ma dicendomi tutto.

Voglio spiegazioni.
Voglio che mi dica, da sobria, che quello che ha detto quella sera al molo è vero e lo pensa tutt'ora.
E dopo che avrò ascoltato quelle, ognuno potrà tornare per la sua strada se vuole.

Fiori Di NarcisoDär berättelser lever. Upptäck nu