VIII

27.4K 1K 968
                                    

Spero sia tutto un bruttissimo scherzo, perché se non è così voglio andarmene, ora.
-Che c'è? Non ti piace lo spettacolo?-
Non mi piace lo spettacolo? NON MI PIACE LO SPETTACOLO?
La mia voglia di urlare in questo momento è salita a dismisura.
-Ma no..adoro la storia di Narciso- sorrido di circostanza

Passo nervosamente una mano fra i capelli piastrati, facendo ciondolare i miei orecchini a cerchio.
-E come sta la tua amica Judit?- se ne spunta, facendomi prendere un accidenti per lo spavento.
Perché mi chiede di Judit?
Non sento Judit da questa mattina, le avrò lasciato almeno un centinaio di messaggi e ottanta chiamate.
A dir la verità, sono abbastanza preoccupata...non è mai sparita per così tanto tempo.
-Bene, direi- borbotto non staccando gli occhi dal palco.
Non avevo mai visto un mito greco narrato a mo' di musical.
-Hai fame?-
-In verità si- ridacchio imbarazzata.
-allora andiamo- mi prende per mano, trascinandomi via dalla sala.
Mi lascio trasportare fuori dalla sua mano grande e calda, a confronto con la mia che è ghiacciata nonostante i guanti.

Una volta fuori, con un hot-dog in mano, iniziamo a parlare del più e del meno, ed io mi godo l'aria fresca che fa bene alla pelle.
-O mio Dio!- sbotto poi
-Ti piace himym?- indico il suo bracciale con la sigla della serie.
-Si, anche a te?- ghigna appoggiandosi alla portiera dell'auto.
-Certo, adoro quella serie cavolo!- addento senza pietà il mio pasto.
-Ho sempre sognato di incontrare Barney Stinson! È sempre stato il mio personaggio preferito a parte quel suo libro sul rimorchio che trovo a dir poco maschilista, è un personaggio speciale nella sua dinamicità- blocco la mia frenetica parlantina quando con il suo polpastrello raggiunge l'estremità del mio labbro superiore, sfregandolo su di esso.
-Che fai?- sussurro.
-Maionese- alza il pollice, per poi portarlo fra le sue labbra.

Sono ancora confusa dalla sua mossa quando noto che sposta l'attenzione sulla strada, quindi seguo il suo sguardo.
Un'auto bianca con due strisce nere sulla fiancata ci si para davanti e quando sposto di nuovo lo sguardo su quello di Mike non noto sorpresa nel suo sguardo, ma fastidio.
-Howell- sibila Mike, ed io sgrano lo sguardo nel veder scendere dall'auto proprio il protagonista dello spettacolo che stavamo vedendo.

Indossa una felpa nera con la scritta Calvin Klein sopra, i capelli neri sempre scompigliati sulla fronte, gli occhi chiari che sprizzano ira da ogni poro e la mascella contratta.
Sembra non accorgersi della mia presenza quando si dirige a passo felpato verso il mio accompagnatore.

Poi però rallenta, e pianta i suoi diamanti nei miei occhi.
È sempre in mezzo porca miseria! Che ci fa qui adesso?
Sbuffo dal nervoso.
Mi rivolge uno sguardo furente e poi dedica l'attenzione a Mike.
-Sei un bastardo- ringhia Adriel prima di sovrastare Mike con la sua altezza.
-Che ti prende amico?- risponde l'altro, ed io mi sento improvvisamente di troppo.
Che succede?
Adriel apre bocca, ma la richiude subito dopo quando si ricorda della mia presenza.
-Ti avevo detto di farti i cazzi tuoi- lo prende Adriel per il colletto.
-L'ho fatto per te cazzo- risponde l'altro, scrollandoselo di dosso.
Sono sempre più confusa.
Decido di intervenire, per quanto posso.
-Ma che succede?- mi interpongo fra le loro figure, rivolgendo uno sguardo a Mike e uno peggio ad Adriel.
-Non immischiarti- mugugna serio Adriel, e non credo che mi abbia mai guardata peggio di così.
-Mi immischio se piombi qui dal nulla- forse ho alzato troppo la voce.
Lo sento stridere i denti, come fa un animale quando vede il suo nemico naturale.
-Quanto a te- mi volto verso Mike
-Che succede?-
-Vattene-, e di certo non mi aspettavo questa risposta da Mike, faccio un impercettibile passo indietro, notando i suoi occhi iniettati di veleno.
-Come?- sussurro, e spero non mi abbia sentito.
-Hai capito, vattene cazzo, torna a casa- urla ancora più forte.
-Mike- mi avvicino ma un braccio avvolge il mio tirandomi all'indietro.
-Sali in macchina Alhena- mi guarda peggio Adriel, stringendo il mio avambraccio.
-Non capisco- balbetto confusa, iniziando a torturare il labbro inferiore.
-Sali in macchina ragazzina, non farmi incazzare- ripete Adriel mentre io sgancio violentemente il braccio dalla sua mano.

Apro la portiera, forse con troppa forza ma non è importante adesso.
Mi pianto nella sua auto, e un intenso profumo maschile penetra con violenza nelle mie narici.
Muovo freneticamente la gamba, mentre con il gomito appoggiato al finestrino mordo il mio labbro fino a farlo quasi sanguinare.
E poi come un mare in tempesta, una miriade di domande esplodono in me.

Il loro flusso viene fermato dalla portiera del conducente che viene spalancata con fragore.
Adriel si pianta in auto, stringendo le mani sul volante fino a far sbiancare le nocche.
-Non cominciare a sparare domande come a tuo solito nana, o giuro che scendi adesso e torni a piedi- sibila prima di mettere i moto.
Io stringo più forte il labbro fra i denti, per ringoiare le domande che ero pronta a tirare fuori.

Poi però la rabbia inizia a prevalere sugli altri sentimenti, e succede l'imprevedibile.
-Sai forse meriterei uno straccio di spiegazione, perché sei piombato lì e hai interrotto la nostra uscita- sbotto fissando la strada davanti a me.
-Lo sapevo cazzo- ride amaramente scuotendo la testa.
-Non puoi tenere per una cazzo di volta la bocca chiusa?- sbotta anche lui, e stavolta mi guarda.
-No! Perché voglio sapere cosa è appena successo davanti ai miei occhi!-
-A me non frega un cazzo di aver interrotto il vostro infantile appuntamento da adolescenti in calore, ragazzina-
-A me si! E adesso mi spieghi cosa è successo- ringhio infine.
-Non sono affari tuoi, cazzo-
-Certo, sei il solito narcisista del cazzo Adriel, quando mai che ti importa degli altri o di quello che fanno gli altri!- sputo con violenza.
-Corretto Alhena, soprattutto se sei tu- e si volta verso il finestrino.
Gli rivolgo un'occhiata truce.
-Voglio scendere- e la mia voce prende a tremare.
Ho sempre saputo che a lui non importa niente di me, ma adesso mi ha fatto un altro effetto, e non so perché.
-Stai ferma- ringhia.
-Adriel fammi scendere da questa auto- cerco di pronunciare ogni sillaba senza far tremare la voce.
-Sei una cazzo di bambina- sbotta.
Slaccio la cintura pronta ad aprire la portiera, mentre l'auto sta ancora sfrecciando, quando una mano calda si poggia sul mio ventre riportandomi a posto.
-Sta ferma cazzo- pronuncia a fatica mentre è leggermente sporto verso di me.
-Non voglio averti sulla coscienza- sibila, togliendo poi la mano come scottato.
-Puoi anche morire ma lontano da me- e sento l'anima perforata dal suo sguardo.
-Va al diavolo Howell- mugugno seria, scendendo poi dall'auto, una volta arrivata a casa.

Sento le lacrime scendere calde sul mio viso, e quando poi apro la porta di casa non ascolto nemmeno i richiami di Jane che mi chiudo in camera.
Il mio petto si alza e si abbassa velocemente e sento il sangue pulsarmi nelle vene e nelle tempie.
Spalanco la porta del bagno, osservando allo specchio il mio mascara colato.
Con mani tremanti sfilo i guanti.
Le cicatrici sono ancora lì, non sono mai andate via.
Avvicino il dorso della mano alla bocca, stringendo un lembo di pelle fra i denti fino a provocarmi dolore.
Ringhio quando sento la scossa di dolore percorrermi tutto il corpo e un sapore di metallo sulla lingua.
I battiti si normalizzano e io chiudo gli occhi beandomi della sensazione.
È successo di nuovo, inevitabilmente l'ho rifatto e finalmente mi sento meglio.

Angolo autrice
Quanti misteri in questo capitolo.
Scusate, vi ho solo confuso di più le idee!
Spero sia più chiara la situazione di Alhena e del suo problema... ovviamente voglio specificare che non ho intenzione di romanzare un argomento serio come quello dell'autolesionismo, ma è comunque qualcosa che purtroppo esiste, e non vedo perché non parlarne in un libro.
Datemi le vostre opinioni, e lasciate una stella! alla prossima🙋‍♀️

Fiori Di NarcisoWhere stories live. Discover now