Non ho mai capito il certo odio che le persone riservano ad altre persone. Io e Judit siamo sempre passate inosservate e forse è proprio questo che dà fastidio alla gente. Gli altri vogliono solo che tutti siano come tutti quindi di rimando disprezzano i diversi, quelli che non seguono la massa, solo per il gusto di farlo.
-Ti giuro Lhena mi scoppia la testa- si lamenta Judit sulla mia spalla.
-Ma quanto hai bevuto ieri- borbotto arruffandole i capelli.
-Non lo so, so solo che se quella stronza ci guarda ancora mi alzo e la picchio- stringe i pugni lungo i fianchi, linciando con lo sguardo la bionda insieme ad Adriel, che non ci guarda di striscio per inteso.
-Evelyn come sta?- sbuffo distogliendo lo sguardo.
Anche a me danno fastidio certi comportamenti. Noi e Clarissa non abbiamo mai avuto niente a che fare, e mai lo avremo.
-È a casa che vomita- fa una faccia schifata, per poi estrarre il suo specchietto dallo zaino e aggiustarsi il lucidalabbra.
-E tu non devi vomitare?-
-Ho vomitato tutta la notte, basta-
-Alla fine ieri l'hai incontrato?- indica col mento il ragazzo con la giacca di pelle di spalle.
Panico.
-No cioè si, cioè così così- blatero gesticolando davanti al suo naso.
-Che significa?-
-Lascia perdere- la tiro dal braccio facendola alzare.
-Andiamo in classe- la tiro.
-Ma volevo farmi una sigaretta- si lamenta.
-Se te ne fai una di meno al giorno, il mondo sarà un posto migliore- la spintono dalla spalla, facendola barcollare.Un odore forte di fragola e vaniglia penetra violentemente dentro le mie narici, portandomi ad arricciare il naso. E lo stesso succede a Judit data la sua stessa espressione.
-Sentite sfigate- squittisce Clarissa nel suo metro e ottanta.
-Come scusa?- scoppio in una risatina sotto al suo sguardo indagatore.
-Hai sentito- mi lincia -Comunque, domani sera c'è un rave al molo, venite- squadra i nostri abbigliamenti con faccia schifata.Ah giusto, la principessa non mette la divisa, come lo stronzo un po' più in là. Lasciano queste cose babbani a noi comuni mortali.
-Eh sentiamo, ci stai invitando?- sbotta Judit al mio fianco. La cosa strana di me e Judit, è che abbiamo caratteri simili ma diversi.
Entrambe non siamo timide, e ci battiamo per ciò che crediamo.
Quindi a volte sembriamo stronze, solo con chi lo è con noi. Questo è il frutto di un'infanzia insieme.-Io? Invitare voi?- si lascia in una fragorosa risata di naso, che lascia perplesse me e Judy sul suo stato mentale.
-Tesoro hai sentito che hanno detto?- si rivolge poi al diavolo in persona, che di tutta risposta si volta nella nostra direzione e sembra che solo ora si accorge che siamo qui, ci guarda e poi torna a scherzare con i suoi amici.
-Voglio solo che portate amici, ah no giusto, non li avete. Quindi invitate che so- si porta due dita sotto il mento -Il club del libro o quelli del festival della cellulite e delle verruche!- ci sorride di un sorriso falso, che va da un orecchio all'altro.E il mio gancio destro è già pronto, ma Judy mi precede.
-Senti cocca, non verremo al tuo rave di merda solo per avere tanta gente perché i tuoi amici spocchiosi del cazzo non bastano. Quindi mettiti il cuore in pace e accontentati di noi, che verremo solo per pietà- conclude Judy, poi mi prende per mano e mi trascina via.-Cavolo sei stata grande, mi hai commosso- fingo di raccogliere una lacrima dal mio viso.
-Grazie grazie- si inchina lei, come se davanti avesse un pubblico vasto.
-Mi è piaciuta anche la battuta in cui hai detto che verremo- ridacchio, aprendo il mio armadietto.
-Oh no Lhena, quella non era una battuta, noi ci andremo e le faremo vedere che non abbiamo bisogno del suo cazzo di invito- apre anche il suo di armadietto.
-Te lo scordi Judy, quella preferirebbe vederci arrostite che al suo rave, dopo oggi- asserisco seria.
-Appunto, hai paura?- assottiglia lo sguardo, sapendo già la mia risposta.
-Io paura?- mi mordo il labbro e ci scambiamo le stesse occhiate, per poi scoppiare a ridere.
-Spacchiamole il culo-
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Fiori Di Narciso
Teen Fiction"La verità è che ciò che vive in me, la parte malata, disumana, crudele, non svanirà mai. Non sarò mai libero, ma con lei potrei almeno fingere di esserlo, almeno per poco. Almeno fino a quando di noi non rimarrà solo un numero, agli umani sconosciu...