III

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Non ho mai capito il certo odio che le persone riservano ad altre persone. Io e Judit siamo sempre passate inosservate e forse è proprio questo che dà fastidio alla gente. Gli altri vogliono solo che tutti siano come tutti quindi di rimando disprezzano i diversi, quelli che non seguono la massa, solo per il gusto di farlo.

-Ti giuro Lhena mi scoppia la testa- si lamenta Judit sulla mia spalla.
-Ma quanto hai bevuto ieri- borbotto arruffandole i capelli.
-Non lo so, so solo che se quella stronza ci guarda ancora mi alzo e la picchio- stringe i pugni lungo i fianchi, linciando con lo sguardo la bionda insieme ad Adriel, che non ci guarda di striscio per inteso.
-Evelyn come sta?- sbuffo distogliendo lo sguardo.
Anche a me danno fastidio certi comportamenti. Noi e Clarissa non abbiamo mai avuto niente a che fare, e mai lo avremo.
-È a casa che vomita- fa una faccia schifata, per poi estrarre il suo specchietto dallo zaino e aggiustarsi il lucidalabbra.
-E tu non devi vomitare?-
-Ho vomitato tutta la notte, basta-
-Alla fine ieri l'hai incontrato?- indica col mento il ragazzo con la giacca di pelle di spalle.
Panico.
-No cioè si, cioè così così- blatero gesticolando davanti al suo naso.
-Che significa?-
-Lascia perdere- la tiro dal braccio facendola alzare.
-Andiamo in classe- la tiro.
-Ma volevo farmi una sigaretta- si lamenta.
-Se te ne fai una di meno al giorno, il mondo sarà un posto migliore- la spintono dalla spalla, facendola barcollare.

Un odore forte di fragola e vaniglia penetra violentemente dentro le mie narici, portandomi ad arricciare il naso. E lo stesso succede a Judit data la sua stessa espressione.
-Sentite sfigate- squittisce Clarissa nel suo metro e ottanta.
-Come scusa?- scoppio in una risatina sotto al suo sguardo indagatore.
-Hai sentito- mi lincia -Comunque, domani sera c'è un rave al molo, venite- squadra i nostri abbigliamenti con faccia schifata.

Ah giusto, la principessa non mette la divisa, come lo stronzo un po' più in là. Lasciano queste cose babbani a noi comuni mortali.

-Eh sentiamo, ci stai invitando?- sbotta Judit al mio fianco. La cosa strana di me e Judit, è che abbiamo caratteri simili ma diversi.
Entrambe non siamo timide, e ci battiamo per ciò che crediamo.
Quindi a volte sembriamo stronze, solo con chi lo è con noi. Questo è il frutto di un'infanzia insieme.

-Io? Invitare voi?- si lascia in una fragorosa risata di naso, che lascia perplesse me e Judy sul suo stato mentale.
-Tesoro hai sentito che hanno detto?- si rivolge poi al diavolo in persona, che di tutta risposta si volta nella nostra direzione e sembra che solo ora si accorge che siamo qui, ci guarda e poi torna a scherzare con i suoi amici.
-Voglio solo che portate amici, ah no giusto, non li avete. Quindi invitate che so- si porta due dita sotto il mento -Il club del libro o quelli del festival della cellulite e delle verruche!- ci sorride di un sorriso falso, che va da un orecchio all'altro.

E il mio gancio destro è già pronto, ma Judy mi precede.
-Senti cocca, non verremo al tuo rave di merda solo per avere tanta gente perché i tuoi amici spocchiosi del cazzo non bastano. Quindi mettiti il cuore in pace e accontentati di noi, che verremo solo per pietà- conclude Judy, poi mi prende per mano e mi trascina via.

-Cavolo sei stata grande, mi hai commosso- fingo di raccogliere una lacrima dal mio viso.
-Grazie grazie- si inchina lei, come se davanti avesse un pubblico vasto.
-Mi è piaciuta anche la battuta in cui hai detto che verremo- ridacchio, aprendo il mio armadietto.
-Oh no Lhena, quella non era una battuta, noi ci andremo e le faremo vedere che non abbiamo bisogno del suo cazzo di invito- apre anche il suo di armadietto.
-Te lo scordi Judy, quella preferirebbe vederci arrostite che al suo rave, dopo oggi- asserisco seria.
-Appunto, hai paura?- assottiglia lo sguardo, sapendo già la mia risposta.
-Io paura?- mi mordo il labbro e ci scambiamo le stesse occhiate, per poi scoppiare a ridere.
-Spacchiamole il culo-

Fiori Di NarcisoWhere stories live. Discover now