XLIII

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Uno spiffero gelido mi colpisce lo zigomo, ma la mia guancia è posata contro qualcosa di morbido e caldo.

Schiudo lentamente gli occhi, lasciandomi accecare dalla luce del primo mattino.

Un fiato, caldo e regolare mi colpisce i capelli.

Il mio capo si alza e si abbassa seguendo il ritmo del petto su cui sono poggiata.

La mano inanellata ancora aperta sulla mia coscia irradia un calore che mi fa sorridere.

Sollevo lentamente lo sguardo, osservandolo in una posizione rilassata.
Non credo di averlo mai visto più innocuo di così

Osservo le sue labbra schiuse, i capelli che gli ricadono sugli occhi, il capo poggiato al finestrino.

I suoi occhi accennano ad aprirsi, e istintivamente richiudo gli occhi fingendomi ancora dormiente.

Non voglio che sappia che lo stavo guardando, si monterebbe la testa.

Emette un grosso sospiro, sgranchendo le dita sulla mia coscia.
Ho ancora gli occhi chiusi e il naso immerso nella sua felpa mentre mi nutro del suo profumo ancora per un po'.

Adesso posso dire di essere sopravvissuta al risveglio della bestia.

Solleva la mano, privandomi del suo calore, per portarla ai capelli e scompigliarli.

Poi la rimette al suo posto.

-Lo so che sei sveglia, nana- rabbrividisco al suono rauco e profondo della sua voce.

Apro un occhio, poi l'altro, fingendo un vero e proprio risveglio.

-Non ero sveglia, adesso si perché qualcuno mi ha svegliato- sbuffo sollevandomi dal suo petto.

-Sono comodo in effetti, me lo dicono tutte-
solleva un angolo del labbro.

Distolgo lo sguardo, forse per non fargli capire il fastidio che mi ha provocato la sua affermazione.

Allungo la felpa sulle cosce.

Tutte, glielo dicono tutte.

-Andiamo a casa, Jane e George saranno preoccupati- mi schiarisco la voce, cercando di far circolare il sangue nella mia gamba addormentata.

Due mani si poggiano sui miei fianchi, impedendomi qualsiasi movimento.

-Tu sei scomoda, invece-

-Strano, Mike diceva il contrario- borbotto fra me e me, stando attenta a farglielo sentire.

Le sue mani sono ancora piantate sui miei fianchi, e applicano una leggera pressione che mi fa trasalire.

Ma che ho detto?

Lo sento ghignare dietro di me.

-Sei furba- mormora, prima di scendere con le mani sotto al livello della felpa.

-Sono furba?- alzo un sopracciglio, arrestando il movimento delle sue mani sui miei fianchi.

-Hai dormito con Mike, bambina?- sento il suo fiato caldo sul collo. Mi chiama così quando è arrabbiato.

No che non l'ho fatto.

-Stavamo insieme- la mia voce è un soffio ansioso.
Mi sta provocando.

La sua mano si sposta sul mio ventre.
Trasalisco.

-Si? E poi che avete fatto?- continua, mentre io fatico a stare ferma sotto le sue mani.

-Dopo.. abbiamo..- in mente ho solo la sua mano, i brividi che i suoi anelli freddi sul mio addome mi provocano, i suoi polpastrelli caldi che sfiorano la mia pelle.

Fiori Di NarcisoWhere stories live. Discover now