XVII

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-Alhena, ti ricordi di Adriel?- bisbiglia la mamma al mio orecchio.
-Si- annuisco, osservando il bambino davanti a me, dagli occhi azzurri e i capelli neri.
-Ti va di stare un po' con lui mentre io parlo con Jane?- accarezza la mia schiena, mentre annuisco distrattamente.

Il bambino davanti a me, ha dei colori in mano e sta scarabocchiando su un foglio.
-Posso aiutarti- corro al suo fianco, rubandogli un colore.
-No- si schernisce, balzando all'indietro.
-Come sei scorbutico- tiro su dal naso.
Lui si raggomitola all'angolo del tavolo, continuando indisturbato.
-Che disegni?- poggio il mento sui palmi delle mani.
-Che t'importa? Torna dalla tua mamma- non mi guarda nemmeno.
-La mamma ha detto che devo stare qui con te- scuoto la testa
-Io non ti voglio-
-Perchè?- incrocio le braccia al petto.
-Sei una femmina, e sei piccola- mi punta con uno dei suoi colori.
-Non sono piccola, ho sei anni-
-Io sette- mi fa una linguaccia, che ricambio prontamente
-La mia maestra dice che l'età per fare amicizia non conta, e neanche se sei maschio o femmina- mi sporgo per guardare il disegno.
-La tua maestra mente- capovolge il disegno.
-Tu lo sai cosa significa il mio nome?- mi pavoneggio.
-No, ma è brutto- arriccia il naso.
-Alhena è il nome di una stella!- mi offendo.
-Una stella?- sgrana gli occhi.
-Si- annuisco.
-Adriel che significa?- mi acciglio.
-Non te lo voglio dire- sbuffa.
-Dai, non ti prendo in giro!- saltello sul posto.
-La mamma dice che è il nome dell' angelo della morte- i suoi occhi si rattristano.
-E perché te l'ha dato?- mi avvicino.
-Perchè dice che è anche il guardiano del cielo, ma non le credo- sbatte le ciglia.
-Io si, io sono una stella e tu sei un guardiano del cielo- gli sorrido, prendendo poi un pastello in mano.
Disegno una stella in giallo, e un cerchio intorno ad essa, di azzurro come il cielo.
I suoi occhi brillano nel vedere le mie mani tracciare il disegno.
Gli restituisco il foglio, fiera del mio lavoro.
-Non è una bella coincidenza?-
-Già, è una bella coincidenza- e mi sorride, per la prima volta.

-Un cane- sibilo con disinteresse.
-Un sole sorridente- sbuffo.
-Una farfalla su un fiore- tamburello le dita sulla pancia.
-Amanda non capisco il senso di questo esercizio- sbotto dopo il settimo schizzo che mi fa vedere, di seguito.
-È terapeutico Alhena, continuiamo- scarta vari fogli, scegliendone infine uno.
-Ecco, questo- lo alza nella mia direzione.
Assottiglio lo sguardo sul disegno.
So bene cosa rappresenta.
-Una figura raggomitolata su se stessa- il tono serio -circondata dal nulla, solo dal buio- stringo le dita sulla poltrona, mentre Amanda cambia titubante immagine

-Una lacrima solitaria che squarcia il viso di una donna- la voce tremante, mentre non riesco a vedere nient'altro che quello.
-Va bene, l'ultimo- prende l'ultimo foglio.
Presso le labbra in una linea sottile.
-Due occhi azzurri che mi fissano, penetranti- schiudo le labbra accogliendo il sapore salato di una lacrima sfuggita al mio volere.
-A chi appartengono questi occhi?- chiede Amanda, riponendo i fogli nel cassetto.
-Al guardiano del cielo- sussurro, poggiando lentamente le spalle alla poltrona.
-Chi è il guardiano del cielo?- Amanda poggia i gomiti sulla scrivania e il mento sulle dita.
-Lui è stupore e imprevedibilità, dolore e solitudine- giocherello con i guanti di lana.
-Ti fa stare male?-
-Spesso- annuisco.
-Perchè?-
-Perchè non sa fare altro che questo, non è in grado di amare. Narciso non ama- scuoto la testa.
-Narciso e il guardiano del cielo sono la stessa persona?- appoggia la schiena alla poltrona.
-Si- bisbiglio.
-La conosci la storia di Narciso ed Eco, Alhena?- sento che si alza, e sbattendo i tacchi sul pavimento, raggiunge la sua libreria.
-Si, gli ho dato io questo nomignolo- la seguo con lo sguardo, mentre tira fuori un libro.
-Sai come finisce?-
-Si, Eco muore sola e senza voce, perché non ha mai ricevuto l'amore di Narciso- biascico con voce rotta.
-A quanto ho capito ti piace scrivere- ridacchia.
-Si, tanto- annuisco.
-Allora tieni- mi porge un libro, senza titolo.
Lo apro, sfogliando le pagine ma queste sono prive di parole.
-Non c'è scritto niente, Amanda- continuo a scorrere confusa le pagine.
-Infatti devi scriverci tu- prende posto su una poltrona di fronte a me.
-Io?-
-Cambia la storia di Narciso ed Eco, riscrivila tu, dai il finale che si meritano- incrocia le braccia al petto.
-Non conosco la sua Eco- alzo lo sguardo sul suo, che ha assunto un sorriso caloroso.
-Arriverà a breve, è più vicina di quanto pensi- sorride.

Fiori Di NarcisoWhere stories live. Discover now