XXXIII

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"La sua colpevolezza consisteva nel non fare alcun tentativo di governare i propri sentimenti con una cauta e sottile indagine sulle eventuali conseguenze"

~Thomas Hardy

Adriel's pov

Ho sempre saputo che dentro di me viva qualcosa di sbagliato.
Fin da piccolo, non ero come gli altri bambini.

Gli altri bambini perdevano a biglie, andavano dalla mamma e piangevano.
Io perdevo, serravo la mascella e mi accanivo sul vincitore.

Ho imparato a non perdere mai.

Io sono tremendamente sbagliato per questo mondo.
Sono nato con qualcosa che non va. Qualcosa dentro di me funziona male.

Si dice che l'uomo sia una macchina perfetta, io sono l'eccezione che conferma la regola.

Spalanco gli occhi tremendamente sudato. Il buio mi avvolge.
Sono talmente confuso che non ricordo assolutamente nulla di dove sono, come ci sono arrivato e cosa ho fatto.

Allungo istintivamente il braccio in avanti, notando la presenza di una sagoma sconosciuta.

La trascino verso di me, senza ragionare.
La sagoma mugula.

La stringo al mio petto e affondo il naso tra i suoi capelli.
Senza il tempo di riconoscerne il profumo, cado di nuovo in un sonno profondo.

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Le mie mani stringono qualcosa di morbido, tremendamente morbido.
Un profumo mi inebria del tutto e mi acciglio fra una massa di capelli.

Schiudo le palpebre e vengo colto da una dolorosa fitta alla testa.

Non ricordo un cazzo.

Ricordo l'alcol, Scott che mi portava in un pub, le risate, le ragazze.

Non ricordo di averne portata nessuna a casa però.

Una mia mano affonda nella sua coscia, nuda.
Mi rendo conto che la ragazza premuta sul mio petto, è coperta solamente da una felpa.

I capelli sono corvini, la pelle liscia e calda, le mani posate accanto alla sua figura affusolate.

I capelli corvini.

Schiudo le labbra quando le immagini di ieri sera riaffiorano nella mia testa.

La nana.
Quella fottuta ragazzina.

Mi ha portato sul letto, e non ricordo affatto il momento in cui se n'è andata.

Nel momento esatto in cui realizzo che la ragazza stretta a me non è affatto una che mi sono scopato da ubriaco, lei spinge il fondoschiena verso il mio bacino mugugnando qualcosa di incomprensibile.

Mi pietrifico.

E fino a qualche mese fa avrei ucciso chiunque avesse detto che avrei avuto un'erezione di notevoli dimensioni per questa ragazzina.

La mano sulla sua coscia, adesso brucia ardente.
Il bacino inizia a darmi stilettate di dolore mentre il  capo mi pulsa dolorante.

Non so che cazzo fare.

Devo eliminare ogni contatto.

Proprio quando sto per allontanarmi totalmente dalla sua figura ed evitare di farmela proprio ora, mentre dorme, le viene la malsana idea di voltarsi.

Una sua mano, fredda, finisce sul mio collo ed ogni mio muscolo si contrae a questo contatto.
Il suo naso all'insù finisce nell'incavo del mio collo e le sue labbra bollenti mi sfiorano la giugulare pulsante.

Fiori Di NarcisoWhere stories live. Discover now