XXXII

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Jane e George sono tornati qualche giorno fa dal loro viaggio con Meredith e Phill. Dalle chiamate non ci hanno messo poi molto a capire che stavo male, quindi si sono affrettati a tornare e anticipare un appuntamento con la dottoressa Amanda.

Osservo attentamente i libri disposti ordinatamente sullo scaffale della libreria.
Sono ordinati per colori, grandezza e alfabeto.

-L'hai fatto di nuovo?-
-Si- annuisco.
-Hai fatto quello che ti ho consigliato?-
-No, Amanda questa volta non l'ho fatto- la interrompo.
-Perché?-
-Perché mi ha distrutto proprio ciò che inconsapevolmente mi salvava- sento il cuore appesantirsi come un macigno pesante.

Lei sospira, mettendosi comoda sulla poltrona.
-Cosa vedi, quando cerchi di tranquillizzarti?-
-Mi sento così stupida- poggio il capo sui palmi delle mani.
-Non lo sei-
-I suoi occhi, il suo profumo, la sua voce, le sue labbra, lui- dico velocemente scuotendo la testa.
-Sei in uno stato confusionario, la tua mente sta lottando contro una parte più forte di te che ti sta urlando che non provi nulla- si alza, versando della tisana in una tazza.

-Ma io non provo nulla per lui.- sibilo con fermezza.
-Probabile, l'amore è-
-Non mi parli di amore- balzo in piedi, tenendo le mani strette alle cosce.
-L'amore non esiste, l'amore è una forma nera che ti perseguita e ti colpisce solo quando sei già caduta infondo- una lacrima scarlatta mi scava il viso.
-Io non provo amore per nessuno- sento la voce tremarmi.
-Tantomeno per lui- dico in un soffio, aggirando il divanetto.
-Provavo amore solo per due persone. I miei genitori. Ma mi hanno lasciata sola, hanno deciso di lasciarmi sola- sussurro più a me stessa.
-È una tua convinzione, Lhena, non precluderti la vita sotto un pensiero tanto pessimista. Sei giovane, sei troppo piccola per non crederci. Devi sognare, devi vivere, devi amare, ne hai tutto il diritto- poggia la sua tazza nel tavolino in vetro.

-Io non voglio farlo- mi volto disperata verso di lei, mentre la mia voce si riduce ad uno squarcio che sferza l'aria.
-Guardami, sono piena di segni di dolore- mostro i polsi, mentre lei li osserva impassibile.
-Non ne voglio altri- mormoro.

-L'amore può essere veleno e antidoto allo stesso tempo, sta a te decidere se curarti dal veleno o ferirti con l'antidoto-

Adriel's pov

Infilo una mano nella tasca, estraendo il pacco di Chesterfield.

Ne accendo una, fissando il taccuino vuoto davanti a me.
Batto i polpastrelli contro la guancia, con fare annoiato, quando mi rendo conto di non avere la minima ispirazione.

Sospiro, guardandomi intorno.
L'atrio della scuola è ancora vuoto.
È presto e il silenzio mi fa compagnia.
Solo il rumore dello scorrere dell'acqua della fontanella riempie il vuoto intorno a me.

Rinfilo le dita nel fondo della mia tasca, accigliandomi quando sento un pezzo di carta accartocciato.

Lo tiro fuori, stranito.
"Concorso per artisti anonimi, ultima data per iscriversi: 1 dicembre"
Leggo velocemente le poche righe scritte nel bigliettino, sbuffando poi.

Il concorso che mi ha consigliato il professore di arte...e che mi sono curato di gettare senza ritegno nella tasca dei jeans.
Lo nascondo con fare annoiato, alzando il taccuino sul naso.

La mina della matita poggia contro il foglio, iniziando a tracciare delle linee a caso.

Le linee iniziano a prendere forma nella mia mente, e quando poi pongo il foglio alla luce del sole, mia accorgo di ciò che ho disegnato.

Una stella?

Una cazzo di stella a cinque punte?

Stringo il labbro fra i denti, accartocciando il foglio nel palmo.

Fiori Di NarcisoWhere stories live. Discover now