53- DAVID

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Per tutta la cena, fremetti dal bisogno di essere da solo con Anna e il tempo sembrò non passare mai.

Quando finalmente la cena finì, Anna richiamò i bambini. Era ora per loro di andare a letto.

«Vengo con voi» dissi, mentre stavano per imboccare le scale.

«Che bello! Viene anche lo zio David!» esclamò Tommy.

«Sì, così anche Anna sarà più contenta» aggiunse Paul.

Mi chinai e presi in braccio il più piccolo, mentre salivamo. Anna si voltò verso di me e mi rivolse un'occhiata colma di tenerezza.

«Zio, mi vuoi bene?»  mi sussurrò Tommy all'orecchio.

«Certo, ne voglio a te e a tuo fratello. Siete due bambini fantastici.»

«E vuoi bene anche ad Anna?»

«Sicuro, anche lei è una ragazza fantastica.»

Il bambino mi abbracciò. Sembrava aver soddisfatto la sua curiosità.

Raggiungemmo la loro camera piena di giochi e misi giù Tommy che corse da Anna.

Lei fece indossare i pigiamini a entrambi, poi prese una sedia e la posizionò tra i due lettini in modo da avere sott'occhio i piccoli. Da uno scaffale scelse un libro di favole e andò a sedersi.

Non appena i bambini si furono accomodati nei rispettivi letti, Anna cominciò a leggere. 

Restai appoggiato alla parete. Non contavo di rimanere a lungo ma, proprio come i bambini, anch'io mi appassionai alla favola. O meglio, mi appassionai al modo in cui Anna leggeva, aggiungendo qualche aneddoto che si inventava al momento.

Che ragazza eccezionale... pensai. Tutto di lei mi rapiva. Anna è mia, soltanto mia.

Mentre ero assorto in quei pensieri, Paul saltò giù dal letto e venne da me. Mi prese una mano e disse: «Vieni vicino a noi».

Lo seguii e  sedetti sulla moquette ai piedi di Anna, mentre lui tornava a sistemarsi nel letto.

La mia Gioia mi rivolse un sorriso e riprese a leggere.

Un calore speciale mi avvolse. In quel momento mi sentivo accettato, normale, giusto.

Posai la testa sulle gambe di Anna e chiusi gli occhi, deciso a godermi quel momento. Un attimo dopo, sentii la sua mano giocare tra i miei capelli. 

Ascoltai ogni sua parola. A me nessuno aveva mai letto una fiaba. Ero stato un bambino cattivo che aveva commesso atti imperdonabili e per quello meritava soltanto la punizione. Adesso, però, non volevo pensare ad altro, volevo soltanto concentrarmi sulla voce della mia ragazza straordinaria e sulla sua mano tra i miei capelli.

Anna voltò l'ultima pagina e concluse la lettura: «…e così l'angelo dalle ali azzurre come il cielo, che era a conoscenza di tutta la vicenda, per premiare la bontà di quei bambini scese dalla nuvoletta di zucchero filato, li prese per mano e li ricondusse alla loro casa dove papà e mamma finalmente li accolsero con tanta felicità e tanto amore.»

Paul e Tommy si erano quasi addormentati, così chiuse il libro.

Sollevai appena la testa dalle sue gambe e sussurrai: «Tu sei il mio angelo».

Lei mi rivolse un sorrisetto divertito. «Davvero?»

«Sì, e voglio la stessa felicità e lo stesso amore che hanno ricevuto quei bambini.»

«Li avrai. Ma anch'io voglio le stesse cose, perché anche tu per me sei il mio angelo.»

«Ne sarei felice se ciò mi permettesse di svolazzarti intorno per poter essere sempre con te.»

The Mind Owner - 1 La tua mente è miaWhere stories live. Discover now