2-ANNA

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Il giorno seguente, stavo ancora pensando alla mia decisione di andare all'estero. Andare a Londra sarebbe stato senza dubbio un salto nel buio, ma volevo farlo, sentivo che ne valeva la pena.

Ogni lasciata è persa mi ripeteva spesso mia madre. Io non le avevo mai creduto più di tanto, pensando che ogni decisione andasse ponderata attentamente per non rischiare di sbagliare. Tuttavia, da un po', mi ero resa conto che era proprio così. Ogni rinuncia sarebbe stata come la privazione di qualcosa che avrebbe potuto arricchirmi interiormente.

Inoltre, nonostante la mia diffidenza, avevo voglia di vedere gente, sperimentare, visitare una città diversa. Forse andare a Londra rappresentava davvero la scelta migliore.

Aveva ragione mia madre a dirmi continuamente di non pensare più ad Antonio. Il mondo non era certo limitato a quel vigliacco. Ero giovane e volevo vivere.

Nella mia camera, guardavo lo specchio davanti a me che rifletteva la mia immagine intenta a passare la piastra sui capelli per renderli lisci e setosi. Avevo gli stessi capelli di mia madre, castani e morbidi. Spesso non era nemmeno necessaria la piastra, ma amavo che fossero ancora più lisci.

A lavoro ultimato fui soddisfatta. I capelli mi ricadevano in ciocche lisce fino a metà schiena.

«Niente male» dissi all'immagine nello specchio.

Indossai un paio di jeans azzurri e una maglietta blu. Misi un paio di orecchini e fui quasi pronta per uscire con Chiara.

Era già da qualche giorno che mi telefonava e insisteva nel voler passare un pomeriggio insieme a me. Avevo sempre cercato di rifiutare perché sapevo che giocava a fare l'amica quando, in realtà, non la era affatto. Lei non era amica di nessuno, soltanto di se stessa. 

Era una persona falsa ed egoista, ma dopo il liceo era anche l'unica della mia classe con cui ero rimasta in contatto per cui cercavo di ignorare la sua falsità e provavo a farmi andare bene la sua compagnia. Una compagnia che serviva a Chiara soltanto per spettegolare o per impicciarsi dei fatti miei. La conoscevo bene e sapevo com'era fatta. Non era certo il tipo di persona a cui confidare un segreto. Per questo, mi limitavo a uscire con lei per fare shopping e passare un pomeriggio insieme, senza mai parlare dei miei problemi o dei miei desideri.

Uscii di casa e mi diressi verso il cancello dove Chiara mi stava già aspettando. Non abitava molto lontano da me, perciò era stato più facile mantenere dei rapporti.

«Ciao, Anna. Oggi sei particolarmente radiosa» mi disse, squadrandomi da capo a piedi, non appena richiusi il cancello alle mie spalle. Registrare il look di ogni persona con cui aveva a che fare per poi criticarlo era una sua prerogativa. Non era mai successo che le piacesse il modo di vestire di qualcuno. Non le piaceva neppure il mio, sebbene di fronte a me non mancasse mai di farmi i complimenti per i miei gusti in fatto di abiti.

«Grazie, ma non esagerare.»

«Non sto esagerando. Qualcosa è cambiato in te...»

In effetti qualcosa era cambiato in me. Forse il fatto che avevo deciso di mettere da parte le cose spiacevoli e vivere senza sprecare nemmeno un minuto a rimuginare sul male che Antonio mi aveva fatto o, forse, era cambiato semplicemente il modo in cui affrontavo la vita.

«Non saprei» feci con un'alzata di spalle.

«Sei sicura che non c'entri Antonio? Non è che ti sei rimessa con lui?»

«Scherzi? Non mi rimetterei con quello nemmeno se fosse l'ultimo uomo su questo pianeta.»

«Non ci credo. Antonio è un bel ragazzo, in tante vorrebbero essere considerate da lui.»

The Mind Owner - 1 La tua mente è miaWhere stories live. Discover now