51- ANNA

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Nei giorni seguenti, cercai di accantonare le parole di Steve, ma non fu facile. Se David avesse davvero nascosto qualcosa sotto l'apparente gentilezza? In fondo, spesso lo sorprendevo a fissare il vuoto, completamente in balia di chissà quali pensieri. Inoltre, non mi aveva mai raccontato più di tanto di sé, come se davvero volesse evitare di rivelarmi certi particolari della sua vita.

Di sicuro c'era qualcosa di strano, a cominciare dal rapporto teso che aveva con suo padre e con suo fratello. Tuttavia, ogni volta che lo osservavo interagire con i bambini, i miei interrogativi venivano fugati. Era così dolce quando giocava con loro che non avrei mai potuto pensare che nascondesse un lato oscuro della sua personalità.

Quel pomeriggio, mentre tenevo d'occhio Paul e Tommy che giocavano in giardino, Claire tornò e mi si avvicinò. Essendo troppo tardi per eclissarmi, fui costretta ad affrontarla. Feci un respiro profondo e mi preparai a subire l'ennesima sfuriata di frecciatine e offese.

«Ciao» mi salutò in tono stranamente gentile. «Si sta bene qui, vero? I bambini sembrano davvero contenti. E Paul è cresciuto davvero tanto.»

La guardai, interdetta. «Che cosa vuoi, Claire? So che non sei venuta qui per parlare dei bambini. Nemmeno ti piacciono.»

«Sì, hai ragione. In realtà sono venuta per chiederti scusa. L'altra sera a cena, sono stata davvero spregevole. Perdonami.»

Rimasi sbigottita da quel comportamento del tutto inconsueto per Claire. «D'accordo, accetto le tue scuse. Non pensiamoci più.»

Mentre la guardavo notai di nuovo la sua avvenenza, ma la sua era una bellezza algida e pericolosa, un fascino che nascondeva un carattere capriccioso e scostante. Mi ricordò un fiore esotico, magnifico ma velenoso.

«Sai, sono così cattiva quando si tratta di David perché tengo molto a lui. Abbiamo trascorso molto tempo insieme in passato e lui sarà sempre importante per me, ma mi sono resa conto che vi amate davvero e io non posso che essere felice per voi. L'importante è che David non soffra.»

«Non ho alcuna intenzione di farlo soffrire» le assicurai.

«Certo, adesso l'ho capito.» Fece una pausa. «Mi chiedevo se, dal momento che ci siamo chiarite, vorresti essermi amica.»

Se non fosse stato per la serietà con cui aveva appena pronunciato quelle parole, avrei creduto che stesse scherzando.

Che davvero avesse deciso di seguire il consiglio di David e provare a essere gentile?

«Volentieri» risposi, imponendomi di essere cortese. In fondo, darle una possibilità non mi sarebbe costato nulla. Meglio esserle amica che dover continuamente sottostare alle sue frecciatine. 

«Facciamo due passi insieme, vuoi? Potremmo andare fino alle scuderie. David ti ha mostrato i cavalli?»

«Sì, ma adesso non posso, devo badare ai bambini e non...»

«Possono venire anche loro» si affrettò a dire. «Sono certa che si divertiranno.»

Ero confusa da quel repentino cambiamento di quella ragazza ma, alla fine, accettai e chiamai i bambini che corsero subito da me.

«Claire viene con noi a vedere i cavalli. Contenti?»

Paul e Tommy rivolsero uno sguardo circospetto a Claire, poi si voltarono di nuovo verso di me mormorando un poco convinto. Anche loro dovevano essere a dir poco sorpresi dal cambiamento di Claire.

Imboccammo il vialetto in terra battuta che conduceva alle scuderie e, quando arrivammo, i bambini corsero verso il recinto dove il pony dal manto bianco se ne stava tranquillo a osservarci.

The Mind Owner - 1 La tua mente è miaWhere stories live. Discover now