37- DAVID

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Ero così felice di uscire con Anna. Non riuscivo ancora a credere che avesse accettato di passare una serata con me. Lei non immaginava nemmeno la gioia e la soddisfazione che mi aveva dato, accettando. Era la prima volta che uscivo a cena con una ragazza.

Scelsi con cura i miei vestiti. Non avevo mai prestato molta attenzione all'abbigliamento. Avevo avuto ben poche occasioni per mettermi in tiro e avevo sempre preferito di gran lunga la comodità all'eleganza, ma quella sera volevo che Anna fosse fiera di me.

Nessuno poteva nemmeno immaginare quanto fossi innamorato di lei. Io che l'amore non l'avevo mai conosciuto, con Anna avevo capito che cos'era, avevo compreso quanto potesse essere forte, forse il più forte di tutti i sentimenti. Lei mi aveva mostrato che anch'io potevo essere in grado di amare, che non ero soltanto un essere distruttivo che rovinava tutto.

Sentivo che era in grado di capirmi. Più passavo del tempo con lei, più mi rendevo conto che la sua presenza era quasi taumaturgica. Con lei mi sentivo più tranquillo, lei calmava la mia mente costantemente in moto. Eppure, il terrore di commettere qualcosa che l'avrebbe allontanata da me mi assillava.

Non volevo che mi abbandonasse.

Stai sbagliando tutto, come al solito.

No! Mi rifiutavo di ascoltare quella maledetta voce nella mia testa. Non doveva più darmi ordini.

Presi una camicia bianca, ma la posai di nuovo e ne presi una nera. Quale sarebbe stata più adatta? Con la giacca scura e i pantaloni neri sarebbe andata meglio quella bianca.

Quella nera è preferibile. 

La indossai, ma la tolsi non appena la voce nella mia testa mi ordinò di farlo.

Metti quella bianca.

La presi, ma qualcosa in me diceva che non era quella giusta.

Scegli bene. Tutto dipende dalle tue scelte.

Sapevo di non riuscire a scegliere. Ogni decisione o scelta, per me, era una vera e propria impresa che si trasformava in lunghissimi minuti spesi a cercare di fare la cosa giusta. Tutto ciò era sfiancante. Ero stanco...

«Devi scegliere bene, David. Hai undici anni, puoi farlo.»

«Non ho voglia, sono stanco» protestai, osservando le tre figure di fronte a me. Una rosa, un gatto e una casa. Lui mi aveva detto che in base alla mia scelta avrebbe capito molto di me.

«Vuoi essere libero o no?»

«Certo, ma sono passati anni e io continuo a non sentirmi affatto libero.»

«Pensa a quel bambino. Credi che lui avrebbe preferito essere qui al posto tuo, ma vivo, oppure in un luogo vuoto e solo? Cosa pensi che avrebbe scelto se avesse potuto?»

Ci pensai su un attimo, anche se la risposta era già implicita nella sua domanda.

«Preferirebbe essere qui al mio posto» mormorai.

«Infatti. Quindi smetti di lamentarti. Almeno tu hai ancora la possibilità di salvarti, di cancellare le tue colpe.»

Le sue parole mi fecero sentire egoista. Eppure un dubbio si insinuò in me. Quel bambino avrebbe davvero preferito essere al mio posto?

«Avanti, David, scegli di nuovo.»

Guardai con sgomento le camicie davanti a me, poi presi quella bianca. 

L'altra. Devi indossare l'altra.

No, voglio indossare quella bianca.

Se indossi quella bianca, la cena sarà un disastro.

The Mind Owner - 1 La tua mente è miaWhere stories live. Discover now