48- ANNA

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La sera seguente, quando io e David entrammo nella sala per la cena, trovammo Claire seduta a tavola alla destra di Douglas.

Vidi David reprimere il fastidio, mentre io cercavo di restare calma.

«Ciao, David.» Il tono di Claire era mellifluo. «Ah, c'è anche Anna!» Il sarcasmo nella sua voce era tangibile.

«Certo, è la ragazza che amo, naturale che sia qui» replicò David e il mio cuore perse un battito, mentre Henry e sua moglie si scambiavano un'occhiata eloquente.

Claire cercò di mascherare la propria irritazione. Scostò la sedia e si alzò. «Scusatemi un momento.»

Non appena si fu allontanata, Douglas si rivolse al figlio: «Mi dispiace, David. Si è presentata qui poco fa e non ho potuto nemmeno avvertirti».

«Non preoccuparti» disse ma, dal suo tono, sembrava teso.

«Ciò che hai appena detto corrisponde davvero ai tuoi sentimenti nei confronti di Anna?» chiese Henry.

David annuì.

«Fratello, sentirti dire che la ami è davvero una bella sorpresa!» esclamò, poi guardò me: «Anna, devi sapere che il nostro David tende a dare il suo amore solo a chi lo merita davvero».

Mi sentii avvampare.

«Anna lo merita» sottolineò David.

«Anna è una persona meravigliosa. Rendila felice.»

«È ciò che intendo fare.» David mi rivolse un sorriso.

«Figliolo, hai tutta la mia approvazione.»

Lo sguardo di David scattò sul padre come se non si fosse aspettato una tale affermazione, ma lo abbassò subito e tacque.

«Anna, sei sempre stata la benvenuta, ma adesso la sei ancora di più» aggiunse Dorothy.

«Sì, benvenuta nella nostra famiglia» concordò Henry.

Non sapevo cosa dire. Quell'accoglienza sincera mi scaldava il cuore. Tutti loro sembravano davvero contenti che io fossi lì e che amassi David.

Douglas riprese: «Comunque, riguardo a Claire, secondo me dovremmo farle capire che non è più la benvenuta in questa casa. Quando stava male era un conto, ma adesso è il momento che se la veda da sola. Non può continuare a pensare di dover dipendere da te, David. Deve lasciarti vivere e soprattutto deve lasciar vivere Anna. Lei non merita di subire le malignità di Claire». Si voltò verso di me. «Spero che mio figlio ti abbia avvisata sul suo modo di comportarsi. Se ti offende, devi dirlo a noi. Deve capire che non c'è posto per lei qui.»

«A me quella ragazza non è mai piaciuta. Ho capito che era falsa non appena l'ho conosciuta» affermò Dorothy, rivolgendosi a me. «Grazie al cielo David ha trovato te.»

«Lo penso anch'io. Voi due siete perfetti insieme» dichiarò Henry.

Provai un'emozione indescrivibile nel sentirmi accolta con tanto affetto. «Vi ringrazio. Non so che cosa dire, siete tutti così buoni con me...»

Dorothy mi rivolse uno sguardo affettuoso. «Sei una cara ragazza e siamo tutti contenti che tu sia qui. Lo saremmo ancora di più se tu non fossi soltanto la tata di Paul e Tommy ma, magari... la loro zia.»

Sussultai a quelle parole. Non mi aspettavo di essere accettata così e soprattutto non avevo mai pensato al matrimonio.

David si accorse subito dell'ansia che quelle parole mi avevano provocato e mi prese una mano stringendola nella sua come per tranquillizzarmi, eppure in quel tocco percepii anche lo stesso desiderio espresso da Dorothy. Possibile?

«A noi piacerebbe tanto che diventasse la nostra zia» si intromise il piccolo Paul.

Tutti scoppiarono a ridere. Io, invece, sentivo le lacrime agli occhi.

Claire rientrò in quel momento, riportando il silenzio.

«Allora, David, da quando frequenti le baby-sitter?» riprese non appena si fu seduta, senza degnarmi né di uno sguardo né di una parola.

«Hai qualcosa in contrario? Non c'è nulla di male, sai? Anna è una persona straordinaria.»

«E tuo padre approva?» domandò, ignorando Douglas.

«Mio padre non si intromette nelle mie scelte.»

«Forse lo fa per non ferirti, ma sono sicura che per suo figlio desideri qualcosa di più di una servetta. Non è forse vero, Douglas?»

«Veramente io sono molto contento di Anna.» ribatté l'uomo.

«Quando la conoscerai meglio e ti renderai conto che non apparterrà mai al nostro mondo, che sarà sempre costretta a restare ai margini, capirai che non è affatto la ragazza che avresti voluto per David.»

Sempre più a disagio, ascoltavo in silenzio quella ragazza che sputava veleno.

«Adesso basta, Claire! Anna è la ragazza che voglio sposare e fa già parte del mio mondo» sbottò David, risoluto.

A quelle parole il mio cuore accelerò. David l'aveva detto sinceramente o soltanto per fare dispetto a Claire?

La ragazza finse di non essere stata colpita minimamente da quella rivelazione e cambiò discorso. «David, volevo chiederti di venire al cinema con me stasera, ma immagino che tu sia già occupato. Pazienza. Tanto con Anna non durerà.»

A quel punto mi alzai. «Scusate, sono molto stanca, vado a riposare. Voi potete continuare la vostra... interessante conversazione» dissi con una punta di sarcasmo e uscii dalla sala da pranzo.

«Anna, aspetta! Ti prego, resta!» mi implorò David, ma non gli prestai attenzione. Ero stanca di ascoltare cattiverie.

The Mind Owner - 1 La tua mente è miaWhere stories live. Discover now