29- DAVID

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Cosa diamine mi era saltato in mente? L'avevo praticamente supplicata di accettarmi nella sua vita. 

Come avevo potuto? Come potevo pretendere una cosa del genere?! 

Io non ero così. Si era trattato sicuramente di un momento di debolezza. Oppure era l'effetto che mi faceva Anna?

Seduto in salotto, come al solito non riuscivo ad arrestare i miei pensieri. Mi passai una mano tra i capelli. Mi sentivo confuso. 

Io, che non avrei dovuto avere relazioni, come potevo aver anche solo pensato di avvicinarmi così a lei?

La verità era che, dopo anni in cui mi ero limitato a esistere, avevo iniziato a vivere davvero quando avevo incontrato quella ragazza. Se mi avesse allontanato, quella scintilla di vita che, inconsapevolmente, aveva acceso in me si sarebbe spenta.

Stupido, non puoi pretendere che lei voglia avere a che fare con te!

Proprio in quel momento, mio fratello mi raggiunse.

«David, che fai qui?»

«Non lo vedi? Mi intrattengo con il silenzio» risposi con amara ironia.

«Dovresti smetterla di pensare di non meritare la compagnia delle persone.»

«Le persone non vogliono la mia» lo corressi.

«Forse qualcuno, chi non capisce.»

«Chi non capisce cosa?»

«Che potrebbe ricevere molto da te.»

«Ricevere molto da me? E cosa?»

«David, tu hai un animo profondo, chiunque verrebbe arricchito dalla tua amicizia.»

Scoppiai a ridere. «Ma per piacere! Da dove ti vengono queste assurdità?»

«Lo vedi? Insisti a credere di essere inadatto, di non essere all'altezza di niente e di nessuno.»

«Non lo credo, è realmente così» affermai, rabbuiandomi.

«No, ti sbagli. Devi smetterla di continuare a vivere all'ombra del passato.»

«Cosa vuoi saperne tu? Non hai un passato di merda come il mio.»

Henry non parve offeso dal mio tono. «Questo è vero, però posso dirti che la vita umana è composta da tre parti: il passato, il presente e il futuro. Il passato è finito, il futuro non possiamo conoscerlo, ma il presente è ciò che conta. Nel presente puoi decidere se continuare a essere quello che eri oppure se essere una persona diversa.»

Lo guardai esterrefatto, poi esclamai: «Caspita, sei un filosofo o semplicemente più pazzo di me?»

«Siamo fratelli» fece con un'alzata di spalle, poi si allontanò.

Mi sarebbe piaciuto un riavvicinamento con lui, ma il mio brutto carattere me lo impediva. Ero troppo arrabbiato per lasciarmi andare a manifestazioni di affetto nei suoi confronti. Certe volte avevo l'impressione che lui volesse venirmi incontro, ma eravamo troppo diversi. Io ero sempre stato il figlio scontroso, lui quello solare e gentile, io quello solitario, lui quello amichevole, io quello che si nascondeva per sfuggire alla vergogna, lui quello che non aveva assolutamente nulla da nascondere.

La mattina seguente mi alzai presto e il mio primo pensiero fu Anna. Che fosse davvero la mia nuova ossessione? 

La verità era che l'attrazione che provavo per lei era qualcosa di indescrivibile.  Anna non mi guardava come se fossi un essere di cui vergognarsi e da tenere lontano, come facevano tutti. Era così bello scrutare negli occhi di qualcuno e non trovarvi la minima traccia di sospetto. Tuttavia, dovevo chiederle scusa per l'idiozia che avevo sparato il giorno prima.

The Mind Owner - 1 La tua mente è miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora