Capitolo 44

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-Brittany

Convinsi i miei genitori a lasciarmi andare a casa di Carly per finire i compiti di Italiano quando in realtà sarei andata a prendere il bus per casa di Lorenzo. 
Mi ci vollero dei minuti per uscire di casa senza troppi interrogatori e cercando di capire quale era la fermata del bus per andare a casa di Lorenzo. 

Una volta salita nel bus, mi sedetti e iniziai a girare i pollici mordendomi il labbro. 

Ero nervosa, non mento. 

Dopo la nostra peggior discussione, pensavo che le cose non sarebbero più state lo stesse ma dopo aver parlato al telefono, mi sentivo come sempre. Come se non fosse successo nulla. 

L’ultima cosa che volevo era rovinare il rapporto fra di noi di nuovo. 
Il mio corpo balzò dal seggiolino. Il rumore improvviso del bus causato da due buche nell’asfalto mi riportò alla realtà e immediatamente, realizzai di dover cliccare il pulsante per far fermare il bus alla prossima fermata.
Alzandomi dal posto, mi incamminai verso le porte posteriore prima di scendere e avviarmi verso casa sua. 

Non ci stetti molto ad arrivare. Sorridendo come se avessi trovato un tesoro, camminai verso la porta quando vidi Lorenzo seduto sugli scalini con la sua testa supportata dalle mani. 

Aggrotta la fronte. “Lorenzo?”
La sua testa si alzò di scatto, i suoi occhi spalancati e incuriositi di vedere chi aveva pronunciato il suo nome. Ritornarono alla loro normale misura non appena capì che ero io. Si alzò avvicinandosi. “Non ti sei persa.” Fece un mezzo sorriso. “Ci avrei messo la mano sul fuoco che non avresti saputo dove andare.”
Tirai un leggero pugno al petto alzando gli occhi al cielo. “Grazie per il supporto, grazie davvero tanto .. fidanzato.” Rimarcai sarcasticamente.
“Lo sai che sto scherzando.”
Risi. “Lo so.”
Lorenzo non esitò ad abbracciarmi. Praticamente alzandomi da terra. Sospirai felice e amando la sensazione di che mi dava essere tra le sue braccia di nuovo. “Mi sei mancata.”
Risi con la faccia contro il suo collo. “Mi sei mancato pure tu.”
Rompendo la braccio mi guardò inumidendosi le labbra. “Per quanto può sembrare banale, non riuscivo a pensare che tu fossi arrabbiata con me.” Rise strofinandosi la nuca. 
Sorrisi alle sue parole realizzando che in qualche modo ero speciale per lui. 
Lorenzo fece una pausa fissandomi negli occhi. “Piccola?”
“Hm?” Ricambiai lo sguardo incuriosita.
“Vuoi sapere un segreto?” 
Alzai un sopracciglio. “Certo?” Ridacchiai. 
“Sei la ragione per cui non impazzisco.”
“Cosa?” 
“Per te riesco a non fare esplodere tutto quanto. Giuro, quando non sei qui, ho il desiderio di distruggere tutto quanto ma quando sei qui, in qualche modo mi sento rilassato anche se alcune a volte mi fai venire voglia di tirarmi i capelli da solo.”
Risi cercando di fare la seria. “Non entriamo in questo argomento.” Alzai una mano per dire ‘non che tu sia meglio di me’.
Fece spallucce. “Era tanto per dire.” Sorrise.
Alzando gli occhi al cielo, scossi la testa. “Beh, sono felice di farti mantenere sano di mente …” Sorrisi sfacciatamente prima di rotolare entrambe le labbra dentro la bocca. 
“Non farlo.” Mormorò Lorenzo.
“Fare cosa?” Chinai la testa da un lato. 
“Quello.” Indicò le mie labbra. Avvicinandosi, fece scorrere le dita sotto le mie labbra. “Chiuderle dentro la bocca.”
“Perché?”
“Perché in quel modo non potrei fare questo.” Sussurrò il più piano possibile prima di posare le sue labbra sulle mie. 

Sorrisi contro le sue labbra, avvolgendo le braccia intorno al suo collo. 
Spingendomi più vicino, Lorenzo gemette sulle mie labbra chinando la testa dall’altro lato. Mi morse il labbro inferiore facendomi uscire un piccolo gemito. 
Stringendomi i fianchi, Lorenzo mi tirò su da terra facendomi avvolgere le gambe intorno alla sua vita. 
Feci scorrere una mano fra i suoi capelli per poi tirare sulle punte violentemente. 
Lorenzo accentuò la stretta sul mio sedere. 
Rompendo il bacio posai la mia fronte contro la sua, completamente senza fiato. 
Il petto di Lorenzo aveva una andatura veloce, i suoi occhi erano incatenati ai miei. 
Prendendo un respiro profondo, accarezzai la sua guancia prima di lasciare un bacio in ogni centimetro della sua mascella per poi arrivare al collo. Baciai ogni angolo del suo collo lasciando la mia lingua picchietterà qua e là contro la sua pelle. 
Stringendomi ancora più vicino a se, Lorenzo gemette. “Cazzo, Brittany …” 
Sorridendo maliziosamente contro il suo collo, iniziai a mordicchiare la pelle provocando in Justin una sequenza di gemiti. Sorrisi soddisfatta. 
“Gesù, piccola, quando hai imparato a farlo?” Lorenzo parlò con una voce roca e bassa il momento in cui mi allontanai dal suo collo. 
Alzai le spalle, indossando un sorriso che si prendeva gioco di lui. “Immagino che sia una dote.”
Lorenzo beffeggiò annuendo. “Diamine sì!” Premendo la mano contro il collo, sorrise. “Dannazione piccola, hai seriamente lasciato il segno.
I miei occhi si spalancarono. “Ti ho lasciato il segno?”
“Sì, hai lasciato un succhiotto. Me lo sento.”
Spalancai la bocca togliendoli la mano da sopra la pelle per vedere una macchia rossa. “Oh mio Dio … Mi dispiace.” Aggrottai la fronte.
“Come?” Lorenzo rise. “Non devi scusarti, amore. Lo trovo al limite dell’attraente.” Mi fece l’occhiolino. 
Risi, alzando gli occhi al cielo prima di dare un colpetto al suo braccio. 
“Ow, perché devi farlo così all’improvviso?” 
“Oh, taci. La gente ti spara e tu ti senti male per un semplice colpetto? Cresci.” Feci la linguaccia. 
Lorenzo sbuffò guardandomi con occhi bramosi. “Non tentarmi con quella lingua, piccola.”
Mi leccai le labbra, morendole cercando di ottenere la reazione che ebbe nell’arco di pochi secondi. 
Le sue labbra si scontrarono contro le mie, la sua mano mi teneva la testa, la sua lingua sguazzò contro la mia mentre i nostri silenziosi gemiti riempivano l’aria intorno a noi. 
Dopo aver esplorato la mia bocca, Lorenzo si allontanò lentamente. Sia il mio petto che il suo avevano un movimento scardinato, non ritmico, veloce. 
“Wow.”
Lorenzo rise maliziosamente. “Ti avevo avvertito di non tentarmi.””
Risi senza fiato. “Come vuoi.”
“Oh Paggi, porta il tuo culo di qua!” Jacopo urlò da dentro casa. 
Il corpo di Lorenzo si contrasse. Lo guardai confusa. 
“Ti posso vedere, sai. Hey Brittany!” Sventolò la mano in aria. 
Sorrisi ricambiando il gesto. “Hey Jacopo!”
Lorenzo si accigliò, stringendomi ancora di più contro di lui. “Arrivo!” Disse infastidito. 
Gli lanciai uno sguardo prima di ritornare a sorridere verso Jacopo. 
Scuotendo la testa, Jacopo fece svolazzare la mano in aria in segno di non interesse per poi voltarsi e scomparire in una stanza. 
“Perché sei diventato così nervoso da un momento all’altro?” Sussurrai. 
Scosse la testa, i suoi occhi erano puntati dall’altra parte della strada pur di non guardare nei miei. 
Sospirai, sollevando il suo mento in modo da farlo guardare nei miei occhi. “Che succede? E non dirmi delle stronzate dicendomi che non è niente.”
Lorenzo serrò la mascella. “Tutti mi stanno facendo innervosire. Marco pensare di poter fare il furbo con me portando a galla il mio inesistente passato. Ma non è quello il punto, è tutta colpa di Elfishawi--”
“Chi è?” Mi portai una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Intendo Elfishawi.”
Lorenzo serrò i denti. “Un pezzo di merda il qualche pensa di essere meglio di chiunque atro.”
Accarezzando i suoi capelli, baciai la sua fronte. “Non preoccuparti di lui e concentrati su te stesso. Ignoralo.”
Lorenzo sorrise sarcasticamente. “Non è così facile.” Mormorò. 
“Lo so che non lo è alla fine provare non costa nulla, no?”
“Non lo diresti se conoscessi di cosa sto parlando, credimi.”
Alzai le spalle. “Dico solo che non dovresti innervosirti per così poco.”
Mi fisso solennemente prima di annuire. 
“Adesso, fammi scendere.” Chiesi gentilmente. 
Lorenzo aggrottò la fronte. “Perché?”
“Fallo e basta.”
Lorenzo seguì le mie indicazioni posandomi a terra. 
Prendendogli la mano, iniziai a spingere verso la porta.
“Dove mi porti?”
“Davvero amore? Dove potrei mai portarti? Jacopo ti vuole dentro. Sembrava qualcosa di importante.”
Alzò gli occhi al cielo facendomi capire di non volere andare. 
Una volta che entrammo dentro casa, tutti gli occhi ci puntarono. Immediatamente feci un passo indietro sentendomi le guance arrossire. 
Lorenzo mi sorpasso stringendomi la mano. 
“Hey Brittany,” I ragazzi dissero in coro. 
Salutai tutti quanti con la mano in modo imbarazzante. “Hey ragazzi.” Ricambiai il sorriso. 
Uno sguardo, però, non riuscii a riconoscerlo. Era familiare ma non riuscii a ricordarmi chi fosse. Aveva gli stessi occhi di Lorenzo ma i suoi capelli erano morbidi e biondo cenere. 
Riccardo, nell’angolo, sorrise senza motivo. 
“Cosa volevi Jacopo? Cosa c’era di così importante da venire fino a fuori?” Lorenzo alzò il tono della voce. 
Gli lanciai uno sguardo freddo, il quale ignorò.
“Volevo solo farti sapere che Sharif ha finito le bombe e vogliamo provarle per vedere quanto possono essere pericolose e se sono in grado di distruggere il magazzino di Delgrado.”
Il mio corpo si pietrificò non appena realizzai di cosa stessero parlando. 
“Whoa, un passo indietro,” Il ragazzo si alzò dalla sedia. 
Tutti lo fissarono, inclusa me. Sentii Lorenzo contrarsi, i suoi occhi erano puntati su di lui. 
“Ragazzi, da quando che parlate di affari con una ragazza nella stanza?” Mi indicò, i suoi occhi mi scannerizzarono dalla testa ai piedi facendomi sentire a disagio. 
“Fatti gli affari tuoi, Elfishawi.” Sbottò Lorenzo. 
Quindi, quello era Elfishawi. Aggrottai la fronte inconsciamente. Avevo già capito perché a Lorenzo non piaceva. 
“E tieni quegli occhi per te stesso prima che te li tolga di dosso.” Lorenzo avvertì. 
Serrai le labbra sentendo le tensione crescere nella stanza.
“Qual è il tuo nome, bellissima?” Sharif ignorò Lorenzo, i suoi occhi mi fissarono. 
Esitai non sapendo se avrei dovuto rispondere o meno.
“Non avere paura. Non farò niente.” Sorrise. “Pura curiosità.”
“Mi chiam-”
“Non sono affari tuoi.” Sbottò nuovamente Lorenzo. 
Sharif lo guardò facendo un mezzo sorriso. “Non mi sembra di averti rivolto la parola, Paggi. Sono sicuro di parlare con la dolcezza che hai portato in casa.”
Feci una smorfia. 
“Rivolgile la parola in quel modo un’altra volta,” Lorenzo fece un passo avanti, coprendomi in modo protettivo. “E giuro che ti strappo la gola.”
“Lorenzo …” Premetti la mia mano contro la sua schiena cercando disperatamente di non fargli iniziare una discussione in cui sarebbe potuto finire morto.
Il suo corpo si rilassò sotto il mio tocco ma il suo sguardo freddo era ancora puntato sugli occhi di quello che Lorenzo aveva chiamato Elfishawi. 


Danger {Crookids}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora