Capitolo 34

1.2K 34 6
                                    

-Lorenzo

Ero un idiota. 
Era ufficiale. 

Colpii l’armadietto ripetute volte con i miei pugni cercando di liberare la mia rabbia, ma tutto quello che stavo facendo era innervosirmi ancora di più. 

Quando mi arrabbio, la furia prende la maglio su di me ed è come se io non fossi più qui. Non sono io che parlo. E’ la mia ira. 
Spengo il cervello e non so cosa faccio fino a che non combino un casino. 

Smisi di battere contro l’armadietto, il mio petto si sollevava e riabbassava velocemente, le mie nocche rosse e spaccate sanguinavano. 

Scossi la testa, facendo scorrere una mano fra i miei capelli per poi tirare sulle punte. 
Dovevo chiarire con Brittany perché se non l’avessi fatto, sarei impazzito. 

Era come una droga. Una droga di cui non ne avevo mai abbastanza. 

Non importa quanto nervosa, fastidiosa o irritante fosse, io ci tenevo a lei. 
Qualcosa dentro di me non l’avrebbe mai lasciata andare. 

Dovevo trovarla e chiarirci. Anche se non meritavo il suo perdono, dovevo provarci. 

Ignorando gli sguardi che stavo ricevendo dalle persone intorno a me, mi precipitai in cerca di Brittany. La campanella non era ancora suonata, il che significa che avevo ancora un po’ di minuti. 

Girando un angolo, mi fermai cercando di riconoscere la sua testa o il suo piccolo corpo. Niente. 
Iniziai a camminare cercando di seguire la direzione che aveva preso. Doveva essere da quelle parti. Me lo sentivo.

Ripensai a quando era all’armadietto e ai libri che aveva preso. Il primo era stato quello di Storia. 

Se solo sapevo qualche classe era. 

“Te!” Afferrai il braccio di un ragazzo, voltandosi mi guardò. “Sai dov’è la classe di storia?”
I suoi occhi si spalancarono e la sua faccia diventò bianca. Sembra avesse visto un fantasma. 
Alzai gli occhi al cielo. “Lo sai o no?” Sbottai. “Non ho tutto il giorno.”
Quello sembrò risvegliarlo perché annuì freneticamente. Ingoiando, si inumidì le labbra. “E’ n-nella c-class-e 201B.”
Rilasciai il suo braccio annuendo. “Ok, grazie.”
“Nessun problema.” Disse prima di ricevere una mia pacca sulla spalla. Mi allontanai in cerca della classe.
Correndo su per le scale, iniziai a camminare lungo il corridoio leggendo tutti i numeri sulle porte mentre spingevo i ragazzini rimasti a parlare in mezzo alla folla. 

Una volta che raggiunsi la classe 210 iniziai a camminai lentamente. Stavo perdendo il respiro ed ero stanco. Stavo cercando questa ragazza da quelle che sembravano mille ore quando in realtà erano solo un paio di minuti.

Ci stetti un po’ prima di trovare la classe che stavo cercando. 
“Brittany!” Chiamai facendo girare un po’ di teste verso la mia direzione. 
Gli lanciai degli sguardi, un suono uscì dalle mie labbra avvertendoli di rivoltarsi e concentrarsi su quello che stavano già facendo. 

I suoi occhi trovarono i miei e per un secondo pensai che sarebbe venuta da me, ma persi le speranze nel momento in cui si voltò dall’altra parte con uno sguardo minaccioso.

Aggrottai la fronte. Aprii la bocca per chiamarla un’altra volta quando la campanella suonò. “Merda.” Mormorai sorpassando tutte le persone fino ad arrivare da Brittany. 

Tutti i ragazzi erano entrati in classe e feci giusto in tempo ad afferrare Brittany dal braccio prima che entrasse. La spinsi indietro. 
“Ma che -- Lorenzo,” Disse innervosita. “Lasciami andare! Che stai facendo?”
“Ho bisogno di parlarti.”Dissi velocemente sperando che mi ascoltasse. 
“No.” Scosse la testa. “Hai già detto quello che dovevi dire. Devo andare in classe adesso.”
“Non volevo dire niente di tutto--”
“Certo che volevi e va bene. Non mi interessa ma, ora, mi interessa di non essere in ritardo per storia perciò se puoi scusarmi …” Provò a togliere la mia mano dal suo braccio ma fece solo aggiungere più forza alla mia stretta. Trasalii. “Lorenzo--”
“Ti prego, ascoltami e basta.”

Danger {Crookids}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora