Lavai anche i denti, ma con molta più lentezza.

Una volta finito mi diressi di nuovo in camera per cambiarmi, indossando di nuovo i vestiti di ieri.

Presi a scendere le scale, nel mentre, le mie mani erano occupate a legare i capelli per tenerli ordinati, altrimenti tutti avrebbero pensato che avevo preso la scossa.

Al piano di sotto notai che ero l'unica persona sveglia, a parte qualche responsabile o domestico della casa famiglia. Sospirando mi diressi in cucina.

 Aprii il frigo e lo studiai con sguardo assente.

Il mio stomaco era chiuso.

Ero, però sicura che dopo il mio stomaco avrebbe ceduto alla fame.

Per prevenire, presi un contenitore e lo riempii con dei pezzi di due mele che avevo precedentemente tagliato.

Mi diressi verso l'attaccapanni, dove la mia borsa era appesa, e gettai il contenitore all'interno, insieme ad un paio di fazzoletti e il portafoglio con i documenti.

Afferrai il telefono nella tasca davanti della borsa e alzai la cornetta del contatto di Babi.

Javier lo avrei chiamato dopo, la sua chiamata sarebbe stata difficile.

<Hey iris, come stai?>. Dopo due squilli sentii l'acuta voce di Babi.

<Buongiorno...bene, per così dire>. Camminai fino alla sala dove si accomodai sul divano.

<Ho sacco di cose da chiederti, ma prima....come va con il piano?> continuai finendo col dire le ultime parole a bassa voce.

<Va tutto bene, la festa di compleanno di Lily sarà uno sballo>.Corrugai la fronte confusa.

<Ma che st-> mi interruppe subito.

<Sta tranquilla, è già tutto programmato, dopo ci incontriamo e ne parliamo> pronunciò con una risatina. 

<Non capi-> tentai di nuovo di chiedere spiegazioni ma non ci fu verso.

<Quanto sei curiosa Iris! Dopo ti spiegherò come si svolgerà la festa a sorpresa. E poi tu sai che di queste cose si parla di persona, non si sa mai se il festeggiato ti stia ascoltando>.

La lampadina sulla mia testa si accese. Intercettazione.

Era questo di cui Babi mi stava avvisando.

Non potevamo parlare del piano al telefono, perché qualche losca persona di quella "associazione" WEM ci poteva ascoltare.

Erano criminali professionisti, e la famiglia di Babi ne faceva parte. 

Non mi sarei meravigliata se quest'ultima doveva stare in allerta. Le ressi il gioco.

<Adesso starò sulle spine per colpa tua> le scherzai.

<Mi dispiace ma è così che funziona....ci vediamo dopo>. Le risolsi i miei saluti e chiusi la chiamata.

Adesso toccava a Javier.

Con le dita tremanti schiacciai l'icona del suo contatto, portando poi il telefono all'orecchio.

Dopo il primo squillo dall'altra parte della cornetta mi accolse una voce femminile. 

<Iris, ti prego devi correre qui!>. Riconobbi la madre di Javier, e dal tono con cui pronunciò queste parole, intesi subito che c'era qualcosa che non andava.

<Signora Bellen, che succede?>. Non potei fare a meno di mangiarmi le unghie in preda alla tensione che stava prendendo possesso in me.

<Javier, lui, si è chiuso nella sua stanza, non vuole uscire, sta distruggendo tutto, si farà del male!?>.

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