Sedemmo in silenzio per tutto il resto del tempo fino a che la cameriera ritornò al nostro tavolo con le nostre ordinazioni.

Una volta che posò i piatti e i bicchieri sul tavolo, se ne andò di nuovo.

Ecco, brava idiota, vattene. Sussurrai mentalmente.

Afferrando una patatina, me la lanciai in bocca per poi afferrarne un’altra, e un’altra e un’altra ancora fino a quando non le finii.

Lorenzo scosse la testa, lo stesso sorrisino sulle labbra.

Sospirai riposando la patatina che avevo appena preso. “Cosa c’è di così divertente adesso?”

Rise al fatto che mi stavo innervosendo facendomi innervosire ancora di più.

“Sei così fastidioso.” Incrociai le braccia al petto.

“Scusami è solo che … Non ci credo che tu abbia davvero ordinato patatine e chicken fingers!” Rise.

“Mangiavo quelle cose quando avevo cinque anni!” Scoppiò in un altro attacco di risate.

Non è così divertente. Semplicemente alzai gli occhi al cielo per la centesima volta in un solo giorno.

A questo punto ignorarlo era la cosa migliore.

Stavo per afferrare una patatina quando notai che anche lui aveva le patatine sul piatto. “Sei un tale ipocrita!”

“Cosa?” Mi guardò confuso.

“Pure te hai ordinato le patatine!” Indicai il cibo che aveva sul piatto.

Scosse la testa. “Nah, queste sono curly fries. Sono arricciolate. C’è differenza rispetto alle patatine normali.”

“Cosa? No, non c’è nessuna differenza! Hanno solo una forma diversa ma sempre patatine rimangono!”

Agito una mano con nonchalance. “Per me no, non lo sono.”

Mi ricomposi prima di diventare pazza per colpa di quel ragazzino. L’ultima cosa di cui avevo bisogno era farmi arrestare per avere commesso un omicidio.

Dopo aver masticato pezzo di pollo e aver bevuto un sorso d’acqua, realizzai che Lorenzo aveva a malapena toccato il suo cibo.

“Hey,”

Alzò lo sguardo.

“Non lo mangi?” Aggrottai le mie sopraciglia, dando un altro morso alla patatina.

“Non ho fame.” Rispose quasi a monosillabo scrollandosi le spalle.

Gli uomini e la loro scarsa loquacità: una delle cose più noiose al mondo.

“Allora perché hai ordinato?” Lo guardai perplessa.

Si inumidì le labbra. “Perché pensavo che avrei avuto fame. Ascolta, tu hai finito ora?” Indicò il mio piatto.

Lentamente spostai lo sguardo da lui, al suo dito fino al mio piatto per poi riguardarlo.

“Io --”

“Bene,” Mi interruppe prima di alzarsi e tirare fuori dalle sue tasche dei jeans il portafoglio. Afferrando i soldi, li posizionò sotto il bicchiere di vetro.

Girandosi, afferrò il mio polso facendomi alzare.

Grugnii. “Cos’è tutta questa fretta?” Lo guardai sconvolta ma si limitò a fare spallucce e a trascinarmi fuori dal ristorante verso la sua macchina.

“Terra chiama Lorenzo

!” Dissi un po’ più forte.

Si girò di scatto verso di me. “Che c’è?!”

“Non avevo finito di mangiare.” Mi lamentai come una bambina di cinque anni. Lo so, è imbarazzante ma potevi incolparmi? Non mangiavo da, beh, da una vita!

“Quindi? Ti prenderò qualcosa mentre ritorniamo.” Salì in macchina dopo aver rilasciato il mio polso.

Entrando nel seggiolino del passeggero, dopo aver trovato quel dannato bottone che apriva la portiera, chiusi la portiera. “Ritorniamo dove?”

“Siediti e allacciati la cintura. Non ho tempo per le tue pallose domande.” Borbotto mentre mise in moto la macchina.

Feci come mi era stato detto, distendendomi sul seggiolino di pelle.

Ero disperata e volevo chiedergli cosa stesse facendo ma sapevo che la mia domanda mi avrebbe messo solo sotto cattiva luce quindi tenni la bocca chiusa

-- per una volta in tutta la mia vita.

Dopo un po’ di minuti in cui la macchina girava intorno ai quartieri, Lorenzo la parcheggiò.

Aggrottando le sopracciglia, guardai fuori dalla finestra per notare che lui si era fermato davanti ad un vecchio magazzino.

Non sapevo se:

a) Essere spaventata

b) Scappare nel momento in cui ne avrei avuto la chance.

O c) Aspettare e vedere cosa aveva pianificato.

Danger {Crookids}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora