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By BrokenThing3

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---ANTEPRIMA---
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--- CAPITOLO XLVI ---
--- CAPITOLO XLVII ---
--- CAPITOLO XLVIII ---
--- CAPITOLO XLIX ---
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--- CAPITOLO LII ---
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--- CAPITOLO LXV ---
--- CAPITOLO LXVII ---
--- CAPITOLO LXVIII ---
--- CAPITOLO LXIX ---
--- CAPITOLO LXX ---

--- CAPITOLO LXVI ---

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D E E P W E B

C A P I T O L O L X V I



A soli pochi giorni di distanza dal fine settimana, Yoongi aveva già riempito il fascicolo incentrato sui suoi vecchi compagni con fogli sopra i quali erano riportati appunti scritti da lui stesso, e tangibili prove recuperate nei mesi precedenti attraverso una rete di siti interconnessi tra loro non solo nell'utenza ma anche nei contenuti. L'hacker non aveva mai abbandonato l'idea di riuscire a scovare, anche a costo di sacrificare una mole obbiettivamente alta del suo tempo, un punto debole nei loro gloriosi progetti e quando era riuscito ad arrivare al coinvolgimento di alcuni di essi al sito sulla quale aveva visto Hoseok per la prima volta, innumerevoli volte aveva orientato la sua gratitudine verso l'ossessiva mania che aveva e che lo portava a salvare all'interno di svariate cartelle ogni cosa sospetta col quale s'imbatteva. E non solo, un'inestimabile aiuto ― così come era riuscito a patteggiare col diretto interessato in questione ― gliel'aveva fornito acconciato e servito su un piatto dorato proprio il capo del secondo team coinvolto nell'indagine inerente a quello che ora, era il suo ragazzo; l'uomo dalla quale non si sarebbe mai aspettato null'altro al di fuori di sfavori e abbiette frecciatine atte a fargli comprendere solo quanta poca riverenza provasse nei confronti suoi e del lavoro che svolgeva. Quell'uomo, con sgomento da parte dell'hacker, aveva dimostrato di essere non solo capace di compiere prodezze inconcepibili restando ben delimitato all'interno di un quantitativo di tempo pressoché ridicolo ma anche più che meritevole delle lodi che Seokjin gli aveva sempre tessuto ogni volta che gli si era presentata davanti l'occasione adeguata per poterlo fare, ed era principalmente per merito di quell'ultimo supporto arrivatogli improvvisamente che ora era in grado, con la potenza d'un effetto domino, di far cadere uno dopo l'altro tutti coloro verso i quali aveva provato avversione estrema nell'ultimo periodo della sua vita. E a seguito di quella rivalsa, Yoongi contava di essere perfettamente in grado di chiudere definitivamente col suo passato e di lasciarselo alle spalle col fermo proposito di iniziare da capo, con meno risentimento e avvolto dalla rassicurante speranza di avere davanti a sé un futuro più roseo e prospero di sentimenti positivi che si sarebbe premurato di proteggere con cura.

Era stato grato a Namjoon anche quando con fare un po' troppo timido per qualcuno che possedeva la sua stazza e la sua elevata posizione nella linea di comando, si era presentato fuori la porta del suo studio con l'intenzione di chiedergli supporto durante gli arresti che sarebbero avvenuti quello stesso pomeriggio. Con una lieve alzata di spalle e un compiaciuto sorriso aveva annuito e concordato in merito alla proposta gli ultimi dettagli prima di passare le ore che lo separavano da quel momento, assieme a Jungkook per definire gli ultimi punti, esclusivamente formali, del caso aperto e presto anche chiuso; tutto effettuato nel giro di una manciata di giorni. Quando l'hacker si trovò nel parcheggio, quella volta accompagnato anche dal minore, rivolse a Namjoon un cenno col capo prima di aprire la portiera della vettura per fiondarsi al suo interno e per trovare Seokjin, intento ad osservare qualcosa sullo schermo del suo cellulare mentre era in attesa, comodamente seduto sul sedile del conducente. Assieme a Jungkook, salì anche Namjoon che dopo essersi sistemato accanto al capo, sul sedile del passeggero, intimò quest'ultimo di accendere la macchina e metterla in moto. ― Non andremo mica da soli? ― Chiese Jungkook improvvisamente, stupendo tutti coloro che si trovavano con lui all'interno di quella macchina. Yoongi a seguito di quell'ingenua domanda sorrise soltanto mentre Namjoon, leggermente accigliato, si voltò verso di lui per concedergli l'agognata risposta. ― No... Altri agenti si trovano già sul luogo o nei pressi di esso. Da troppo nell'occhio andare tutti insieme... Facciamo sempre così! ― Specificò e dopo aver concluso, lanciò una veloce occhiata a Seokjin che, senza distrarsi dalla guida, semplicemente ascoltò la breve conversazione mentre con aria seriosa, continuava a mirare esclusivamente la strada che stava attraversando. ― È la prima volta che Jungkook viene con noi. Quando è capitato a me, penso di essermi posto anch'io la stessa domanda. ― Yoongi, cercò bonariamente di giustificare il minore dei quattro che invece, punto nel vivo, abbassò la testa e infossò il collo nelle spalle mentre tuttavia, in silenzio fantasticava a proposito del momento in cui sarebbe entrato, assieme agli altri, all'interno di quella casa probabilmente con la stessa modalità che aveva sempre e solo visto fare nei film d'azione che amava guardare. Pensò che nulla avrebbe potuto rovinare il suo buon umore e con nient'altro al di fuori di quelle fantasticherie, mentre gli altri parlottavano con lo scopo di sciogliere i nervi tesi, sorridente si voltò verso il finestrino per osservare i negozi e i locali davanti ai quali passavano con velocità moderata al punto da permettergli addirittura di potersi concentrare nella lettura dei vari nomi affissi sulle insegne già luminose a quell'ora.

― A proposito. ― Intervenne Seokjin, quasi come se avesse avuto modo di sentire i pensieri che il minore stava formulando all'interno della sua testa ― Spero che nessuno di voi speri di tornare a casa, questa sera, ad un orario decente. Credo ne avremo davvero per molto. ― Quando avevano delle operazioni da svolgere e soprattutto, quando queste erano di un calibro così prominente e rilevante, Seokjin mostrava sempre un'attitudine austera che tuttavia Yoongi più di tutti, apprezzava poiché con essa, nella maggior parte dei casi, si trovava perfettamente concorde e in virtù di quel fattore, fu il primo a rispondere. ― Non preoccuparti, starei in piedi anche fino a domattina se questo servisse a chiudere definitivamente Mark e qualcun altro all'interno di una confortevole cella una volta per tutte. ― Direttamente per causa di quelle parole, Namjoon si ritrovò sghignazzante ad annuire prima di proferire, rincarando la dose: ―Vedi? A quanto pare nessuno di noi è disturbato dall'idea di passare una notte fuori, al chiaro di luna, coperti da un mantello di stelle. ― E dopo aver completato quella che sentiva essere la sua battuta, scoppiò a ridere definitivamente guadagnandosi a pieno titolo il malcontento di Seokjin che freddato da quello squallore, mimò un aspro dissenso con la testa prima di sbattere gli occhi oltraggiato. ― Per te neanche Jungkook?! ― Avanzò ancora, cercando adesso di guadagnarsi l'attenzione del sognante hacker che pur rimirando ancora ciò che lo circondava oltre il vetro del suo finestrino, avendo sentito tutto e, colto il tenore e la superficialità della situazione, scherzoso anch'egli rispose: ― Ovvio che per me non c'è nessun problema, Hyung. Sono un ragazzo grande, ormai! ― E se c'era una cosa che Jungkook era perfettamente in grado di fare ogni volta che tacitamente ne nutriva l'intenzione, era quella di saper suscitare sentimenti vergognosamente rivolti alla tenerezza non solo in chi l'osservava ma anche in chi l'ascoltava. ― Ho capito, ho capito. ― Formulò Seokjin, finalmente sul punto di trattenere un'emozione che non eccedesse nello zelo. ― Ma ricordate, quando saremo lì, diremo a quei giovanotti di allontanarsi dalle loro postazioni e solo dopo, voi avrete il permesso di entrare e perquisire ogni aggeggio elettronico in grado di trattenere dati o qualsiasi altro materiale rilevante ai fini dell'indagine. ― Chiarì subito dopo ma senza perdere la leggerezza che Jungkook si era impegnato a regalare a lui, così come agli altri due. ― Siete qui solo perché nessuno di noi è in grado di riconoscere e scindere oggetti che possono esserci utili da altri che non possono esserlo. ― Ultimò, lasciando che per qualche secondo la sua mente svolazzasse per ripercorrere il ricordo del giorno in cui aveva scelto, con uno sforzo inestimabile, i gadget da sistemare nello studio di Yoongi prima che quest'ultimo ci mettesse piede per la prima volta e sorrise leggermente quando arrivò al momento in cui, totalmente sfiduciato, si limitò ad ordinare tutto quello che vedeva perché incapace di comprendere da solo quali gli sarebbero potuti essere utili e quali invece no. ― Ora mi è tutto più chiaro, capo. ― Esordì Jungkook, profondamente divertito dalla piega che aveva preso la conversazione. ― Entreremo solo dopo averti sentito dire a quei ragazzacci di allontanarsi dai computer. ― Incoraggiò Jungkook, prima di voltarsi sorridente e con espressione spensierata verso Yoongi che sghignazzante, aveva deciso di assistere come spettatore esterno alla giocosa diatriba dei due.

― Noi invece daremo un'occhiata ai loro registri fisici. ― Ricordò improvvisamente Namjoon, frapponendosi al divertimento allestito dal più piccolo nei riguardi del capo. ― Yoongi, ricordi ancora quali di essi ti hanno insospettito l'ultima volta? ― Concluse alla fine, con quel quesito. Il diretto interessato parve pensarci per qualche secondo e dopo essere arrivato alla risposta, comunicò: ― Soltanto quelli di pochi di loro erano a posto, abbastanza corposi da non destare particolari sospetti ma per quanto riguarda quelli di qualche altra nuova entrata, non posso dire la stessa cosa e infine, c'era quello di Mark, insolitamente troppo pieno. Per sicurezza, confisca e controlla sul posto prima quelli dei ragazzi che non conosco, te li indicherò io stesso quando saremo dentro. ― Spiegò con tono calmo e cadenzante mentre Seokjin si avvicinava ormai, al punto di ritrovo in cui lo attendevano altri agenti. ― Per quelli che rimarranno, potrai anche prendertela comoda. A meno che Yunho non si dimostri poco integerrimo come al contrario s'è sempre definito, lui puoi lasciartelo per ultimo. È il capo, rallegrati e pensalo come ad un onore. ―

― Tu credi in lui? ― Chiese Namjoon di rimando, interessato ancora una volta al punto di vista dell'hacker. ― Io non credo più in nessuno di loro. Posso solo dirti che quando ero lì, quella era l'immagine di sé che più millantava ma non ha esitato a sacrificarmi per ottenere un margine di sicurezza per sé stesso e quelli che sono rimasti con lui. Pertanto, non posso garantire per lui come per nessun'altro. ― Arricciò le sopracciglia mentre osservava Namjoon che nel frattempo, durante il corso di quelle battute, si era voltato ad osservarlo. ― Confido però nel fatto che, quando ci ritroveremo di nuovo qui in macchina, sulla strada per il ritorno, entrambi avremmo la risposta a questa domanda! ― Concluse, dopodiché attese assieme a Jungkook il segnale da parte degli altri due che lo invitava a scendere ed attendere, svariati metri prima dei pochi gradini che conducevano alla porta che con tutta probabilità, avrebbe valicato solo per l'ultima volta.



Il tenore raggiunto durante quella seconda visita, risultò essere piuttosto differente dal primo, Yoongi di questo ebbe modo di accorgersene non appena ― dopo che uno di loro s'era apprestato ad alzarsi per aprire la porta ai nuovi arrivati ― i visi e le espressioni di ognuno di loro gli furono visibili dalle retrovie presso il quale si trovava, assieme a Jungkook che lo precedeva di qualche passo. Davanti a sé, Seokjin, Namjoon e cinque agenti sottoposti al secondo, erano da prima entrati, poi s'erano presentati e alla fine, dopo aver raccolto lo sgomento e il timore di alcuni di loro, avevano invitato gli uomini che su larga scala possedevano ancora un'età acerba, ad allontanarsi da qualsiasi attrezzatura elettronica o armadietto di legno, per depositarsi ai margini della stanza, uno accanto all'altro lungo le pareti spoglie per favorire un controllo maggiore oltre che una perquisizione più efficiente. Una volta udite quelle parole, così come afferrato in precedenza, aveva percorso i pochi gradini che lo separavano dall'ingresso seguito da Jungkook che, non appena aveva visto l'altro cominciare a muoversi, s'era affrettato a seguirlo senza il minimo indugio. Una volta dentro, dopo un solo cenno arrivato loro dallo stesso Seokjin, iniziarono entrambi a fare una panoramica della stanza in cerca di qualche attrezzo utile oltre ai computer che certamente avrebbero portato via da quel luogo con lo scopo di esaminarli in tutta calma e in ogni singolo anfratto. Quella era una sola delle due occasioni che Yoongi aveva a disposizione per chiudere quella storia con il risultato migliore e pertanto, conservava in sé il proposito di portarsi avanti il lavoro fino a quando non sarebbe giunto il momento ― solo poche ore in seguito ― di replicare quelle stesse azioni, anche all'interno dell'abitazione privata di ogni singolo membro appartenente a quel gruppo, in cerca di tutto ciò che non erano stati in grado di trovare in quell'angusto ma ancora semi confortevole, luogo di ritrovo.

Yoongi fu particolarmente eccelso nella smania d'evitare ogni singolo sguardo provocatorio, minaccioso o talvolta supplichevole da parte dei suoi vecchi compagni nonostante all'interno del suo petto in quel momento, vigessero sensazioni e impressioni d'inquietudine, rammarico e tristezza dovute tutte, presumeva, al modo in cui era finito quello che erroneamente aveva pensato essere, uno dei periodi più spensierati del suo passato. Mentre oltrepassava quello spazio, la sua mente l'aveva riportato numerose volte ai momenti in cui anch'egli se n'era stato, ridacchiante e scanzonato seduto ad una sedia o ancora, seduto direttamente sul pavimento assieme a Yunho mentre entrambi erano intenti a sgranocchiare qualche cibo spazzatura accompagnato da una birra gelata nei periodi di caldo torrido, e gloriosi progetti volti ad un futuro che tuttavia, nessuno dei due avrebbe mai visto. Sarebbero stati ricordi che nonostante tutto, avrebbe conservato e celato all'interno dell'anfratto più minuscolo della sua memoria e che avrebbe tirato fuori, spolverandoli, solo ogni tanto, quando sarebbe stato riavvolto dalla malinconia verso qualcosa che alla fine nonostante tutti gli abbellimenti s'era dimostrato solo ed esclusivamente ingannevole; capace d'arrecargli sofferenza come poche altre cose sarebbero mai riuscite a fare. Dopo aver ingoiato un magone pesante e amaro, si avvicinò a Namjoon e con un paio di occhiate, una volta aggiudicatosi l'attenzione del più alto, gli indicò i soggetti da indagare e perquisire per primi, lasciandogli tuttavia, il tempo di annotarsi i nomi di ognuno di essi ― una volta che questi gliel'avessero comunicato ― su un taccuino dalla copertina foderata di una pelle marrone che aveva tutta l'aria di essere pregiata.

― Tu, puoi farti più avanti. ― Cominciò improvvisamente Seokjin, guadagnandosi l'attenzione di chiunque all'interno di quella stanza, a causa del tono che aveva usato e dell'asprezza col quale questo era venuto fuori mentre indicava uno degli uomini posizionato con le spalle rivolte contro la parete di destra. E quando Mark si fece avanti fino al punto di distare dal capo dell'operazione di soli pochi passi, quest'ultimo continuò: ― Indagini fatte su di te nei giorni precedenti hanno messo in evidenza il fatto che tu abbia un ammontare di denaro, sul tuo conto in banca e su altri che si sono dimostrati essere ugualmente correlati ad esso, che tuttavia qui non vedo riportato. Sapresti spiegarmi il motivo? ― Chiese Seokjin, nonostante conoscesse già fin troppo bene la risposta a quel quesito che lui stesso aveva appena ultimato di porgere. ― Mi state arrestando? ― Chiese soltanto questo, con tono sprezzante e carico di diniego. ― Perché se è questo quello che state facendo, allora non mi farò fregare da voi. Parlerò solo in presenza di un avvocato. ― Confessò arricciando le sopracciglia mentre cercava di sostenere lo sguardo di Seokjin e allo stesso tempo, cercava di nascondersi dietro ad un'aria sfrontata e sicura di possedere ancora dalla sua parte, un margine d'incertezza all'interno del quale si sarebbe tenuto ma che, però, nella realtà ancora a lui estranea, aveva smesso di avere soli pochi giorni prima.

― Può andare, te lo assegneremo se non ne hai già uno, è nel tuo diritto restare in silenzio se è questo quello che vuoi! ― Esordì ridacchiante Seokjin, prima di continuare. ― Ti auguro buona fortuna nel riuscire a trovarne uno disponibile in prossimità del fine settimana. ― Concluse, specificando definitivamente quale motivo in particolare l'aveva spinto ad agire proprio quel giorno, mentre assestava qualche pacca consolatoria sulla spalla del ragazzo che gli stava di fronte mentre questo si vedeva avvicinare da Namjoon che tuttavia con fare pacato, gli aveva da prima mostrato le manette, recitatogli i diritti e i capi d'accusa, e solo in seguito, gli aveva unito i polsi per fargliele indossare. Successivamente, intenzionato a condurlo verso la porta dove attendeva in piedi uno dei suoi sottoposti, in attesa di accogliere e condurre i nuovi detenuti presso il camioncino blindato parcheggiato qualche metro dopo lungo la strada, Namjoon passò con l'uomo accanto a Yoongi che sentitosi puntare direttamente dallo sguardo algido di questo, con sarcasmo gli chiese: ― Sono fredde, vero?! ― Non ottenne risposta dall'uomo, se non un'occhiata ancora più carica di odio rispetto alla prima; cosa che in effetti, lo spinse soltanto ad infierire ancora ― Non avere pregiudizi, non è poi così male! ― Concluse alla fine con voce atona anche a costo di mentire, prima di lasciarselo andare alle spalle, dopodiché si avvicinò a Jungkook che, a giudicare dall'aria che aveva sul volto, era riuscito a trovare qualcosa che gli sarebbe potuto interessare.

― Hyung, penso tu abbia avuto ragione quella volta. Quelli coinvolti fanno parte tutti delle nuove entrate mentre soltanto pochi di loro, che tu già conosci, sembrano essere a conoscenza di ciò che avviene qui dentro. ― Cercò di riassumere il giovane hacker quanto comunicatogli da un tecnico, non appena Yoongi gli fu vicino da permettergli di sussurrare senza farsi ascoltare da qualcuno che non fosse l'altro, in piedi accanto a lui. ― Soprattutto Yunho. Questa è la sua postazione... Ma non c'è nulla che lui stesso non abbia già dichiarato. Ho intenzione di portare comunque via tutto quello che gli appartiene ma penso che non avremmo molto da vedere con lui... ― Confessò ancora, visibilmente un po' deluso da quella scoperta che tuttavia, non fu in grado di suscitare le medesime sensazioni nel più grande che invece, conservava ancora dentro di sé la remota condizione che Yunho fosse realmente all'oscuro di quanto gli accadeva intorno e a proposito di quello, le uniche accuse che avrebbe potuto muovergli, riguardavano solo il fatto d'essere stato troppo poco sveglio per uno che riversava in una posizione di spicco e spessore come la sua; una colpa di cui mesi addietro d'altronde, s'era macchiato al costo dell'infamia lui stesso. Fu in quel momento che provò un leggero velo di compassione verso quell'uomo, mentre l'osservava starsene ligio e fermo contro un muro come un soldatino, dedito alla piena contemplazione di quelle estranee persone mentre gli smantellavano e perquisivano tutto quello che in interi anni aveva costruito, dedicando a quel lavoro tutta l'attenzione e la dedizione che era in grado di dare. Una volta dopo aver saggiato appieno quell'espressione, si voltò nuovamente verso Jungkook prima di aiutarlo a raccogliere gli oggetti che necessitavano d'essere esaminati, per depositarli in seguito all'interno degli appositi contenitori che si erano portati dietro quando erano partiti. Quell'ultimo processo, impiegò soltanto poco più di mezz'ora prima di vedersi concluso, soprattutto per merito della mole di agenti che si erano uniti e accalcati in loro soccorso grazie all'invito rivoltogli da Namjoon, il loro vertice in comando sull'azione, poi con le braccia finalmente libere da qualsiasi ingombro o scartoffia, si accinsero a dividersi le abitazioni da controllare, appartenenti gli uomini del gruppo di hackers, prima di dileguarsi per dirigersi verso le singole vetture col fine di metterle in moto.

― Ti ringrazio per aver chiesto ai tuoi superiori di farmi venire con te. ― Dopo essere stato in religioso silenzio per tutto il tempo della perquisizione, finalmente Yunho parlò, rivolto direttamente a Yoongi, ex membro del gruppo che ora perfino ai suoi occhi sempre stati speranzosi, appariva per quello che era sempre stato e che si era rifiutato di vedere se non con qualche sospetto scaturitogli solo nell'ultimo periodo: ricco di contraddizioni e reso marcio dai tradimenti che più volte s'erano inflitti, solo con modalità differenti, l'uno contro l'altro. ― Mi rende un po' più felice sapere che sarai tu a mettere a soqquadro casa mia e non dei totali estranei. In più sai già dove cercare, dal momento che ci sei già stato. ― Esulò alla fine, cercando di raccogliere a pieni polmoni l'aria che soffiava fuori dal tugurio che assieme all'altro hacker, aveva frequentato per anni. L'avrebbe trovato mortalmente vuoto, quando ci avrebbe fatto ritorno, una volta scagionato totalmente dalla mancanza di prove che sapeva sarebbero stati costretti a riscontrare all'interno del suo modesto appartamento, e ricco solo di bei ricordi e rimpianti a cui mai più avrebbe potuto porre rimedio. E provava dolore nel ripensare ora che parte di quanto accaduto, era stato ferocemente determinato da una scelta errata fatta da lui stesso. ― Non perderti in chiacchiere inutili. ― Rispose Yoongi, alla precedente affermazione mossagli da Yunho. ― Mi sembri troppo tranquillo per ciò che ti sta accadendo. ― E Yoongi aveva ragione; per quanto supponeva anch'egli che l'uomo, con un'alta probabilità, sarebbe riuscito a risultare innocente e a sollevarsi da ogni accusa, la sua reazione gl'appariva ugualmente troppo alienata.

A quell'asprezza, Yunho sorrise, ricordandosi di dover essere grato anche del fatto di non essere stato ammanettato come gran parte degli altri, e di essere scortato all'interno di una comune vettura nera dal bell'aspetto, anziché il camioncino che gli scaturiva pesantezza al centro del petto al solo guardarlo. ― Non sto cercando di ingannarti. Non troverai nulla a casa mia, mi dispiace deluderti anche se forse, tu stesso ne sei già a conoscenza. ― Rimbeccò, avvicinandosi alla vettura. ― Non esiste un'incriminazione per l'unica colpa che possiedo io e forse, proprio a causa di questo, la mia sorte è persino peggiore rispetto agli altri. Dovrò vivere da solo e sempre da solo dovrò sorreggere il rimorso di aver rovinato tutto con le mie stesse mani. ― Sorrise al vuoto, senza però essere realmente rallegrato dalle parole che stava formulando e che stava lasciando venire fuori ― Addio ai miei sogni di vana gloria, ho sbagliato ad inquadrare le persone con la quale avrei dovuto dividerli. ― Una volta dentro la vettura, Yunho, situato sul sediolino al centro, alzò gli occhi istintivamente su Seokjin che con un sorriso beffardo sul volto, lo stava osservando di rimando dallo specchietto retrovisore della sua stessa automobile. ― L'unica cosa che ti invidio, è la tua capacità nel saper cogliere le persone giuste per gli esatti obbiettivi. ― Aggiunse rivolto al capo di quel team, non premurandosi dell'occhiata stranita che gli rivolse però Yoongi, seduto proprio accanto a lui. ― Se ce l'avessi avuta anche io, infallibile come la tua, non te lo avrei mai ceduto. ― Concluse, con tono un po' sgarbato, soprattutto perché impensierito dal tormento di aver scelto così male le sue mosse. Aveva deciso di inimicarsi Yoongi offrendolo come probabile merce di scambio con la speranza di essere lasciato in pace perché non svolgeva alcuna attività illegale degna dell'attenzione della polizia ma allo stesso tempo era completamente ignaro del fatto che sarebbero state proprio le persone che con un'imperdonabile errore aveva tutelato, a portare gli agenti da lui.

― Allora, in questo caso, spero tu faccia tesoro di questo insegnamento e che eviti di commettere lo stesso sbaglio in futuro. ― Sorrise ancora Seokjin, incredibilmente gioioso nello sguardo e pacato nella tonalità di voce, prima di lasciarsi la conversazione alle spalle per mettere in moto la macchina e per dirigersi alla fine, all'interno dell'appartamento di Yunho. Come s'era immaginato e come fortunatamente aveva comunicato già agli altri colleghi, quella notte, sarebbero senza dubbio rincasati tardi.



N.D.A.: halo, babes ~

Dopo molto tempo, è arrivata la resa dei conti che Yoongi ha tanto atteso e chissà se d'ora in avanti, non gli sarà un po' più semplice darsi una regolata. Come supposto da molti di voi, alla fine ci è riuscito a far arrestare un po' di gente, per altri invece, si è dovuto accontentare anche lui. Il Yoongi di questa storia, tra le altre cose, è senza dubbio un tipino rancoroso hahah

Spero che questo capitolo, ancora un po' lunghino - spero non sia un problema troppo grande per voi - vi sia piaciuto. Ringrazio come sempre tutti coloro che stanno leggendo questa storia e quelli che la stanno sostenendo capitolo dopo capitolo. Vi amo, babes e grazie mille per tutto quello che state facendo

Per il resto, al prossimo aggiornamento ~ 💙

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