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By BrokenThing3

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---ANTEPRIMA---
--- CAPITOLO I ---
--- CAPITOLO II ---
--- CAPITOLO III ---
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--- CAPITOLO V ---
--- CAPITOLO VI ---
--- CAPITOLO VII ---
--- CAPITOLO VIII ---
--- CAPITOLO IX ---
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--- CAPITOLO XI ---
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--- CAPITOLO XXII ---
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--- CAPITOLO XXXII ---
--- CAPITOLO XXXIII ---
--- CAPITOLO XXXIV ---
--- CAPITOLO XXXV ---
--- CAPITOLO XXXVI ---
--- CAPITOLO XXXVII ---
--- CAPITOLO XXXVIII ---
--- CAPITOLO XXXIX ---
--- CAPITOLO XL ---
--- CAPITOLO XLI ---
--- CAPITOLO XLII ---
--- CAPITOLO XLIII ---
--- CAPITOLO XLIV ---
--- CAPITOLO XLV ---
--- CAPITOLO XLVI ---
--- CAPITOLO XLVII ---
--- CAPITOLO XLVIII ---
--- CAPITOLO XLIX ---
--- CAPITOLO L ---
--- CAPITOLO LI ---
--- CAPITOLO LII ---
--- CAPITOLO LIII ---
--- CAPITOLO LIV ---
--- CAPITOLO LV ---
--- CAPITOLO LVI ---
--- CAPITOLO LVII ---
--- CAPITOLO LVIII ---
--- CAPITOLO LX ---
--- CAPITOLO LXI ---
--- CAPITOLO LXII ---
--- CAPITOLO LXIII ---
--- CAPITOLO LXIV ---
--- CAPITOLO LXV ---
--- CAPITOLO LXVI ---
--- CAPITOLO LXVII ---
--- CAPITOLO LXVIII ---
--- CAPITOLO LXIX ---
--- CAPITOLO LXX ---

--- CAPITOLO LIX ---

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D E E P W E B

C A P I T O L O L I X





L'ennesima riunione a cui Yoongi avrebbe volentieri evitato di assistere, si stava perpetrando dinnanzi ai suoi occhi già da fin troppe ore; ambedue i team riuniti ― per volere dello stesso Seokjin tempo addietro ― ascoltavano le solerti parole del capo mentre questo, in piedi di fronte agli altri, spiegava passo per passo ogni manovra effettuata ed ogni risultato da esse conseguito. Seokjin e Namjoon, l'hacker aveva potuto supporre, avevano senza dubbio speso diversi giorni per stabilire per filo e per segno il copione che il capo avrebbe dovuto recitare come un mantra durante ogni riunione di quel tipo poiché escludere il secondo team, quello che lui stesso aveva coinvolto in base al suo solo ed unico volere, seppur sbagliando, era una cosa che certamente non poteva essere fatta al momento senza scatenare il malcontento di troppe persone. E dal momento che una simile mossa avrebbe potuto puntare su di loro un numero di occhi oltremodo indiscreti, tutti i membri del team di Seokjin, assieme a lui stesso, avevano convenuto di comune accordo che almeno per quel momento, sarebbe stato meglio tenere quel particolare strettamente riservato a loro stessi almeno fino a quando Jungkook, formalmente incaricato di ricercare macchie e dettagli in qualche modo riconducibili al caso in esame sui fascicoli di ogni membro del secondo team ― fatta eccezione per colui che l'amministrava e che sempre, a detta di Seokjin, sarebbe stata l'ultima persona sopra cui riporre anche il più piccolo ed insignificante, malevolo dubbio ― ponendo certamente una maggiore attenzione verso Taemin che più di tutti, per un motivo o per un altro, non era mai riuscito ad allontanare dalla sua figura i numerosi dubbi che Yoongi nutriva nei suoi confronti.

― Seokjin, mio caro vecchio compagno... ― Si interpose alla spiegazione del giovane uomo che lui stesso alla fine aveva preso in causa, con tono esausto e per certi versi, addirittura sfiduciato. ― Per come la stai mettendo, stiamo facendo gli straordinari tutti ma nonostante questo, siamo ancora in alto mare... Non abbiamo letteralmente nulla a cui aggrapparci... ― E a mano a mano che le sue parole si scandivano, una dopo l'altra, sul viso deformato da qualche ruga di troppo del secondo capo team, appariva anche pura rassegnazione. ― I tuoi ragazzi stanno lavorando sodo, ma lo stanno facendo anche i miei, stanno passando al setaccio per la seconda o forse terza volta ogni filmato delle telecamere registrato in ambienti che la vittima ha frequentato così come ogni filmato ripreso direttamente in casa sua. ― Parlò così velocemente e con così tanta foga, che la voce gli gracchiò leggermente verso la fine della frase ― Esistono già identikit di questo stalker e sono sempre più precisi, dai filmati non siamo riusciti ad ottenere molto ma sappiamo grossomodo la sua altezza, la sua corporatura e perfino il suo peso. Portami qualche sospettato e se le caratteristiche fisiche coincidono almeno con il nostro identikit, potremmo prendere in considerazione un fermo da parte della polizia per interrogarlo per primi e magari, estrapolargli anche una confessione... ― Una volta pronunciata quell'ultima frase, si grattò maldestramente un sopracciglio prima di aggiungere sussurrando. ― Veramente, non dovremmo estrapolare una confessione in quel modo ma per come siamo ridotti, certamente non farei troppo lo schizzinoso! ― Cercò di correggere sé stesso fino a riposizionarsi sul giusto binario. Non temeva il giudizio di Seokjin perché quest'ultimo, negli anni passati sul campo assieme a lui, aveva avuto modo di apprendere bene quanto alcuni principi promossi dalla polizia, alla fine finissero con l'incarnarsi in ostacoli, se non addirittura in elementi che permettevano ai colpevoli di vedersi ritrattare accuse a causa di un cavillo burocratico che oltre ad allentare la ruota del lavoro di ogni singolo agente, gli permetteva anche di tornare in libertà ma temeva piuttosto la possibilità che qualche nuovo arrivato potesse pensare ad un modo simile per risolvere futuri problemi d'indagine con un po' troppa frequenza. ― In più le stazioni di polizia circostanti all'appartamento in cui ora è collocata la vittima... ― Cominciò improvvisamente, per allontanare l'attenzione dei presenti dalla precedente affermazione, prima di rivolgersi verso Yoongi per lasciargli un'occhiata il cui significato, l'hacker non fu propriamente convinto di aver compreso ― Sono state allertate e pertanto sono pronte ad agire alla prima segnalazione messa in atto dal ragazzo e, allo stesso modo, accadrà quando farà ritorno nella sua villa, a quel punto sarà la polizia del distretto in cui risiede ad intervenire qualora chiamasse. ―

Ascoltato quel fiume di parole, prima che Yoongi aprisse bocca per chiedere chiaramente all'uomo cosa alludesse con quelle parole e cosa si celasse dietro quegli sguardi per metà incomprensibili e per il resto accusatori, fu interrotto dalla voce calma di Seokjin che, rimessosi a sedere, rispose: ― Davvero vi sono grato per il lavoro che state facendo per noi... ― E in quel caso, l'uomo non mentiva perché realmente si sentiva gonfio di riconoscenza, soprattutto verso il suo rispettato mentore, e assolutamente in colpa per il doppio gioco che alla fine stava arbitrando. ― Tuttavia, abbiamo dei sospetti ed assieme a loro, dei campioni. Li abbiamo mandati alla scientifica, speriamo, attraverso di loro, di trovare una corrispondenza con le impronte che abbiamo già rinvenuto all'interno della villa di Hoseok. ― A quella sentenza, l'uomo parve calmarsi vistosamente, almeno nei primi attimi.

― Da quanto tempo li hai? Perché apprendo una notizia meravigliosa come questa solo in questo momento? ― E Seokjin, non potendo giustificarsi in alcun modo plausibile per l'altro, semplicemente si sollevò dalla sedia prima di piegare il suo corpo affinché questo modellasse un inchino goffo e ricco di voglia d'impietosire al fine di farsi perdonare. ― Sono ancora distratto, così com'ero da più giovane. ― Si sollevò subito dopo, e dopo aver osservato negli occhi l'interlocutore, esibì un sorriso sghembo sul viso paffuto seppur largamente elegante. ― Era mia intenzione parlarvene prima ma a causa di alcune dimenticanze e di troppo lavoro accumulato, sono finito nell'irreversibile condizione di potervene parlare soltanto adesso, durante la riunione! Spero non sia un problema troppo grosso per voi. ― E Seokjin sapeva bene che quello fosse un problema, così come sapeva che un comportamento del genere, fosse incredibilmente poco professionale ma nonostante tutto quello, sperò che il secondo capo team prima di tutti, e gli altri a suo seguito, gli credessero. ― Per il momento non è successo nulla ma se salta fuori che uno dei campioni di cui disponi, e di cui non mi hai parlato, appartiene allo stalker, avremmo fatto molte ore di lavoro del tutto inutili ed inconcludenti. ― Concluse con un'alzata di spalle dopo aver ricevuto l'ennesimo inchino di scuse da parte di Seokjin che, a nome di tutto il suo team, aveva non solo mentito ma anche ingannato e occultato informazioni che sarebbero dovute essere condivisibili. ― C'è un'altra cosa che non capisco, tuttavia... ― Il viso dell'uomo divenne nuovamente serio ― Per quale motivo la vittima continua a restare nell'appartamento del tuo hacker? Dopotutto, la sua villa è libera già da un po' e da molti questa cosa è vista come largamente inopportuna... ― Avrebbe voluto continuare ma non poté farlo perché in quel momento lui e Seokjin non erano soli e per di più, Yoongi gli aveva dimostrato ampiamente, attraverso qualche occhiata, di non nutrire molta più stima in lui rispetto a quanta egli stesso ne sentisse per l'hacker che, per la seconda volta, prima di rispondere fu battuto sul tempo da Seokjin che sembrava invece intenzionato a farlo stare ancora in silenzio.

― Posso comprendere ciò che vuoi dire, so che per molti colleghi è strano ed insolito... ― Cercò di temporeggiare per qualche attimo, prima di riprendere con la prima spiegazione sovvenutagli ― Hoseok è ancora spaventato dall'idea di tornare a vivere da solo in una villa così grande. Non gode dell'appoggio dei suoi genitori come ben sapete e a quanto pare, non è intenzionato a chiedere ai suoi amici di passare le notti assieme a lui troppo spesso. Yoongi solo non ha avuto il coraggio di dirgli che sarebbe bene tornare a casa sua. ― Formulò Seokjin, sperando erroneamente che la conversazione in merito a quell'aspetto fosse finita a seguito di quella spiegazione.

― Posso capire questo ma la condizione resta comunque strana, qualcuno potrebbe pensare che il tuo hacker si stesse approfittando della momentanea fragilità psicologica della vittima e il cosa facciano soli a casa, potrebbe essere un campo minato sopra cui, spero, nessuno di noi ha intenzione di camminare dinnanzi agli affari interni. Ci farebbero carne da macello se una notizia del genere finisse nelle mani sbagliate, come possono essere quelle dei giornalisti per esempio. ― Non aveva intenzione di lanciare accuse vane e vuote, e in un certo qual modo, voleva anche credere nella benevolenza e soprattutto nella professionalità di un'hacker come Yoongi che tuttavia, sentitosi in colpa per la veridicità delle parole del secondo capo team, si morse le labbra qualche secondo prima di rispondere, finalmente, senza che Seokjin lo precedesse nuovamente. ― Capisco ciò che dice e sono consapevole dei rischi che sto correndo io stesso per primo, e ai quali sto esponendo anche i membri del mio stesso team ma nonostante questa consapevolezza, penso che almeno per il momento, casa mia sia per la vittima molto più sicura rispetto alla sua enorme villa presso la quale, comunque, lo sto accompagnando quando vuole in totale sicurezza. ― Lasciò cadere Yoongi, nonostante non sapesse bene come spiegare quella condizione all'uomo, senza fare parola in merito al fatto che stessero segretamente insieme. ― È proprio questo il punto, ragazzo. State troppo tempo insieme e qualcuno potrebbe vedervi, se qualcosa di simile dovesse accadere, sarà davvero complicato spiegare come una vittima di molestie e stalking si trovi sempre accompagnata da un'hacker che per di più, non è collocato neanche nelle squadre operative. Con quale titolo? Quale pericolo corre, attualmente la vittima, per poter godere ventiquattro ore su ventiquattro della disponibilità e della protezione di un membro del team che si occupa delle indagini al suo stesso caso? Non possiamo neanche rendere una vittima speciale rispetto che ad altre! ― E per quanto volesse ribattere ad ogni domanda, così come ad ogni sentenza sputata fuori dalle labbra sottili di quell'uomo, Yoongi allo stesso tempo, non poteva davvero nascondere quanto in realtà quest'ultimo si trovasse nella posizione di avere ragione, e lui in quella di avere torto; incredibilmente e sotto ogni ragionevole punto di vista.







A riunione conclusa, nella sala rimasero solo i membri appartenenti al team di Seokjin, quest'ultimo, seduto tre sedie più lontano rispetto agli altri, se ne stava con le spalle strette, le braccia incrociate, il collo infossato e la testa china verso la superficie del tavolo. L'unico sbuffo che arrivò ad infrangere il silenzio creatosi, angosciante, all'interno della sala, arrivò dalle labbra gonfie di Namjoon che dopo solo qualche altro istante, per la seconda volta, catturò l'attenzione dei presenti ― Sta andando tutto a rotoli cavolo, come facciamo ad evitare che scoprano di Yoongi e Hoseok? Se qualcosa di simile dovesse accadere saremmo spacciati e se a questo aggiungessimo anche la nostra di relazione... ― In realtà, fu chiaro a tutti prima di qualche secondo, ciò che Namjoon stava facendo era solo il punto della situazione, ma a voce alta perché alla fine, non stava condividendo nulla che i restanti tre non conoscessero già. ― Ho io la fetta più grande di colpa... ― Si intromise, Seokjin, rifiutandosi ancora di staccare lo sguardo dalla superficie di legno del tavolo. ― Non avrei mai dovuto coinvolgere quel team... Non avrei mai dovuto chiedere loro aiuto... Avremmo dovuto invece fare tutto da soli, senza coinvolgere un circo così ampio di persone. ― Che sarebbero potute essere inadeguate ad un simile ruolo, avrebbe voluto aggiungere a quella frase dopo aver pensato per un'istante a Taemin, quasi con lo scopo di renderla ancor più chiara. Ma la verità era che mai prima dell'arrivo dell'hacker, la lealtà di coloro che lavoravano, con mansioni spesso estremamente differenti, all'interno di quella struttura era stata compromessa o anche solo lontanamente messa in dubbio. Yoongi di equilibri aveva contribuito a romperne parecchi e lui in prima persona, aveva fatto gran parte del lavoro per rompere, forse in modo irreparabile, quello che per lungo tempo aveva costruito ― mettendo pazientemente un tassello dopo l'altro e nel corso di molti anni passati sul campo assieme o anche solo a salutarsi per i corridoio e ad incontrarsi quasi clandestinamente per richiedere sempre accetti, buoni consigli ― con quello che sempre avrebbe definito con affetto, mentore.

― Cosa significa la faccenda di Hoseok? ― Chiese Jungkook perché tra i presenti, era forse quello che aveva meno compreso quella parte affrontata dall'uomo poco tempo prima. ― È altamente sconveniente la loro vicinanza. Hoseok è considerato una vittima e pertanto, è inquadrato come una persona, in questo momento almeno, estremamente fragile, che ha bisogno di tutela e nient'altro. Se qualcuno ai piani alti dovesse scoprire della loro relazione, Yoongi verrebbe certamente accusato di averlo circuito, di aver approfittato della sua momentanea debolezza per ingannarlo, al fine di ottenere da lui scopi personali che non hanno nulla a che vedere con il suo caso. Diciamola in questi termini... Non è possibile per un qualsiasi agente avere una relazione affettiva, sentimentale o sessuale con la vittima di un caso su cui si sta occupando almeno nel tempo in cui quest'ultimo è in corso. Sarebbe stato possibile a caso chiuso e dopo un po' di mesi, almeno conosco molti agenti che hanno aggirato la regola in questo modo! ― Jungkook incassò la nozione riflettendo molto più seriamente su ciò che stava accadendo ma non poté fare a meno di considerarsi estremamente fortunato, rispetto a Yoongi, che invece era finito con l'innamorarsi della persona, e nel tempo, più dannosa per sé stesso e per il suo lavoro.

― Alla fine il tuo compare non ha detto cose sbagliate, quindi... Abbiamo tutti la nostra parte di colpa, me compreso... ― Aggiunse, sembrando incredibilmente abbattuto, l'hacker. Ora come ora, davvero si domandava come fosse stato possibile per una persona costantemente accorta e risoluta come lui, finire impantanato all'interno di una situazione complessa come quella: non aveva alcuna via di scampo, a dirla tutta, ed era ancora più insolito il fatto che avesse perseguito quelle azioni pur essendo sempre stato consapevole di tutti i rischi che potenzialmente stava correndo. Ci aveva pensato a lungo ma solo per i primi periodi perché poi, baciare Hoseok era diventato così abituale e parte integrante delle sue giornate, che aveva semplicemente smesso di focalizzare la sua attenzione su quella controindicazione per concentrarsi meglio invece, sul ragazzo e sulla protezione da riservare a quest'ultimo. ― Non sei stato l'unico ad aver commesso uno sbaglio che denota mancanza di professionalità... ― Riprese Seokjin, riferendosi non solo alla relazione cominciata, e ancora intrattenuta, col collega Namjoon, ma riprendendo anche alcune scelte infinitamente discutibili, fatte nel corso di soli pochi mesi ― Ma visto che siamo soli, con lo stato d'animo, spero, di parlare tra di noi e risolvere eventuali problemi prima che questi diventino ingestibili... Puoi dirmi che cos'è successo dopo la visita al gruppo di hackers con cui lavoravi prima? Namjoon mi ha detto che sei strano da quando sei uscito da lì... ― Subito dopo quelle parole, il viso di Namjoon, sentitosi preso in causa ingiustamente, si sollevò per osservare Seokjin con occhi sbarrati e un'aria tradita ― Che cosa ti hanno detto?! ― Domandò infine, deciso a risolvere quel problema quanto prima e, inspiegabilmente, Yoongi era del suo stesso avviso.

― Mi hanno detto che qualcuno era andato da loro per chiedere informazioni che sarebbero bastate a spedirmi in galera nel minor tempo possibile... Eri tu quella persona, giusto? ― E senza dilungarsi troppo nei pensieri che aveva formulato negli ultimi giorni, si limitò semplicemente ad esprimere quel concetto appreso direttamente dalle labbra di Yunho. ― Si, è vero, ero io. ― Rispose Seokjin imitando la semplicità e la schiettezza dell'altro perché ormai, era davvero certo che continuare a mentire all'hacker non avrebbe giovato a nessuno, nemmeno a lui stesso. ― Cercavo già da tempo hackers eccezionali da inserire all'interno del mio organico e ad un certo punto, mi sono imbattuto nel tuo nome grazie ad un documento, all'interno del quale erano inseriti i nickname dei migliori hackers registrati, datomi direttamente alla sede centrale. Per quanto sotto nome falso, avevi assieme ad altri attirato l'attenzione di molte persone influenti in Corea che attendevano solo il momento propizio per venire da te a farti una proposta e dal momento che la concorrenza, con il passare dei mesi si faceva sempre più alta e smisurata, ho deciso di prendere in considerazione una diversa strategia dal momento che non mi era possibile pagarti con lo stesso compenso che ti avrebbero offerto altri. ― Cercò di spiegare le sue ragioni, seppure a conoscenza del fatto che ciò che aveva fatto, era oltremodo ingiusto nei confronti dell'hacker.

― È interessante il fatto che ci percepiate tutti come dei mercenari ma nonostante questo, non potevi rinunciare semplicemente? Perché ingabbiarmi in vincolo che non mi lascia nessuna possibilità al di fuori di quella di lavorare per te fino a quando non ti sarai stancato?! ― Soddisfatto della lunga spiegazione fornitagli da Seokjin poco prima, pensò di poter andare oltre nella speranza che il suo capo continuasse ad essere obbiettivo e soprattutto, sincero. ― Vorrei quasi dirti che fosse solo la conseguenza di un capriccio, sarebbe più semplice e non dovrei ammettere, fino a mettere in luce, così tante falle nel nostro sistema. ― Cominciò, prima di sistemarsi sulla sedia affinché il suo corpo godesse di una posizione maggiormente confortevole ― Il problema principale deriva dal fatto che riusciamo a chiudere un numero mortificante di casi i cui reati sono avvenuti in rete, senza essere costretti ad archiviarli per mancanza di prove, soprattutto in questo distretto. La maggior parte delle stazioni, ormai, gode già da anni del lavoro di hackers come te e di numerosi altri tecnici informatici ugualmente competenti. Nonostante tu possa vedere immenso prestigio in questa struttura, non abbiamo soldi per convincere persone come te a lavorare per noi senza necessitare di un pretesto e i pregiudizi sulla tua figura professionale e sulla natura del tuo lavoro, all'interno del nostro ambito, sono ancora saldi e piuttosto duri da arginare. Probabilmente non mi crederai ma ti assicuro, che non sei l'unico hacker ad essersi trovato a lavorare dalla parte della giustizia perché minacciato dalla possibilità di finire in prigione, per quanto gretta, insulsa e primitiva, è una strategia messa in pratica con sempre maggiore frequenza in molte parti del mondo perché permette di raccogliere qualcosa di concreto con il minor dispendio di risorse. ― Terminò quel lungo monologo scoprendosi addosso gli occhi di tutti i presenti, fatta eccezione per Namjoon che talvolta li abbassava, quasi come se si sentisse colpevole per la situazione che si era venuta a creare. ― Mandarti in galera, prima di liberarti, mi serviva solo ad avere la moneta di scambio che mi serviva per avere la certezza di averti con me senza che terze parti interrompessero la nostra trattativa, offrendoti soldi che nessun fondo speciale, sarebbe bastato ad equiparare. ― Grosso modo, non aveva molto altro da dire al di fuori di quello e pertanto, nel tempo che seguì, se ne stette in silenzio attendendo la risposta dell'hacker che tuttavia, non tardò troppo prima d'arrivare.

― Dal tuo punto di vista, posso capire ciò che dici ma certamente so di non potermi aspettare la stessa comprensione da parte tua, nei miei confronti. La libertà di cui ho sempre goduto, prima di incontrarti, è sempre stata non solo la cosa più importante per me ma anche la cosa posta alla base di ciò che ho fatto e che mi ha permesso di ritrovarmi nella posizione in cui sono adesso. ― Preparò, cercando di non staccare mai lo sguardo da quello ugualmente atono del capo. ― Qualora volessi andarmene, potrei farlo? E qualora, come penso, la risposta dovesse essere negativa, dopo quanti anni potrò tornare a considerarmi libero di scegliere da me il lavoro da svolgere? Quanto tempo dovrà trascorrere prima che io possa considerare la mia pena scontata? ― Un leggero senso di rabbia miscelata a delusione, stava iniziando nuovamente a farsi sentire attraverso le sue membra e per evitare di scoppiare, decise di terminare per il momento le domande da porgere all'altro. ― Avevo idee molto più pacifiche a dire la verità. ― Sibilò quasi immediatamente, Seokjin. ― Ho davvero sperato che tu potessi stare con noi per tuo volere, più che per la stretta che ti tiene, ma se dovessi rispondere alla tua domanda... Almeno fino alla chiusura di tutti i casi che ti ho fornito il giorno in cui sei arrivato, quindi, ad occhio e croce, un paio di anni se tutto prosegue nel modo giusto e voglio chiarirtelo in anticipo affinché tu non fraintenda nulla in futuro, il fatto che tutto vada per il meglio è nel mio interesse prima ancora che nel tuo. ―

― Bene, fino a quando questi anni non saranno trascorsi, non si potrà parlare di alcuna libertà. Se un giorno vorrò davvero fare parte del tuo gruppo, sarà una decisione che potrò fare, e farò, solo quando non sarò più vincolato dall'accordo che ho fatto con te. Al momento, l'unica cosa che posso concederti è un armistizio. ― Socchiuse gli occhi teatralmente, prima di stiracchiarsi sulla sedia per sgranchirsi un po' le ossa assopite a causa del prolungato tempo passato in quella posizione. ― Accetto il momentaneo accordo di buon grado, nel frattempo, continuerò a sperare che le cose convergano nel modo migliore per tutti. ― Seokjin stavolta, sorrideva mentre pronunciava quelle parole e allo stesso modo, stava facendo Jungkook seppure stesse solo ed esclusivamente ascoltando, impaurito anche solo dall'idea di aprire bocca per dire qualcosa. Una volta conclusa anche la seconda riunione, non programmata mai da nessuno di loro, in verità, prima che Yoongi arrivasse al suo studio, seguito da Jungkook, entrambi s'imbatterono nella figura di Taemin, fermo e impalato dinnanzi alla tromba delle scale che conduceva presso la meta nel quale i due erano diretti. ― Vai per primo, Jungkook. ― Sbuffò leggermente l'hacker, una volta intuito il motivo per cui l'uomo fosse ancora lì ad aspettarlo, nonostante la riunione avuta con il secondo team fosse terminata già ore prima. Il minore eseguì il comando senza porre il minimo quesito e dopo aver scostato la snella figura di Taemin, sgambettò solo per le scale lasciando Yoongi libero di fronteggiare in solitudine l'uomo. ― Hai forse un'ossessione strana nei miei confronti?! ― Chiese l'hacker con sagacia, solo al fine di ridurre un minimo la tensione.

― No, niente di questo genere. Ho saputo che sei andato a trovare i tuoi vecchi compagni... Hai trovato qualcosa di interessante lì? ― Yoongi finse di non comprendere la ragione dietro la quale l'uomo avesse posto una simile domanda ma a seguito di qualche attimo, rispose vago. ― Ho trovato una persona molto interessante che a quanto pare, è anche legata, seppur sottilmente, alla vittima del caso su cui stiamo lavorando. ― Lo provocò, con l'intento di spingere finalmente Taemin con le spalle contro il muro, almeno figurativamente parlando e una volta beatosi dell'espressione rassegnata montata sul viso dell'altro, proseguì ― Cos'è quell'espressione, ti fa forse pena?! ― Chiese sottilmente e mortalmente retorico. Ormai i sospetti che nutriva verso Taemin non facevano altro che concretizzarsi sempre di più ogni volta che lo vedeva; l'unica cosa che ancora lo spaesava, in precedenza così come in quel momento, era il fatto che l'uomo, in effetti, non facesse nulla di eclatante per allontanare i sospetti infanganti da sé, quasi come se ormai, si fosse arreso all'idea di non poter tornare indietro e di non poter, in alcun modo, sovvertire l'ordine delle cose verso una direzione a lui più favorevole, seppure i suoi intenti, in un certo senso, continuavano a trovarsi nascosti in una zona d'ombra per Yoongi che ora, aveva l'impressione che l'altro si stesse quasi lasciando andare, trasportato passivamente dagli eventi, forse, fino al punto in cui sarebbe stato definitivamente scoperto e smascherato.

― Mi dispiace che stia andando a finire così... ― Rispose pensieroso, soprattutto approposito del fatto che mai, gli sarebbe capitato di avvicinarsi all'hacker nella modalità che avrebbe preferito. ― Proprio ora che siete così vicini... Il nostro capo non deve aver creduto troppo alle vostre parole, si è insospettito su di voi e nonostante si fidi di Seokjin, ha denunciato ai superiori la stravaganza di alcune fasi del caso. Tu, assieme a tutto il tuo team, sarete molto presto sotto indagine da parte degli interni e ovviamente, ti ho parlato di questo preventivamente, solo perché ti stimo come persona, a prescindere dalla rivalità che c'è tra di noi. ― E a seguito di un colpo amichevole dato sul braccio di Yoongi con l'ausilio delle nocche esposte da una morsa stretta a pugno, Taemin concluse: ― Penso ormai tu abbia capito cosa intendo e se vuoi una collaborazione o un aiuto, la mia offerta è ancora valida. ― E a seguito di quello, lasciando l'hacker spiazzato e in silenzio, si congedò.









N.D.A.: Hallooo ~

Capitolo un po' lunghetto ma a dirla tutta, non mi andava di dividerlo in due come ho fatto con i precedenti due o tre, ho notato che risultano più contorti ― anche a causa della distanza di una settimana l'uno dall'altro ― quando lo faccio quindi penso sia meglio così e in ogni caso, spero non sia un grosso problema per voi.

Mi dispiace anche per l'assenza di quest'ultimo periodo, a causa di un'operazione e la stesura di un'altra storia, molto del mio tempo libero sta andando a farsi benedire.

Per quanto riguarda il capitolo, per quanto la situazione stia diventando via via più stringente, spero che vi sia piaciuto. Come sempre, ringrazio profondamente i nobili di cuore e di nervi che sono arrivati fino a qui, e ancora di più, ringrazio chi sta sostenendo questa storia. Adoro voi e l'appoggio che mi date 💙

Per il resto, al prossimo aggiornamento~

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