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By BrokenThing3

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---ANTEPRIMA---
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--- CAPITOLO XXXIX ---
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--- CAPITOLO XLI ---
--- CAPITOLO XLII ---
--- CAPITOLO XLIII ---
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--- CAPITOLO XLVI ---
--- CAPITOLO XLVII ---
--- CAPITOLO XLVIII ---
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--- CAPITOLO LVIII ---

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D E E P W E B

C A P I T O L O L V I I I





Una volta giunti qualche passo al di fuori della porta, in prossimità del viottolo cementato che antecedeva il giardino, e a qualche passo dalla grossa vetrata davanti alla quale si era qualche minuto prima voltato Yoongi, il capo del team sbottò improvvisamente: ― Com'è possibile? Chi diavolo è? ― Tenette stretta l'imprecazione tra i denti, fomentato da una rabbia improvvisa. ― Ci sono uomini tutti intorno come diavolo ha fatto ad entrare e cosa centra un tuo vecchio amico con Hoseok? ― Se l'hacker riusciva a comprendere poco e niente in quel momento, se possibile, Seokjin sembrava riversare in una condizione addirittura peggiore.

― Non lo conosco, non c'era quando facevo parte del gruppo ma l'ho visto lì l'ultima volta che ci sono andato... Deve essere entrato da poco, al massimo un paio di mesi! ― Cominciò, cercando di tenere a freno i pensieri col fine di acquistare un briciolo di lucidità. ― Non voglio che Hoseok si spaventi e che capisca che potrebbe esserci qualcosa che non va, quindi per favore, facciamo le cose con ordine. ― E a seguito dell'occhiata complice da parte di Seokjin, visibilmente più rincuorato, tentò di concludere. ― È all'interno del gruppo in cui si trova Jungkook. ―

Una volta trovato il giovane hacker con lo sguardo, lasciò che quest'ultimo scivolasse prima su Jimin ed in seguito, sopra le due figure ridacchianti, in piedi davanti agli altri due. ― Quello giovane e carino oppure quello più alto e maturo? ― Chiese senza neanche riflettere troppo sul come avesse posto quel quesito, prima di strizzare gli occhi per riuscire a vedere meglio, mentre Yoongi, scoraggiato più dalla stranezza del capo che dalle parole in sé, dopo aver esulato uno sbuffo colmo di angoscia, bofonchiò a denti stretti ― Quello alto e maturo, signore. ― A dispetto di quanto supposto da Yoongi, Seokjin ignorò quell'ulteriore prevaricazione optando per un costante silenzio e un fiero sguardo. ― Con che tipo di ruolo si è presentato a questa festa? ―

― Ho chiesto ad Hoseok. Mi ha detto che è il fratello maggiore di Taehyung... ― Qualcosa gli morì nella gola quando con la mente ripercorse il messaggio inviatogli dal fidanzato e quasi provò pena per l'amico di quest'ultimo, quando lo ricordò perdersi in propositi e sguardi affettuosi nei confronti di un fratello che probabilmente, era tutt'altro rispetto a quanto era stato da lui idealizzato. Cercò di tornare al presente e quando scorse Seokjin, arricciare le sopracciglia e le labbra confuso in merito a chissà quale nozione, dopo aver ricordato l'ultima cosa detta con un sospiro, cercò di concludere. ― Taehyung è quello giovane e carino! ―

― Avevo intuito e al momento, nel gruppo, fortunatamente sono solo in quattro e tra questi, due li conosco bene. ― Cercò di smorzare la pesante aria che aveva iniziato filtrare tra di loro, dopo essere calata sulle loro spalle come una pesante coperta invernale. ― Questo, è ciò che faremo. ― Cominciò, portando su di esso la totale attenzione dell'hacker, senza però scostare lo sguardo divenuto spaventosamente austero, dalla figura che stava contemplando ― Non credo nelle coincidenze, la prima cosa che dobbiamo comprendere è per quale motivo quel ragazzo si trova qui e nel dettaglio, cos'ha da spartire con Hoseok. ― E a seguito di quelle prime indirette domande, Yoongi avrebbe prontamente voluto rispondere se solo il suo pensiero non fosse stato prontamente intercettato dal maggiore, che specificò velocemente. ― Ho capito che si tratta del fratello di uno degli amici più intimi del tuo ragazzo, ma pensi davvero sia così alta la percentuale di parenti, disposti a seguire i più piccoli ad una festa, tecnicamente controllata, e affollata solo da ragazzini? Per proteggere il minore da quale minaccia, esattamente?! ― Le sue sopracciglia contorte sembravano paralizzate e lo sguardo perso nel vuoto, faceva presagire a Yoongi che nella mente del capo ci fosse altro che non aveva però detto, per mancanza di parole utili a spiegarlo o perché non si sentiva ancora sicuro per poterle pronunciare con sfrontatezza e a gran voce in un momento del genere. L'hacker preferì rifletterci sopra in modo autonomo, e quando il ricordo di Taehyung, intento a parlargli dei modi in cui avrebbe voluto attirare l'attenzione del fratello che adorava ma che, pareva, per nulla in grado di eguagliarlo in merito ad affetto, e dello sguardo sconsolato che il minore aveva quando gli era capitato di parlare a Yoongi dell'altro, gli affiorò improvvisamente nella testa, sollevò lo sguardo per scrutare i due con la stessa attenzione con cui lo stava facendo il suo capo. ― Per quel poco che ne sapevo io, non erano così vicini come sembrano esserlo adesso... ―

― Dirò a Jungkook di prendere il bicchiere dal quale ha bevuto una volta che si sarà allontanato, per campionarlo e per sottoporlo a degli esami. Tu nel frattempo cerca di capire, anche attraverso Hoseok, cos'ha a che vedere quel tipo con il tuo vecchio gruppo di amici. ― Vociferò con tono pacato. ― Se usassimo solo i tuoi strumenti, come i localizzatori alla quale sei così tanto affezionato, bruceremo ogni possibilità di arrestarlo, eventualmente, solo a causa dell'errore stupido di aver raccolto delle prove in modo improprio e che pertanto, non importa a quale natura appartengano, perderanno la loro valenza soprattutto in tribunale. ― Staccò lo sguardo dai ragazzi all'interno del salone, questa volta, per puntarlo serioso direttamente sull'hacker. ― Puoi utilizzarlo, se vuoi, ma sappi che qualsiasi cosa troverai grazie al suo aiuto sarà utile a confermare a noi soltanto la sua colpevolezza ma non certo per arrestarlo. Violeresti anche la sua privacy dal momento che non avrai il suo consenso, ma suppongo, allo stesso tempo, che neanche una possibile sanzione sarebbe in grado di farti retrocedere di un passo. ―

― Ho il permesso di usarlo, è tutto quello che mi serve sapere al momento. ― Terminò quella frase in tempo, appena prima che la sua attenzione venisse richiamata da Hoseok, che senza farsi notare dai due uomini, fece capolino fuori la porta senza valicarla però totalmente. ― Scusate il disturbo. ― Cominciò mormorando timidamente, quasi come se temesse di aver appena commesso chissà quale peccato ― Volevo solo avvisarti che per qualche minuto sarò in camera, ho un leggero mal di testa e vorrei prendere qualcosa per attenuarlo prima che peggiori. Ti spiacerebbe... ― Lanciò un'occhiata veloce alla stanza piena di persone, prima di scagliare nuovamente gli occhi grandi e marroni, dritti in quelli vistosamente più scuri dell'hacker. ― Non dico intrattenerli ma almeno fornirgli qualcosa se ne hanno bisogno o anche solo indicargli il bagno, qualora qualcuno dovesse chiedere. Potrebbe essere interpretata male la mia mancanza, anche se è solo per un po'. ― Ciò che Hoseok gli stava chiedendo era di sostituirsi a lui per poco cercando, se possibile, di essere gioviale con gli ospiti così come avrebbe fatto un ottimo padrone di casa e, ne era sostanzialmente certo, il giovane ragazzo gli sarebbe stato ancora più grato, se avesse cercato di coprire a mancanza del festeggiato con una piccola scusa liquidata in mezzo ad un sornione sorriso. Seokjin esulò leggermente prima di poggiare una mano sopra la spalla di Yoongi per incitare quest'ultimo a fare così come Hoseok gli aveva chiesto. ― Starò con te, ti aiuterò! ― Pronunciò, catturando per un secondo l'attenzione di Yoongi, ora diretta esclusivamente verso ciò che avrebbe dovuto fare, e quella di Hoseok che grato, gli sorrise di rimando calorosamente prima di sgambettare verso la camera presso cui dormiva quando ancora risiedeva in quella lussuosa abitazione.







Erano passati poco più di dieci minuti dalla momentanea ripartita di Hoseok e fortunatamente, erano state poche le persone che, dopo essersi staccate dal gruppo con cui avevano passato il tempo fino a quel momento, si erano fatte avanti verso Yoongi per chiedergli qualcosa a cui in verità, tuttavia, aveva risposto Seokjin per lui. L'hacker si sarebbe sforzato ― probabilmente, prima di quanto appreso in merito al proprio capo ― di formulare un qualche ringraziamento che tuttavia non pronunciò, preferendo fingersi impegnato solo ed esclusivamente ad osservare il ragazzo che assieme a Taehyung si era presentato alla festa. Forse il suo intuito lo stava portando ad esagerare fino al punto da rimanere ossessionato da quel ragazzo: lo aveva scrutato ― badando bene a non farsi da questo cogliere in flagrante ― riponendo in quel gesto la massima dedizione e parsimonia mentre cercava ancora di ricordare tutte le parole che tempo addietro, Taehyung gli aveva confessato in merito a suo fratello quando era seduto, assieme ad Hoseok e a Jimin, nella camera da letto del suo appartamento. Taehyung aveva fissato per tutto il tempo la sua attrezzatura riservata all'hacking chiarendo al maggiore il desiderio che aveva di regalarne di uguali al fratello per avere da lui qualche attenzione in più, questa almeno era stata l'impressione che Yoongi rimembrava di aver avuto e mai come in quel momento, si trovò a pentirsi amaramente di essersi fatto bastare quelle scarne informazioni biascicate sovrappensiero, anziché approfittare di quella debolezza per fare ulteriori domande. Se le avesse fatte, almeno quel giorno, avrebbe avuto qualcuno di concreto sul quale direzionare i suoi sospetti, iniziando anche a paragonare le cose che quell'uomo avrebbe potuto avere in comune con il profilo che loro stessi avevano disegnato per lo stalker.

Yoongi continuò ad osservare l'uomo fino a quando questo, dopo essersi allontanato dal fratello, Jimin e il suo collega Jungkook, visibilmente ansioso, non si avvicinò al tavolo sul quale erano riposte le bevande per riempirsi un secondo bicchiere dal quale poi fece un lungo, e aveva tutta l'aria di essere anche ristoratore, sorso poi, a seguito di quel gesto, abbandonò svogliatamente il bicchiere sopra il tavolo per fare dietrofront al centro della stanza e alla fine, contrariamente alle supposizioni di Yoongi, anziché unirsi al gruppo con cui aveva passato gran parte della serata, si addentrò in corridoio verso la stanza di Hoseok. L'hacker lo osservò esterrefatto mentre incurante bussava alla porta e, dopo probabilmente aver ottenuto il permesso del ragazzo ad entrare, senza remora alcuna oltrepassò la soglia chiudendosi la porta alle spalle. Yoongi da quel gesto rimase profondamente dubbioso ma prima di fare qualcosa di concreto e improvviso, decise di riflettere qualche momento sulla possibilità che i due potessero essere davvero amici e che pertanto, in conseguenza a quel fattore, la sua entrata in quella camera non aveva un significato troppo diverso rispetto a Jimin che compiva la stessa e medesima azione. Da prima insospettito dall'immobilità di Yoongi, Seokjin impensierito come il primo seppur per fini differenti, si avvicinò al tavolo delle bibite per prendere il bicchiere al posto dell'hacker e quando tornò al proprio posto, con voce lievemente stralunata domandò ― Ho preso io il bicchiere, si può sapere a cosa stai pensando? ―

Era odioso quando lo faceva, Seokjin lo sapeva bene, ma non si era ancora rassegnato davanti all'abitudine che l'hacker aveva di andare via improvvisamente senza rispondere alle domande che gli venivano fatte o ancora, interrompendo direttamente e in modo brusco le conversazioni intrattenute con altri, solo perché in quel momento, nella mente, riteneva che il pensiero appena sovvenutogli fosse più importante rispetto a ciò che con altri stava facendo. Seokjin stesso, lo osservò dirigersi in corridoio fino a quando la figura di Yoongi non sparì totalmente ai suoi occhi e con un sospiro a metà tra l'infastidito e per il resto sconsolato, si dileguò in silenzio verso la cucina per riporre il bicchiere all'interno di una busta che non avrebbe danneggiato troppo né le impronte lasciate intorno al bicchiere, né il DNA intorno al bordo di esso. ― Cosa fai? ― Gli brontolò contro una voce che tuttavia, per quanto familiare fosse, non bastò a permettere ai battiti di Seokjin di riprendere un ritmo normale nel breve periodo. Il capo sollevò lo sguardo verso Namjoon mentre teneva le sopracciglia corrugate e le labbra strette al fine si soffocare tra le labbra piene le imprecazioni che avrebbe voluto scagliare contro l'uomo. ― L'ennesimo test del DNA che dovremmo portare in laboratorio, nulla di che! ― Mormorò indispettito, prima di scostare la figura più alta di svariati centimetri con l'ausilio di una spalla per farsi strada, mentre allo stesso tempo cercava con lo sguardo lo zaino che Jungkook si era portato dietro.

Una volta giunto all'interno della camera, ciò che Yoongi si trovò davanti fu il fratello di Taehyung, fermo in piedi davanti al letto sopra il quale invece, sedeva Hoseok con un aria stanca affissa direttamente sul volto mentre con una mano, si massaggiava il retro del collo. L'hacker sentì perfettamente gli occhi dell'uomo su di sé ma incurante e allo stesso tempo disprezzante verso quelle attenzioni, si avvicinò al fidanzato e con aria amorevole, poggiò delicatamente una mano sopra la sua testa per massaggiarne dolcemente alcune ciocche colorate. ― Come ti senti? ― Chiese con voce vellutata, preoccupato dall'aspetto del ragazzo ma bramoso anche di notare le conseguenze che quelle parole infliggevano all'uomo rimasto in silenzio davanti a lui. ― Mi sta passando, Dohyung è venuto a tenermi un po' di compagnia. ― Mormorò Hoseok con un mezzo sorriso, prima di allungare istintivamente entrambe le braccia contro la vita di Yoongi con lo scopo di cingergliela per tenerlo vicino abbastanza da poter appoggiare una guancia contro il suo stomaco piuttosto comodamente. L'hacker fu incredibilmente felice e rincuorato da quel gesto che Hoseok, quasi certamente, aveva messo a punto senza riflettere troppo su di esso; in modo del tutto spontaneo, com'era solito fare nel pieno delle sue attitudini, e soprattutto, incurante di aver placato l'improvviso fastidio che in Yoongi si era generato, seppure quest'ultimo, non fosse totalmente convinto del fatto che potesse trattarsi di vera e propria ingiustificata gelosia.

― Ti ringrazio molto per essere stato con lui mentre io non c'ero. ― Pronunciò con aria cortese nonostante non pensasse realmente nulla di quanto detto. ― Ora puoi lasciarci da soli per favore? Vorrei assicurarmi che stia bene! ― E a dispetto della prima affermazione, l'ultima era stata pronunciata con un tono nettamente più forte e deciso con lo scopo di lasciar comprendere all'altro il fatto che non desiderasse alcuna replica; contraddizione che comunque, da parte di Dohyung, non fu pronunciata perché quest'ultimo, dopo una breve alzata di spalle e un semi inchino, con un'espressione indecifrabile ma vistosamente seriosa lasciò semplicemente la camera senza neanche mormorare un veloce saluto verso Hoseok. ― Perché lo hai trattato in quel modo? ― Chiese il minore dei due, in un primo momento confuso dalla reazione dell'altro. ― È perché non lo conosci?! ― Avanzò ancora, ricordando vagamente i momenti in cui l'hacker si comportava allo stesso modo con lui e per quell'esatto motivo, almeno a detta dell'hacker.

― Hoseok, quel Dohyung... ― Mormorò distratto dall'irritabilità che si era accorto, il solo pronunciare quel nome, gli arrecava e in contemporanea si sistemò davanti al fidanzato ancora seduto sul letto per poterlo osservare meglio mentre gli teneva le guance strette tra le mani mollemente socchiuse. ― È mai stato in camera tua, prima? ― Chiese con voce delicata e dolce in ogni sfumatura. Hoseok di rimando sembrò riflettere per qualche istante a proposito di quella domanda e quando la risposta arrivò chiara nella sua testa, rispose con voce calma: ― No, mai. Non siamo così vicini. ― In seguito, il minore poggiò le mani snelle sopra quelle più spesse e lunghe di Yoongi ― Non è mai stato prima neanche in casa mia, figuriamoci nella camera in cui dormo. ― Sollevò le sopracciglia, soffiando quell'ultima constatazione quasi come se stesse raccontando l'ovvio.

― E allora come faceva a sapere dove si trovava la tua camera? ― Bisbigliò l'hacker, avvicinando notevolmente il viso a quello di Hoseok che, a seguito di qualche momento passato solo nella più buia confusione, strabuzzò lo sguardo turbato. Impossibilitato a muovere le labbra per dare voce ad un pensiero sensato, attese semplicemente che Yoongi gli fornisse ulteriori spiegazioni ma quando notò che questo non sarebbe avvenuto, ripercorse con grande attenzione e autonomamente quelle parole con lo scopo di confermare, anche solo all'interno della sua testa, i timori che probabilmente avevano iniziato ad offuscare quella di Yoongi. ― Non può essere stato lui ad aggredirmi in casa mia, quella sera... ― Trovò il coraggio di mormorare alla fine, con le labbra tremolanti e le pupille lucide.

Yoongi azzerò quel poco di distanza che li separava per stampare sopra quelle labbra un bacio che aveva l'unico fine di tranquillizzare il ragazzo e di allontanarlo, anche solo per un'istante che sarebbe stato già abbastanza, da tutto ciò che gli stava accadendo ― Se è lui, questa volta lo sapremo davvero molto presto. ― E dopo essersi separato dalle labbra di Hoseok per pronunciare quelle rassicuranti parole, ad esse s'avvicinò una seconda, ed anche una terza volta.









N.D.A.: Halooo ~
Come state?

Finalmente è arrivata la giusta novità all'interno di questa storia, davvero non vedevo l'ora di scrivere questa parte.
Come avrete capito suppongo, la cinta si sta stringendo sempre di più e ormai manca davvero molto poco, prima che tutto venga definitivamente chiarito.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, come sempre vi ringrazio dal profondo del cocoro per essere sempre qui a leggere e a sostenere questa storia. Vi ringrazio davvero tanto!💙💙

Per il resto, al prossimo aggiornamento 💙

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