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By BrokenThing3

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---ANTEPRIMA---
--- CAPITOLO I ---
--- CAPITOLO II ---
--- CAPITOLO III ---
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--- CAPITOLO V ---
--- CAPITOLO VI ---
--- CAPITOLO VII ---
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--- CAPITOLO XXXVIII ---
--- CAPITOLO XXXIX ---
--- CAPITOLO XL ---
--- CAPITOLO XLI ---
--- CAPITOLO XLII ---
--- CAPITOLO XLIII ---
--- CAPITOLO XLIV ---
--- CAPITOLO XLV ---
--- CAPITOLO XLVI ---
--- CAPITOLO XLVII ---
--- CAPITOLO XLVIII ---
--- CAPITOLO XLIX ---
--- CAPITOLO L ---
--- CAPITOLO LI ---
--- CAPITOLO LII ---
--- CAPITOLO LIII ---
--- CAPITOLO LIV ---
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--- CAPITOLO LX ---
--- CAPITOLO LXI ---
--- CAPITOLO LXII ---
--- CAPITOLO LXIII ---
--- CAPITOLO LXIV ---
--- CAPITOLO LXV ---
--- CAPITOLO LXVI ---
--- CAPITOLO LXVII ---
--- CAPITOLO LXVIII ---
--- CAPITOLO LXIX ---
--- CAPITOLO LXX ---

--- CAPITOLO LVI ---

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D E E P W E B

C A P I T O L O L V I





Yoongi fu il primo a scendere dalla vettura, seguito a ruota da Namjoon e dal resto della sua squadra che si sistemò prontamente piazzandosi davanti alla sola via d'uscita che quell'angolo offriva. Namjoon invece, seguì per qualche passo l'hacker fermandosi alla fine, davanti ai primi gradini che antecedevano la porta d'entrata. Yoongi, con un cenno della testa, gli intimò di restare lì fino a quando non sarebbe uscito, o ancora, quando la situazione, sfuggita dalle sue mani, avrebbe richiesto un'ulteriore aiuto, com'era stato da lui stesso ipotizzato all'inizio, prima che il capo squadra coinvolgesse altri uomini per eccesso di sicurezza. Bussò alla porta con colpi secchi e decisi, intervallati da qualche momento di attesa tra una serie e l'altra, fino a quando i passi di uno di loro, non furono facilmente udibili da Yoongi, dall'altra parte della porta. Quando la figura davanti ai suoi occhi si rivelò, l'hacker non lo riconobbe, così come non riconobbe neppure quello che precedeva il primo di qualche passo. Non disse nulla fondamentalmente perché non avrebbe saputo neppure in che modo presentarsi, ma con un'invidiabile calma, assortita da uno sguardo atono, semplicemente scostò la figura sconosciuta per entrare e al momento stesso, lasciare che lo sguardo ripercorresse ogni viso all'interno di quella stanza. Quando gli capitò di incrociare lo sguardo con quello di Mark, che a dispetto di ogni ragionevole logica si sarebbe dovuto trovare in prigione e non in quel covo ricco di sporcizia accumulata in qualche punto di troppo del pavimento, si soffermò su di lui per qualche attimo in più. Ma prima ancora che potesse avere modo di parlare, Mark, quasi come se avesse compreso la natura che si celava dietro all'ulteriore attenzione dimostratagli, rispetto agli altri, da Yoongi, lo precedette sul tempo. ― Non pensavamo saresti tornato davvero. Hai impiegato tanto tempo prima di farti vedere di nuovo. ― Si alzò dal comodo giaciglio su cui era seduto, per avvicinare una sedia a Yoongi, probabilmente con lo scopo di vederlo finalmente seduto e non in piedi, contribuendo quindi, ad alleggerire l'aria pesante che aveva iniziato a tirare all'interno di quell'ambiente da quando l'ultimo arrivato aveva varcato la soglia d'entrata.

Tuttavia, nonostante quel gesto ragguardevole nei suoi confronti, Yoongi aveva ben notato il tono nervoso col quale il ragazzo aveva parlato e approfittandosi di quella simile debolezza, rispose ― Non sono qui per chiarire qualcosa che non può ugualmente essere spiegato in modo convincente ma solo perché sono giunte a me delle notizie, in merito a voi e al vostro lavoro, che meritano di essere approfondite al fine di ottenere una smentita o una conferma. Per quanto riguarda la mia presenza qui, invece, è avvenuta solo in virtù della nostra precedente conoscenza, una sorta di gentilezza concessavi prima che a farvi delle domande, sia qualcun altro. ― Rincarò molto la dose, sia nel tono inutilmente austero che nelle velate minacce, alludendo a uno scenario su cui certamente non c'erano ancora i presupposti necessari al fine di poterlo mettere a punto con lo stesso utilizzo della severità e della fermezza che aveva suggerito. Ma nonostante la fallacia di quelle parole, Mark prima di tutto, sembrò credere ad ogni sua parola. ― Cosa ti è stato detto? ― Chiese prontamente, guadagnandosi attraverso quella domanda un'occhiata stranita da parte di un altro, in passato, grade amico di Yoongi. ― Non crederai davvero che io ti dica tutto per lasciare a te la possibilità di decidere quanto dire e quanto no, vero? Conosco questo genere di dinamiche, le uniche cose che voglio sapere riguardano, nel dettaglio, tutte le operazioni che conducete qui, quali sono i mezzi di cui vi servite per arrivarci, e a quanto ammonta, più o meno, il guadagno economico che siete riusciti a mettere insieme al momento. ― Sentì, al termine di quelle parole, numerosi sbuffi sollevarsi nell'aria e qualche indispettito insulto, vociferato dalle labbra di qualcuno, direttamente nelle orecchie di qualcun altro.

― Chi ti credi di essere per chiedere cose di questo tipo?! Credi davvero che qualcuno di noi ti spiattellerebbe addirittura i nostri guadagni? Per giunta, per quanto ne sappiamo, potresti essere un nostro concorrente dal momento che ti occupi pressoché delle stesse cose. ― Mentre quelle vuote domande gli arrivavano da qualcuno, che non conosceva, seduto con le spalle contro una parete situata alla sua destra, da un altro angolo stavolta indistinto della stanza, qualcun altro gli diede dell'arrogante mentre Yunho, da sempre ridicolmente indicato col nomignolo di Red Fox, lo osservava con aria pensierosa seppur indiscutibilmente rattristata. ― Pensate di godere di un anonimato che certamente non avete nella realtà. I nomi di ognuno di voi sono noti a me e il resto, sono semplici da trovare grazie al collegamento che voi stessi avete delineato con questo luogo e coi veterani di questo gruppo. Se non volete fornire informazioni di questo tipo sulla base della vostra volontà, allora queste verranno reperite da terze parti e analizzate in ogni più piccolo dettaglio. Non sono qui per chiedervi un favore ma solo per mettervi al corrente di qualcosa che accadrà a prescindere dal vostro parere o accordo. ― Rispose freddo, seppur visibilmente ancora tranquillo. Yunho fu il primo ad alzarsi, guadagnandosi sguardi accigliati da parte di ogni uomo presente, per dirigersi verso un armadietto di legno colmo di ogni possibile scartoffia. Avanzò con una mano tra la numerosa confusione fino a quando non fu in grado di trovare ciò che stava cercando e con sul viso, più o meno, la stessa espressione posseduta da Yoongi, si avvicinò a quest'ultimo per depositare nelle sue mani pallide ciò che aveva richiesto. Nessuno osò contrariarlo o mettere in discussione la sua scelta, non solo perché era tra i notoriamente più eccelsi del gruppo in materia di hacking, ma anche perché era il più vecchio e ancor di più rispetto che ad altri, uno dei più naturalmente propensi al comando fin dagli albori.

― Nessuno qui dovrebbe metterti i bastoni tra le ruote, qui non c'è nulla di compromettente quindi non ho alcuna ragione per rifiutarmi di collaborare con te. Cerca bene, voglio che tu sia sicuro dell'esito che otterrai da questa visita, per quanto io stesso sappia che lì dentro non troverai nulla di ciò che con tutta probabilità, un po' ti aspetti di trovare. ― Espresse con voce calma ma per quanto bene Yoongi lo conosceva, era in grado di cogliere attraverso di essa venature d'amarezza dovute forse al fatto d'essere stato ferito. Non rispose a quell'affermazione, semplicemente si limitò ad ascoltarlo mentre questo cercava di rispondere alle domande postegli da Yoongi in precedenza stando, come suggerito da quest'ultimo agli antipodi, attento a chiarire ogni più piccolo dettaglio con minuziosità e volontà di essere preciso allo scopo di allontanare dall'hacker, ogni malevolo sospetto verso di lui. Per quanto convinto appariva, Yoongi per un attimo suppose addirittura che fosse egli stesso vittima di quel groviglio di bugie e inganni, e che non fosse a conoscenza di ciò che, stando alle parole dell'unico di loro che erano riusciti a catturare al momento, accadeva lì dentro. ― Molto preciso, davvero, in ogni dettaglio ma visibilmente non è completo o meglio, potrebbero esserlo i dati che riguardano te ma in merito agli altri... ― Sollevò per un secondo lo sguardo dai fogli rilegati l'uno all'altro con l'ausilio di alcune graffette, per fare una panoramica sul resto dei presenti e per conteggiarli velocemente. ― Su di loro c'è davvero molto poco e questo fattore potrebbe essere spiegato in soli due modi: o non sono neanche lontanamente produttivi come te e pochi altri, oppure tengono riservato per loro stessi ciò che qui non appuntano. Qual è tra le due la verità? Nascondono qualcosa oppure non fanno semplicemente nulla? ― Avanzò provocatorio ma quando a dispetto dello scorrere del tempo non ottenne alcuna risposta da parte dei diretti interessati, sarcasticamente aggiunse: ― In tal caso, mi piace pensare che lo squilibrio più che evidente nella registrazione dei dati sia solo una conseguenza diretta allo squilibrio nelle capacità possedute. ― Rinvigorito, non avrebbe neanche saputo dire per quale ragione, rinnovò la forza di spirito in sé stesso, mettendosi meglio seduto sulla sedia gentilmente offertagli da Mark che, incredibilmente, aveva appuntato sopra quel registro molte più informazioni rispetto a quanto aveva immaginato. Si sarebbe dovuto ricredere in merito a lui perché se prima quel ragazzo gli appariva come timido e impacciato nelle proprie movenze, adesso lo vedeva più come un serpente che lunga la sapeva su come circuire le persone, anche se queste passavano con lui buona parte del tempo che componeva la loro giornata.







Yoongi pose un quantitativo di domande non indifferente durante il tempo che aveva a disposizione ma poco prima che ponesse le ultime domande, futili se paragonate a quelle sopra cui aveva fatto in modo di avere subito una risposta, fu interrotto da una voce che suonava incredibilmente consapevole. ― È palpabile la tua rabbia nei nostri confronti, la giustifico davvero ma non hai trovato ciò che cercavi. ― Pronunciò, convinto di aver sottolineato un fatto inequivocabile alla quale tuttavia, Yoongi prontamente diede una risposta. ― Non l'ho trovata qui. ― Sollevò la pila di fogli che aveva in mano, prima di passarla nuovamente a Yunho. ― Ma il non averla trovata qui non esclude il fatto che io non possa trovarla altrove. A quanto pare, l'affermazione confessatami in merito al fatto che una piccola parte di voi non sia a conoscenza di ciò che realmente fanno gli altri di nascosto e in questo luogo, si fa sempre più concretizzabile. ― Una volta assunto ciò che aveva sperato di ottenere, lasciò cadere quella confessione solo per prendersi il gusto di piantare il seme del dubbio in loro, al punto da rendere terribilmente facile ― a causa dell'elevatissima posta in gioco in merito a credibilità ma anche libertà ― l'attecchimento del sospetto rivolto dall'uno contro l'altro e se ciò che aveva pianificato avrebbe raggiunto il suo culmine, le carte si sarebbero scoperte da sole senza nemmeno il bisogno di impegnarsi a fare realmente qualcosa. Che potesse esserci qualcuno all'interno del gruppo che non sapesse, era cosa molto probabile, ma che era anche in grado di spiegare il messaggio d'avvertimento che aveva ricevuto poco prima di essere arrestato: in realtà mi dispiace ma davvero non posso perdere, lo ricordava ancora e lo avrebbe fatto per ancora altro tempo. Si era tormentato con quel messaggio per un periodo disgraziatamente molto più lungo del dovuto; si era interrogato a riguardo del tenore che avrebbe potuto avere, del tono e perfino sul se il mittente fosse impensierito, o addirittura pentito, di ciò che aveva fatto ma a giudicare dalle espressioni che ora erano affisse suoi volti degli uomini che assieme a lui occupavano quel posto, con orgoglio poté comprendere di essere riuscito a perseguire il suo scopo ottenendo un risultato ancora più ottimale di quello sperato.

Quando l'affermazione di Yunho fu dall'hacker messa in dubbio, quest'ultimo con un sospiro rassegnato diede modo a ciò che stava pensando, di venire fuori ormai, senza più alcun vincolo di sorta. ― Come stavo dicendo, comprendo la tua rabbia ma dal momento che sei qui, voglio approfittare di questa visita non attesa per spiegarti alcune cose che non ci è stato possibile dirti prima. ― Avrebbe voluto continuare specificando anche che non era stato possibile comunicarglielo prima, proprio a causa della ferrea troncatura nei loro rapporti, messa in atto dall'hacker stesso ma per timore che quest'aggiunta potesse costargli un'altra intromissione, preferì tenerla riservata. ― Tutto quello che è successo, almeno da parte mia, non è derivato da un odio nei tuoi confronti. Sei stato tu la vittima perché è di te che hanno chiesto, e se pensi che per qualcun altro sarebbe potuta andare diversamente, ti sbagli di grosso! ― Quando fu certo di avere ormai la totale attenzione di Yoongi, che insospettito dal discorso portato in atto arricciò le sopracciglia incuriosito ma anche visibilmente confuso, tentò di essere istintivamente ancora più chiaro. ― Sono venuti degli uomini qui e ci hanno chiesto di te proprio nel momento in cui il nostro progetto stava iniziando a raggiungere risultati importanti. Ci hanno minacciato di smantellare tutto se non avessimo fornito loro le informazioni che cercavano su di te. Se fossi pieno della tua stessa voglia di puntare costantemente il dito contro qualcuno, ti chiederei cos'hai fatto per guadagnarti l'attenzione di quelle persone e quale errore hai commesso per lasciargli comprendere dove ti trovavi tu, e di conseguenza anche noi. ― E a seguito di quelle parole fu Yunho, dopo aver osservato l'espressione smarrita di Yoongi, a trovare il coraggio per rincarare ancora la dose. ― Al posto tuo ci sarebbe potuto essere chiunque altro, non avrebbe fatto comunque alcuna differenza; ci sarei potuto essere anche io, il risultato non sarebbe cambiato! Gli abbiamo dato quello che cercavano sperando che attraverso il sacrificio di uno, se ne sarebbero salvati molti altri e assieme a loro il nostro progetto, che ero convinto fosse importante per te, tanto quanto lo era per noi. Che potesse succedere una cosa simile, era una possibilità di cui tutti noi eravamo a conoscenza. ―

Yoongi ascoltò quelle parole visibilmente esterrefatto e a causa del lieve tremolio delle labbra, gli fu impossibile ribattere a quelle confessioni prima di qualche minuto passato nell'esitazione. ― Chi erano e cosa vi hanno chiesto? ― Domandò a propria volta, trepidante di ricevere una risposta quanto prima. ― Suppongo fossero della polizia. Volevano il tuo nome e il tuo indirizzo ma erano particolarmente interessati alle tue attività e a ciò che eri in grado di fare. Gli abbiamo detto di cosa ti occupavi e poco dopo abbiamo appreso la notizia del tuo arresto. ― Si portò le braccia strette al petto, Yunho, prima di deviare lo sguardo per poi puntarlo, nuovamente, verso il suo interlocutore che rifletté per qualche istante, prima di dare voce ad un pensiero che aveva iniziato a ronzargli fastidiosamente nella testa. ― Hai per caso avuto l'impressione che il loro interesse nei miei riguardi fosse alimentato da qualche altro desiderio, all'infuori del semplice senso di riguardo verso la giustizia che mi avrebbe voluto in manette? ― Pose quell'ennesima domanda in maniera quasi meccanica mentre con uno sguardo sconfitto chiaramente distinguibile attraverso ogni suo lineamento, osservava un punto a caso del pavimento. ― A dire la verità mi ha sorpreso il fatto che tu sia stato arrestato, sembrava più che volessero ingaggiarti per qualche lavoro. La loro premura nel porre un certo tipo di domande, mi aveva dato da pensare in questo modo e per quanto mi aspettassi che l'eventualità di un possibile arresto fosse alta in virtù della fallacia tipica del nostro lavoro e del ruolo stesso che, suppongo, quegli uomini ricoprissero, il sentore che non volessero realmente arrestarti ma solo consultarti o qualcosa di simile era presente e chiaro; se ho detto qualcosa di troppo, credo sia stato conseguenza anche della mia distorsione in merito ai loro intenti. ―

Yoongi, dopo aver ascoltato tutto ciò che l'altro aveva da dirgli, si sollevò lentamente dalla sedia prima di esulare un: ― Tutto ciò che c'è stato tra me e questa organizzazione fa parte del passato e per l'appunto, nel passato resterà. Ma voi meditate bene su ciò che vi ho detto, quella che vi è stata concessa oggi non è altro al di fuori di una gentilezza che non vi verrà offerta una seconda volta. ― Si guardò un po' intorno con aria severa prima di concludere quel discorso composto d'avvertimenti ma anche da bugie ― Se c'è qualcosa di non confermato correttamente o addirittura occultato tra di voi, vi consiglio di accertarvene perché qualora venisse fuori durante le indagini, sarà difficile dimostrare la vostra innocenza e buonafede. ―

― E chissà se questa volta sacrificarne uno per salvarne molti farà ancora parte del vostro modo di comportarvi. ― Abbandonò quel tugurio con quell'unica provocazione, puramente rivolta a Yunho anche nello sguardo sottile, prima di fare dietrofront chiudendosi la porta alle spalle. I brusii non era intenzionato a sentirli, l'unica cosa che fece, senza neanche rifletterci troppo su, fu osservare Namjoon che ansioso lo guardava da un angolo oltre i pochi gradini che antecedevano il pianerottolo sopra cui stava poggiando i piedi. Avrebbe voluto trovare conferma delle parole di Yunho chiedendo direttamente a lui, più intimo collega di Seokjin, ma se erano arrivati ad ingannarlo in quel modo pur di averlo dalla loro parte, certo sarebbe stato stupido da parte sua assicurare troppo sulla base di quell'unica risposta. Osservò ancora il ragazzo più alto, che ora appariva confuso dall'ostentato silenzio dell'hacker, non riuscendo a nascondere nei suoi occhi il pizzico di rancore e delusione che verso di lui provava e non riuscendo a nascondere a sé stesso invece, il motivo per cui ancora una volta si sentiva ferito.









N.D.A.: Haloooo ~

Ed ecco che si risolve un punto importante della storia: finalmente Yoongi scopre che dietro il suo arresto c'è Seokjin, porello! Ma per quanto insensate vi possano sembrare le azioni che ha fatto Jin, c'è una ragione per cui si è comportato in questo modo e no, non è solo per avere una presa di posizione su Yoongi per il fatto che lo ha fatto uscire di prigione. Ha più che altro a che fare con una scelta che ha fatto e un obbiettivo che lui stesso vuole perseguire.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ringrazio come sempre tutte le persone che stanno leggendo questa storia silenziosamente e quelle che la sostengono puntualmente con voti e commenti. VI ringrazio tanto ~ 💙💙

Al prossimo aggiornamento✨

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