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By BrokenThing3

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---ANTEPRIMA---
--- CAPITOLO I ---
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--- CAPITOLO LXVIII ---
--- CAPITOLO LXIX ---
--- CAPITOLO LXX ---

--- CAPITOLO XXXVII ---

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D E E P W E B

C A P I T O L O X X X V I I





Yoongi aveva osservato Hoseok avvicinarsi al tavolo dietro cui era seduto con indosso un'aria che gli parve indecifrabile: pareva sorpreso e scosso, felice e intimidito allo stesso tempo, e il tutto era racchiuso da un visibile desiderio di mostrarsi coraggioso. L'hacker lo trovò forte seppur accerchiato da incertezze, oltre che dalla paura di subire le conseguenze di ciò che aveva fatto. O forse ancor di più, ciò che Yoongi stesso avrebbe potuto pensare di lui. Quando il più giovane arrivò davanti a loro, si sforzò di mostrare un sorriso allegro nonostante ogni cosa nel suo stomaco, si stesse agitando compulsivamente. Non si voltò in direzione di Yoongi per osservarlo, piuttosto concesse prima un cenno al migliore amico, poi un cordiale e affettuoso saluto a Jungkook, e soltanto alla fine, con le gote lievemente imporporate e il capo chino, bisbigliò un saluto al soggetto del suo disagio. ― Perché non beviamo qualcosa?! ― Propose l'unica persona vicina al tavolo, consapevole di ciò che stava determinando quel tipo di clima.

― Jiminie, abbiamo già bevuto tanto. ― Gli rispose Hoseok, non perché realmente non fosse intenzionato a consumare altro, ma solo per paura che l'amico potesse utilizzare quel pretesto come scusa per lasciarlo lì, da solo. Ma scannerizzando quello stesso pensiero, pochi attimi dopo, il giovane si rese conto di aver perso il coraggio col quale a fatica, credeva di essersi munito. ― La notte è ancora giovane, Hobi. E poi sarebbe strano non farlo proprio ora che abbiamo anche compagnia, non trovi? ― La conversazione cadde lì e Jimin, esattamente come l'amico aveva ipotizzato, a seguito di quelle parole si apprestò ad allontanarsi dal tavolo per prendere altre due bibite dopo aver rivolto un'occhiata complice a Jungkook che ad essa, non poté far altro che mostrare confusione.

Il più piccolo del gruppo di fatto, appariva in quel momento agli occhi di tutti come il vero e proprio ritratto dell'incoscienza. Al contrario di Hoseok infatti, Yoongi non aveva mai rivelato a nessuno ciò che era successo, o nel suo caso e per meglio dire, ciò che il minore aveva voluto fargli vedere. Ma propenso a scavalcare ogni possibile dubbio, Jungkook decise di non soffermarsi troppo sulle stranezze dei due ragazzi, preferendo invece dimostrarsi cordiale con l'ultimo arrivato. ― Hoseok-hyung, non stare li. ― Marcò con un sorriso gentile prima di protendersi verso la sedia posta tra lui e Yoongi per farla più indietro ― Siediti pure. ―

Hoseok rivolse al ragazzo un cenno di gratitudine e sollevato dall'attenzione ricevuta, poggiò la mano sullo schienale della sedia per raddrizzarla e poi per sedersi. Passarono i primi attimi in silenzio mentre Yoongi cercava di alienarsi dal contesto lasciando girovagare ancora lo sguardo lungo le pareti del locale o sulle persone da esse accerchiato, o talvolta, sul bicchiere colmo di alcol davanti a lui. Ne assunse un lungo sorso quando Jungkook, probabilmente tediato dall'attesa, si rivolse ad Hoseok per scambiare una conversazione volta ad intrattenerlo. ― Venite spesso qui? ―

Hoseok d'altro canto, rispose a quella domanda prima con un cenno d'assenso e poi, portandosi una mano sotto al mento con lo scopo di sorreggersi, aggiunse: ― Non troppo spesso ma comunque, se ci capita di voler bere qualcosa, è questo il locale che tendiamo a scegliere per farlo. ― Disse, sperando di aver risposto alla domanda del minore in modo abbastanza esauriente, e dall'espressione che l'altro aveva messo su, fu possibile per Hoseok comprendere che lo aveva fatto. Passarono diversi minuti a balzare da un argomento all'altro, il maggiore aveva chiesto notifiche sul loro lavoro e come fosse andata in linea generale la loro giornata; Jungkook aveva risposto al quesito con animato desiderio di dialogo, Yoongi invece, ancora dedito all'operazione di fingersi disinteressato, si era crogiolato nella percezione del gusto amarognolo della sua bibita preferendo quindi il silenzio. Nell'ulteriore tempo che li separava dalla venuta di Jimin, in seguito ad una domanda venuta ancora una volta dal più piccolo del gruppo, Hoseok iniziò a raccontare all'altro il modo in cui lui, aveva passato il pomeriggio, soffermandosi con maggiore attenzione, nel racconto dell'ultima lezione di danza che aveva frequentato. Al giovane, Jungkook era parso subito piuttosto interessato all'argomento, e dopo essersene rallegrato e sorpreso al tempo stesso, proseguì aggiungendo sempre più dettagli. Il tempo trascorse in fretta e Jimin fu presto visibile con ben due bicchieri in mano, intento a sorridere mentre percorreva la distanza che lo separava dal tavolo presso cui era seduto l'amico, oltre che il ragazzo che aveva conquistato la sua attenzione.

A Jimin il giovane hacker piaceva. Come Yoongi, sembrava rivestito sempre e soltanto dal nero ma a dispetto del primo, appariva molto più mansueto e soprattutto dolce. Lo erano i suoi modi e ancor di più lo era il suo sguardo, visibilmente curioso per la maggior parte del tempo, ugualmente spoglio da qualsiasi istinto volto al giudizio delle persone che lo circondavano. Appariva sereno e giovanile attraverso i sorrisi che rivolgeva e timido e forse insicuro nelle interazioni con gli altri. A jimin, Jungkook iniziava a piacere davvero tanto. E ciò non era dovuto al fatto che il ragazzo fosse palesemente bello in viso, oltre che nel corpo, ma soprattutto a causa di ciò che sentiva nascere dentro di sé, quando i suoi occhi scivolavano sulla sua figura per diretta volontà o per caso. ― Ecco... ― Sussurrò Jimin una volta dopo essere giunto alla meta, per poi sporgersi di poco sul tavolo per passare all'amico il bicchiere, e una volta sistemato anche il suo, con una breve occhiata a Yoongi, si sedette.

Il clima grazie a Jimin sembrò alleggerirsi vistosamente: parole spiritose e risate di diverse intensità, si sollevarono presto su di loro donando a tutti ristoro oltre che gratitudine, mossa soprattutto dalla consapevolezza di star passando un momento che avrebbero ricordato per tanto tempo. L'unico anello debole della situazione, era Yoongi, che ancora intento a riflettere e a ordinare i pensieri che vorticosi gli giungevano alla mente, riusciva a regalare ai ragazzi solo un quantitativo misero della sua attenzione.







L'hacker dopo un paio di ore passate ad ascoltare il suono delle voci che, incessantemente si erano seguite l'una all'altra per raccontare aneddoti, speranze e persino progetti futuri, si era sollevato dalla sedia in silenzio bisognoso di liberarsi da quel frastuono e per prendere un po' d'aria. Una volta fuori dal locale, si era seduto all'estremità del gradino più basso ― il primo dei tre che anticipavano l'ingresso ― per poi esulare un sospiro di sollievo. In quel momento più che in altri, non desiderava altro al di fuori del silenzio, conscio che questo fosse l'unico strumento attraverso il quale si sarebbe potuto ricongiungere a sé stesso, per dare un senso a ciò che stava succedendo, e per comprendere quello che sentiva in relazione alla costatazione del precedente. Sollevò la testa verso l'alto e dal modo in si era oscurato il cielo, mettendo in evidenza la contrapposta lucentezza della mezza luna e delle poche stelle che c'erano, dedusse che fosse ormai ora tarda. Ma nonostante quel fattore, pronto a suggerirgli che fosse ormai ora di tornare a casa, l'hacker decise di bearsi prima del venticello che quella stagione favoriva, pensando solo dopo a ciò che sarebbe stato meglio fare. Infondo l'idea di rimanere ancora lì fuori, seduto e da solo, non gli dispiaceva al punto da fargli desiderare una svelta dipartita. ― Sei qui fuori da un po'. ― Yoongi sentì una voce familiare provenire dal retro delle spalle ― Ti disturbo? ― E l'hacker avrebbe voluto dire di si nonostante sapesse quanto scortese fosse una simile risposta. Si limitò ad emettere un altro sospiro, prima di voltarsi verso l'ormai nota figura snella di Hoseok che, senza neanche attendere una risposta, si sedette accanto a lui. ― C'era troppa confusione dentro. ― Specificò Yoongi con tono secco. Se non poteva allontanare il ragazzo senza ferirlo, tanto valeva fargli capire quanto poco fosse disposto a conversare, servendosi di un segnale che tuttavia il più piccolo non fu in grado di cogliere.

― Non ti piace essere in compagnia delle persone? ― Attraverso quella domanda, Hoseok non era minimamente intenzionato a sottoporre ad un giudizio le mancate abilità di socializzare di Yoongi, come invece percepì erroneamente quest'ultimo, piuttosto mirava a comprendere il tipo di situazioni trovate scomode dall'uomo, col fine di porvi rimedio o evitare, qualora la prima opzione non fosse risultata valida. Hoseok cercava di studiare Yoongi non solo perché lo trovava atipico ― seppur in modo meraviglioso ― rispetto al resto delle sue conoscenze, ma anche perché desiderava trovare dei punti d'incontro di cui si sarebbe potuto servire per avvicinarsi maggiormente a lui. Ma Yoongi bloccò per l'ennesima volta quel tentativo, frapponendo tra lui e il ragazzo sedutogli accanto un muro pressoché insormontabile.

― Non a tutti piace stare al centro dell'attenzione. ― Rispose, lasciando per qualche secondo presupporre che non avrebbe detto altro al di fuori di quello. ― E non tutti sono disposti a fare qualsiasi cosa pur di essere, al centro dell'attenzione. ― Specificò tuttavia dopo poco, rendendo palese non solo il fastidio che quella domanda gli aveva procurato ma anche la sua intenzione di spostare la conversazione verso altri lidi; il tutto, con un tono inquietantemente freddo ma calmo.

Hoseok il colpo lo incassò, nonostante gli fosse stato crudelmente inferto all'improvviso, e a suo parere, senza aver fatto nulla per esserselo meritato. Schiuse la bocca per dire qualcosa ma fu frenato dal dolore derivò dalle parole di Yoongi. Boccheggiò a vuoto per un po' prima di fare un sorriso incredulo, volto più a mascherare e a nascondere il fatto di essere rimasto ferito, piuttosto che l'evidenza di essere stato dall'hacker frainteso. ― Non intendevo dire quello. Era una domanda semplice e che non aveva secondi fini... ― In verità dei secondi fini li aveva, ma in alcun modo erano pregiudizievoli come quelli ipotizzati da Yoongi. ― Mi sorprende un po' che tu abbia interpretato tutto sotto una luce così negativa. ― E questa volta Hoseok era totalmente sincero.

― Come avrei dovuto interpretarlo allora?! ― L'hacker voleva arrivare al punto. Sciogliere finalmente quel groviglio creato da azioni e attenzioni per lui prive di ogni plausibile logica, per comprendere e finalmente rispondere con cognizione di causa.

― Per quale altro motivo secondo te? ― Chiese Hoseok raggirando di fatto la domanda, non riuscendo realmente a capire come fosse possibile per l'hacker non giungere alla risposta da sé; che preferisse chiedergli indirettamente d'immergersi nella vergogna fino alla punta dei capelli per esporre con parole impossibili da fraintendere, qualcosa che sarebbe stato chiaro a chiunque.

― Ti ho già detto cosa penso e tu mi hai risposto dicendomi che ho capito male. ― Apparve esasperato, Yoongi, mentre pronunciava quelle parole sforzandosi di restare calmo ― Per questo ti ho chiesto d'illuminarmi. Di spiegarmi perché ti comporti in questo modo con me e soprattutto cosa cerchi di ottenere. ― Voleva fargli capire che fosse il nesso, il punto al quale da solo proprio non riusciva ad arrivare, nonostante ci avesse pensato a lungo e intensamente, cercando di considerare ogni realistica variabile. E ancor di più in quel momento, Yoongi rimase nella convinzione che i loro dialoghi difettassero proprio nell'altrui comprensione.

Dopo quello, l'espressione di Hoseok divenne seria come risultava essere solo poche, pochissime volte. Il suo sguardo s'indurì visibilmente, sconcertato dal fatto che la conversazione si fosse evoluta in quel modo ma anche perché stanco e ferito dall'inconsapevolezza mostrata da Yoongi. Se solo l'hacker non gli fosse piaciuto così tanto, avrebbe risposto con sprezzo, rimarcandogli anche quanto fosse stupido e acerbo dal punto di vista sentimentale. ― Perché mi piaci, Yoongi. ― Se si fosse trovato a pronunciare quelle parole a qualcun altro, non avrebbe mai temuto di poter essere frainteso, il pensiero stesso, non lo avrebbe mai sfiorato ma con l'hacker, sapeva sarebbe potuto essere diverso. Quella preoccupazione, lo spinse addirittura ad eclissare l'imbarazzo che a seguito di quelle parole sarebbe dovuto insorgere in lui, spingendolo di fatto a soffermarsi su di esso solo dopo.

Yoongi lo aveva osservato per tutto il tempo, optando per fissare la strada solo dopo poco tempo, forse per rielaborare ciò che aveva sentito, pensò Hoseok tuttavia ignaro di ciò che realmente si muovesse all'interno della testa del maggiore. In alcun modo preparato a ciò che gli sarebbe arrivato, ascoltò in silenzio così com'era stato fatto precedentemente da Yoongi, che si inumidì le labbra prima di riprendere parola. ― Bene... Non so perché sia finita in questo modo ma voglio che tu capisca cosa ne penso. ― Cominciò, ma le prime parole, scivolarono via dalle sue labbra incerte e tremolanti, per la prima volta debole dinnanzi agli occhi del minore. ― Non so cosa ti sei messo in testa, ma per me sei la vittima di un caso di cui mi devo occupare. Nulla di più, nulla di meno. ― Yoongi si era sforzato di apparire ferreo e irremovibile ma il fatto che non vi fosse riuscito, apparve concreto e tangibile persino a lui. Hoseok d'altro canto, aveva avuto modo di notare quanto talvolta l'hacker fosse rude nel modo d'esprimersi, ma che potesse essere addirittura spietato nel tracciare confini inviolabili, lo comprese solo in quel momento.









N.D.A.: Buonsalve ~

Prima dei ringraziamenti, ho un paio di cose inerenti al capitolo da spiegare, prima fra tutte: nonostante in questo capitolo possa un po' sembrarlo, il personaggio di Yoongi non è uno stronzo, lo dico a scanso di equivoci hahaha

In questo capitolo vengono fuori ulteriori elementi sulle caratteristiche dei due personaggi, Yoongi è quello che non ama gli imprevisti, che deve comprendere ogni cosa prima di fare qualcosa di concreto, ed è piuttosto inflessibile ai cambiamenti non manovrati da lui, o per cui lui non ha già precedentemente disposto un piano alternativo. A qualcuno potrà sembrare piuttosto chiuso, ad altri invece semplicemente un tipo diffidente nei confronti delle intenzioni degli altri (e ha qualche motivo per esserlo in effetti). La sua sensibilità non è spiccata come lo è invece il suo pragmatismo.

Hoseok invece è tutto il contrario. Lui è più spensierato e soprattutto prende la vita così come gli viene. Non è superficiale, fa solo piani sul momento e non disinibisce nulla di sè. È aperto ai suoi desideri e ha l'ambizione di ottenerli mettendosi direttamente in prima linea. Conosce bene sè stesso così come i suoi sentimenti ma è anche sensibile al giudizio degli altri.

Sono due personaggi molto forti che per formare una coppia che abbia senso devono trovare il loro punto d'incontro e lo faranno nei prossimi capitoli.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, per me è stata dura scriverlo perché reduce dalla live in cui Hoseok fa braccialetti carini con le perline ai membri. Ringrazio tutti coloro che stanno seguendo questa storia, votandola e commentandola. Anche se probabilmente volete uccidermi, sappiate che vi adoro davvero ~

Al prossimo aggiornamento 💙

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