๐™ณ๐™ด๐™ด๐™ฟ ๐š†๐™ด๐™ฑ โ”‚ ๐š‚๐™พ๐™ฟ๐™ด

By BrokenThing3

63.3K 3.4K 3.5K

| ๐‚๐Ž๐Œ๐๐‹๐„๐“๐€ - ๐š†๐š˜๐š›๐š๐šœ: ๐Ÿท๐Ÿผ๐Ÿพ๐š–๐š’๐š•๐šŠ | Un livello di conoscenze ridotto in merito a ciรฒ che inter... More

---ANTEPRIMA---
--- CAPITOLO I ---
--- CAPITOLO II ---
--- CAPITOLO III ---
--- CAPITOLO IV ---
--- CAPITOLO V ---
--- CAPITOLO VI ---
--- CAPITOLO VII ---
--- CAPITOLO VIII ---
--- CAPITOLO IX ---
--- CAPITOLO X ---
--- CAPITOLO XI ---
--- CAPITOLO XII ---
--- CAPITOLO XIII ---
--- CAPITOLO XIV ---
--- CAPITOLO XV ---
--- CAPITOLO XVI ---
--- CAPITOLO XVII ---
--- CAPITOLO XVIII ---
--- CAPITOLO XIX ---
--- CAPITOLO XX ---
--- CAPITOLO XXII ---
--- CAPITOLO XXIII ---
--- CAPITOLO XXIV ---
--- CAPITOLO XXV ---
--- CAPITOLO XXVI ---
--- CAPITOLO XXVII ---
--- CAPITOLO XXVIII ---
--- CAPITOLO XXIX ---
--- CAPITOLO XXX ---
--- CAPITOLO XXXI ---
--- CAPITOLO XXXII ---
--- CAPITOLO XXXIII ---
--- CAPITOLO XXXIV ---
--- CAPITOLO XXXV ---
--- CAPITOLO XXXVI ---
--- CAPITOLO XXXVII ---
--- CAPITOLO XXXVIII ---
--- CAPITOLO XXXIX ---
--- CAPITOLO XL ---
--- CAPITOLO XLI ---
--- CAPITOLO XLII ---
--- CAPITOLO XLIII ---
--- CAPITOLO XLIV ---
--- CAPITOLO XLV ---
--- CAPITOLO XLVI ---
--- CAPITOLO XLVII ---
--- CAPITOLO XLVIII ---
--- CAPITOLO XLIX ---
--- CAPITOLO L ---
--- CAPITOLO LI ---
--- CAPITOLO LII ---
--- CAPITOLO LIII ---
--- CAPITOLO LIV ---
--- CAPITOLO LV ---
--- CAPITOLO LVI ---
--- CAPITOLO LVII ---
--- CAPITOLO LVIII ---
--- CAPITOLO LIX ---
--- CAPITOLO LX ---
--- CAPITOLO LXI ---
--- CAPITOLO LXII ---
--- CAPITOLO LXIII ---
--- CAPITOLO LXIV ---
--- CAPITOLO LXV ---
--- CAPITOLO LXVI ---
--- CAPITOLO LXVII ---
--- CAPITOLO LXVIII ---
--- CAPITOLO LXIX ---
--- CAPITOLO LXX ---

--- CAPITOLO XXI ---

1K 53 24
By BrokenThing3





D E E P  W E B

C A P I T O L O  X X I





Dopo aver attraversato alcune delle strade principali della città, Yoongi si trovò ad imboccarne una secondaria alla sua estrema destra prima di raggiungere, dopo svariate centinaia di metri, un semaforo in cui la segnaletica era in quel momento ferma al rosso. Accodò la vettura a quelle già ferme davanti a lui e in attesa, direzionò i suoi occhi verso ciò che lo circondava per avere un'idea più precisa sul dove si trovasse ed approssimativamente, quanto mancasse prima di giungere a destinazione. Le volte in cui era stato in quella zona della città, potevano essere contate sulle dita di una sola mano ma allo stesso tempo, era sicuro di potersi destreggiare piuttosto bene lungo quelle strade grazie alla sua memoria. Quando Namjoon gli aveva confessato – mentre erano entrambi diretti nell'ufficio di Seokjin – l'indirizzo esatto in cui risiedeva il ragazzo che aveva incontrato quello stesso giorno per la prima volta e da lì a qualche minuto per la seconda volta, il suo cervello aveva fatto un tuffo nel passato ricordando in particolar modo la graziosa caffetteria in cui aveva chiesto al rosa di recarsi per l'incontro. In passato, aveva avuto la possibilità di fermarsi in quel piccolo ma accogliente locale soltanto due o forse tre volte ma nonostante quel dato insignificante, il caffè con doppio strato di panna all'essenza di vaniglia gli era rimasto impresso per diverso tempo e se non altro, sapeva preventivamente cos'avrebbe certamente ordinato anche quella volta. L'insegna di un grosso supermarket dalle pareti di mattoni e vetri alternati l'uno dopo l'altro, capeggiava alla sua sinistra e Yoongi si perse per qualche altro minuto ad osservare le persone che entravano e uscivano dall'ingresso principale. Una bambina in particolare, per diverso tempo catturò l'attenzione del moro. Pareva avere sette o forse otto anni, saltellava allegra mentre i ricci biondo grano volteggiavano nell'aria assieme alla gonna rosa del vestitino che indossava e di tanto in tanto si voltava verso la madre rimasta alle sue spalle per sorriderle. Gli strinse il cuore in una morsa a causa della dolcezza intravista durante il corso di quella scena e dopo aver lasciato che un sorriso si ravvivasse sul viso quasi sempre stoico, partì non appena sentì il suono di un clacson alle sue spalle intento a segnalargli lo scatto del verde avvenuto già da qualche secondo, probabilmente. Pensieroso oltrepassò a velocità moderata il resto della strada che lo separava dalla caffetteria in cui si stava recando e quando finalmente riuscì a scorgere a qualche metro di distanza il suddetto luogo, con lo sguardo cercò lungo i bordi della strada un posto libero in cui lasciare la macchina. Non dovette allontanarsi troppo dalle porte principali della caffetteria, esattamente poco prima dell'angolo che – se imboccato, l'avrebbe condotto a casa del giovane dai capelli rosati – trovò un posto abbastanza spazioso tra due macchine, ad occhio e croce perfettamente in grado di riuscire comodamente a contenere la vettura presa in prestito da Seokjin, senza rischiare che qualcuno nel tentativo di fare manovra finisse con il lesionarla anche di un minimo. Se qualcosa di simile fosse realmente accaduto, effettivamente, era potenzialmente convinto di non potersi difendere dalla giustificata collera del suo capo.

Dopo aver parcheggiato e spento il motore, uscì dalla macchina e mentre si assicurava di chiudere bene la vettura, nuova e lustrata, distrattamente lanciava sguardi oltre le piccole finestre alla ricerca di Hoseok, una ricerca che però, forse a causa degli spiccioli secondi investiti, non portò alcun tipo di beneficio. Provò a forzare un'apertura della portiera della macchina solo per assicurarsi che questa fosse effettivamente chiusa e dopo aver ottenuto la conferma che attendeva e desiderava, velocemente si lasciò il veicolo alle spalle prima di avvicinarsi al marciapiede sul quale affacciava direttamente l'ingresso del confidenziale negozio. Quando entrò al suo interno, l'aria calda di quell'ambiente si scontrò contro la sua pelle donandole un'improvvisa tanto quanto inattesa sensazione di tranquillità, ogni suo muscolo istantaneamente si rilassò mentre lo sguardo, ora divenuto più attento e preciso, schizzava prima lungo le pareti vagamente familiari, poi lungo i visi delle persone sedute intorno ai piccoli tavoli al centro del negozio. Intravide Hoseok dopo poco, quest'ultimo se ne stava seduto su una delle due sedie poste davanti ad un tavolo la cui superficie era ancora vuota mentre era intento a fissare ciò che prendeva vita fuori dalla finestra, sulla strada, con un'espressione lontana e in mezzo a tante altre sfumature, addirittura malinconica. Il mento del giovane era poggiato leggero sul dorso della mano stranamente troppo sottile e all'apparenza delicata per appartenere ad un uomo ma nonostante fosse ben consapevole della malsana stranezza e inutilità di quel pensiero, non riuscì a spostare il suo sguardo da quella parte del corpo di Hoseok, neanche quando i passi che stava compiendo lo stavano portando incredibilmente vicino a lui. Scostò la sedia più indietro per allontanarla dal tavolo e per guadagnare lo spazio che gli era necessario per sedersi mentre il rosa, disturbato dall'improvviso rumore giunto alle sue orecchie quando era intento a meditare su chissà cosa, si limitava a fissare il tutto attraverso gli occhi grandi adornati e allo stesso tempo contornati, da lunghe ciglia scure. Il più giovane aveva avuto solo un'occasione per osservare meglio il ragazzo che ora sedeva tranquillo, con un'aria imperturbabile e un espressione incredibilmente difficile da leggere, dritto davanti a lui. Aprì leggermente la bocca speranzoso di poter dire qualcosa di intelligente ma finì con il bisogno di ingoiare a forza qualsiasi parola non appena gli occhi severi dell'altro si inchiodarono direttamente nei suoi. Hoseok era stato più volte fortemente incuriosito dalla figura dell'hacker, Seokjin gliene aveva parlato fino al punto da renderlo addirittura impaziente – che già di per sé, non costituiva un risultato complesso da ottenere – ma allo stesso tempo era anche consapevole del fatto che ciò che realmente lo aveva spinto all'inizio verso quella persona, era fondato sull'erronea consapevolezza di essere stato visto da lui in un momento che ogni giorno bramava di rimuovere dalla sua mente. Il disagio, misto alla vergogna falsamente mascherata con l'impertinenza, tuttavia, non erano riuscite a spingerlo a non focalizzare la sua attenzione sul come il suddetto hacker, gli era apparso la prima volta che lo aveva visto. Così come aveva fatto quel giorno, anche in quel momento non riusciva a sorvolare sul fatto che il moro apparisse incredibilmente troppo diverso rispetto a come se lo era immaginato all'inizio di tutto. Più volte dopo quel giorno, aveva riflettuto superficialmente e spontaneamente su quanto il concetto che le persone avessero disegnato nella mente su quel tipo di figura professionale, fosse altamente distorto, stereotipato e lontano dalla realtà; con certezza almeno, lo era nel suo caso. Yoongi d'altra parte aveva passato quei secondi in procinto di osservare e analizzare l'altro come se fosse un nodo da dover districare mentre quest'ultimo, intimidito solo fino ad un certo punto dallo sguardo austero dell'hacker, perpetuo e insolitamente ostinato, aveva continuato a focalizzarsi prima sul viso dall'espressione insondabile e impossibile da decomporre, poi negli occhi del moro, profondi al punto da sembrare volenterosi di scavare dentro di lui per lasciarlo, solo dopo averlo interamente svuotato.







Il moro aveva ordinato, dopo qualche minuto speso ad intrattenere una goffa conversazione col minore, il caffè con doppio strato di panna aromatizzata alla vaniglia che desiderava mentre Hoseok, pensieroso come ormai l'hacker pensava fosse spesso, optò per una semplice tazza di cioccolata calda. – Ti sarai chiesto perché ti ho fatto venire qui all'improvviso. – Iniziò tagliando corto il maggiore mentre distrattamente osservava il ragazzo dall'altra parte del tavolo cercando allo stesso tempo di ordinare i pensieri secondo un filo chiaro per meglio esprimere cosa volesse ottenere dopo quell'incontro. – Ho un paio di domande da farti e ovviamente sono tutte inerenti al tuo caso. – Hoseok, dopo aver lasciato che il sorso di quella calda bevanda scendesse liscia lungo la sua gola, si limitò soltanto ad annuire all'altro in dimostrazione del fatto di essere pronto a collaborare e in cuor suo sperava di riuscirci anche nel migliore dei modi. – Da parte di quella persona... Hai mai ricevuto messaggi che ti hanno fatto sospettare che tenesse il tuo telefono sotto controllo? – Yoongi voleva tagliare corto perché non era un tipo che adorava i numerosi fronzoli nelle conversazioni ma allo stesso tempo si rendeva conto che quella probabilmente era una situazione ancora difficile da accettare e vivere per una persona che al contrario suo, aveva visto quel genere di avvenimenti forse solo all'interno di qualche impreciso e a tratti fantascientifico film. Ma nonostante la sua stessa imprecisione nell'utilizzo delle parole, il moro sapeva che l'altro avrebbe compreso a chi si stesse riferendo.

– Non saprei, ma molto spesso mi ha dato l'impressione di sapere dove mi trovo e con chi sono. – Chiarì corrucciando le sopracciglia e avvolgendo entrambe le mani intorno alla tazza quasi come se volesse incorniciarla al fine di donare loro un po' del calore emanato dalla bevanda attraverso la porcellana bianca. – Non so se può esserti d'aiuto, ma tu sei l'unico estraneo a cui ho lasciato il cellulare, prima di quel momento, non l'ho mai lasciato a nessuno che non fosse un mio amico e soltanto per pochissimo tempo. – Yoongi aveva annuito sovrappensiero a mano a mano che le parole di Hoseok giungevano sottili alle sue orecchie non potendo fare a meno di pensare che fino ad un certo punto, anche quel tipo di informazione poteva tornargli utile. Era certo che il ragazzo, ora che il suo cellulare era tenuto sotto controllo da lui stesso, avesse problemi con la batteria di un dispositivo che si scaricava fin troppo spesso a causa del continuo invio di informazioni e allo stesso modo, era certo che avesse anche problemi con un credito che in un certo periodo, scalava continuamente di qualche soldo. Tutte quelle tracce servivano ad arrivare a comprendere la presenza di un'applicazione spia che in background, inviava le informazioni richieste da un telefono ad un altro ma dal momento che lui stesso aveva adottato quella tecnica, gli sarebbe stato difficile distinguere sé stesso da una seconda fonte. Decise a quel punto di adottare una terza modalità, una strada che era quasi certo l'avrebbe portato a raggiungere una conclusione.

– Lasciami per qualche secondo il cellulare, voglio assicurarmi di essere l'unico ad avere il libero accesso. – Disse, con un tono che alle orecchie del rosato parve arrivare fin troppo spoglio da emozioni, sondando con lo sguardo ogni minimo aspetto del viso di Hoseok e ciò che probabilmente traspariva dai movimenti che col corpo effettuava. Il minore non disse nulla, soltanto con un breve cenno d'assenso, si affrettò a tirare fuori dalla tasca dei suoi pantaloni il dispositivo con non poca fatica, Yoongi dedusse fosse a causa dei jeans incredibilmente stretti che il ragazzo pareva indossare frequentemente. Quando l'apparecchio si trovò tra le mani del suo possessore, quest'ultimo lo poggiò sulla superficie al centro del tavolo per dare la possibilità all'hacker di poter allungare comodamente la mano curandosi di scansare soltanto la tazzina vuota del caffè che aveva ordinato. Dopo aver toccato lo schermo del telefono con due ticchettii, questo s'illuminò mostrando la griglia numerica attraverso la quale, Hoseok digitò la password necessaria all'avvio sfiorando più volte nel processo un dito contro il palmo aperto del moro che dal canto suo, neanche aveva pensato di spostare la mano per rendere all'altro più semplice quell'operazione. Per qualche strano motivo quel breve contatto gli era piaciuto e il suo arto, a prescindere da qualsiasi cosa, aveva semplicemente scelto di non muoversi mentre il suo cervello nascondeva quel pensiero dietro all'illusione che vedeva inutile quel gesto, dal momento che qualche istante dopo avrebbe comunque dovuto toccare di nuovo quel cellulare. Allo stesso tempo Hoseok, intimidito nuovamente, una volta finito ritirò la mano dando qualche occhiatina all'ambiente che lo circondava per non tornare nuovamente ad osservare il moro. Il suo tentativo di evitarlo però, risultò vano dal momento che pochi secondi dopo, si ritrovò nuovamente ad osservare il ragazzo dalla pelle troppo chiara mentre questo digitava con le lunghe dita asterischi alternati a cancelletti e ad altri numeri sulla tastiera. Incuriosito, allungò lo sguardo solo per scorgere una finestra aprirsi e mostrare parole di cui però non comprendeva il significato e altre svariate serie di numeri dalle differenti lunghezze. Alcuni, ipotizzò Hoseok, sembravano raffigurare una determinata ora in particolare, altri invece, continuarono a consistere un'incognita per lui che di tecnologia non ci aveva quasi mai capito nulla. Sentì il maggiore sospirare mentre a labbra strette sussurrava – Pare che io sia l'unico... – per sollevare il capo poco dopo, puntando direttamente gli occhi sul ragazzo che lo osservava di rimando. Il rosato non sapeva cosa dire, effettivamente, e per questo motivo riprese il cellulare una volta dopo che questo fosse stato abbandonato dalle mani dell'altro che in contemplazione, sembrava rimuginare su chissà cosa. – A casa tua non è stato trovato nulla, giusto? –

– No, i tuoi colleghi hanno cercato per ore in ogni angolo prima di arrendersi e montare le telecamere. – Chiarì, ancora una volta con una voce a quanto pareva tipicamente vellutata, portandosi il cellulare nuovamente in direzione dei jeans di un azzurro chiaro.

– Per caso, hanno dato un'occhiata anche al tuo computer? – Decise alla fine di dire, dando modo di scatenare l'ennesimo cruccio che aveva preso possesso della sua mente nelle ultime ore. – Dalle telecamere ho notato che lo tieni nella tua camera. – Continuò, riflettendo ad alta voce.

– Uno di loro si era avvicinato per guardarlo ma non l'ho visto farci realmente qualcosa. – Era probabile che la posizione in cui il laptop si trovava, avesse in qualche modo impensierito un tecnico che però, inconsapevole del filmato registrato da Yoongi, non aveva avuto modo di sospettare un'attività mai richiesta da Hoseok, provenire direttamente dall'oggetto. Cercò di ripercorrere i suoi ricordi a ritroso con maggiore attenzione ai dettagli, soffermandosi soprattutto a ricordare l'angolazione in cui i due ragazzi erano stati ripresi e quando arrivò alla consapevolezza che questa parzialmente combaciasse con la direzione in cui era voltato il portatile l'ultima volta che lo aveva visto, rispose – È probabile che possa vedere qualcosa anche dal tuo portatile. Di solito lo tieni sempre lì? –

– No, molto spesso lo porto in giro per la casa con me, soprattutto quando sono in cucina. – Rispose sinceramente, sentendosi nuovamente a disagio per un qualcosa che normalmente, non avrebbe mai dovuto scaturire a nessuno quel tipo di sensazione scomoda e imbarazzante allo stesso modo – Lo faccio per guardare video o per ascoltare un po' di musica. – Concluse, impacciato come qualcuno che era stato colto in flagrante nel momento in cui stava facendo qualcosa di male. Yoongi lo osservò cercando di analizzare tutte le espressioni che nate sul viso del ragazzo, arrivavano alla sua testa attraverso gli occhi e non poté fare a meno di immaginare quanto fosse orribile per quel ragazzo la situazione in cui era inconsapevolmente incappato. Senza aver mai avuto nessun tipo di colpa, il rosa si ritrovava in una condizione in cui avrebbe dovuto spiegare con precisione ad uno sconosciuto anche delle piccole e innocue abitudini che di per sé non avrebbero mai dovuto corrispondere ad un rischio e per giunta, con le stesse iniziali conseguenze di qualcuno che aveva commesso chissà quale grave reato: la totale violazione della sua privacy. La sua vita, spiattellata e tenuta sotto osservazione da persone che non aveva mai visto prima, oltre al fattore del costante rischio di poter essere ferito da qualcuno il cui viso continuava a rimanere un'incognita per chiunque, costituivano adesso i pensieri che Hoseok formulava ogni giorno, a qualsiasi ora mentre ancora immerso, vagamente assaporava sulle labbra il ricordo del gusto dolce della vita spensierata che aveva sempre condotto.

– Potrei sbagliarmi. – Iniziò l'hacker, nel tentativo di tranquillizzare il ragazzo visibilmente più giovane di lui – ma c'è una buona probabilità che anche sul tuo portatile possa esserci qualcosa che non va. – Disse, stando ben attento a lasciare che le sue parole rimanessero astratte. Yoongi era sempre stato un disastro nell'interloquire come avrebbe voluto con le persone, ed anche quello combaciava con uno dei motivi per cui aveva scelto un tipo di professione improntato sul poco quanto nullo, contatto diretto con gli altri. Aveva visto negli occhi di Hoseok quanto fosse già di per sé ragionevolmente ansioso, per quanto cercasse comunque di camuffarlo per non sembrare ancora più in soggezione, e trovava quindi inutile impensierirlo ulteriormente con dubbi che sperava avrebbero potuto rivelarsi in un secondo momento vani. Decise quindi di continuare a mantenere quel comportamento, limitando e filtrando le domande e le informazioni che da quelle ultime trasparivano ma, facendo comprendere allo stesso tempo al giovane di dover prestare più attenzione alle apparecchiature normalmente dotate di microfono e webcam all'interno della sua dimora. – Per sicurezza, potresti provare a coprire con del nastro isolante nero la webcam del tuo computer, almeno per il momento. Ti aiuterebbe anche a tranquillizzarti un po'. – Sussurrò, a metà tra il vago e il leggermente imbarazzato verso l'ultima parte della frase.

Allo stesso modo, Hoseok lo fissò per qualche secondo prima di decidere di dare modo ai suoi pensieri di venire finalmente fuori. – Ti dispiacerebbe passare a casa mia, un giorno, quando non hai troppo da fare per controllare tu stesso? – Chiese, rendendosi conto solo per metà di quanto in realtà per qualche secondo, quelle parole fossero suonate ambigue alle orecchie del moro che però, prontamente riuscì a ridestarsi prima di dare modo al suo cambio repentino d'espressione, di lasciar trasparire cosa avesse immaginato mentre più o meno divertito ma con le orecchie e le gote improvvisamente tinte di rosso, il minore precisò – Quello, mi tranquillizzerebbe. –









N.D.A.: Halo pipol

Credo di averci preso gusto a scrivere capitolo più lunghi del normale, mi sa che dovrei iniziare a darmi una sorta di regolata. In ogni modo in questo capitolo c'è la Sope, la mia bellissima Sope, voglio piangere dalla felicità mentre annego da sola nella mia stessa miseria. Mi era mancato incredibilmente tanto scrivere su di loro çç

Spero che il capitolo vi sia piaciuto tanto quanto io mi sono divertita a scriverlo ( anche se penso che il prossimo mi divertirà di più) e che mi lasciaste anche qualche opinione/ teoria su come vi sembra la situazione al momento. Come sempre, ringrazio chiunque stia leggendo questa storia, votandola e commentandola. Davvero, davvero, davvero, grazie mille.

Al prossimo aggiornamento ~

Continue Reading

You'll Also Like

45.3K 1K 72
Dove due ragazzi famosi si conoscono tramite instagram Yoongi+Jimin=Yoonmin Creata interamente da me. Tutto ciรฒ che trovate รจ creato da me,se per cas...
96.4K 5.2K 45
Jimin, principe di Seoul, era destinato a diventarne il re ma, essendo omega, non poteva salire al trono; era letteralmente inutile e per di piรน veni...
83.5K 2.6K 67
perchรฉ ho gli occhi molto piรน cechi del cuore e non sono mai riuscita a vederci amore... rebecca chiesa, sorella di federico chiesa, affronta la sua...