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By BrokenThing3

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---ANTEPRIMA---
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--- CAPITOLO III ---

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D E E P W E E B

C A P I T O L O III









Il giovane ragazzo dai capelli corvini pensava di aver ormai imparato da un pezzo alcune regole di vita che qualche volta, era stato anche solito ripetersi come per assicurarsi che continuassero a restare ben chiare e limpide nella sua mente, ma la verità era che quest'ultimo periodo aveva scosso di molto le fondamenta del suo modo di vedere le cose. Non era mai stato un tipo di persona estroversa, con poche difficoltà a relazionarsi con gli altri, al contrario, aveva sempre preferito stare nel suo, circondato dai suoi soli pensieri e dalle sue stesse impressioni. Però con il tempo aveva imparato a dare fiducia alle persone con cui aveva condiviso ricordi ed esperienze, sia positive che non. Ora appariva invece tutto diverso ai suoi occhi. Una volta tornato a casa, si era sdraiato sul letto meditando sul se chiamare i ragazzi per fare chiarezza sui suoi dubbi e sui suoi sospetti oppure no. A frenarlo di molto, c'era la consapevolezza che, qualora fossero stati davvero loro i diretti responsabili del suo forzato soggiorno in un carcere, mai e poi mai avrebbero ammesso la loro colpevolezza. Chiamandoli, si sarebbe dovuto accontentare di quella che sarebbe stata la loro versione senza avere, almeno attualmente, il modo e soprattutto le prove per poter mettere in discussione le loro parole. Decise quindi che sarebbe scomparso, che non avrebbe mai più condiviso con loro alcun contatto, fino a portarli a credere, alla fine, che nonostante tutto, stesse ancora marcendo il galera. Nel frattempo, avrebbe cercato di capire da solo e soprattutto con i suoi metodi, quanto i suoi compagni centrassero con ciò che gli era successo. Contrariamente a ciò che qualcuno avrebbe potuto pensare, Yoongi non era mai stato un tipo di persona vendicativa perché non era in essa che trovava ristoro, il suo scoglio, se così poteva essere definito, consisteva nel perdonare senza provare rancore. E sapeva bene che se il tempo e le indagini che avrebbe condotto non appena ne avrebbe avuto la possibilità, avessero in qualche modo confermato le sue paure non sarebbe mai stato in grado di superarlo senza ripercussioni di alcun tipo, almeno per il momento.

Con la mente aggredita da pensieri che non avevano mai smesso di vorticare nella sua testa, si alzò lentamente dal letto per avvicinarsi all'armadio scuro che occupava l'ampia parete della sua camera da letto. Aprì un anta e subito dopo un cassetto posto in basso per tirare fuori un paio di boxer bianchi e il pantalone di una tuta nera dalla stoffa incredibilmente morbida. Quando era stato in galera, aveva perso la cognizione del tempo che passava dopo appena un paio di giorni solo per scoprire alla fine, quando era riuscito ad uscire da quel luogo, di esserci rimasto per più di due settimane. Se avesse saputo prima che sarebbe riuscito ad uscire, non l'avrebbe vissuto con un malessere così grande. L'indisposizione stessa, quella che si era fatta strada dentro di lui per tutto il tempo che aveva passato lì, derivava proprio dalla paura di rimanere bloccato in quel luogo per chissà quanti anni. Un sospirò fuoriuscì dalle sue labbra quando finalmente riuscì ad oltrepassare la soglia del suo bagno. Poggiò tutti i vestiti che aveva preso qualche minuto fa sul mobiletto laccato di nero che teneva in bagno proprio per questa funzionalità, prima di liberare il suo corpo dai vestiti che ormai avevano perso il loro tipico buon odore. Si era sentito più volte disgustato dall'idea di dover fare il bagno in carcere, sotto gli occhi di persone che di sottecchi, lanciavano occhiate praticamente a chiunque per tutto il tempo che avevano a disposizione, prima di andarsene con un asciugamano usato da un po' troppe persone legato intorno alla vita. Aveva saputo attraverso una voce giunta al suo compagno di cella durante le ore in cortile, che qualcuno vicino alla loro stanza era stato adocchiato da un detenuto appartenente ad un'altra ala del centro. In un primo momento, non aveva capito bene cosa quello volesse dire, poi dopo aver udito qualche risolino innalzarsi nell'aria, udì le risposte che indirettamente gli fecero capire fin troppo bene cosa intendessero con il termine "adocchiato". Nella vita comune, quella che si passava per le strade in compagnia di amici di vecchia data, con quella parola si spiegava l'intenzione di voler offrire magari qualcosa da bere a qualcuno che graziava particolarmente gli occhi di colui che la pronunciava; nel carcere invece, veniva usata per giustificare la voglia di sbattere qualcuno contro il muro non appena una delle guardie di turno commetteva l'errore di lasciarsi distrarre da qualcosa. Era molto comune, aveva scoperto, anche se capitava di svegliarsi nel cuore della notte con qualcuno schiacciato addosso, e intenzionato a soddisfare voglie tenute a freno da troppo tempo, fra compagni di cella. Quel genere di storie, andavano molto in voga lì dentro e quando capitava di trovare la persona perfetta che in silenzio si lasciava fare tutto senza ribellarsi a causa della troppa paura, allora anche gli altri si facevano coraggio per approfittarsene.

Quando il getto dell'acqua calda si scontrò con la sua pelle infinitamente bianca, Yoongi riuscì nuovamente a sospirare in pace e con grande tranquillità. I suoi muscoli si sciolsero sotto quel contatto donandogli la beatitudine che per alcuni giorni aveva addirittura dimenticato mentre la sua mente, minuto dopo minuto, si liberava sempre di più dai pensieri che costantemente l'avevano occupata.







La notte sarebbe ormai calata come una massiccia coperta su tutta la città entro qualche ora quando Yoongi, finalmente sgombro da preoccupazioni e ricordi, riuscì ad infilare il proprio corpo riposato sotto la spessa trapunta. La maggior parte delle volte, aveva bisogno di rigirarsi nel letto per alcune ore prima di sentire il sonno avvicinarsi a lui per donargli il meritato riposo ma quella volta non fu così, gli bastò infatti poggiare la testa sul cuscino per lasciarsi andare in un sonno senza sogni. Dormì a lungo quel giorno, esattamente fino al momento in cui la sveglia sintonizzata sul suo cellulare non riecheggiò nella stanza per la terza o quarta volta per segnalargli la venuta di un nuovo giorno. Teneva la mano sul cellulare e gli occhi semi aperti quando si rese conto di aver dormito per mezzo pomeriggio e una notte intera. Alzò il cellulare tenendolo ben stretto fra le dita quasi scheletriche solo per costatare il fatto che fossero le dieci del mattino e che lui avesse ancora sonno. E si sarebbe certamente rimesso a dormire se solo il suo cellulare non avesse preso a squillare incessantemente mentre lo teneva ancora stretto fra le dita. Un numero sconosciuto verteva sullo schermo illuminato del dispositivo vibrante mentre Yoongi meditava sul se rispondere oppure no. La maggior parte delle persone con cui doveva tenersi in contatto per motivi di lavoro o di svago erano tutti inseriti nella sua rubrica e contrassegnati da nomignoli ben precisi che avrebbero rimandato il ragazzo direttamente alla persona in questione entro pochi secondi. Bastò effettivamente questo a convincerlo del fatto che almeno in quel periodo, sarebbe stato più saggio non rispondere a telefonate che gli arrivavano ad orari in cui di solito non lo contattava mai nessuno. Rimase a letto a fissare il vuoto fino a quando ne ebbe la possibilità, o meglio, fino a quando la voglia di mettere qualcosa sotto ai denti e di bere qualcosa non si affacciò dritta alle porte del suo stomaco.

Si diresse in cucina quasi strascicando i piedi contro un pavimento che aveva decisamente bisogno di un qualche intervento di pulizia da parte sua mentre si grattava svogliatamente l'angolo della mascella divenuta un po' più sporgente a causa del peso che probabilmente aveva perso negli ultimi mesi. Cercò qualcosa da mettere sotto i denti nel frigo vuoto ormai da settimane per un paio di minuti prima di arrendersi all'idea che si sarebbe dovuto far bastare una confezione di biscotti comprata e conservata in una credenza pochi giorni prima di essere stato arrestato. Una volta presa la confezione in questione la poggiò distrattamente sulla superficie del tavolo per andare a preparare il caffè che sperava, almeno, servisse a svegliarlo un po' di più. Quando la spia dell'apparecchio si illuminò, osservò l'ormai divenuta liquida miscela di chicchi scendere fino a cadere all'interno della tazza di porcellana bianca e quando si sentì soddisfatto della quantità di materia riversata all'interno di essa, spense l'oggetto per andare a sedersi alla fine su una delle sedie poste vicino alla tavola.

Stava sgranocchiando l'ultimo biscotto quando gli passò per la mente di accendere il televisore per vedere per qualche minuto le notizie delle ultime ventiquattro ore. Constatò dopo poco tempo passato ad osservare le immagini che velocemente scorrevano davanti ai suoi occhi per arrivare alla conclusione che non fosse successo nulla di straordinario fatta eccezione per l'ennesima azienda che a causa dell'eccessivo indebitamento, aveva forzatamente chiuso le porte. Si portò la tazza alle labbra per assaggiare il caffè divenuto un po' tiepido ma quando quest'ultimo stava scendendo finalmente lungo la sua gola, l'improvviso rumore emesso dal campanello posto fuori la sua porta riecheggiò forte e insistente fra le pareti della stanza facendogli andare un po' di quel liquido di traverso. Tossì un paio di volte tenendosi una mano intorno al collo prima di sollevare lo sguardo verso la porta d'entrata mentre il suono del campanello continuava imperterrito sotto un ritmo nervoso. Si alzò svelto dalla sedia incredibilmente spazientito da quel comportamento ma dopo aver osservato la figura dello scortese visitatore attraverso lo spioncino, arricciò le sopracciglia prima di aprire la porta.

-Per quale cazzo di motivo non rispondi alle mie chiamate?- Quella che doveva essere una domanda, arrivò alle orecchie di Yoongi come un'affermazione volta ad essere una predica. A causa del volume troppo elevato della voce di Seokjin i suoi occhi erano finiti con l'aprirsi un po' di più mentre con aria insofferente, richiudeva la porta davanti a sé come se nulla fosse successo. –Apri, maledetto.- il giovane sorrise sornione, quasi divertito dal modo in cui il maggiore si stava infervorando ancora fuori casa sua. Lo lasciò battere qualche altro colpo contro la sua porta prima di sentirsi soddisfatto.

-Ti farò entrare se abbassi la voce. Sembra che il mio citofono tu l'abbia ingoiato.- Recitò calmo prima di aprire la porta dopo l'ennesimo sbuffo da parte dell'altro che, non appena gli fu possibile, velocemente si precipitò all'interno dell'appartamento.

-Perché diavolo non rispondi al telefono? Sono ore che provo a chiamarti.- La voce del ragazzo dai capelli fin troppo biondi lasciava presagire quanto fosse ancora notevolmente indispettito ma nonostante quell'evidente fattore, Yoongi lo ignorò fino a quando non fu nuovamente seduto sulla sedia che aveva occupato prima e con la tazza ancora piena di caffè in mano.

-Chi ti conosce?! Come faccio a sapere che sei tu quello che chiama?- La sua voce non si era scomposta minimamente al contrario dell'espressione di Seokjin che invece sembrò arrossarsi inverosimilmente.

-Ti ho dato il mio numero di telefono ieri. Te l'ho scritto sul biglietto che ti sei messo in tasca.- Mise in chiaro sospirando sconfitto, quasi come se volesse sbollire di poco la rabbia che lo aveva pervaso mentre il più giovane cercava, dopo aver ascoltato quelle parole, di ripercorrere a ritroso tutti i suoi ricordi. Quando però, l'immagine dei suoi pantaloni abbandonati prima sul pavimento e poi nel cesto che usava per contenere gli abiti sporchi nella più totale noncuranza, diventò chiara nella sua testa, di nascosto sogghignò.

-Ok, mi ricorderò di memorizzarti in rubrica.- Promise senza scusarsi, poco prima di bere un altro sorso di caffè.

-Quando avrai finito, vestiti. Dobbiamo andare a lavoro e siamo già in ritardo.-










N.D.A.: Buonsalve pipol ~💙

Questo capitolo approfondisce un po' di più il personaggio di Yoongi anche se, ovviamente, ci sono davvero tante altre cose da dire su di lui. Mentre già dai prossimi capitoli, sarà possibile capire un po' di più quello di cui si dovrà occupare assieme a Seokjin. 💦

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e, come da routine ormai, ringrazio di vero cocoro tutti quelli che hanno iniziato a leggere questa storia e le personcine che la stanno supportando con voti e commenti, thank ~

Per il resto, al prossimo appuntamento (💦💦💦)

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