When the children play

Від AlenGarou

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[Vincitore agli Oscar Wattpadiani 2017 come: Miglior Scenografia e Miglior Protagonista Maschile, vincitore W... Більше

Presentazione SERIA dell'opera
Prologo
1. Cappuccetto Rosso e il branco non richiesto
2. Pennington Mansion
3. A Mad Samhain Party
4. Una chiacchierata tranquilla
5. Good morning little... f*ck
6. Un duetto perfetto
6.2. Porcorosa Fluffoloso
7. Il blasfemo esorcista non collabora
8. Alla ricerca della fata scomparsa (con annessa polvere fatata)
Bonus pt1: L'incontro
Bonus pt2: il tentato omicidio
9. A bullet for everyone in this room
10. Mr. Gilman
11. Re diesis e sol bemolle
12. Io non stuzzico i morti, sono loro che stuzzicano me
In questo piccolo angolo di disagio
13. Con un poco di zucchero la pillola va giù
14. Un prete, un angelo e il bambino di Omen entrano in una chiesa
Do you remember?
C'è posta per il bradipo pt.1 (nella speranza di un seguito)
15. Salvate il soldato Gregory
16. Qualcosa di inevitabilmente scomodo
17. Le idee... quelle pessime
18. Dite "amici" ed entrate
19. Sogno di una notte di Samhain pt.1
Chi non muore si rivede (purtroppo)
19. Sogno di una notte di Samhain pt.2
Why you don't remember?
20. Alexander passione bimbi pt.1
20. Alexander passione bimbi pt.2
21. La casa per bambini normali di Mrs. Pennington
A little gift for you... sorta
Quello che la gente chiama cast, io lo chiamo "una cagata pazzesca"
"Se ci sei batti un colpo!" *E nel mentre sbatté su tutti gli spigoli di casa*
21.2 La casa per bambini quasi normali di Mrs. Pennington
21.3 La casa dei bambini diabolici di Mrs. Pennington pt. 1
21.3 La casa dei bambini diabolici di Mrs. Pennington pt. 2
22.1 Quel Rottweiler della Rottermeier
22.2 Ring around the rosie, a house full a bodies
23. No Spoiler
24. Andiam, andiam, andiamo a farci ammazzar
25. Il volo dello yurei
26. Appuntamento a tre nel seminterrato
27. Dahlia Cassidy Reynor
28. Curiosity killed the cat
29. Ciao, Sgorbio...
30. Quel capitolo... sì, quello che terrorizza l'autrice
31. L'unica parte da cui stare
32. Non potrebbe andare peggio di così

18.5 The Lone Wolf and the Little Bunny

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Від AlenGarou

Salve stelle del cielo! Quanto tempo.

Prima che cerchiate di prendere la mia testa per esporla su un vassoio d'argento con una mela in bocca e un contorno di verdure dal forno, vi porgo ancora le mie scuse per il ritardo e perché...

Beh, immagino che questo non sia esattamente il capitolo che stavate aspettando.

Per chi ancora non lo sapesse, questo mese è stato molto caotico per me e lunedì incomincerò finalmente il tirocinio (non so se sono eccitata, terrorizzata o tutte e due le cose insieme), motivo per cui il tempo per sti scleri si è notevolmente ridotto (tradotto: alle dieci di sera stavo già ronfando come un ghiro). Ciononostante, ho continuato a scrivere nei pochi momenti liberi a disposizione. Non ero una lepre già dall'inizio, ma non per questo ho smesso di scribacchiare. Ergo, vi chiedo un po' di pazienza. So che molti di voi sono scocciati e si aspettano aggiornamenti a mitragliatrice, ma finché wattpad non fornirà uno stipendio agli autori vi dovrete accontentare XD

Dato che sto divagando come al mio solito, vi lascio finalmente a questa piccola parentesi emilyana sperando sia di vostro gradimento.

Alla prossima :3

(p.s. ovviamente un enorme grazie va a tutti i lettori, vecchi e nuovi e chi sopporta i miei scleri XD Siete fantastici!)





Non dovette fare molta strada per trovare il soggetto principale delle sue fan fiction drammatiche –o erotiche, ma quello dipendeva dai casi-. E nemmeno qualche passo.

A dire il vero le bastò uscire dalla porta e voltare il capo.

Ren era lì accanto, rannicchiato per terra con la schiena premuta contro il muro e il mento posato sulle ginocchia che facevano capolino dagli strappi dei jeans scuri. Tra le labbra reggeva una sigaretta appena accesa le cui braci rilucevano aranciate nella penombra, ma non sembrava intenzionato ad aspirarne il fumo per cercare conforto. Lo stesso valeva per la bottiglia di scotch; giaceva abbandonata contro il suo fianco, apparendo più come un oggetto scenico che una reale necessità. D'altronde, era ben chiaro di cosa avesse bisogno il ragazzo in quel momento. A pensarci bene, forse il bere non era poi una così cattiva idea.

Emily si morse il labbro inferiore a quella visione. L'impulso di immortalarlo con il cellulare crebbe in lei fino a diventare impellente, almeno finché non si accorse del suo sguardo: vacuo, malinconico... sconfitto. Ren in quel momento appariva così diverso dal consueto se stesso che per un istante la colse alla sprovvista.

In effetti, tutta quella situazione non era come la sua immaginazione l'aveva partorita. Si era aspettata di dover vagare per la villa, imbattendosi nelle più disperate creature e serial killer mascherati nella speranza di trovarlo per tempo. E invece... non sapeva se sentirsi delusa o rasserenata dalla cosa. Ma non era stupita. Per quanto Ren potesse essere una primadonna, non si sarebbe mai allontanato troppo dal suo incubo peggiore. O almeno, se lo augurava. Vedendolo in quello stato non ne era poi così sicura.

Ah, se non ci fosse stata lei a sistemare repentinamente i loro casini da non-coppia. Gratis oltretutto!

Ok, in effetti non sarebbe cambiato nulla, ma gli unicorni le avevano insegnato ad aver fede nei miracoli.

Spostandosi dalla traiettoria della porta, Emily si mise una mano sulla gonna per tenerla in posizione e si lasciò scivolare accanto a lui. Si voltò a guardarlo. Ren sembrò non far caso alla sua presenza, continuando a osservare un punto indefinito davanti a sé con una caparbietà davvero ammirevole. O magari era così preso da se stesso e dal suo momento di depressione da non accorgersi di avere una spalla su cui piangere e, soprattutto, far gossip.

Non le rimase altro da fare che aspettare. Emily temporeggiò per po', osservando con scarso interesse i dettagli del corridoio. Poi distese le gambe davanti a sé e iniziò a dondolare i piedi, sbattendo le punte delle scarpe al ritmo di una hit pop che le risuonava in testa da qualche giorno. Inutile aggiungere che resistette poco più di un minuto: la pazienza non era mai stata una sua virtù.

«Sai...» incominciò, dato che Ren non l'aveva ancora degnata di uno sguardo. «Dovresti per lo meno scusarti. Per colpa tua ora avrò il culo tutto impolverato.»

Quando di fianco a lei provenne un mugolo strozzato, capì con un sorrisetto di aver fatto centro. Ren si tolse la sigaretta dalle labbra prima di rischiare di strozzarsi e finalmente la guardò con un'espressione basita.

«Ti ringrazio per aver espresso la preoccupazione per le condizioni del tuo didietro, ma vorrei restare da solo» bofonchiò, mordendo di nuovo il filtro e ritornando in modalità emo.

«Nessuno vuole stare da solo» lo canzonò lei in risposta, alzando le spalle con il tipico atteggiamento di chi la sapeva lunga.

Il ragazzo sbuffò corrucciato. «A me non sembra. Alex è l'esempio perfetto per dimostrare che questa frase fatta è solo una cazzata.»

Oh oh.

Nell'udire ciò, Emily gonfiò le guance in un impeto di rabbia. Una rabbia sincera e genuina che non poteva ignorare, soprattutto nel considerare a chi era rivolta quella frecciatina. Non dopo tutto quello che aveva passato. Strinse i pugni e si rialzò, cercando di non apparire troppo goffa nel mentre. «Se sei convinto di ciò che hai appena detto, allora sei davvero stupido come sembri. Basta, io me ne vado!» sibilò offesa.

Fece per riaprire la porta quando una mano guantata si strinse attorno al suo polso, bloccandola. Emily non tentò di liberarsi, ma rimase invece in attesa della prossima mossa di Ren, in quel momento proteso verso di lei. Si voltò appena per osservarlo con la coda dell'occhio, trovandolo con sua grande sorpresa in difficoltà. E lui non era mai in difficoltà.

«Scusa» biascicò il giovane, lo sguardo incerto fisso sul pavimento mentre scioglieva la presa e ritornava seduto. «Sono stato indelicato.»

Emily strinse le labbra e annuì. Si accomodò nuovamente al suo fianco, lasciando che il silenzio riempisse il vuoto tra di loro. In fin dei conti, non era lei il motivo del suo malumore.

«Comunque...» esclamò dopo qualche tempo, mentre giocherellava con un ricciolo biondo. «Se fossi un uomo ti direi che hai urgentemente bisogno di una bella scopata.»

Sperò di averlo colto alla sprovvista, ma fu lei a sussultare quando Ren le picchiettò un dito sulla fronte in risposta alla sua uscita. «Ringraziamo il cielo che non lo sei. Gregory è il classico ragazzo che avrebbe problemi ad accettare la propria omosessualità» commentò lui, le labbra incurvate verso l'alto.

«E tu no?» bofonchiò Emily, massaggiando il punto dolente.

Ren sospirò. Inclinò il capo all'indietro, appoggiando la nuca contro il muro. Fece un tiro ed espirò il fumo. «No. A quanto pare soffro di una strana parafilia e mi eccito solo con i mostriciattoli scorbutici e assassini.»

«Che cosa triste.» Emily cercò di non ridacchiare, il che fu abbastanza facile, dato che lo sguardo di Ren si oscurò di nuovo, perso in chissà quale ricordo.

Nel vedere la sua espressione tesa, Emily lo scrutò in silenzio per qualche istante, a disagio. Si portò le ginocchia contro il petto come uno scudo e si ammutolì. Una parte di lei avrebbe voluto evitare quella domanda, ma continuare a girarci intorno non avrebbe fatto altro che prolungare l'inevitabile. Prese un profondo respiro. «Era davvero così grave?» gli domandò sottovoce.

Non le servì specificare a cosa si riferisse, né una risposta concreta. La tensione che ghermì il giovane fu una prova sufficiente. Le dita con le quali reggeva la sigaretta ebbero uno spasmo e della cenere cadde tra loro.

«Ok...» mormorò. «Scusa, non volevo...»

«Emily, io...» Ren la interruppe, mordendosi l'interno della guancia. Si portò di nuovo la cicca alle labbra, aspirando una generosa boccata di nicotina. Ciò non servì comunque a calmarlo. Si passò distratto una mano tra i capelli. «Io non posso rivivere una cosa del genere» ammise con voce rotta. Ogni parola che fuoriusciva dalle sue labbra sembrava costargli uno sforzo immane, come una confessione quasi involontaria. «Non posso. Per un attimo ho davvero creduto di averla persa per sempre e lei...» si lasciò scappare un gemito esasperato e si stropicciò stancamente il viso. «Che cosa le è successo per farla diventare così? Mi rifiuto di credere che sia sempre stata fredda e...» si bloccò, stringendo le labbra.

Emily distolse lo sguardo. «Non lo so» sospirò, soppesando la sua domanda. In effetti nemmeno lei era a conoscenza di tutti i retroscena del passato dell'amica. Persino Clarissa nei suoi momenti più logorroici era restia a parlare di ciò che era accaduto alla figlia in passato, evitando abilmente l'argomento.

Arricciando il naso per lo sconforto, Emily si sistemò il ricciolo ribelle dietro all'orecchio. Infine, chiuse gli occhi e inclinò il viso verso il soffitto, respirando a fondo. Quando parlò, c'era una nota nostalgica nel suo tono. «Io e Alex non siamo sempre state amiche. Anzi, credo che agli inizi mi detestasse.»

Nel notare l'espressione confusa che Ren le rivolse, lo ricambiò con un sorriso. «Lo so, come si fa a odiarmi? È fortunata che sia di indole misericordiosa, altrimenti m'implorerebbe di essere sua amica.» Ridacchiò a quel pensiero, per poi fare spallucce.

«A dire il vero, il nostro primo incontro non è stato esattamente da commedia romantica. Ero così insicura e spaventata all'epoca: era il primo giorno di scuola e non conoscevo nessuno. Ovunque mi girassi, non vedevo altro che ragazzi che si salutavano o gruppetti già formati, per cui le mie possibilità di approcciare qualcuno divenivano sempre più scarse man mano che mi avvicinavo all'ingresso. Alla fine mi sono detta: "Emily, la prima persona che incrocerà il tuo sguardo diventerà tua amica! Non sarà poi così difficile!". Ero così persa nei miei pensieri che andai a sbattere contro qualcuno e... beh, puoi immaginare chi era quel "qualcuno".» Emily arricciò di nuovo il naso, lo sguardo espressivo. «All'inizio mi era apparsa una ragazza normale. Piuttosto carina a dire il vero, nonostante fossimo entrambe cadute a terra come dei sacchi di patate. Indossava un adorabile vestitino e aveva i capelli che le incorniciavano il viso.»

«Già, ricordo... All'epoca aveva i capelli più corti» la interruppe Ren, perso nei suoi ricordi con la sigaretta mezza consumata tra le labbra.

Emily si azzittì, accantonando per un momento il suo monologo in modo da potersi concentrare sul giovane. Non era affatto infastidita da quella interruzione, anzi. Si ritrovò piuttosto divertita nello scrutare il lieve sorriso che aveva rilassato il volto del ragazzo. Rimasero così per qualche minuto, finché Ren non si riscosse dal torpore che l'aveva soggiogato e si girò verso di lei, sorprendendola a studiarlo con attenzione. A quel punto distolse lo sguardo, arrossendo come un allocco.

«Non ho ancora capito dove vuoi andare a parare con questo discorso» sbottò a disagio.

«Tranquillo, vedrai che tra poco ti sarà tutto più chiaro» esclamò Emily, allungando una mano per accarezzargli con affetto i capelli e facendolo arrossire ancora di più. Era così dannatamente carino quando provava a non lasciar trapelare la sua palese infatuazione per la Regina delle Nevi... Acide.

Sogghignando tra sé, Emily ritornò a fare mente locale. «Dov'ero arrivata? Ah, sì. Puoi immaginare il mio imbarazzo per quella situazione. Iniziai a parlare a raffica, cercando di scusarmi al meglio e di raccogliere le cose che le erano sfuggite di mano nell'impatto. Tuttavia, a un certo punto devo aver detto qualcosa di sbagliato perché Alex mi bloccò con la sua solita espressione apatica. "Logorroica" mi disse e, come se nulla fosse, recuperò la sua borsa e si alzò, lasciandomi lì. Non sapevo bene come interpretare quell'unica parola, per cui la seguii per scusarmi di nuovo. Inutile dire che peggiorai la situazione. Dopo quel primo incontro, ogni volta che la salutavo in corridoio, Alex mi ignorava completamente. Ciò avrebbe dovuto essermi da monito, ma ero intenzionata a chiarirmi con lei: dopotutto avevo fatto una promessa a me stessa e non avevo certo intenzione di venir meno al mio impegno. Ragion per cui provai a parlare con lei in ogni modo possibile: fino al punto in cui, non appena avvertiva la mia presenza, Alex faceva dietrofront e scappava via mentre la rincorrevo per la scuola. Credo che... ehi!» sbottò offesa, notando che Ren stava facendo del suo meglio per non sogghignare ad alta voce. «Non sei per niente carino.»

«Scusa, scusa...» si giustificò lui, stringendo insieme le labbra nel tentativo di trattenersi, nonostante il suo corpo stesse fremendo dallo sforzo. «Non faccio alcuna difficoltà a immaginarmi la scena.»

Emily mise il broncio, rivolgendogli un'occhiataccia. Controvoglia, ritornò al suo racconto. «Insomma, non eravamo affatto partite con il piede giusto. Inoltre ci fu un'altra complicazione che rese tutto ancora più difficile: Leyla. Lei e Alex... beh, divennero amiche, in un certo senso. Leyla voleva circondarsi solo degli studenti più popolari e, nonostante il suo carattere e il suo mancato interesse per la moda, Alex aveva tutte le carte in regola per diventare una sua seguace. Per non parlare poi della differenza dei loro conti in banca.» L'espressione di Emily fu abbastanza eloquente. «A causa di questo, divenne sempre più arduo trovare Alex da sola. Se Leyla si accorgeva di me, non perdeva occasione di offendermi davanti a tutti, ragion per cui alla fine decisi di lasciar perdere. Conobbi Sarah e feci gruppo con lei. Tuttavia...»

Emily si bloccò, storcendo la bocca in una smorfia. Distolse lo sguardo da Ren e lo abbassò sulle sue mani intrecciate. «... ogni volta che la vedevo con loro appariva così sola. Poteva essere circondata dai ragazzi più belli e famosi dell'istituto, ma non sembrava mai interessata a quello che le accadeva attorno. Era come... se non avesse alcun amico. Mi dispiaceva così tanto per lei. Volevo aiutarla, ma non sapevo come fare, almeno fino al giorno delle selezioni per le cheerleader. Avevo accompagnato Sarah... Che c'è adesso?» domandò Emily, notando l'occhiata scettica che Ren le aveva rivolto. «Anche se non sembra, è davvero in forma! Dovevi vedere che acrobazie era in grado di fare. E ora lasciami finire la storia. Dunque... tutto andò bene fino a quando Leyla non mi notò sugli spalti. Come ogni buona cugina che si rispetti, iniziò a prendermi in giro e a incitarmi a provare qualche numero, ben sapendo che io e l'atletica abbiamo una relazione complicata. In poco tempo tutte le altre candidate iniziarono a imitarla e persino le cheerleader sembravano divertite da quella situazione. Poi Alex si avvicinò con tranquillità a Leyla, attirò la sua attenzione e...» sospirò, iniziando a gesticolare. «Le diede un pugno dritto sul naso. Ma così veloce che nessuna di noi si rese conto dell'accaduto finché Leyla non iniziò a schizzare sangue ovunque. Ti giuro, era una fontana! Non avevo mai visto tanto sangue in...»

Una mano si posò sulla sua spalla, interrompendo il suo sproloquio. Emily si voltò, riscuotendosi dal discorso grazie all'occhiata che Ren le rivolse. «Emily, basta. Ho capito. So che godi per tutto questo, ma cerca di tagliare corto.»

A quel punto, Emily arrossì per l'imbarazzo. «Sì, scusa. Hai ragione. Ad ogni modo questa è anche la storia di come Leyla ha avuto una scusa per rifarsi il naso alla francese. Torniamo a noi. Io ero sconvolta, come puoi ben immaginare. Alex mi lanciò solo un'occhiata prima di superare l'allenatrice, accorsa per le urla generali, e dirigersi verso la presidenza. Questo mi fece capire una cosa: se aveva preso le mie difese, forse non c'è l'aveva con me sotto sotto. Motivo per cui, da quel momento in poi, incominciai a pensare a un modo per ringraziarla. Dato che continuava comunque a evitarmi e non volevo certo correre il rischio di avvelenarla cucinandole qualcosa personalmente, ho iniziato a lasciarle nell'armadietto -Alex aveva gettato via il foglio con la combinazione già al primo giorno, pensa te... Fortuna che sono stata io a recuperarlo- dei piccoli pegni, per lo più biscotti o muffin presi dalla mensa. Questo finché non cambiò la combinazione e mi colse sul fatto mentre imprecavo contro il suo armadietto. Pensavo che mi avrebbe urlato dietro, o peggio, invece mi chiese quale fosse la mia prossima lezione. E il resto è storia» terminò con un sospiro. Alzò le braccia davanti a lei e si stiracchiò prima di voltarsi verso Ren. «Hai capito quello che volevo dirti?»

Lui si limitò a osservarla con un sopracciglio alzato. «Che devo addomesticarla come un animale selvatico?»

Emily sbottò a quell'esclamazione. «Certo che no! Alex ha il suo modo per dimostrare affetto alle persone. Non sempre è facile da capire e molte volte il suo carattere non le è da aiuto, ma...» s'interruppe, cercando di trovare le parole giuste. «Non è cattiva, Ren. E nemmeno insensibile. È solo che non riesce a gestire le sue emozioni. A volte è quasi una bambina in balia dei meccanismi delle interazioni sociali e si sente persa in qualcosa che non riesce a comprendere. Però ora è migliorata e si è fatta un sacco di amici!»

Osservò Ren ragionare sulle sue parole. Non sembrava del tutto convinto, ma non poteva certo darle torto. Dopotutto più volte Alex aveva dato prova della sua completa ignoranza quando si trattava di approcciare le altre persone e il fare ricerche e schemi su certi comportamenti la aiutava fino a un certo punto. Poteva eccellere in molteplici materie, ma nemmeno lei poteva rasentare la perfezione in tutto. Comunque non era ciò che sembrava preoccuparlo al momento.

«Amici? Ossia?» le chiese scettico.

Emily storse il naso, incominciando a tenere il conto con le dita. «Beh, a parte me c'è Gregory. Lì non ho dovuto metterci mano, dato che l'ha conosciuto al corso avanzato di matematica. Una volta mi sono trovata in mezzo a un loro discorso da secchioni: avrei voluto prenderli a pugni. Poi c'è Sarah. Certo, non sono proprio in sintonia, ma credo che apprezzino la reciproca compagnia dato che sono entrambe silenziose e poco inclini alla socializzazione. A dire il vero va più d'accordo con il suo ragazzo, Eric. Keiran...» Emily tentennò un po' e Ren non fece fatica a immaginarne il motivo. «Beh, da quando ha smesso di provarci spudoratamente con lei, il loro rapporto è molto migliorato. Credo dipenda dal fatto che sia irlandese. Una volta mi ha fatto un discorso sugli omini irlandesi, ma dubito che intendesse i loro peni.»

Con quell'uscita riuscì a strappare una risata al ragazzo, finché non si ricordò di un altro individuo. «Ah, poi c'è Pierce Brownie.»

A quel punto Ren drizzò le orecchie. «Chi?»

«Brownie. Ha un anno in più e fa parte del club di giornalismo come Sarah. Ogni volta che Alex lo vede, non fa che salutarlo. Non so però se sia perché gli sta simpatico o per il suo nome.»

Ren posò il viso su una mano, bofonchiando. «Ad ogni modo non mi sembrano così tanti.»

«Considerando il tipo di persona che è Alex, sono già troppi» commentò Emily. Poi sospirò. «Devi chiarirti con lei, Ren. So che è difficile e che ha la testa dura, ma forse...»

«Emily, mi ha detto chiaro e tondo che sono solo qualcosa di scontato. Un cane randagio che non fa altro che tapinarla.» Ren la interruppe, irritato. Gettò via il mozzicone di sigaretta. «E mi ha lasciato intendere che è per questo motivo che ha... fatto ciò che ha fatto. Come dovrei sentirmi?»

Emily strinse le labbra, dispiaciuta. Gli posò una mano sulla spalla, cercando di dimostrarsi risoluta. «Non la sto giustificando e, credimi, comprendo la tua frustrazione. Eppure, non credi che sia già qualcosa il fatto che ti consideri? Che si sia fidata di te?»

Ren sembrò pensarci per qualche momento, incerto. Alla fine scosse il capo. «Anche se fosse, la diplomazia orizzontale non funziona con lei.»

Emily gli rifilò uno scappellotto sulla nuca. «E allora prova quella verticale. Ah, devo sempre spiegarti tutto.»

Detto questo si rialzò, spolverandosi i vestiti alla buona. Una volta sicura di essere abbastanza civile da poter ritornare dagli altri, si rigirò verso il ragazzo, posandosi le mani sui fianchi. «E, tanto per la cronaca, la prossima volta che ti organizzo un appuntamento cerca di venire da solo.»

Nell'udire quella constatazione, Ren socchiuse la bocca sorpreso. Poi fece mente locale di ciò che era insito in quelle parole e sbuffò. «Ero già con loro quando ho ricevuto il tuo messaggio. Non ho trovato scuse sufficientemente plausibili per scaricarli al primo bar sulla strada e come sai questo è il nostro ritrovo. E, se proprio vogliamo mettere i puntini sulle i, la prossima volta potresti giocare a fare il Dottor Stranamore organizzando un appuntamento in un luogo normale: un cinema, per esempio.»

Emily mise il broncio. «Ma così non riuscirei a capire se ci state dando dentro o vi state ammazzando invece di godervi... il film.»

Ren si stropicciò il volto con una mano, un po' esasperato. «Immagino che per te la privacy valga ben poco in questi contesti.»

«Ovvio, in fondo gli appuntamenti ve li organizzo io» sentenziò lei altezzosa. Si stiracchiò, per poi allungare una mano verso la maniglia della porta.

«Bene, ora che abbiamo chiarito, è meglio se ritorno di là a verificare se sono tutti ancora interi...»

«Emily?»

Sorpresa da quel richiamo, Emily si voltò verso il ragazzo. «Sì?»

«Sei una buona amica» le disse Ren, alzandosi a sua volta e guardandola con un'espressione seria.

Gli rivolse un gran sorriso. «No, Ren. Sono la migliore.»






P.S. Pierce Brownie è un piccolo omaggio a Pierce Brown, uno dei miei scrittori preferiti (che prima o poi sposerò anche se lui non lo sa)

P.S.S. Dato che sono una grande rincoglionita, ieri mi sono dimenticata di aggiungere questa carinissima copertina fatta da DeHead. Grazie :3
Spero vi piaccia.

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