THE WEM

Oleh Moon0354

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Iris sognava una vita normale, eppure dopo un tragico evento, si ritrova catapultata in un mondo del tutto di... Lebih Banyak

Premessa
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Oleh Moon0354

IRIS

Ero scioccata da quante riviste fossero sparse su quel tavolino.

Le avevo analizzate quasi tutte.

Colori, abiti, forme, modelli.

Durante tutto il viaggio le avevo lette e rilette fino a impararle a memoria.

Magari un giorno avrei potuto prendere spunto.

Chiusi l'ennesima pagina, e mi voltai verso Lara, per commentare l'ennesima passerella.

Aveva lo sguardo rivolto sulla rivista messa sulle sue gambe, ma era persa nei suoi pensieri.

Mi avvicinai, sventolandole una mano davanti alla faccia.

Si risvegliò e mi sorrise.

<Tutto bene?> Domandai preoccupata.

Lei annuì, tornando a leggere la rivista.

<Solo un po' sovrappensiero> rispose vaga.

<E cosa accanisce quel piccolo cervello?> Domandai, sporgendomi verso il suo sedile.

<Hey, il mio cervello non è piccolo> disse ridendo.

Posò la rivista dietro di sé, e si girò nella mia direzione.

Ora eravamo faccia a faccia.

<Iris, ti posso confessare una cosa?> Chiese, giocando con il suo braccialetto.

Annuii, guardandola con grande curiosità.

Lara si voltò indietro, e diede un occhiata ai tre ragazzi.

Seguii il suo sguardo e mi voltai

Leo e T stavano dormendo beatamente.

Il primo stravaccato contro il sedile, mentre il secondo era in una posizione più consona ma stava letteralmente sbavando.

Risi a tale visione.

Di Axel nemmeno l'ombra.

Scossi la testa distogliendo lo sguardo.

Non dovevo minimamente pensare a lui.

Dopo come mi aveva trattata stamattina, era un miracolo che non gli avessi cavato gli occhi.

Ho chiuso con lui.

D'ora in poi l'avrei ignorato.

Lara riportò l'attenzione su di se.

Si sporse ancora di più.

Ed io feci lo stesso.

<Ecco...ho baciato un ragazzo..> confessò.

Sgranai gli occhi, tentando di non gridare dallo stupore.

<Chi?> Sussurrai.

Si guardò attorno imbarazzata, prima di schiudere la bocca, ma la richiuse subito dopo.

Capii che si vergognava dirlo, così le facilitai il lavoro, tirando a indovinare.

<Evan?> Domandai.

Mi aspettai una risposta positività, ma rimasi del tutto scioccata quando scosse la testa.

Difatti sussultai rumorosamente.

Lara si portò un dito alla bocca intimandomi di stare zitta.

Annuii gettando uno sguardo ai ragazzi che ancora erano nel mondo dei sogni.

Rimasi in silenzio, mentre le rotelle della mia mente iniziavano a girare per capire chi fosse la persona che Lara aveva baciato.

Non era Evan.

Forse era una persona ancora più vicino a lei.

<Leo?> Domandai esitante.

Fece una faccia schifata, scuotendo la testa velocemente.

<Dio, no!> Esclamò.

Annuii.

L'unico rimasto era Axel.

Sentii una fitta al petto al pensiero di loro due insieme.

Le loro bocche attaccate mentre..

Scossi la testa.

Se volevano stare insieme io non avevo diritto di intromettermi.

E poi con Axel io non avevo niente a che fare.

Non siamo fidanzati e neanche amici.

Deglutii.

<Axel?> Domandai.

Lara corruccio le labbra, prima di ridere sotto voce.

<Ma ti pare?! E poi quello é tuo> disse sorridendo ammicante.

Scossi la testa, tentando di nascondere l'imbarazzo.

So che era sbagliato sentirmi in questo modo, ma ero sollevata nel sapere che i due non avevano fatto niente.

Tuo.

Mio?

Axel era mio?

Ma in che senso?

Axel non mi apparteneva.

E non lo avrebbe mai fatto, come io non sarei appartenuta a lui.

Eravamo due mondi separati, e così sarebbe rimasto.

Mi svegliai dai miei pensieri, rivolgendomi di nuovo a Lara.

Scrollai le spalle, alzando le mani in segno di resa.

<Non lo so> dissi, attendendo che lei svuotasse il sacco.

Sussurrò un nome, ma non riuscii a capirlo, quindi mi sporsi di più, chiedendo di ripetere.

Lara sospiro prima di sussurrare di nuovo il nome.

Scossi la testa, assumendo una faccia confusa, non capendo cosa mi stesse dicendo.

<Aron> gridò d'un tratto.

Sentimmo un frusciare di vestiti.

Ci voltammo ad occhi spalancati verso i due addormentati.

Leo si stava muovendo nel sonno.

Rimanemmo immobili mentre osservavamo come si girava dall'altro lato prima di rimettersi a dormire tranquillamente.

T era rimasto immobile.

Tornai di nuovo verso la ragazza.

<Aron? Vuoi dire quello con cui hai ballato la sera della cena?> Domandai.

Lei annuì.

La mia bocca si aprì in un sorriso a 32 denti.

Finalmente aveva capito chi le voleva bene veramente.

<Oddio! Sono felicissima! Ed ora? Vi state frequentando?> Domandai euforica mettendomi più comoda sulla sedia.

Lara mi gettò uno sguardo stranita.

Fece l'ennesimo sospiro.

Si voltò dall'altra parte, assumendo un espressione quasi addolorata.

<Ecco, ci siamo baciati, ma adesso sono ancora più confusa, per questo ho voluto parlartene> confessò.

Questa volta fu il mio turno di sospirare.

Certo che la sua era una siuazione complicata, ma che purtroppo io non potevo risolvere.

Doveva essere lei capace di capire i suoi veri sentimenti, e scegliere quello che era meglio per lei.

<Questa è una decisione che devi prendere tu, ascolando il tuo cuore. Ad esempio, cosa senti quando sei vicino ad Evan?> domandai.

Lara mi guardò per qualche istante sovrappensiero, prima di schiudere le labbra per parlare.

<Mi sento molto imbarazzata, non faccio altro che arrossire, non riesco neanche a formulare una frase di senso compiuto quando sono in sua presenza> rispose.

Io annuii, elaborando le inforazioni ricevute

<Invece con Aron? Cosa provi?> domandai.

La risposta mi venne da sé quando vidi i suoi occhi illuminrsi leggermente.

<Quando sono con lui mi sento tranquilla, anche perchè si lasca insultare facilmente> rise, ed io le rivolsi uo sguardo di rimprovero.

Quanta pazienza ha questo ragazzo.

Lara però non disse altro.

<Hai baciato solo Aron, giusto?> domandai.

Lei annuì serrando le labbra.

<Cosa hai provato in quel momento?> chiesi.

Di questo passo sarei diventata una perfetta psicologa.

<Mi mancava il respiro, il cuore mi batteva forte, e sentivo che stavo andando letteralmente a fuoco> disse, imitando con le mani le fiammelle del fuoco.

<Quando mi ha rimesso a terra-> la interruppi assumendo uno sguardo perplesso.

<Rimessa a terra?> domandai.

Lara rise buttando la testa indietro.

<Si, ecco, lui mi ha sollevato e messo sul tavolo, ma non è importante adesso> disse, sistemandosi meglio sulla sedia.

Scrollai le spalle, prima di annuire.

In effetti non volevo i particolari della loro prestazione.

<Dicevo quando mi ha rimesso a terra, per poco non cadevo come una pera cotta. Le gambe mi tremavano incontrollabilmente> disse mimando il tremolio con le sue mani.

<Tu cosa ne pensi Iris?> mi chiese.

Mi fermai un attmo per pensarci.

Era ovvio che Aron non le era indifferente, ma questo attaccamento che aveva nei confrtonti di Evan, era pur sempre molto forte.

A parer mio, con il secondo avrebbe sofferto molto di più, mentre il primo, l'avrebbe trattata come una bambola di cristallo.

Ma era meglio on influenzarla troppo, infondo doveva stare con colui con cui si sentiva bene.

<Ti ripeto, è complicato, ma ora non pensarci> dissi.

Lei annuì affranta, e si voltò di nuovo verso il finestrino, mentre io ripresi a leggere la rivista.

D'un tratto l'aereo fu scosso da delle turbolenze.

Feci cadere la rivista, aggrappandomi ai braccioli del sedie.

Osservai Lara, che nel mentre era anch'ella preoccupata per i bruschi movimenti.

<Che succese?> mi voltai indietro, notando come Leo si stava piano risvegliando.

<Turolenze, c'è mal tempo, nulla di cui preoccuparsi> rispose Axel, mentre usciva da dietro i ragazzi.

I ragazzi si rilassarono.

<Tutto bene Iris?> spostai lo sguardo su T, che mi osservava preoccupato.

Annuii di fretta, tentando di non pensare al movimento dell'aereo.

T non sembrò convinto della mia risposta.

<Sicura?> domandaò ancora.

Esitai.

Forse se gli avessi detto la verità mi avrebbe aiutata a calmarmi.

Prima che potessi rispondere una mano si allungò davanti al mio viso.

Risalii con gli occhi per tutto quel braccio tatuato, fino ad arrivare al viso di Axel.

Dio, non c'era nessuno più silenzioso di lui.

<Tieni> disse agitando il braccio.

Spostai lo sguardo su quella specie di caramella che aveva in mano.

Assottigliai gli occhhi.

Ora faceva il gentile?

Voltai la testa dall'altro lato.

Lo feci in maniera troppo brusca, tanto che dovetti trattenere un conato di vomito.

<No, grazie> risposi acida, incrociado le mi braccia tremanti.

Avrei preferito svenire piuttosto che accettare il suo aiuto.

Sentii uno sbuffo annoiato.

<Iris, ho detto prendila> ripetè a denti stretti.

<Ho sentito bello, non sono mica sorda. E comunque ti ho già risposto, no grazie> ripetei concentrando il mio sguardo su un qualcosa presente tra quei sedili.

Lo sentii imprecare sotto voce, mentre tentava di non prendere la mia testa e sbatterla contro quel jet privato.

<Tieni Lara> mi voltai verso i due.

Ora il ragazzo stava tendendo la sua mano verso l'altra ragazza.

Quest'ultima mi gettò uno sguardo prima di accettare qualsiasi cosa essa era nelle mani di Axel.

D'un tratto un altra mano si allungò davanti al mio viso, questa volta però apparteneva a Leo.

<Sono delle caramelle contro il vomito, le teniamo per le evenienze> disse.

Annuii molto lentamente per non peggiorare il forte giramento di testa.

Afferrai quella sottospecie di caramella, sotto gli occhi scocciati di Axel.

La scartai e la ingerii in un battito d'occhio.

Guardai Axel dal basso, gustandomi quel viscidume al gusto fragola, proprio davanti ai suoi occhi.

Tentò di incrociare le braccia, ma il dolore alla spalla non glielo permise.

Emise un sibilio di dolore, che cercò di mascherare con un forte colpo di tosse.

Ringraziai Leo, sentendomi già molto meglio.

Il ragazzo tornò al suo posto, così come Axel.

Non prima di avermi dato un occhiata di fuoco, che io ricambiai.

Le turbolenze man mano che passava il tempo diminuirono, e in men che non si dica, gli altoparlanti del pilota ci annunciarono il nostro imminente atterraggio.

<Finalmente!> esclamò Lara, stiracchiandosi sul suo sedile.

Percepii qualche altra turbolenza, segno che l'aereo era atterrato.

Poi non si sentì pù nessun movimento.

<Andiamo> disse T.

Tenne lo sgaurdo in avanti, mentre avanzava per uscire da quel Jet.

Aggrotai la fronte, dinnanzi a tale durezza.

Lara fece lo stesso, osservano il fratello con occhi preoccupati.

<E ora che gli prende?> chiese Lara.

Scrollai le spalle.

Speravo solo che non iniziasse a comportarsi come Axel, altrimenti la nostra unica speranza era Leo.

Mi alzai da quel sedile, sgranchiendomi le gambe, quasi addormentate.

Uscii da quel jet.

Era ormai sera, e le luci dell'America, tenevano sveglia la città.

<Ma dove siamo?>domandai, non riconoscendo molto del posto.

<Benvenuta a Las Vegas!> esclamò Lara alle mie spalle.

Sgranai gli occhi.

Questa città l'avevo vista solo nei film, ma dal vivo era ancora pù mozza fiato.

<Vi muovete? Sto facendo la muffa> roteai gli occhi a quella voce ormai fin troppo conosciuta.

<Stronzo> sussurrai,

<Cosa hai detto?> domandò Axel.

<Niente> risposi sorridendogli inocente.

Alzò un sopracciglio, ed io prima che potesse iniziare una lite, mi affrettai a scendere le scale.

Gli altri due ragazzi erano poco avanti a noi, insieme ad atre due persone.

Evan, e forse la sorella, di cui però mi sfuggiva il nome.

La ragazza era completamente addoso a T, che sembrava non essere infastidito, anzi, la sua mano le stringeva il fianco.

<Principessa> mi voltai verso colui che mi aveva chiamato.

Ormai mi stavo abituando a quel soprannome, anche se mi creava molto imbarazzo.

Un ragazzo, forse un assistente di volo, fece un inchino, facendo segno col braccio a delle valige poste accanto a me.

Afferrai il manico di quest'ultime, per poi ringraziare quel ragazzo.

Osservi quei bagagli che sembravano tutto tranne che economici.

<Mi sono permessa di farti la valigia> disse Lara affiancadomi.

Sostai lo sguardo verso la ragazza, che fissava a braccia conserte la scena davanti ai suoi occhi.

<Più la guardo, più non la sopporto> sibilò a denti stretti.

Non feci in tempo a replicare, quando mi chiese scusa, e afferrò una delle mie valige.

Prese la rincorsa, e la laciò spedita davanti a sè.

Il bagliaglio, con una mira precisissima, prese in pieno la ragazza, che emise un urletto.

Mi fulminò con lo sguardo, quando si accorse chi era stato.

Anche T si girò, e alla vista di sua sorella assottigliò gli occhi, pero poi portare la ragazza appena colpita, più vicino.

Quest'ultima gli rivolse uno sguardo ammicante, prima di guardarci come per dire "Visto?".

Sbuffai, sentendo il nervoso iniziare a prendere il sopravvento.

Alla prima cena mi era sembrata antipatica, ma ora era del tutto una stronza.

Scossi la testa, mente afferravo la valigia che era stata presa da Leo.

Sia fatto santo questo ragazzo.

Gli sorrisi e riafferrai la valigia.

<Bene, vedo che ci siamo tutti. Possiamo andare> disse Evan.

Ci incamminammo al di fuori di quella specie di aereoporto privato.

Ma quanto erano ricchi?

Una volta fuori, venimmo accolti da due Suv neri.

Evan fece segno ad una guardia lì presente di aprire la portiera.

<Leo, Diamante e T prendono questa, il resto nell'altra> disse indicando le due auto.

Si sentì un lamento.

<Perchè devo andare io con quei due?> disse Leo, indicando la coppietta che si stava accomodando nei sedili posteriori.

<Be' Axel mi serve per discutere di una cosa> disse mettendo le mani sui fianchi.

Leo fece segno a me e Lara.

<Ci sono anche loro due> pronunciò.

Gli gettai uno sguardo di fuoco.

Non sarei andata in auto con quei due con il rischio che facessero cose proprio davanti ai miei occhi.

<Te lo scordi che vado in auto con quell'oca> sputò Lara.

Evan le rivolse uno sguardo rimproveratorio, per poi guardare me.

Scossi la testa, alzando le man in segno di difesa.

<No, no, non ci vado in macchina con quei due> replicai.

<Esatto, io e Iris restiamo insieme> disse Lara portandomi a braccetto verso l'altra auto.

Ci accomodammo nei sedili posteriori, mentre i due ragazzi rimasero fuori ad aspettare.

Axel spuntò dal retro dell'auto, e raggiunse i due ragazzi.

<Andiamo?> domandò.

<T e Diamante sono soli in macchina, e nessuno dei tre vuole andare con loro> disse Evan, indicando prima Leo, poi me e Lara.

<Quindi?> domandò ancora Axel, alzando un sopracciglio.

Evan rimase un attimo interdetto, forse non aspettandosi una risposta del genere.

Schiuse le labbra per rispondere al moro, ma quest'ultimo lo precedette, sistemandosi in macchina.

Si accomodò nei posti avanti a noi, ponendosi facci a faccia con la sottoscritta.

Ho cambiato idea.

Preferisco vedere un porno live piuttosto che fare i conti con quel suo sguardo gelido e penetrante per chissà quante ore.

<Non abbiamo tempo per queste stronzate, salite e andiamo> ordinò.

I due ragazzi si gettarono un ultimo sguardo prima di arrendersi e salire.

Si sedettero davanti a noi, dandoci però le spalle.

<Let's go> disse Evan in un accento americano perfetto.

Le porte dell'auto si chiusero e dopo poco partimmò di nuovo.

Il viaggio era stato in incubo.

Quegli occhi così scuri, non mi avevano perso di vista un attimo, e sinceramente non ne capivo la ragone.

Insomma, non è che sarei potuta scappare gettandomi fuori dalla macchina.

Al massimo avrei gettato lui.

Cambiai posizione per l'ennesima volta, tentando di non farmi influenzare da quel suo sguardo.

Non avevo osato distogliere il mio dal finestrino.

Las Vegas era davvero un sogno.

Ero così emozionata di essere lì, che quasi non riuscivo a tenere la bocca chiusa.

Anche Lara era nelle mie stesse condizioni, mentre i tre ragazzi era tranquilli, e fin troppo seri.

Tramavano qualcosa, e non sapevo se dovevo scoprirlo oppure farmi i fatti miei.

Mi risvegliai dal mio trans, quando la macchina fece capolinea.

Mi sporsi dal finestrino mezzo abbassato, e osservai quel grande hotel, fin troppo alto.

Non riuscivo a vedere la punta.

La portiera si aprì e i ragazzi scesero.

Io e Lara li seguimmo e attendemmo lo scarico delle nostre valige.

<Tentante di non farvele scappare di mano> disse Leo, riferendosi all'incidente di prima.

Gli rivolsi uno sguardo gelido, ma non riuscii a non ridere alla scena della ragazza che si faceva male.

No, non dovevo gioire del dolore altrui.

<Signorino Wang, ben tornato> disse una specie di maggiordomo.

Bentornato?

Mi voltai verso Lara con sguardo confuso.

<L'hotel è di proprietà dei genitori di Axel> sgranai gli occhi a quell'informaizone.

Era pieno di quattrini questo scorbutico.

Entrammo all'interno dell'hotel, faticando per trascinare la valigia.

Non era molto pesante, ma un aiutino sarebbe stato ben gradito.

Sospirai affranta, quando arrivai in cima alle scale d'ingresso.

Sospassai la porta girevole, entrando nella Hall.

Se da fuori era maestoso, dentro era incatevole.

Un grande lampadario illuminava l'intero atrio, indaffarato tra staff che correva da una parte all'altra e vari turisti che si preparavano ad andare a spasso per la città.

<Queste sono le stanze, Lara, Iris, e diamante nella 304, mentre noi quattro nella 305> Axel ci raggiunse, mostrandoci due carte, con i rispettivi numeri delle camere.

Al nome di Diamante, mi voltai verso Lara, che sembrava stesse cacciando fumo dalle orecchie.

<Non ci sono andata in macchina, e pensate riesca a tenerla in stanza?> sibilò a denti stretti.

<Non capisco tutto questo odio per mia sorella> eclamò esasperato Evan.

<Perchè è una t-> presi Lara per un braccio, evitandole una brutta figura.

La ragazza fece un respiro profondo.

<Non possiamo fare fratelli e sorelle?> disse, proponendo una nuova disposizione.

<Concordo, devo tenere d'occhio mia sorella> T fece la sua comparsa alle nostre spalle.

Vestiti stropicciati, segni di rossetto su tutto il collo..

Per fortuna non sono andata in macchina con loro.

Diamante era al suo seguito, si stava specchiando, e alle parole di T, fece un broncio.

<Ma come Titi, io volevo stare un pò sola con te> disse passando la mano sul braccio di lui con fare seducente.

T le sorrise, prima di guardare sua sorella con sguardo di fuoco.

Quest'ultima ricambiò.

Non si metteva bene.

<Non ho bisogno di nessun che mi tenga d'occhio> disse, prima di allungare una mano, per afferrare le chiavi della camera, ma T fu più veloce di lei.

<Farai quello che dico io. O vuoi per caso che metta una brutta parola con papa?> disse.

Spalancai gli occhi, così come Leo, mentre gli altri si mossero nervosi sotto il litigio fraterno.

Lara arricciò le labbra.

<Sei un vero stronzo!> esclamò prima di girarsi e camminare a passo svelto verso la camera.

T scosse la testa prima di seguirla.

<E ora?> domandò Leo.

Ora che Lara era fuori gioco, speravo vvivamente che qualsiasi sistemazione non includesse Axel nella mia stanza.

<Non ci rimane altra scelta. Io e Diamante andiamo con quei due, voi prendete l'altra> disse Evan cedendoci quella carta.

L'ansia comiciò a crescere.

Axel nella mia stanza, no signore!

Forse c'era una piccola speranza grazie alla presenza di Leo, ma a dirla tutta non mi sentivo molto sicura.

Diamante sorrise, pensando forse ad una possibile nottata pazza con il suo moschettiere.

Gli altri due fratelli si dileguarono, lasciandoci da soli.

Guardai per terra, pur di non incontrare lo sguardo di quello scorbutico.

<Se non vi dispiace io andrei in camera, vorrei rinfrescarmi prima di uscire> disse Leo, rigirandosi tra le mani la carta con la quale saremmo entrati in camera.

<Ti seguo!> esclamai forse un pò troppo forte.

Non sarei rimasta da sola con quell'essere.

Ma perchè pensavo sempre a lui.

Leo si diresse verso destra, in direzione degli ascensori.

Non mi voltai, ma sentii lo stesso la presenza del moro dietro di me.

Attendemmo l'arrivo dell'ascesore, mentre lo stesso maggiordomo di prima, ci affiancava, afferrando le nostre valigie.

Si udì un 'ding' da parte dell'ascensore e le porte si aprirono.

Il maggiordomo ci fece cenno di entrare, e così facemmo.

Per fortuna l'ascensore era abbastanza grande, da farmi stare lontana dai tre/quattro individui.

Dopotutto il maggiordomo era innoquo.

Schiacciò il pulsante, al piano 27, e attendemmo l'arrivo fin sopra, nel totale silenzio, apparte per qualche parola tra il maggiordomo e Axel.

A quanto pare i genitori lo stavano attendendo nel suo ufficio, ma lui era ben intenzionato a rimere in disparte in camera sua.

Quindi i genitori erano qui? Sul mio stesso suolo?

Ma cosa mi importava? Nulla.

Dopo svariati minuti arrivammo alla nostra destinazione, ed liberammo l'ascensore, io per ultima.

Continuammo lungo il corridoio fino ad arrivare davanti ad una porta, con su scritto il numeo 305.

Axel posizionò la carta sulla maniglia, e questa subito dopo si sblccò.

Avevo immaginato una normale stanza con un letto, ma davanti ai miei occhi si era presentata una mezza casa.

Un piccolo salotto all'entrata, con una cucina piccola ma comfortevole al suo fianco.

Più avanti invece si intravedevano le camere da letto.

O meglio, la camera da letto.

Corrucciai la fronte, quando entrandovi, intravidi solo un grande letto matrimoniale.

<Ehm...c'è solo un letto?> esclamai confusa, indicando il letto stesso.

Leo mi raggiunse, mentre Axel conversava con il maggiordomo.

<Ah si, Axel ci aveva avvisato> scrolló le spalle Leo.

Lo fissai con occhi sgranati.

Avrei dovuto condividere il letto con ben due ragazzi?

Dio, questa scampagnata non poteva andare peggio.

<Non preoccuparti, terremo le mani a posto> scherzò alzando le mani.

Mi portai una mano sulla testa, non apsettandomi quelle parole da Leo.

Ovvio che terrete le mani a posto pervertiti.

Avre dovuto trovare una soluzione.

Una volta chiusa la porta della stanza, mi voltai come un vento verso il proprietaro, indiretto, dell'hotel.

<Voglio una altra stanza> ordinai a braccia conserte.

Axel gettò il borsone a terra, alzando un sopracciglio nella mia direzione.

Imitò le mie azioni, incrociando le braccia al petto.

Non resistetti e gettai un occhio ai suoi muscoli scolpiti.

Di carattere era pessimo, ma fuori era un vero dio greco.

<Primo, non osare dare ordini, secondo, la maggior parte delle camere sono occupate> rispose.

Mi mossi su un piede all'altro.

<Su mille stanze è impossibile che non c'è ne una vuota?> dissi.

Il ragazzo indurì lo sguardo.

<Anche se ci fossero, non puoi allontanarti dalla nostra supervisione> disse, voltandosi per dirigersi in cucina.

Gettai un occhio a Leo, che alzò le spalle non sapendo cosa fare.

Seguii il ragazzo per tentare di convincerlo.

<Potremmo prendere una stanza tripla> tentai di corromperlo.

Il ragazzo non rispose, sorseggiando un grande bicchiere di acqua.

Sospirai quando non ricevetti nessuna risposta.

Feci il giro del tavolo posto lì vicino, e li fui affianco, ad una distanza di sicurezza.

<Axel, non posso dormire nello stesso vostro letto> dissi seria.

Il ragazzo continuò a bere guardando dritto davanti a sè.

La rabbia prese possesso di me, e feci la prima cosa che mi venne in mente per attirare la sua attenzione.

Sbottai il braccio con il quale stava alzando il bicchiere.

Purtroppo però avevo fatto male i calcoli,  il bicchiere cadde a terra frantumantosi in mille pezzi.

Mi si fermò il cuore, e osservai la lentissima reazione di Axel.

<Tutto bene?> mi voltai verso Leo, che ci raggiunse in cucina, allarmato dal rumore dei vetri rotti.

Tentai di rispondere, ma le parole mi morirono in bocca, quando una mano mi afferrò il mento in una stretta dolorosa.

Venni spinta contro l'isola dell cucina, mentre Axel mi osservava con sguardo quasi assassino.

Cominciai a tremare dalla paura.

Afferrai la sua mano, cercando di farmi lasciare andare, ma lui non demordeva, e la faccia mia faceva sempre più male.

Leo ci raggiunse allarmato, e afferò Axel per le spalle.

<Hey, Axel, amico, calmati> pronunciò per far calmare il ragazzo.

Ma quet'ultimo, se lo scrollò di dosso.

<Stanne fuori Leo!> esclamò rabbioso, continuando a tenere quel suo sguardo rosso su di me.

I miei occhi iniziarono a lacrimare a causa delle sue dita, che si stringevano sempre di più.

Lasciami andare, ti prego.

Volevo dirglielo, ma ero completamente boccata.

<Hai proprio rotto il cazzo. Non puoi avere un altra stanza Mulan, perchè devo tenerti sottocontrollo, quindi vedi di fare la brava se non vuoi che ti faccia dormire in balcone> sibilò ad un passo dal mio viso.

Guidò la mia testa su e giù per farmi annuire alle sue parole, poi mi lasciò andare.

Si allontanò, mentre Leo, prendeva il suo posto.

Mi afferrò delicatamente il viso esaminando i probabili segni che le sue mani avevano lasciato.

Mi toccai il mento, guardando le spalle di quell'essere sempre più schifoso che se ne andava.

<Stronzo!>gridai, ma il ragazzo mi rivolse un semplice ghigno, prima di uscire dalla stanza.

<Perdonalo, non so cosa gli sia preso> sussultai quando Leo appoggiò del ghiaccio sul mio volto.

Lo ringraziai con lo sguardo, mentre sostenevo il ghiaccio con la mia mano.

<Perchè non ti vai a rilassare? Questa sera dobbiamo uscire, andiamo in qualche discoteca nel centro. Vatti a preparare con Lara> mi propose.

Annuii, sorridendo leggermente alla sua proposta.

Mi accarezzò le spalle, prima di staccarsi e lasciarmi la strada libera.

Tolsi il ghiaccio dal mio volto poggiandolo sul tavolo, sperando che non ci fossero segni troppo evidenti.

Mi toccai, e sussultai per il leggero dolore che mi provocai.

Maledetto Axel.

Aprii la porta, e mi trovai davanti Evan, con il pugno alzato, con la precedente intenzione di bussare.

Mi sorrise, ma poi il suo sguardo si spense, forse alla vista dei segni sula mia faccia.

<Cosa è successo?> domandò.

Scossi la testa, e lo superai, non avendo voglia di spiegare quello che era successo.

<Avete lasciato quelle due da sole in stanza?> sentii Leo domandare incredulo, prima che la porta si chiudesse alle spalle dei due.

Sosporai, tentando di trannere le lacrime.

Mi aveva fatto male, sia fisicamente che mentalmente.

Non poteva costringermi a dormire con loro, avrei di gran lunga preferito dormire in balcone.

Continuai a camminare lentamente per il corridoio, tentando di calmarmi per arrivare nell'altra stanza in assoluta tranquillità.

Volevo passare una bella serata, e farla passare anche agli altri.

Tranne per quel coglione, gli avrei reso la serata un inferno.

Arrivai in men che non si dica davanti alla porta della camera, anche perchè era a pochi passi da noi.

Bussai, non sentendo il minimo rumore provenire dall'altro lato.

<Spero non si siano ammazzate> mormorai preoccupata.

Tutte le mie preoccupazioni vennero spazzare vai, quando Diamante aprì la porta.

La osservai da capo a piedi.

Indossava un abito succinto argentato, che si abbinava al pesante trucco che indossava, e a quei tacchi vertiginosi.

A vederli sembravano trampoli.

Mi sorrise, e si fece da parte per farmi entrare.

<Prego, accomodati> feci come detto.

La loro stanza era molto simile alla nostra, cambiavano solo i colori e qualche mobile.

Rimasi ferma al centro della stanza, cercando di captare la figura di Lara.

<La tua amica sta facendo la doccia. Doveva sbollire la rabbia> disse, sorpassandomi e raggiungendo il letto.

Si sedette sopra, incronciando le gambe, e guardandomi ghignando.

Incrociai le braccia, assumendo una postura confidente.

Contro Axel non avevo speranza, ma di certo non mi abbasavo davanti ad una come lei.

Notando ciò, la ragazza sembrò ancor più divertita.

<Allora...come ti trovi nella tua nuova dimora?> domandò.

La guardai per un attimo, prima di voltarmi e girare per la stanza.

Volevo dimostrarmi padrona di ciò che mi circondava, lei non poteva avere nessuna influenza su di me.

<Be' ce l'ho nel sangue> risposi toccando la cornice oro di un quadro appeso lì.

<Immagino. Come va con Axel?> chiese.

Mi fermi un attimo, prima di continuare la mia pellustrazione.

<Cosa te ne importa?> domandai.

In effetti era ciò che pensavo.

Non aveva nessun diritto di domandare queste cose.

Chi si credeva di essere?

La ragazza gettò la testa indietro, ridendo apertamente alla mia risposta.

<Sai, Axel non è un tipo facile> continuò.

La ignorai, non volendo mettere carne al fuoco, o darle alcun tipo di soddisfazione.

<Devi saperlo prendere> disse, ma il suo tono alluse a qualcosa di molto più volgare.

Trattenni dal rivolgerle un sguardo schifato.

<Ti ringrazio per la tua preoccupazione, ma so come prendere Axel> dissi.

D'Improvviso la porta del bagno si aprì, e immezzo a tutto il fumo, dovuta all'acqua calda della doccia, uscì Lara.

Quest'ultima gettò uno sguardo d'odio alla ragazza seduta sul letto, che ricambiò con un occhiolino.

Si accorse dlla mia presenza, e corse verso di me.

<Oh Iris, menomale che sei qui> disse.

Il suo sguardo cadde sul mio volto, e incoscientemente con  una mano andai a coprirmi il mento.

<Cosa è successo?> domandò.

Mi scostai sorridendo.

<Nulla. Allora, cosa dovrei mettere stasera?> domandai per sviare l'argomento.

Lara mi rivolse uno sguardo preoccupato, ma non osò dire altro.

I suoi occhi si illuminarono, ma prima che potesse dire qualcosa, l'altra ragazza presente nella stanza la precdette.

<Di sicuro un bel pigiamino> esclamò.

Io e Lara la fissammo omicida.

<E perche mai?> domandò Lara, ponendo le mani sui fianchi.

<Be', perchè rimarrete qui, mentre noi altri andremo a spassarcela> esclamò, si sporse verso il comodino, e afferrò una bottiglia d'acqua.

<Per tua informazione Leo mi ha mandato qui per preprarami. A quanto pare andremo in una delle discoteche del centro> dissi, riferendomi nell'ultima parte a Lara.

Quest'ultima sorrise al settimo cielo.

Emise un urlo ecittato, prima di tascinarmi verso la sua vligia completamente spalancata sul pavimento.

<Vediamo cosa indossare> disse perdendosi tra la miriade di abiti.

<Oh! Che te pensi di vestirci uguali? Io metto l'argento e tu quello oro> esclamò sollevando due abiti uguali ma di colori diversi.

Sembravano molto corti, ma non me ne preoccupavo.

Annuii, afferrando l'abito oro.

<Vatti a cambiare in bagno> disse.

Annuii di nuovo.

Lanciai uno sguardo alla ragazza sul letto, che adesso stava smanettando con il suo cellulare.

Mi diressi in bagno, tentando di non inciampare tra tutto il casino presente.

Mi cambiai e mi avvicinai allo specchio, pulendo da tutto il vapore che lo appannava.

A dirla tutta mi aspettavo peggio.

Il vestito mi calzava a pennello ed era ababstanza coprente e sicuro nel caso di movimenti pericolosi.

Uscii dal bagno, trovando Lara alle prese con dei pennelli per il trucco.

Mi avvicinai, e si accorse di me dal riflesso dello specchietto.

Mi sorrise, e mi fece i complimenti per il vestito.

<Tieni. Prendi quel che vuoi> disse porgendomi una porchette piena zeppa di trucchi.

Sembravano molto costosi e soprattutto molto usati, ma erano tenuti bene.

Tenendo in equilibrio la borsa tra le mie mani, presi solo ciò che sapevo usare.

Un po' di mascara, ombretto, e luci da labbra.

Tentennai ma alla fine decisi anche di mettere un po' di correttore, troppo preoccupata della grande evidenza di ciò che mi aveva fatto Axel.

L'altra ragazza era ancora presente nella stanza, ma non mi voltai nemmeno una volta a guardarla.

Più la ignoravo, meglio era.

D'improvviso si udì un bussare alla porta.

Osservai come Diamante si avvicinò lentamente, e guardò dallo spioncino chi fosse.

Sfoggiò un sorriso, spalancando la porta.

La figura di T fece capolineo, gettando una sguardo del tutto provocatorio alla ragazza davanti a sé.

Quest'ultima poggiata allo stipite della porta, flrtava con lui.

Roteai gli occhi, finendo di mettermi il lucida labbra alla fragola.

Anche Lara aveva concluso, e stava scegliendo quale borsa portare.

<Avete fatto?> Chiese il ragazzo introducendosi nella stanza.

Osservò colei che aveva aperto la porta, squadrandola da capo a piedi, prima di diventare serio a guardare il vestito della sorella.

Lara accorgendosi dello sguardo quasi rimproveratorio, si mise subito sulla difensiva.

<Non osare dire una parola, altrimenti esco da qui e vado in giro nuda per Las Vegas. E credimi, lo faccio> non disse altro e uscì dalla stanza, dando una spallata a Diamante.

T sospirò, prima di guardarmi.

Alzò un sopracciglio ed emise un sorrisetto.

<Che splendore! Non avrei mai immaginato di vederti vestita in questo modo> disse riservandomi uno sguardo del tutto da pervertito.

<C'è sempre una prima volta> risposi scrollando le spalle.

E così anche io seguii la ragazza fuori.

Gli altri tre ragazzi erano già ad aspettare nel corridoio.

Con una piccola corsetta affiancati Lara, e ci avvicinammo al resto della ciurma.

<Eccoci> disse Lara.

I ragazzi interruppero la loro conversione e si rivolsero verso di noi.

Guardarono Lara in maniera normale, forse abituati a tale visione, mentre per quanto riguarda me, per poco non cadevano a terra le loro bocche.

Mi mossi imbarazzata sotto il loro sguardo.

Mi spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio, abbassando la testa per nascondere le mie gote in fiamme.

<Hey> disse Lara schioccando le dita davanti alle facce dei tre, o meglio dei due.

Per quanto riguarda Axel era totalmente impassibile come sempre.

Non che lo avessi guardato, e solo che era davanti a me, e quindi mi ci sono caduti gli occhi.

Dovevo ammettere che mi rattristisse il fatto che non ebbe nessuna reazione nei miei confronti.

Insomma non ero mica una modella, ma ecco non ero neanche da buttar via.

O forse lo ero?

Forse non ero il tipo di Axel.

<Andiamo, stiamo già facendo tardi> T rispuntò alle nostre spalle, sorpassandoci, mentre trascinava con sé la sua consorte.

<Quei due sono troppo arrapati> disse Leo, guadagnandosi una gomitata dal fratello di Lei.

Li seguirono, e aspettammo che anche Axel si muovesse, ma rimase piantato contro il muro.

Gli rivolsi uno sguardo confuso, facendogli segno di andare.

<Andate prima voi, vi controllo da dietro> disse.

<Dillo che vuoi guardarci il culo> replicò Lara, ruotando gli occhi.

La guardrai con occhi sgranati mentre mi trascinava via da quel corridoio.

Mi voltai indietro, giusto in tempo per vedere Axel sorridere scuotendo la testa.

Poi ci seguì, rimanendo però a debita distanza, e soprattutto con lo sguardo dritto davanti a sé.

Le stesse azioni di quando eravamo arrivati si ripeterono al ritroso.

Salimmo in macchina con la stessa disposizione per evitare altre proteste , e partimmo alla volta di questa discoteca.

Per fortuna questa volta Axel non mi stesse con il fiato sul collo per tutto il tragitto.

Arrivati a destinazione, da fuori vidi un lunga coda di persone, davanti ad un grande stabilimento.

La scritta luminosa del nome del club, illuminava l'intero isolato.

La macchina non si fermò all'entrata, e continuò per il retro.

Entrati in un parcheggio completamente vuoto, scendemmo.

Leo fu il primo a correre all'interno dell'edificio aprendo una grossa porta di ferro.

Io e Lara facemmo lo stesso, mentre il resto ci seguiva.

Una volta entrata, potei sentire il rumore della musica sparata a palla ma per fortuna ovattata dagli spessi muri.

<Sono così eccitata! Andiamo, presto, voglio infastidire il dj per la musica>Lara, molto eccitata mi trascinava per un braccio.

Risi, sentendomi dopo tanto tempo una semplice ragazza e non un erede ad uno stupido trono.

Scostammo una tenda di colore rosso fuoco, e subito le luci del club mi accecarono gli occhi.

L'interno era gremito di gente, sia sopra, dove eravamo noi, che al piano di sotto.

Tutti ballavano, chi beveva e chi invece se ne stava per i fatti suoi con la faccia spiaccicata sul telefono.

Lara mi disse qualcosa, ma a causa della musica troppo alta, riuscii solo a vedere le sue labbra muoversi.

Scosse la testa, e mi fece segno di seguirla.

Acconsentii, gettando un occhio qua e là per godermi quell'atmosfera.

Scendemmo delle scale a Chioggiola, dove vi erano due guardie, che ci fecero passare subito, bloccando tutto il passaggio.

Devo dire che tutto questo potere non mi iniziava a dispiacere.

Al piano di sotto la musica era ancora più assordante.

Il mio corpo si mosse da solo, sentendo il boom della musica rimbombare nel petto.

Iniziai a muovermi liberamente, sorridendo soltanto perché non conoscevo le parole della canzone.

Lara mi guardò e sorrise, imitando le mie azioni.

In quel preciso istante, eravamo solo Lara ed Iris.

Ballavamo come delle semplici adolescenti, incuranti di tutti i mali del mondo, e di ciò che sarebbe stato del nostro futuro.

Amavo questa spensieratezza, il divertimento senza esagerazioni, e soprattutto amavo essere libera.

Niente Axel, niente Arsh, nessuno che potesse controllarmi, e mandarmi la serata a monte.

Il mio bacino andava a destra e a sinistra.

Alzai le braccia muovendole al vento, non importava di sembrare una totale pazza, volevo solo fermare il tempo e rimanere su quella pista da ballo per sempre.

La musica cambiò, ma il mio ballo non si s'interruppe.

Sentivo corpi che mi spingevano, mani che mi sfioravano, non sapevo se intenzionalmente oppure no, ma ero nella mia bolla.

Tutto ciò che accadeva intorno a me, era irraggiungibile.

C'eravamo solo io e la musica che mi spaccava i timpani.

Il sudore iniziò a calarmi dalla fronte, e il calore del movimento e della soffocante aria del club, mi provocarono un giramento di testa.

Ma risi soltanto.

Il mio occhio cadde su un angolo del club, dove vi era un barman che stava preparando alcuni cocktail.

Feci segno a Lara del posto che stavo guardando, e una volta che anche lei aveva capito le mie intenzioni annuì.

Facendoci spazio tra la folla arrivammo, davanti a quel bancone.

Vi poggiai le mani, ritraendole subito notando che erano completamente fradice, probabilmente di tutti i drink che erano stati versati.

<What do you want girls?> Domando il barman. (Cosa volete ragazze?)

Per fortuna avevo un alto livello di inglese, e poi rispondere senza problemi.

<Two sex on the beach> gridai alzando due dita. (Due sex on the beach)

Lara mi rivolse uno sguardo perplesso prima di ridere e scuotere la testa a tempo di musica.

Mi incantai a guardare il barman che andava da un parte all'altra per prepararci il nostro drink.

Una volta pronto, ce li porse all'interno di due bicchieri alzati e triangolari.

<Here you go, enjoy> disse ancora, facendoci l'occhiolino. (Ecco a voi, godetevelo)

Anche se era più indirizzato alla ragazza accanto a me.

Facemmo scontare i nostri bicchieri, e scolammo quel cocktail in poche sorsate  facendo a gara per chi finisse prima.

Vinsi io, e sbattei il bicchiere sul tavolo, alzando le braccia per esultare.

<Wo-ho!> gridai prima di ritornare di corsa sulla pista da ballo.

'Level up' si sparse per tutto il locale, ed io non potei fare a meno di mostrare i miei passi di danza imparati per puro caso.

Era un altro dei miei grandi hobby, che però non avevo coltivato fino in fondo.

Il drink bevuto prima, iniziò a salirmi al cervello, portandomi ad un grande giramento di testa.

Sentii la ridarella prendere possesso di me.

Tutto ciò che vedevo mi faceva sorridere.

Che bello stato d'animo.

Di Lara nessuna traccia, ma nel momento era bella che andata.

Mi muovevo in maniera scordinata, mentre ragionavo se bere un altro di quel cocktail oppure no.

D'improvviso due mani mi afferraono i fianchi.

Sussultai molto lentamente, in quanto ogni mia azione era a scoppio ritardato.

Sentii una forte presenza addossarsi a me.

Mi voltai, e mi ritrovai davanti il viso di T.

Sorrideva con quello stupido ghigno.

Sorrisi anche io, mentre la canzone cambiava di nuovo lasciando spazio a Rihanna.

<La Queen> gridai, riferendomi alla cantante, appena riconobbi la canzone. (La regina)

T sorrise, ma a giudicare dal movimento delle sue spalle era immerso in una piccola risata.

Le sue mani strinsero i miei fianchi, per poi scendere più in basso.

<Che fai?> Sbiascicai.

<Nulla> rispose facendo l'innocente ma con uno sguardo completamente oscurato dalla lussuria.

Il caldo aumentò, mentre mi muovevo completamente attaccata al corpo di T.

Le sue grandi mani si muovevano su tutto il mio corpo, ma non andando troppo oltre.

Io lo lasciai fare, troppo impegnata a muovermi a ritmo della canzone.

<Devo ammettere che sei davvero sexy con questi vestiti addosso> se non mi avesse sussurrato queste parole all'orecchio non sarei mai riuscita a sentire.

Risi di nuovo, tentando di allontanarmi dalla sua faccia, che aveva preso posto sul mio collo.

Poggiai le mani sulle sue spalle, mentre sentivo il suo naso strisciare sensualmente sul mio collo.

<Hai un buonissimo odore, piccolina> sussurrò ancora.

Annuii, non sapendo bene il perché.

<É alla vaniglia> risposi riferendomi al profumo.

<Mh, vaniglia> lo sentii ripetere.

D'un tratto le mie emozioni di spensero.

Non sentivo più le mani di T, nemmeno la musica o il giramento di testa.

Tutto si immobilizzò quando captai lo sguardo di Axel.

Mi guardava dall'alto, da quelle che erano le postazioni vip.

Sorseggiava qualcosa da un bicchiere, e mi osservava.

O meglio osservava me avvinghiata a T.

Schiusi le labbra e rimasi imbambolata a guardalo.

Ed ora?

Veniva qui a prendemi o sarei dovuta andare io da lui?

Aspettavo un segnale, un qualsiasi cenno per capire quello che dovevo fare.

Ma tutto ciò venne spezzato via, quando mi voltò le spalle.

Niente più occhi scuri, niente più sguardo incazzato.

Ormai era chiara la sua risposta.

La musica torno nelle mie orecchie, così come tutto ciò che mi circondava.

<Iris!> Mi sentii chiamare.

Guardrai il viso di T ad un passo dal mio.

Mi guardava preoccupato, forse notando la mia momentanea defiance.

<Tutto bene?> Riuscii a sentire in tutto quel casino.

Guardai di nuovo Axel.

Non aveva cambiato posizione.

Guardai di nuovo T.

Anche lui avrebbe avuto la mia risposta.

Prima che potessi pensarci, afferrai il volto di T, e scontrai le nostre labbra.

Il ragazzo rimase interdetto, prima di iniziare a ricambiare.

Misi le mani tra i suoi capelli portandolo più vicino a me.

Le sue mani agguantarono il mio sedere, e non potei fare a meno di lasciarmi sfuggire un sospiro.

Lo sentii sorridere tra le mie labbra, ed approfittò di ciò, per introdurre la sua lingua nella mia bocca.

Lo accolsi.

Le nostre lingue, si toccavano, intrecciavano e succhiavano in una danza troppo sporca, troppo bagnata.

Sentii le sue mani scendere sulle mie cosce prima di tirarle leggermente.

Capii cose voleva da me, e lo accontentai.

Gli saltai in braccio non curandomi delle persone che colpii con i miei piedi.

Gli allacciai le gambe attorno al bacino, sentendo la sua presenza contro il mio basso ventre.

Venni pervasa da brividi, mentre dentro di me sentivo il desiderio crescere.

Strusciai il bacino contro il suo, e lui rispose stringendo le mie cosce.

Potei sentire le sue unghie piantarsi nella mia coscia.

Emisi un sospiro di dolore, misto a piacere.

Le sue labbra abbandonarono le mie, e si appropriarono del mio collo.

La sua lingua assaporava la mia pelle quasi come ad assaporare quella famosa vaniglia.

Boccheggiai, portando una mano sulla sua spalla, mentre l'altra seguiva il movimento della sua testa.

La bolla di piacere dentro la quale stavamo per abbandonarci venne distrutta da un forte boato.

<State giù!> Sentimmo gridare.

La musica si abbassò d'improvviso, mentre tutte le persone iniziavano a correre da una parte all'altra.

Scattai giù da T, aggrappandomi a lui per evitare una brutta caduta.

Mi sentii buttare a terra e rimasi lì sdraiata.

Guardai T attraverso il mio sguardo offuscato dai repentini movimenti.

Tirò fuori la sua pistola, spianandola davanti a sé ma fummo accolti dal completo silenzio.

<Taehyung!> Voltai lentamente la testa.

Sdraiata sul pavimento guardai delle scarpe Correre verso la nostra direzione.

Alzai lo sguardo, riconoscendo a malapena il viso di Leo.

Si mise a parlare con T, ma non riuscii a captare molto della loro conversione.

Come un sacco di patate, mi sentii di nuovo sollevare da terra.

Scossi la testa rinsavendo il giusto per capire quale era la situazione.

Mi portai una mano alla testa, mentre due possenti braccia mi spostavano su dei divanetti al lato della sala.

<Che succede?> Sbiascicai.

Il mio cuore ebbe un tuffo quando mi ritornai a poco centimetri da Axel.

Il ragazzo mi aveva preso tra le braccia e portato in 'salvo' per così dire.

<Va tutto bene, ora rimani qui e non fiatare> mi ordinò.

Annuii solatamente, mentre venivo adagiata sul divanetto.

Un altro boato di udì sulla pista da ballo.

Ci abbassammo tutti e tre.

<Bene, bene, bene, Axel Wang ma che piacere!> Un uomo anch'esso asiatico, uscì dalla penombra, seguito da altri due.

<Chi sei?> Domandò l'interessato, piazzandosi davanti a me.

Vidi l'uomo spostare la testa di lato, e guardami dritto negli occhi.

Spostai lo sguardo sentendomi intimorita, e mi feci più piccola dietro la figura di Axel.

<Oh sai benissimo chi sono> rispose l'uomo ritornando con lo sguardo sul ragazzo.

<Cosa vuoi?> Domandò questa volta Leo, facendo un passo avanti.

Rimasi scioccata da come le sue emozione avessero abbandonato la sua faccia.

<Solo fare due chiacchere> replicò l'uomo, allargando le braccia verso i due uomini al suo seguito.

T e Leo avanzarono, insieme ad Axel.

<Oh!> T si fermò, alzando un dito.

<Lo sentite?> Domandò.

Gli uomini davanti a lui si scambiarono un occhiata confusa.

<Questa é la mia canzone preferita> concluse voltandosi con il capo verso la console.

La musica stava ancora andando, e le tra le note di 'i'm still standing' suonava la colonna sonora di quella che sarebbe stata una brutta rissa.

<Alza il volume dj!> Gridò.

Le sue richieste vennero esaudite, inspiegabilmente.

La musica aumentò, e la macchina del fumo si azionò, inglobando i tre nemici.

I tre moschettieri colsero l'occasione e partirono alla carica.

Sussultai quando una mano mi afferrò un braccio.

Mi voltai e intravidi la faccia di Diamante, mentre mi trascinava dietro i divanetti.

Caddi a terra emettendo un verso di dolore e confusione.

<Iris! Mi senti?> Disse scuotendo la mia testa.

Annuii, scostandomi per evitare che mi sentissi ancora peggio.

<Tieni, bevi questa> disse.

Afferrai la bottiglietta d'acqua che mi pose, e ne bevvi qualche sorso.

La sobrietà stava prendendo di nuovo possesso di me, ma per quanto riguarda il mio stomaco, era del tutto andato.

<Mi sento male> mi lamentai, portandomi una mano alla pancia.

<Ora andiamo via, sta tranquilla> disse.

Gli spari di pistole, e versi di dolore mi fecero tornare in me.

Mi aggrappai al divano e mi sollevai di poco per vedere quello che stava succedendo.

Intravidi i tre moschettieri che stavano colpendo e allo stesso tempo sì stavano difendendo dai nemici.

Ma ciò che mi sorprese di più era vedere che T lo stava facendo cantando.

<Looking like a true survivor> gridò mentre ricaricava le pistole.

Axel invece, aveva preferito usare solo le mani.

Feci una smorfia di disgusto, e distolsi lo sguardo da quelle mani completamente insanguinate.

Leo era il più concentrato ma anche il più impassibile, se non per qualche sorrisino quando atterrava un Nemico.

Ritornai con lo sguardo di T quando udii un rumore di vetri che si rompevano.

Stava salendo su di un tavolo, ma purtroppo venne fermato da un uomo che lo afferrò per le spalle.

Aggrottai la fronte, notando come gli uomini contro di loro erano visibilmente raddoppiati.

<Da dove vengono tutti questi?> Domandai.

<Non lo so, speriamo solo riescano a fargli il culo presto> rispose Diamante.

Le gettai uno sguardo increudulo nel vedere che stava davanti al suo specchietto, e si ritoccava il trucco.

<Che c'è? Sono stata troppo volgare?> Domandò confusa.

Scossi la testa, ritornando a godermi quella specie di spettacolo.

T si scrollò di dosso l'uomo.

<Non mi rovinare lo show> disse, e continuò con il suo piano.

Una volta in alto, Punto la pistola e iniziò a sparare.

<I'm> un colpo.

<Still> sparò ancora, riuscendo ad atterrare un altro uomo.

<Standing> continuò a cantare svuotando quel caricatore.

Mi sentii di nuovo male, e mi accasciai accanto alla ragazza, tentando di trattenere i connotati di vomito.

Chiusi gli occhi, e attesi che la nausea sparisse così come tutto quel baccano.

Le mie parole vennero esaudite.

Non si udirono altri spari.

Guardai Diamante, che aveva lo sguardo attento verso la pista da ballo.

Si alzò lentamente, ed io la seguii.

<Finalmente!> Disse esasperata.

Mi alzai anche io, facendo forza sul divano per rimanere in piedi.

Mi sentivo letteralmente a pezzi.

Tutta l'adrenalina provata abbandonava pian piano il mio corpo, lasciando spazio a brividi di freddo e un batticuore immenso.

Le gambe presero a tremare e per poco non caddi a terra, se non fosse stato per la forse presa di Diamante.

<Iris! Ti senti bene?> Aprii di poco gli occhi, e guardai il viso preoccupato di Leo.

Scossi la testa, portandomi una mano alla bocca, sentendo di nuovo la nausea risalire.

<Non azzardati a vomitarmi addosso> sentii Diamante minacciarmi.

Venni scostata violentemente, e caddi tra le braccia di Leo.

Mi sollevò, tenendomi tra le sue braccia.

<Dobbiamo andare via, é troppo pericoloso> sentii La voce di Axel.

<Aspetta un attimo...dov'é mia sorella?> I miei occhi sgranarono.

Dov'era finita Lara?

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