Nella vecchia fattoria, ia ia...

By AndreeaMBlioju

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Gabe Coldwell, uno degli scapoli più ambiti di New York, ha trascorso una nottata particolare per il suo tren... More

Trama e personaggi
1 Gabe
2 Fiona
3 Gabe
4 Fiona
5 Gabe
6 Gabe
7 Fiona
8 Gabe
9 Fiona
10 Gabe
11 Gabe
12 Gabe
13 Fiona
14 Fiona
15 Gabe
16 Fiona
17 Fiona
18 Fiona
19 Fiona
20 Gabe parte 1
20 Gabe parte 2
21 Fiona
22 Fiona
23 Gabe
25 Fiona
26 Fiona
27 Gabe
28 Gabe
29 Fiona
30 Fiona
31 Gabe
32 Gabe
33 Gabe
34 Fiona
35 Gabe
36 Fiona
37 Fiona
38 Fiona
39 Fiona
40 Gabe
41 Gabe

24 Gabe

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By AndreeaMBlioju

Capitolo 24

Gabe

Mi sto preparando per portare Fiona a cena fuori nel momento in cui sento bussare alla porta. La mia bocca si alza da sola in un sorriso e, convinto che sia lei, vado ad aprire. Non poco è il mio stupore quando trovo Seth sulla soglia. Il sorriso mi muore sulle labbra. Da quando mi trovo a Greenlung questa è la prima volta che viene in quest'ala della cascina.

«Posso parlarti? Non ti ruberò molto tempo», indica con un cenno all'interno della mia stanza.

«Certo», mi faccio da parte e lui avanza con passo esitante. Mi guarda da capo a piedi per un paio di secondi, poi prosegue e sposta gli occhi su delle cose a caso.

Ho indossato una camicia bianca e un paio di pantaloni eleganti. Non vestivo così dal primo giorno in cui sono arrivato nella fattoria. Prima era la mia mise giornaliera, qui invece le volte all'anno in cui qualcuno si mette in ghingheri si possono contare sulle dita di una mano.

«Vorrei chiederti una cosa e mi piacerebbe che fossi sincero con me», aggiunge Seth, fermandosi in mezzo alla camera e voltandosi verso di me che faccio passare i bottoni nelle asole della camicia. È nervoso e si comporta in modo strano.

Inarco un sopracciglio. Ho una vaga idea del perché sia qui, ma non gli permetterò di intromettersi. Fiona non prova nulla per lui, è meglio che si metta l'anima in pace e che si faccia da parte.

«Seth, quello che sta succedendo tra me e Fiona riguarda solo noi», gli dico a costo di sembrargli brutale.

«Non m'interessa quello che sta succedendo tra di voi ora, ma cosa accadrà dopo», replica deglutendo con difficoltà. Probabilmente perché non si è mai rivolto a me in questo modo e teme una mia reazione. O forse perché quello che gli ho detto lo disturba.

«Cosa provi per lei, Seth?», chiedo assumendo un tono di voce più serio.

«Niente».

«Seth!», lo guardo severamente, comunicandogli con lo sguardo che non gli conviene prendermi per il culo.

«La amavo, ok?», sbotta serrando le mani a pugno. Non faccio una piega anche perché mi aspettavo una risposta del genere. «È l'unica ragazza per la quale abbia mai provato qualcosa, ma lei non ha mai dato cenno di voler instaurare con me un rapporto differente da quello che abbiamo e io non ho mai trovato il coraggio necessario per farmi avanti. Mi considera il suo migliore amico, il suo fratello...»

«Hai usato il verbo al passato. Hai detto che la amavi», gli faccio notare, provando una brutta sensazione sulla bocca dello stomaco all'idea di lui e Fiona insieme. La cosa è assurda e mi spaventa allo stesso tempo perché non ricordo di aver mai provato nella vita questo sentore di possesso nei confronti di qualcuno. «Mi interessa sapere cosa senti per lei oggi», specifico.

«Le voglio bene. Gliene vorrò per sempre, che tu lo voglia o meno», il suo pomo d'Adamo continua a muoversi con fatica. «La vera domanda è: cosa provi tu per lei, Gabe? Cosa hai intenzione di fare dopo che sarai andato via da qui?»

Le mie spalle si afflosciano di colpo. Sono sollevato nel sapere che non la ama più, non mi andava di litigare con lui. È un bravo ragazzo, in fin dei conti. Probabilmente non diventeremo mai grandi amici, ma gli sarò per sempre grato per l'aiuto che mi ha dato durante la mia permanenza a Greenlung. Ero un estraneo piombato nella sua vita dal nulla, ma non è mai stato scortese con me. Diventa un po' irascibile quando si tratta di Fiona, ma lo fa a fin di bene.

Vado a sedermi sul bordo del letto e mi prendo la testa tra le mani. Non ho una risposta concreta alla sua domanda.

«Non lo so», gli dico semplicemente. Provo qualcosa per lei, ma non so quantificarlo né che importanza accordargli.

Lui resta per un attimo in silenzio prima di aggiungere: «Posso darti un consiglio?»

Sollevo lo sguardo su di lui e annuisco. Magari ciò che dirà mi aiuterà in qualche modo perché io non ho idea di come gestire la situazione. Tutto ciò che mi succede con Fiona è nuovo per me e a volte mi sembra di essere un piccolo pulcino smarrito nel mondo.

«Fiona è come un fiore selvatico delicato. Non sopravviverà a lungo se la strapperai dalla sua terra. Ci ha già provato in passato ad andare via da Greenlung ed è tornata a casa con i lividi sul cuore», prosegue Seth.

Lo guardo come se mi avesse appena tirato un pugno in faccia. Poi ricordo che anche Fiona ha accennato al suo allontanamento dalla fattoria. Preso come lo sono da lei, non sono mai più tornato sull'argomento e non so cosa gli sia successo di preciso. Probabilmente qualcosa di brutto dal momento che Seth mi dice queste cose.

Ma il peggio arriva dopo, quando le parole che escono dalla sua bocca mi arrivano come delle coltellate.

«Sarebbe meglio per lei se troncassi il vostro rapporto il prima possibile. E te lo giuro su Dio che ciò che provavo per lei non c'entra niente con quello che ti sto dicendo. Il fatto è che io so com'è quando soffre. Ho visto le sue lacrime, le ho asciugate con queste mani. Non voglio che il suo cuore si spezzi di nuovo, non so cosa ne resterebbe di lei se dovesse succedere un'altra volta. La vedo presa da te, ma forse non è ancora troppo tardi. Forse c'è una speranza che non abbia perso del tutto la testa per te. Probabilmente penserai che non ho alcun diritto di farlo, ma ti chiedo di lasciarla stare. Può darsi che sia solamente un capriccio per te e quando tornerai a casa realizzerai che è stata la tua valvola di sfogo che ti ha aiutato a non dare di matto in un posto che detesti».

***

Io e Fiona siamo arrivati al Big Daddy's mezz'ora fa, un piccolo ristorante in cui si ha l'impressione di essere stati catapultati negli anni '50. Inizialmente, mi aspettavo che a servirci sarebbero stati i protagonisti di "Grease" o di "Happy Days", ma i clienti sono per lo più persone del posto e io e Fiona sembriamo due pesci fuor d'acqua con i nostri vestiti decisamente troppo eleganti.

Il personale è gentile e la prima portata è stata deliziosa. Sulla terrazza si sta bene e l'atmosfera è rilassante. Sul soffitto sono stati appesi dei fili di luce colorati, come quelli di Natale; i centrotavola sono composti da fiori freschi e il sole sparisce dietro la collina che delimita il lago. È tutto carino, solo io continuo a essere inquieto.

Faccio roteare l'acqua nel mio bicchiere - sì, avete capito bene, sto bevendo della semplice acqua leggermente frizzante - e guardo la donna che mi sta di fronte, incredulo per le sensazioni che continua a darmi.

La trovo bellissima con il suo abito verde a maniche lunghe e corto fino sopra il ginocchio, e gli stivali da cowboy, e mi do dello stupido per non aver guardato oltre la prima volta che l'ho incontrata. Mi sono soffermato alla sua salopette sporca di lavoro, fatica e sacrifici, e non ho saputo apprezzare la sua dolcezza e la bontà d'animo che possiede.

«Cosa c'è?», mi chiede sorseggiando un po' di vino rosso prima di guardarmi da sopra il bordo del bicchiere.

I suoi occhi sono truccati e sembrano più grandi mentre mi fissano curiosi.

C'è che tra dieci giorni tutto ciò sarà finito e che tornerò alla mia solita routine che sì, mi manca, ma ora molto meno che all'inizio di questo incredibile viaggio.

È stata un'esperienza assurda, questa nella fattoria. A partire dal lavoro manuale che non avrei mai pensato di essere in grado di svolgere; agli animali che ho imparato a conoscere e a voler bene - tranne a Charlie perché con quello stronzetto è impossibile andare d'accordo -; alla fiera, un'esposizione alla quale non avevo mai partecipato, ma che si è rivelata più piacevole del previsto; i bikers con i quali in un altro contesto non avrei mai avuto a che fare; e poi c'è lei, Fiona, la contadina sempliciota che tanto mi stava sulle palle inizialmente, ma che ora... Non so, non sono certo di quanto sia importante quello che provo per lei e le parole espresse da Seth non fanno altro che tormentarmi fin da quando siamo saliti sulla moto e ci siamo lasciati la cascina alle spalle.

Fino a dove sono disposto a spingermi con Fiona?

«A cosa stai pensando?», insiste destandomi dai pensieri.

«A niente», mento scivolando con gli occhi sui suoi seni messi in evidenza dallo scollo dell'abito a forma di cuore.

«Ti stai di nuovo comportando da stronzo», sussurra.

«Lo sto facendo?», poso il bicchiere sul tavolo e allungo una mano verso la sua.

Il suo braccio mi viene incontro e la afferra. Il calore delle sue dita si diffonde sulla mia pelle, regalandomi una sensazione di benessere genuino.

«Sei pensieroso e mi piacerebbe sapere cosa ti tormenta».

Scuoto la testa e sospiro. Il mio cervello continua a elaborare supposizioni che non mi piacciono per niente.

Temo che, se messa davanti a una scelta, lei potrebbe non preferirmi e non so se sarei in grado di sopportarlo. Dall'altro lato, non voglio essere egoista e strapparla alla sua vita quando non ho le idee chiare su come voglio proseguire con lei.

Se avesse ragione Seth? Se Fiona rappresentasse per me soltanto il porto sicuro di un posto che non mi è mai andato a genio?

«Che ne dici se ci godiamo la serata senza pensarci a niente?», mi costringo a mostrarle un sorriso. Non voglio rovinare il momento con le mie paranoie.

«Il mio intento era proprio quello...»

«Allora facciamolo», dico più convinto, stringendole la mano nella mia.

«Prima però ho una domanda da porti», dichiara e faccio una smorfia.

Tuttavia, la sprono a continuare.

«Cos'è successo tra te e Kate?», chiede mordendosi il labbro inferiore e posando sulla tovaglia bianca il bicchiere di vino.

I miei occhi guardano il pezzo di carne che sparisce all'interno della sua bocca. «Non farlo se vuoi restare qui e finire di mangiare», quasi ringhio cercando di tenere a bada l'eccitazione che mi monta dentro.

Lei mi dà ascolto e libera il labbro, stampandosi in faccia un sorriso intrigante.

«Ti piace vedermi soffrire?», la rimprovero bonariamente.

Lei ridacchia divertita. «Ti faccio soffrire?»

«Non hai idea quanto, ma dopo mi vendicherò», la minaccio lanciandole uno sguardo malizioso e lasciandole un'altra stretta sulla mano.

«Che paura», sorride ancora e scuote la testa, spargendo ovunque le sue onde ramate. «Stavamo parlando d'altro», mi fa notare.

Le nostre chiacchiere vengono interrotte dalla cameriera, una signora dai capelli biondi a caschetto, con addosso una divisa rosa confetto.

«Ecco a voi, giovanotti». Posa davanti a Fiona un piatto di spaghetti e a me un pesce di lago alla griglia, accompagnato da diverse verdure; il tutto è accozzato in un unico piatto che straborda. Sorride prima di allontanarsi.

«Quindi?», chiede Fiona, inforchettando la pasta.

Mi appoggio allo schienale della sedia e la guardo mangiare.

«Mi sono prestato al suo gioco per aiutarla a far ingelosire il suo fidanzato, ma non l'ho sfiorata neanche con un dito», confesso.

I suoi occhi si spalancano leggermente per lo stupore. «E la tipa che ti ha lasciato le orme di rossetto sulla camicia? Come si chiama?»

Inarco un sopracciglio e reprimo un sorriso. «Non ricordo. Se ci tieni così tanto a saperlo puoi chiedere a Seth se conosce il suo nome», sorrido debolmente.

«Non ci tengo, grazie».

«Sei gelosa?»

«Non mangi?», indica il mio piatto ancora intatto forse per cercare di aggirare la mia domanda.

«Rispondimi».

«Ti sembro gelosa?»

«Sì, da morire».

«Allora lo sono».

«Non hai motivo. Ti ho già detto che non ho scopato con nessuna oltre te da quando sono qui».

«Però l'avresti fatto. L'hai baciata?»

«Sì».

«Ok».

«Sei offesa?»

Al che lei abbandona sul tavolo la posata e afferra il tovagliolo per passarselo sulla bocca. «No. Sto solo pensando al numero di ragazze che hai baciato e che continuerai a baciare quando tornerai a New York».

Mi guarda dritto in faccia forse perché vuole delle certezze. Non abbiamo mai parlato di ciò che siamo diventati, non ci siamo messi alcuna etichetta addosso, e probabilmente questo la disturba.

Anche se non ho le idee chiare provo lo stesso a tranquillizzarla in qualche modo.

«Non lo farò. E sai perché?»

Lei scuote lievemente la testa, gli occhi ancora fissi nei miei.

«Perché vorrei continuare a frequentarti anche dopo che sarò andato via dalla fattoria», dico stupendo persino me stesso.

Lei sposta gli occhi per un attimo, li posa su una coppia di anziani che balla il tango all'interno del ristorante, dove i tavoli centrali sono stati spostato in tal modo da creare una pista provvisoria, prima di tornare a guardarmi. «E come faremo?»

«Troveremo il modo», dichiaro credendo sempre di più in ciò che ho appena detto. Non so come, ma troveremo il modo perché entrambi ci teniamo che questa cosa, qualsiasi essa sia, funzioni.

«Signorina, posso chiederle di concedermi un ballo?», chiede un signore sulla settantina, allungando un braccio verso la mia donna.

Sto per spronarlo ad andare a chiedere a un'altra signora di ballare con lui, perché il cavernicolo che è in me non vuole che nessuno, neanche un anziano, si avvicini a lei, ma Fiona mi precede, accettando l'invito. Mi fa l'occhiolino, si alza in piedi e prende il signore a braccetto.

«Sa, mi ricorda la mia amata da giovane che non è più tra noi da...»

Si allontanano insieme fino ad arrivare all'interno del ristorante. La musica cambia, diventa più ritmata, e i due iniziano a ballare, saltellando abbracciati sulle note di Gangnam Style remixato in un country.

Guardo Fiona, incapace di toglierle gli occhi di dosso. Afferro il bicchiere d'acqua e lo butto giù in un unico sorso.

È proprio nell'istante in cui i suoi occhi mi cercano e si perdono nei miei e il suo largo sorriso mi alleggerisce il cuore che decido di mandare al diavolo le parole di Seth e tutto ciò che mi affligge. Sono sempre stato un uomo sicuro e determinato, consapevole di ciò che vuole. E in questo momento voglio Fiona. Apparteniamo a due mondi diversi, ma voglio scoprire se insieme possiamo funzionare. Se il nostro legame sarà più forte delle classi sociali che ci dividono.

***

Buongiorno! Come state? Io così così. Giulia ha iniziato l'asilo e indovinate chi si è presa una bella influenza con febbre, muco, e tant'altro? È stata malissimo, poverina, ma ora sta leggermente meglio. Christian per ora resiste come un temerario, speriamo bene.
Tornando alla storia, a me questi due piacciono da impazzire😍.
Non ho più capitoli scritti quindi l'aggiornamento procederà in base a quando posso. Proverò a non farvi attendere tanto. Buona giornata♥️

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