Nella vecchia fattoria, ia ia...

By AndreeaMBlioju

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Gabe Coldwell, uno degli scapoli più ambiti di New York, ha trascorso una nottata particolare per il suo tren... More

Trama e personaggi
1 Gabe
2 Fiona
3 Gabe
4 Fiona
5 Gabe
6 Gabe
7 Fiona
8 Gabe
9 Fiona
10 Gabe
11 Gabe
12 Gabe
14 Fiona
15 Gabe
16 Fiona
17 Fiona
18 Fiona
19 Fiona
20 Gabe parte 1
20 Gabe parte 2
21 Fiona
22 Fiona
23 Gabe
24 Gabe
25 Fiona
26 Fiona
27 Gabe
28 Gabe
29 Fiona
30 Fiona
31 Gabe
32 Gabe
33 Gabe
34 Fiona
35 Gabe
36 Fiona
37 Fiona
38 Fiona
39 Fiona
40 Gabe
41 Gabe

13 Fiona

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By AndreeaMBlioju

Buonasera! Scusate l'assenza, sono stata in vacanza. Da oggi si riparte con la pubblicazione dei capitoli. Siamo rimasti al punto in cui Gabe ha ricevuto un'inaspettata visita di suo padre, sua sorella e il suo migliore amico. Quando loro sono andati via lui si è sentito solo, ma il suo malessere si è intensificato nel momento in cui ha scoperto che Fiona è uscita a cena con Richard.
Ma tanto, a lui Fiona non piace, no?😏😜 Mo' che vuole?😈
Vediamo come se la passa Fiona. Buona lettura📖

Capitolo 13

Fiona

Mark Coldwell è un uomo alto e distinto che sprizza eleganza, potenza e ricchezza da tutti i pori, esattamente come il figlio, con la sola differenza che il primo è molto più gentile e affabile del secondo.

A una prima occhiata può mettere in soggezione, ma basta poco per capire che, in realtà, possiede un bon ton che non si incontra tutti i giorni nelle persone; e poi, è molto simpatico e in più di un'occasione mi ha fatto ridere. Anche Tabatha non è niente male. Abbiamo parlato poco, però si è mostrata carina e cortese nei miei confronti, una completa sconosciuta.

A quanto pare, Gabe è l'unico stronzo della famiglia. Io invece sono solo una povera idiota. Cosa pensavo? Che dopo che mi si è strusciato addosso come un gatto in calore mi avrebbe giurato amore eterno?

Oggi mi sarei concessa a lui, il che non fa che dimostrare ulteriormente la mia stupidità.

Cosa diamine ho che non va? Voglio davvero farmi guidare dai miei ormoni che sembrano letteralmente impazziti?

L'ho già fatto in passato e non è andata bene.

Anche se, a dirla tutta, Gabe non è un tipo da false promesse e sogni irrealizzabili. Lui non ha mai giurato di volermi portare la luna per poi trattarmi come si fa con una vecchia scarpa.

Lui è solo... stronzo, ecco. Ancora una volta, si è comportato come se non fosse successo niente tra di noi. Prima mi stuzzica e poi fa finta di niente. La cosa peggiore è che mi ha ignorata per tutto il giorno.

Non mi aspettavo di certo che mi stendesse il tappeto rosso davanti a suo padre, sua sorella e il suo migliore amico, ma almeno che facesse le presentazioni e che mostrasse un po' di riconoscenza per quello che, tutti noi qui in fattoria, stiamo facendo per lui.

Ma no, il principino ha scelto di comportarsi come se non esistessi nemmeno. Fino a quando non è arrivato Richard. Da quel momento in poi ha iniziato a lanciarmi qualche sguardo furtivo, ma nulla di più.

È stata una mia idea far venire Richard alla festa di Mary Lo che, a proposito, è stata felicissima per tutto ciò che le ho organizzato, in special modo per aver rivisto di persona il signor Coldwell, e ho quasi minacciato Seth per convincerlo a chiamarlo.

Seth ci tiene a me e non vuole più vedermi soffrire per un uomo. Per questo motivo preferisce che resti single&happy, parole sue. Richard è suo cugino e ha giurato che gli spezzerà le gambe nel caso non mi porterà rispetto.

Gabe si sbaglia, il mio migliore amico non ha una cotta per me. Me ne sarei accorta, no? Lo conosco da quando ero piccola e non mi ha mai fatto capire di provare qualcos'altro per me che non sia un affetto fraterno. Sì, Gabe si sbaglia!

Ma non voglio più pensare né a Seth né a Gabe e al livello di stronzaggine che ha raggiunto oggi, quindi ho deciso di invitare Richard a uscire con me per far capire a quel cocciuto d'uomo che una vita privata io ce l'ho eccome. Ok, la verità è che non uscivo da secoli a divertirmi, ma non c'è bisogno che lui lo scopra.

Io e Richard siamo in viaggio verso Weidman, lì i locali sono più belli e ci si può persino ballare. Ho bisogno di tornare a sentirmi una ragazza di venticinque anni. Ho bisogno di sentirmi di nuovo bella e desiderata, interessante per qualcuno.

Alan Brown può anche avermi calpestato la dignità, ma questa sera ho intenzione di mandare nel dimenticatoio il passato. Non ne posso più di sentirmi inadeguata. Mi sono data la colpa per troppo tempo per ciò che è accaduto, anche quando ho capito che non avevo fatto nulla di sbagliato se non donare fiducia e amore.

Richard nutre un reale interesse per me da tempo, ma non ho mai voluto dargli una chance per timore di fallire.

È proprio questo il problema la maggior parte delle volte: la paura di non essere all'altezza. Se a inculcartela è stata una persona che stimavi la situazione peggiora e arrivi a credere che non sarai mai abbastanza per nessuno. Ma poi qualcosa – o qualcuno spuntato dal nulla – rompe tutte le catene, ridonandoti la libertà di tornare a essere te stessa.

«Eccoci!» La voce di Richard mi desta dai pensieri e mi rendo conto che ha fermato la macchina nel parcheggio di un supermercato.

Lo guardo con la coda dell'occhio. I suoi boccoli ribelli sono stati domati da un quintale di gel, ha indossato un'altra camicia a righe e un paio di jeans slabbrati con la cintura marrone in bella vista.

L'ho accompagnato a casa sua e ho atteso in compagnia di sua madre che finisse di prepararsi. Ora so morte e miracoli sul suo conto.

Avresti potuto scegliere qualcuno di più sexy per far ingelosire Gabe.

Ingelosire Gabe?! Non è per questo che sono uscita con Richard. No, no, no! E poi, Gabe geloso di me... Ma per favore! Se neanche gli interesso...

Decido di mettere a dormire la mia coscienza e di concentrarmi su Richard che fa il giro dell'auto per venire ad aprirmi la portiera come un vero gentleman. Ok, non sarà l'uomo più affascinante del mondo, ma è un bravo cristiano. Anche se non mi fa avvertire alcun tipo di insetto nello stomaco, sono certa che dopo un paio di drink la questione migliorerà.

Il leggero venticello mi scompiglia i capelli come a Beyoncé in "Single Ladies" e mi sento bella proprio come una diva mentre cammino accanto al mio accompagnare. Era da tanto che non mi sentivo in questo modo. Questa è la mia serata. Questa è la volta buona per... rompermi l'osso del collo.

Inciampo in una buca all'improvviso e la "me" spettacolare scompare nel nulla. Il tempestivo intervento di Richard mi impedisce di finire lunga in terra. Mi prende per un braccio e mi tira su come se fossi una piuma.

«Maledetta buca», brontolo tra i denti.

«Capita quando sei distratta». Il sorriso che mi rivolge mi fa intuire che non ha capito minimamente che non è lui il motivo della mia sbadataggine.

Mi riscuoto e lo afferro per un braccio, pronta a tutto per concentrarmi soltanto su di lui. 

Quando entriamo nel locale, l'ambiente è per lo più vuoto. Forse perché sono a malapena le otto di sera. Una cameriera annoiata ci fa accomodare intorno a un tavolo vicino alla pista da ballo deserta, poi ordiniamo qualcosa da bere: Richard un succo alla frutta e io un gin tonic.

Non riesco a non pensare alla prima volta in cui ho visto Alan. È stato proprio in un locale, a Lansing, che l'ho conosciuto, nel mio primo, nonché l'unico, anno di Università. Bello come il sole, mi si era avvicinato, conquistandomi in poco tempo con i suoi modi di fare gentili e divertenti.

Io ero in compagnia di Francisca, la mia migliore amica. Ci eravamo trasferite a Lansing per frequentare l'Università, avevamo un sacco di sogni e aspettative. Lei è riuscita a far avverare i suoi desideri, è rimasta a Lansing, dove ora fa la maestra, mentre io sono tornata a casa con il cuore spezzato, senza attendere di concludere l'anno di studio. Da allora le nostre strade si sono divise, ma ci sentiamo ogni volta che possiamo.

È stata proprio lei a convincermi a lasciarmi andare con Alan, che ha mostrato interesse nei miei confronti fin dalla prima volta che mi ha rivolto la parola. Ci sapeva fare, lo ammetto.  Mi faceva ridere e sentire bella e desiderata. Mi faceva stare bene. Ma le sue non erano altro che insignificanti moine.

«Quindi... Il reale motivo per il quale siamo qui è...?» Ancora una volta, la voce di Richard mi fa ritornare con i piedi per terra. Mi sta guardando in attesa di risposta, la sua espressione è serena.

«In che senso?», mi agito sullo sgabello, cercando di nascondere il mio stato d'animo dietro a un sorso di gin tonic.

«Ti piace il newyorchese». La sua non è una domanda.

«Cosa? No! Cosa te lo fa pensare? Pft! Figurati se possa piacermi un pallone gonfiato stronzo, bellissimo ed estremamente arrogante come lui», scuoto la testa diverse volte per donare maggior enfasi alle mie parole.

«Ti piace», ripete. Ci fissiamo per un po' prima che mi afflosci nelle spalle. «Lo hai appena chiamato bellissimo tra un insulto e altro», sorride.

«L'ho fatto?», sbatto le palpebre.

Richard annuisce.

Con un gesto poco elegante, poso la guancia sul palmo della mano e comincio a giocherellare con la cannuccia nel bicchiere.

«Quando lo hai capito?», domando a voce bassa.

Non ha senso continuare a mentirgli. Io non sono come Alan. Non è da me prendere in giro le persone.

«Non appena sono arrivato alla fattoria e ho visto le occhiate che vi lanciavate».

«Oh...», quasi sussulto. «Scusami, Richard, è che...», scuoto di nuovo la testa, non ho parole per esprimere il dispiacere che provo per ciò che ho fatto. Mi sono approfittato della sua arrendevolezza, pur sapendo che prova qualcosa per me. «Sono stata pessima».

«Tranquilla, non è successo niente di grave. Non ci sono rimasto di merda perché mi hai usato per provocare una sua reazione», ridacchia.

«Non so cosa mi sia preso. È vero, Gabe mi piace un pochino», avvicino l'indice al pollice, «però io a lui non interesso e sono certa che la mia leggerissima infatuazione svanirà nel nulla non appena tornerà a New York. Ora che ne dici se la smettessimo di parlare di lui per concentrarci sulla serata? Possiamo lo stesso divertirci, no? Possiamo approfittare della situazione per conoscerci meglio, magari scopriamo che abbiamo tante cose in comune e che in realtà...»

«Mi baceresti?», domanda a bruciapelo.

«Sì!», quasi strillo, sgranando gli occhi fino a sentirli bruciare.

Ora è il suo turno di scuotere la testa.

«Per il motivo sbagliato».

«Da uno sbaglio può nascere qualcosa di bello», replico.

«Non in questo caso. Non mentire a te stessa, Fiona. Lotta per quello che vuoi. Se io l'avessi fatto fin dal principio forse ora saremmo stati una coppia vera e propria. Se ti piace quell'uomo non lasciartelo sfuggire».

Le mie spalle si incurvano ancora di più. Un altro po' e diventerò come il Gobbo di Notre Dame.

«Io non gli interesso quindi c'è poco da lottare», farfuglio sorseggiando controvoglia la bevanda che ho davanti.

«Sicura? Io ho capito diversamente, oggi», inarca un sopracciglio.

«Cos'hai capito?»

«Che il newyorchese non vede l'ora di strapparti i vestiti di dosso», ride di nuovo.

Arrossisco violentemente e per poco non gli sputo il cocktail in faccia poiché non ho avuto il tempo di ingoiarlo. «Oh, mio Dio, Richard! Ti sembrano cose da dire, queste?»

«Ho deciso di essere sincero fino in fondo», scrolla una spalla.

«E se poi sarà solo questo? Non so, trovo sbagliato andare a letto con lui».

Bugiarda!

A cuccia tu, brutta coscienza sporcacciona!

Mi fa sentire a disagio parlare con Richard di queste cose, ma ormai penso di avergli fatto vedere il peggio di me e sono certa che non sarà questo discorso ad aggravare la situazione

«Lo hai detto tu: da uno sbaglio può nascere qualcosa di bello. Forza, finisci quel gin! Ti riporto a casa».

🦃🐴🏡🐕🐄

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