"Avendo iniziato a dubitare di sé medesimo, a poco a poco era giunto a dubitare di tutto."
POV KRISTEN
« Sei agitata ? », mi chiese mia madre mentre stava parcheggiando. Era forse la decima volta che me lo chiedeva. Ed era forse la milionesima volta che alzavo gli occhi al cielo. No, non ero per niente agitata, ma se avesse continuato a stressarmi lo sarei stata eccome. Osservai lo stabilimento davanti a me, enorme e imponente, e sospirai. Ma chi stavo prendendo in giro ? Certo che ero agitata, come avrei dovuto sentirmi ? Era difficile cambiare scuola, ambientarsi, recuperare le lezioni perse... E io non avrei di sicuro fatto eccezione.
Quando mia madre mi aveva informata del suo nuovo lavoro fuori città, e dunque del nostro imminente trasferimento in periferia, mi erano rimaste due scelte. Rimanere nel mio vecchio e adorato liceo, consapevole di dovermi fare quotidianamente mezz'ora di treno e un'ora di autobus nel traffico londinese, o altrimenti scegliere di cambiare liceo. Non mi pentivo di aver optato per la seconda opzione. Oddio, adoravo il mio vecchio liceo, per carità. Mi ero fatta un gruppetto di amiche niente male e vivere in centro della capitale era assolutamente fantastico. Londra era una città entusiasmante, sempre colma di novità e cose da fare. Ma mi rendevo conto che non sarebbe stata vita se avessi dovuto sopportare tre ore di viaggio ogni singolo giorno. Soprattutto perchè già sapevo che le mie amiche non avrebbero mai avuto voglia di venire da me, abitando così lontano. Chissà se avrebbero pensato a me. Non eravamo così tanto legate da disperarci insieme della mia partenza, ma erano pur sempre le mie amiche. Le persone con cui mi trovavo meglio. Sospirai. Almeno ora potevo tranquillamente andare a scuola a piedi, o in bici, senza temere di arrivare in ritardo per colpa di incidenti e traffico.
Mia madre era stata contenta quando le avevo assicurato di essere felice di cambiare ambiente scolastico. Se non altro, le avevo dato la certezza di non dover temere che iniziassi a farmi una vita a Londra senza di lei. Insomma, essere una madre vedova non doveva essere facile, e di sicuro nemmeno a lei aveva entusiasmato particolarmente il nostro trasferimento. Lei stessa mi aveva ammesso di temere che l'avrei lasciata da sola per trasferirmi definitivamente a Londra. Non ci avevo mai pensato, nemmeno appena saputa la notizia. Non mi sarei mai permessa di lasciarla da sola, soprattutto in una nuova casa, con un nuovo lavoro, circondata da persone sconosciute. Essere commercialista non doveva essere il mestiere più allettante ed eccitante del mondo. Ogni volta che tornava a casa, percepivo la sua stanchezza. Almeno c'ero io per darle una mano.
« Non è la fine del mondo cambiare liceo mamma, saprò cavarmela. Lo faccio sempre. », la rassicurai. Odiavo mentirle, ma se lo facevo, era solo per tranquillizzarla e far sì che si mettesse l'anima in pace. In un certo senso lo facevo per il suo bene, il che mi portava a mentire sempre di più. E poi insomma, stavo cambiando liceo, non continente. Non era una tragedia, avrei affrontato tutto nel migliore dei modi.
« Ne sono sicura. », mi sussurrò dolcemente prima di lasciarmi un bacio sulla guancia. Feci una smorfia : farmi vergognare dal primo giorno nella nuova scuola era una pessima idea. Non ero quel tipo di persona che apprezza le dimostrazioni di affetto. Poche volte dicevo a mia madre che le volevo bene, ma provavo a dimostrarglielo come meglio potevo. Presi la borsa e scesi dalla macchina, dopodichè con un gesto della mano salutai mia madre, con il miglior sorriso che potessi sfoderare.
La macchina ripartì, lasciando finalmente sola. - Andrà tutto bene Kristen, fai un bel respiro, calmati. Tu puoi affrontare tutto, affronterai anche questo. -, ripeti varie volte nella mia testa. Mia madre non era l'unica a dover essere tranquillizzata.
***
POV MARCEL
« Devo dire che sono rimasto piuttosto deluso dalle vostre relazioni sulle apparenze. Sapevo foste degli scansafatiche ma non fino a questo punto. Jefferson, te l'ho detto già mille volte, smettila di copiare citazioni da Tumblr, finisci per fare la figura del depresso suicida. Malik, una persona non appare bella solo in base al suo aspetto fisico. Ma che educazione ha ricevuto ? Sarebbero questi i suoi principi ? I suoi valori ? », chiese il professor Brown alzando un sopracciglio.
Cercai di trattenere le risate mettendo una mano sopra la mia bocca, invano. Malik mi fucilò con lo sguardo e io mi zittii subito impaurito. Non avrebbe mai smesso di terrorizzarmi. Lui era uno dei peggiori. Il tipico bullo. Quello che non sa fare altro che gioire dall'utilizzo della forza e dell'intimidazione. Quello che se non ti sta picchiando, è perché ti sta ricattando affinché tu faccia l'integralità dei suoi compiti. Malik apprezzava enormemente distruggermi sia emotivamente che fisicamente. Ero la sua vittima da ormai molto tempo, e lui sembrava averci preso gusto. Be', come biasimarlo ? Ero un perdente. Normale che fossi diventato il suo burattino. Lo odiavo, aveva tutto : amici, ragazze, fama, fascino, mentre io non avevo nulla. Ero solo, e lo sarei stato per sempre. Solo con me stesso. Che tristezza. Non ero per niente una buona compagnia. Nemmeno per me medesimo.
« L'unica relazione che merita una A+ è quella di Styles. Con il tuo permesso, vorrei leggere un pezzo del tuo compito. »
Annuii, titubante. Odiavo quando il professore annunciava i miei ottimi voti alla classe, così facendo aumentava l'istinto omicida di Zayn e dei suoi amici senza cervello. È questo non andava affatto bene. Tutt'ad un tratto sentimmo bussare alla porta, e entrò la vicepreside accompagnata da una ragazza.
O meglio, una dea. Aveva lunghi capelli rossi e mossi, che le ricadevano delicatamente sulle spalle, delle labbra carnose e due stupendi occhi verde elettrico. Quel genere di occhi erano di sicuro capaci di convincerti di seguirla ciecamente ovunque volesse. Sorrise impacciata alla classe e io la guardai affascinato. Aveva un sorriso bellissimo. Presto mi accorsi che non solo era bella, era pure terribilmente sexy. Indossava una canottiera verde che aderiva perfettamente al suo seno, e degli skinny jeans che mettevano in risalto un didietro favoloso. Dio, era la ragazza più sexy della storia ! Mi rimproverai mentalmente per i miei pensieri poco casti. Ero un tipo piuttosto romantico e poetico, ma in quel modo nella mia mente giacevano pensieri ben distanti dal romanticismo.
« Scusi l'interruzione professor Brown, volevo solo presentare la signorina Stewart, una nuova alunna alla classe. Oh anzi, cara perché non ti presenti tu ? »
Lei sgranò gli occhi sorpresa e arrossì imbarazzata. Era adorabile. E sexy, sempre più sexy.
« O-ok. Mi chiamo Kristen, ho diciassette anni, quasi diciotto, e vengo da una cittadina qui vicino. », balbettò lei.
« Bene signorina, per adesso si sieda vicino a Marcel. È seduto lì a destra. », disse il professore dopo aver salutato la vicepreside.
Spalancai gli occhi. Lei fece come le era stato detto e si sedette accanto a me mentre io ero troppo impegnato a ringraziare Dio, il karma, e l'universo per quella botta di fortuna. Insomma, sapevo che non ci saremmo detti niente, ma a me bastava poter osservala.
« Prima che arrivassi, stavo per leggere un pezzo della relazione sulle "apparenze" di Marcel alla classe. », spiegò mentre sfogliava il mio lavoro. Lei annuii, e si girò verso di me abbozzando un sorriso timido.
« Vorrei dirti una cosa. Ora guarda la tua vita : è riassunta dagli errori che hai commesso e dai fallimenti che hai collezionato. Tutti ti hanno sempre rinfacciato il tempo che hai consumato dandolo in pasto all'ingordigia dei sogni. Tutti ti hanno giudicato per la tua ostinata convinzione di voler percorrere strade fin troppo poco sicure e convenzionali. Tu hai ingoiato la rabbia fino a che non l'hai sentita scendere a caduta libera nei polmoni. Hai curato le tue ferite senza chiedere aiuto a nessuno. Hai semplicemente socchiuso gli occhi quando ti hanno vomitato in faccia tutti gli insulti. Sei rimasto immobile a subire quando ti hanno scagliato contro i rimproveri e l'elenco dei tuoi fallimenti , mentre il tuo cuore cercava di attutire i colpi. Il tuo cuore è ammaccato, ma non ha mai smesso di sorreggere la tua determinazione, proprio come il cielo non è mai crollato sotto il peso illustre di Dio. Tu sei quello in cui credi e credi in quello che sei. »
« Patetico, davvero patetico. », ridacchiò Malik. La sua risata si accompagnò di quella del resto della classe. Non capivo cosa avessero tutti da ridere. Ci avevo messo un'intera serata a redigere quello scritto, ci avevo messo il cuore e avevo rivelato pensieri piuttosto profondi. Ci avevo riflettuto per qualche giorno prima di iniziare a scrivere. Insomma, sapevo che se non avessi parlato della mia esperienza personale, non avrei ottenuto il voto sperato. E forse una parte di me sperava di rivelare ai miei compagni i miei sentimenti. Ma come ogni volta, li avevo solamente impietositi.
Guardai vergognoso un punto fisso dell'aula, per evitare di incrociare lo sguardo di Kristen, che sicuramente aveva già capito che da me bisognava stare lontano. Ma perché devo sempre mostrare il peggio di me ? Appena mi viene data l'opportunità di conoscere qualcuno che non sa ancora nulla di me, rovino tutto portando a galla il lato da sfigato cronico, pensai.
« Ma dico, qualcuno ti ha forse chiesto di commentare ? », sussultai quando capii che quella era la sua voce.
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NOTA AUTRICE
Spero via sia piaciuto, votate e sopratutto commentate ❤️