CAPITOLO 7

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"Secondo me, svelare a una persona qualcosa che non sa di se stessa è un grande dono d'amore. Il più grande."

POV MARCEL

Una volta aver comprato ciò che mi serviva, decisi di tornare da Kristen. peccato che però non riuscivo a trovarla da nessuna parte. Poco ma sicuro, non era più nel reparto maschile. Prima di uscire dal negozio, decisi di recarmi a dare un'cchiata nel reparto femminile. Dopotutto, era strano che non si fosse ancora messa a cercare qualcosa che piacesse a lei. L'abbigliamento maschile è così monotono, noioso. Di sicuro l'avrò esasperata con questa giornata di compere.

« Mi scusi, ha mica visto una ragazza con lunghi capelli rossi ? », chiesi a una commessa. Era una donna di mezza età con occhiaie profonde e con il broncio. Non doveva essere molto felice di lavorare di sabato pomeriggio. Per niente.

« Se non sbaglio la ragazza di cui mi parla è andata a provarsi un vestito, signore. », mi rispose lei del tutto disinteressata. Non la ringraziai nemmeno, ma mi diressi verso i camerini. Signore... va bene che ero vestito con camicia, cardigan e mocassini, ma davvero sembravo così vecchio ? Solo dopo Kristen avevo aperto gli occhi sul modo in cui mi conciavo. Ero a dir poco imbarazzante. Probabilmente al posto di Zayn e la sua band persino avrei preso in giro il mio modo di vestire. Ma mia mia madre, mia sorella : non potevano dirmi qualcosa ? Anche un bel schiaffo non sarebbe guastato. Era incredibile come fossi aceecato da questa mia volontà di mostrarmi diverso da tutti. A furia di impormi di fare il ragazzo alternativo, avevo finito per sembrare la pecora nera e zimbello dell'intero liceo. Finalmente, trovai i dannati camerini. 

« Kris ? », chiesi indugiando. Non riuscivo a capire bene in quale camerino si trovasse.

« Sono qui, Marcel. », girai la testa in direzione della sua voce e rimasi senza fiato. Dio santo.

Indossava un bellissimo vestito blu scuro, che le fasciava perfettamente i fianchi e metteva in risalto le sue curve. Le arrivava a un po' più di metà coscia, lasciando in bella vista le sue gambe snelle. Era incredibile. Lei, era incredibile. Mi chiesi come riuscisse ad essere sexy con qualsiasi capo e in qualsiasi situazione. Il vestito sembrava essere stato creato apposta per lei, doveva assolutamente prenderlo.

Rimasi a bocca aperta per minuti che sembrarono ore, sconvolto dalla sua bellezza. Non trovavo un difetto che fosse uno. Aveva un fisico pazzesco. Non aveva un seno particolarmente accentuato, ma era normale, considerando la sua figura snella. Aveva una pelle chiarissima, ma che sembrava morbida da morire. I capelli bruni dai riflessi rossi le conferivano quell'aria da ribelle che mi faceva impazzire. Fotografai più volte nella mia mente la visione davanti a me. Poi, improvvisamente, lo percepii. Quel fastidioso plurito tra le gambe. Mi sembrava che qualcosa si fosse svegliato in me, una sensazione selvaggia. Oh mio dio, dovevo smettere di guardarla, o altrimenti avrrei finito per farmi venire un'erezione. Sentii il viso prendere fuoco, ma sperai di tutto cuore di non essere arrossito. Dovevo riprendermi, o avrei finito per spaventarla con i mie pensieri poco casti. Davvero volevo perdere l'unica vera amica che mi ero fatto ? E per cosa, per semplice desiderio ? No, non volevo mostarmi egoista al punto da mandare a quel paese tutti i progressi che avevo fatto con lei. Finalmente eravamo entrambe sinceri uno con l'altra, le avevo dimostrato di fidarmi di lei e lei aveva fatto lo stesso.

« Mi sta male vero ? Hai la faccia di uno che ha appena visto un fantasma. Non avrei nemmeno dovuto provarlo, ora torno in camerino e mi rivesto. », disse lei guardandosi e sistemandosi il vestito. Si guardò allo specchio e fece una smorfia, mortificata. 

« Sta-stai benissimo, davvero. Sei bellissima. », balbettai. Dovevo smetterla di essere così patetico. Insomma Marcel, davanti a te c'é uno spettacolo di donna, e tu non sei nemmeno in grado di complimentarla come si deve, pensai. La ragazza davanti a me arrossì, facendomi sorridere : era così carina quando arrossiva. Le sue guance si erano tinte di rosso e le conferivano un'aria di innocenza a cui non avevo mai presato attenzione prima di allora.

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