26 - Slide away

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Leggete la nota autrice, è molto improntate !
Detto ciò, buona lettura !

***

POV HARRY

Appena lei se ne andò, restai immobile, lo sguardo perso nel vuoto.

- È finita. -, aveva detto.

- Non contare più su di me. -

- Dimenticami. -

La scena era impressa talmente bene nella mia testa, non faceva altro che ripetersi milioni di volte ed impedire ad altri pensieri di offuscarmi la mente. Rivedevo lacrime amare scorrere sul suo viso arrossato, ognuna mostrante il suo dolore, un dolore causato da una sola persona, un solo nome : il mio. Imparai a memoria ogni singola parola che aveva detto, come se si fosse trattato di una poesia. Rivivevo quel momento ogni minuto, ogni secondo, ogni istante : era una tortura, ma non potevo e non riuscivo a dimenticare. Stavo dando di matto.

« Fanculo ! », urlai dando un calcio alla sedia davanti a me, la quale cadde pesantemente per terra.

Quella ragazza mi stava rovinando, l'amore mi stava rovinando, e i sensi di colpa pure. Ero un mostro. Ero diventato un fottutissimo mostro. Non volevo arrivare a questo. Rovinare la vita a una persona. Una persona che amavo. Che razza di persona era capace di fare qualcosa del genere ? Io mi odiavo, odiavo ciò che stavo diventando, e odiavo ancora di più di non poterne fare a meno. Io desideravo essere chi non ero, mostrare, a chi un tempo mi aveva disprezzato, ciò che ero in grado di diventare. Bramavo di divenire come loro mi volevano. E ciò che volevano, donne e uomini, era vedere uno stronzo senza cuore.

Tutt'ad un tratto però mi fermai e pensai. Forse era meglio così. Forse essere un mostro era la mia vera natura, finora mi era piuttosto riuscito piuttosto bene far soffrire le persone che amavo e spezzar loro il cuore, perché fermarmi arrivato a quel punto ? Se non altro sentirmi temuto avrebbe compensato quella sensazione di solitudine che mi pervadeva.

Nessuno mi voleva quando ero Marcel, e nessuno mi avrebbe voluto da Harry. Non sarebbe cambiato nulla. Assolutamente nulla.

***

POV KRISTEN

Fumare. Avevo sempre pensato che fumare fosse una stupidaggine. Insomma, ammettiamolo, chi fumava per il piacere di farlo ? L'ebrezza di fare qualcosa di pericoloso, la sensazione di pace interiore che dava un tiro di sigaretta, ecco cosa spingeva una persona a fumare. Una persona davvero felice non aveva bisogno di fumare, semplicemente perché non provava il desiderio di mostrare agli altri di potersi fare del male. La sigaretta era solo un mezzo per ottenere un fine : mostrarsi più adulti, più solidi, più temerari, più incuranti della vita. O almeno così pensavo, prima di quella orrenda mattina.

Non avevo mai provato a fumare, non ne avevo mai trovato la necessità, fino a quel momento. Un po' perché mia madre non era fumatrice, un po' perché le mie amiche di Londra non fumavano quasi mai, ma sopra tutto perché avevo paura che una volta iniziato, lo sfizio non mi avrebbe più abbandonata. Eppure quel giorno, comprare un pacchetto di sigarette mi sembrò la cosa più giusta del mondo. Lo avevo fatto senza alcun ripensamento, e provai ancor meno rimpianto quando accesi la mia prima paglia, una volta essermi seduta sul mio letto.

Inalai, tossii e mi sentii soffocare. Cercai la mia respirazione e poi tossii di nuovo. Pensai di vomitare, perciò mi diressi in bagno, ma alla fine mi limitai ad aggrapparmi al lavandino e buttare il mozzicone nel cesso. Fumare faceva schifo, ormai era una certezza.

Decisi di farmi un bagno caldo. Presto però, mentre la vasca si riempiva lentamente, sentii come il disperato bisogno di accendere una nuova sigaretta. Ne presi perciò una seconda e l'accesi, dopo di che entrai nell'acqua bollente della vasca da bagno. Questa volta aspirai, e i miei muscoli sembrarono allentarsi.

Fake || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora