CAPITOLO 3

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"La scelta deve essere solo tua. Non si vive per accontentare gli altri."

POV KRISTEN

L'impatto mi fece gemere dal dolore. Non mi ero aspettata una reazione del genere da parte sua, perciò l'urto mi fece ancora più male. Ma che diamine ? Riconobbi subito il caso perso di fronte a me, e sbuffai. Che voleva ancora ?

«Oh ma guarda che coincidenza, stavo proprio cercando te, Stewart.», disse il moro. Mi guardò come un leone guarda la sua preda e si leccò il labbro inferiore. Disgustoso. Perché era questo che mi faceva provare, un terribile, tremendo disgusto. Non mi spaventava ciò che era, ma ciò che avrebbe potuto fare. C'era qualcosa in lui di terribilmente oscuro. Non sembrava essere il semplice bullo, che si accontentava di qualche botte e del furto di un pranzo. Improvvisamente, iniziò a battermi forte il cuore. Le cose non si sarebbero messe bene, me lo sentivo.

«Lasciami in pace Zack.», roteai gli occhi al cielo, scocciata. Dovevo dimostrarmi forte, solo così gli avrei fatto capire di essere al suo stesso livello. Egli boccheggiò per un attimo, e quando poco dopo si riprese, mi sbatté nuovamente contro il muro, questa volta ancora più forte. Feci finta di non aver sentito nulla, anche se invece la botta era stata ben peggiore rispetto alla prima. Non mi sarei mostrata debole, mai.

« È Zayn, non Zack !», sbraitò facendomi sobbalzare. Con la coda dell'occhio cercai una qualsiasi persona che potesse aiutarmi, ma il corridoio era vuoto. Erano già tutti in classe. Cazzo. Guardai con aria di disprezzo il ragazzo di fronte a me.

I suoi occhi brillanti color nocciola emanavano rabbia allo stato puro. Eppure io non lo trovavo per nulla minaccioso, anzi, più si arrabbiava e più lo trovavo buffo. Per una qualche ragione sconosciuta non riuscivo a prenderlo sul serio. Mi disgustava, quello sì, ma terrorizzarmi no. Non abbastanza.

«Nessuno, tanto meno una ragazza come te, può prendersi gioco di me capito ragazzina ?», continuò lui. Nei suoi occhi vibrava un sentimento di odio puro. Ci conoscevamo da appena un'ora eppure avevo una strana sensazione, che mi suggeriva che non saremmo andati per niente d'accordo durante l'anno. Mi sarei dovuta tenere a debita distanza da lui.

«Senti io dovrei già essere in aula di matematica, non ho tempo da perdere con pessime persone come te. Lasciami passare, idiota.», lo guardai con aria di sfida e provai a dimenarmi dalla sua presa.

Ti sei messo contro la stronza sbagliata mio caro.

«Mossa sbagliata Stewart.», sussurrò, stringendo i denti prima di afferrarmi per il polso e trascinarmi per il corridoio desertico. Cercai di liberarmi dalla sua presa, invano. Arrivammo davanti ai bagni e mi fece entrare in quello maschile. Una volta essersi assicurato che non ci fosse nessuno in bagno, mi scaraventò per terra con facilità, come se fossi stata una piuma. Caddi come un sacco di patate e il ragazzo davanti a me si mise a ridere. Mi rialzai, scioccata. Ma questo ragazzo non stava per niente bene. Perché mi aveva portata in quel posto ? Non essere in grado di interpretare le sue azioni era frustrante. Cosa voleva farmi esattamente ? Chiedermi la merenda ? Ricattarmi ? Sgridarmi per essermi messa contro di lui ?

«Lascia che ti spieghi una cosa : chi sfida Zayn Malik viene sempre punito, e di conseguenza impara la lezione. Tu sei nuova, non conosci le regole, quindi lascia che te le spieghi.», disse sempre con quell'odioso ghigno sul volto.

«Oh no che paura !», esclamai. Prendermi gioco di lui non era la soluzione, lo sapevo benissimo. Avrei solo peggiorato le cose, ma in quel momento il mio orgoglio parlava per sé. Perché andiamo, tutta questa situazione era surreale. Cose del genere succedevano solo nei film.

«Sai una cosa bambolina ? Voglio picchiare quel bel didietro che ti ritrovi. », disse ignorando ciò che gli avevo appena detto e mordendosi il labbro inferiore. Sgranai gli occhi. Aspetta cosa ?

«Ma puoi anche scordartelo !», esclamai inorridita. Ma come si permetteva ?

«Forse non hai capito : se non ti lasci punire sarò in obbligo di prendermela qualcun altro. Qualcuno che si chiama Marcel preferibilmente. La scelta sta a te, baby. O impari le mie regole, o sarai fregata.»

Al suono del suo nome smisi di ribellarmi e lo guardai. No, non avrebbe più fatto del male a Marcel : non gliel'avrei permesso. Come poteva ricattarmi in quel modo ? Minacciando me è un ragazzo indifeso ? Una parte di me mi diceva di lasciare perdere, che Marcel era solo uno sconosciuto per me e che sarebbe stato meglio salvarmi la pelle. Ma l'altra parte, quella più importante, non aveva intenzione di arrendersi. No, Marcel non avrebbe pagato per la mia arroganza. Non sapevo con esattezza cosa mi facesse sentire così tanto legata a lui, ma la mia coscienza continuava a gridarmi di impedire a chiunque di prendersela ulteriormente con lui. Marcel era un ragazzo d'oro, non si meritava tutto quel male. Non se lo meritava. Finalmente, presi la mia decisione. Mi arresi e abbassai lo sguardo.

«Va bene, fallo. Ma non te la prenderai mai più con Marcel.», e questa frase, più che dirla a lui, la pronuncia a me stessa.

***

N/A : Capitolo no-sense lo ammetto, ma spero vi sia piaciuto, commentate e fatemi sapere cosa ne pensate, che mi fate sempre piacere, e votate ❤️

Fake || Harry StylesWhere stories live. Discover now