42 - Who do you think I am ?

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POV HARRY

Da : sconosciuto

Sono tornato

Non era possibile. Non poteva essere tornato sul serio. Rilessi il messaggio un paio di volte, prima di sprofondare nella paranoia più assoluta. Lui se n'era andato ! Aveva promesso che non sarebbe mai più tornato, che non si sarebbe più avvicinato a me o a Gemma. I ricordi iniziarono ad affiorare. Chiusi gli occhi, non riuscivo a respirare. Mi sentivo completamente paralizzato. I demoni del mio passato erano tornati a farmi visita senza preavviso, e pensare alla violenza a cui ero stato sottoposto mi tolse il fiato. Era per colpa sua se ero diventato così debole, vulnerabile. Aprii una bottiglia di whiskey che avevo tenuto da parte da una serata con i ragazzi, e iniziai a scolarmela. Non sapevo se fosse l'alcol, o la paura, ma avevo come l'impressione di avere il corpo in fiamme. Le cicatrici che avevo tenuto nascosto con cura stavano per essere rivelate. Quando pensavo finalmente di aver riacquistato un minimo di autocontrollo, il mio cellulare vibrò. Mi era arrivato un altro messaggio.

Da : sconosciuto

Renderò la tua vita un inferno.

Impallidii. Improvvisamente un nome comparve nei miei pensieri : Kristen. Questo pensiero fu abbastanza angosciante da spingermi a correre in bagno per rimettere. Mi sentivo uno schifo, privo di energie. Ormai era chiaro. Se quello che mi aveva scritto era vero, le sue intenzioni erano di darmi il colpo di grazia. Avevo la nausea, e non per colpa del whisky. C'era un motivo se quel figlio di puttana ci stava spiando. Lui avrebbe mirato alla mia ragazza per distruggermi, e non potevo permetterlo. Ero stato un illuso a pensare di essermi sbarazzato di lui una volta per tutte. Ma questa volta non mi sarei comportato da codardo. Lo avrei rispedito all'inferno. Mi ricomposi, feci una doccia gelida, dopo di che una volta rivestito corsi fuori di casa.

***

POV KRISTEN

Arrivai a casa più tardi del previsto. Ero esausta, ma soprattutto ero preoccupata per Harry. Chissà come stava. Se aveva davvero la febbre. Non l'avevo mai visto ridotto in quello stato, nemmeno quando era stato vittima delle violenze di Zayn. Le luci dentro erano accese, mia madre doveva essere rientrata da lavoro. Aprii la porta in silenzio per paura di svegliarla, perché sicuramente si era precipitata a dormire, dopo tutto erano le undici e mezza. Eppure, quando mi diressi in salotto, sentii delle voci.

« E-Eccoti cara. », balbettò mia madre. Era in compagnia di un altro uomo, il quale mi stava sorridendo. Si avvicinò a me, ma mi allontanai diffidente. Lo squadrai, aveva un non so che di famigliare. Era robusto, alto. I capelli erano ormai grigi, segno che avesse superato sicuramente la cinquantina d'anni. Gli occhi verdi, luminosi, mi osservavano a loro volta. C'era qualcosa in quello sguardo che non mi convinceva. Il suo sorriso era leggermente contratto, sembrava più un ghigno che un vero sorriso. Chi era ? Un collega di mia madre ? No, mia madre mi aveva elencato tutti i suoi colleghi, e a parte due uomini molto giovani, lavoravano con lei solo donne.

« Kristen, che meraviglia che sei ! Dio, quanto sei cresciuta ! », esclamò lo sconosciuto battendo le mani entusiasta. Questo mi fece indietreggiare ancora di più. Non capivo che intenzioni avesse.

« Mamma, chi è questo signore ? », chiesi, rivolgendo finalmente la mia attenzione a mia madre. Non mi ero resa conto della sua posizione rigida. Aveva la schiena dritta, le mani incrociate, lo sguardo perso nel vuoto.

« Siediti Kristen, devo dirti una cosa. »

***

« State scherzando, non è vero ? », risi amaramente. Stavo piangendo da più di mezz'ora, da quando mia madre aveva cominciato a parlarmi. Era tutta una menzogna, non era vero. Mia madre provò a calmarmi, cercando di abbracciarmi ma la scansai, schifata. Non doveva nemmeno osare toccarmi. Era solo una sporca bugiarda, e l'uomo accanto a lui era solo un pazzo.

« Lui... », cominciai indicandolo, fuori di me. Stavo urlando come una matta, ma non mi importava.

« Lui non è mio padre ! Mio padre è morto quando sono nata ! È morto ! », ero furiosa.

« Tesoro ascoltami...», tentò mamma ancora un'ultima volta. La zittii.

« Per diciotto anni non hai fatto altro che dirmi che era morto. Che era morto mamma ! Andavamo alla sua tomba il giorno del suo compleanno ricordi ? Non riuscivi nemmeno più a tenere delle sue foto in casa. Pensi che non ti abbia mai sentita la sera mentre piangevi ? Non hai mai voluto parlarmi di lui, non so nemmeno com'era fatto il suo fottuto viso ! », si irrigidii per la mia aggressività, ma non disse nulla. E faceva davvero, davvero molto bene. In quel momento non capivo più nulla. Ero rimasta zitta per troppo tempo, mi ero tenuta tutto dentro solo per la mamma. Non le avevo mai chiesto di mio padre, nè mi ero mai lamentata di non sapere nulla di lui. E questo solo perché sapevo che farlo l'avrebbe distrutta. E ora ? Come poteva farmi questo adesso ?

Girai lo sguardo verso l'uomo, il quale mi stava osservando sclerare con un mezzo sorriso, quasi si aspettasse la mia reazione. Per tutta la vita ero stata cresciuta come la convinzione di aver perso mio padre in un incidente stradale. Per tutta la vita avevo ricevuto condoglianze, pietà, compassione. Mi avevano guardata come una sciocca ragazzina smarrita che aveva perso il padre poco dopo essere nata, mi avevano giudicato debole, una vittima. Ma in che razza di mondo vivevo ? In che famiglia ero cresciuta ? in quale universo era normale fingere la propria morte ? Mia madre mi aveva trascinato al cimitero per piangere su una dannatissima lapide, ai piedi di una tomba vuota.

« Mio padre è morto, mamma. C'è stato un funerale. Tu non sei nessuno, nessuno. », gli sibilai, prima di correre via. Uscita di casa, feci un respiro profondo che potesse riempirmi i polmoni d'aria. Per l'ultima mezz'ora mi sembrava di essere rimasta in apnea, non mi sentivo più respirare. Le lacrime che solcavano il mio viso lo avevo reso completamente rosso, il trucco mi era colato tutto. Dovevo fare schifo. Sentii le gambe cedermi, e inciampai. A quel punto mi lasciai al pianto, senza più alcun freno. Avevo vissuto una vita di bugie ? Quell'uomo era davvero mio padre ? No, non era possibile. Fosse stato mio padre, non si sarebbe presentato dopo diciotto anni con l'aria della persona più divertita del mondo. Avrebbe dovuto implorare il mio perdono !

« Piccola, cos'è successo ? », quella voce. Harry si precipitò verso di me.

***

NOTA AUTRICE

Capitolo penoso, vi chiedo scusa ! Qua sta succedendo un casino dopo l'altro : il padre di Kris e il misterioso "lui" di Harry sono tornati. Cosa succederà dopo ?


Fake || Harry StylesWhere stories live. Discover now