Danger {Crookids}

By martinamaltarina

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Senza dire una parola accese la macchina per poi guidare fuori dall’aria in cui era parcheggiata. Il mio corp... More

Capitolo uno
Capitolo 2
3 capitolo
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Parte senza titolo 21
Parte senza titolo 21
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Cpitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50

Capitolo 22

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By martinamaltarina

Lorenzo Paggi  aveva ammesso che gli piacevo o stavo impazzendo? Probabilmente la seconda. Probabilmente era la mancanza di cibo nel mio stomaco che mi faceva pensare cose che non erano vere. 

Giusto?

C’era solo un modo per scoprirlo. 
“Aspetta,” Scossi la testa facendo un passo indietro. “Hai appena detto che ti piaccio?” Si strofinò la nuca, evitando il mio sguardo. 
“Aww,” Trattenni una risata. “Che carino.” Strizzai la sua guancia. 
Mi tolse la mano. “Non farlo.” Borbottò. 
Feci un mezzo sorriso. “Chi poteva immaginare che Lorenzo Paggi avesse dei sentimenti?” Dissi con un tono infantile, ridacchiando nel momento in cui Justin mi guardò.
“Zitta.” Mormorò mordendosi il labbro. “Posso essere un senza cuore ma non così tanto.”
“Hey,” Alzai le mani. “Non ho mai detto che lo sei.”
Ci pensò qualche secondo prima di sospirare. “Vero.” Mormorò, facendo scorrere le sue dita nei suoi capelli. 
“Beh,” Dondolai suoi miei talloni. “Pure tu mi piaci.” Sussurrai contro le sue labbra prima di baciarle velocemente e ritornare a camminare. 
“Dove stai andando?” Chiese urlando. 
“In macchina, duh! Sto morendo di fame.” Enfatizzai la parola ‘morire’ prima di continuare a camminare verso la sua Range Rover. 

Qualche secondo dopo, sentii alle mie spalle il rumore dello sgretolarsi delle foglie e prima che ebbi l’occasione di girarmi per assicurarmi che fosse Lorenzo, le sue braccia avvolsero la mia vita spingendomi accanto a lui. 
“Hey piccola.” Disse con voce roca nel mio orecchio mandandomi brividi per tutta la schiena. 
“Mi hai spaventato,” Picchiettai il suo fianco gentilmente prima di posarci una mano sopra mentre iniziammo a camminare. 
Ridacchiò. “Abituati, piccola.” Premette le sue labbra contro il mio orecchio, accarezzandolo prima di lasciarmi andare una volta che raggiungemmo la sua macchina. Mi sedetti sul solito seggiolino e mise in moto.

Dopo qualche minuto di silenzio e noia, cambiai posizione. Guardai la radio e poi Lorenzo. Mordendomi il labbro, contemplai se dovessi chiedergli o meno di accendere la radio. 

“Hey, Lorenzo?”
“Hm?” Mi guardò per un secondo prima di ritornare a fissare la strada. Lasciando una mano sul volante, mise la mano destra in tasca prima di estrarre una sigaretta e per poi accenderla. Fece qualche tiro, riempiendo la macchina di fumo. 
“Posso accendere la radio?”
Rise, prendendo un altro tiro prima di fare uscire tutto il fumo dalla bocca. “No.” Aprì il finestrino, lasciando uscire tutto il fumo bianco per poi chiuderlo di nuovo. 
“Perché no?” Chiesi un po’ irritata. 
“Perché non mi piace la musica.” 
Alzai gli occhi al cielo. “Davvero?” Sospirai. “A chi non piace la musica?”
“A me.” Distolse gli occhi dalla strada, fissandomi. Ridacchiò facendomi aggrottare la fronte. 
“Che c’è di così divertente?”
“Non ricordi?” Mi fissò con un sopracciglio alzato. 
“Ricordare cosa?”
Ridacchiò scuotendo la testa. “Mi hai chiesto la stessa cosa la notte della festa, quando ti ho preso.” Il divertimento nei suoi occhi. 
Aprii la mia bocca prima di ripensare. Poi mi ritornò in mente e arrossii. “Oh … è vero.” Ridacchiai. “Ooops?”
Distolse lo sguardo da me prendendo un altro tiro dalla sua sigaretta. “Come faccio a ricordarmi delle cazzate così e tu no?” Fissò davanti a se incredulo.
Risi. “Non lo so.”
“Non sono le ragazze le solite a ricordare cose inutile come queste?” Ridacchiò, togliendosi la sigaretta dalle labbra e tenendola salda fra il suo indice e medio. 
“Credo di si.” Alzai le spalle. “Non lo so. In ogni modo,” Sgranai gli occhi. “Non è un po’ come uno stereotipo?”
“In che senso?” Mi guardò incuriosito.
“Non lo so ma sembra uno stereotipo. Tipo, le ragazze sono le uniche che ricordano tutto mentre i ragazzi no? Anche voi ragazzi ricordate le stesse cose.” Ammisi prima di realizzare che proprio lui ricordava e di indicarlo. “Esempio A.” Risi.
Alzò le spalle. “Come faccio a saperlo?” Aprì il finestrino un’altra volta, gettando la sigaretta di fuori per poi richiuderlo. 
“Sono sorpresa che ti ricordi quella cosa, Paggi.”
“Perché?”
“Perché non sembri un tipo che ricorda ‘cazzate come queste’.” Lo imitai, inarcando un sopracciglio mentre lo fissavo divertita. 
“Credo di avere una buona memoria.”
“Oppure quello che ho detto ti è rimasto in mente perché io significo qualcosa.” Dissi canticchiando e ridendo. 
Fece una risata. “Come vuoi, amore.”

Mi sentii avvampare le guance per colpa del nomignolo che aveva usato. 


“Siamo arrivati.” Alzai lo sguardo per vedere Justin parcheggiare la macchina.
“Di già?” Esclamai sorpresa. 
Annuii mentre parcheggiò la macchina nel posto più vicino al ristorante. Spense la macchina e tolse le chiavi dal nottolino. Uscendo dalla macchina, lo seguii mentre camminammo fianco a fianco verso il locale. 
“Di nuovo al Perry’s Palace, uh?” Lo guardai.
“Fanno del buon cibo.” Fece spallucce prima di aprire la porta, spingendomi dentro insieme a lui. 
Non riuscii a non ricordarmi di cosa era successo l’ultima volta che eravamo stati qui. “Questa volta mangerai il tuo cibo, vero?” Lo guardai. Non volevo lasciare metà del mio piatto pieno mentre il suo ancora intatto. 
Mi guardò dall’alto. “Non sei l’unica affamata, piccola.” Mi fece l’occhiolino scherzando prima di riniziare a camminare verso un tavolino, il quale era esattamente quello dove ci eravamo seduti l‘ultima volta. 

Il mio stomaco brontolò per circa la miliardesima volta in quella giornata. Mugolai, coprendomi lo stomaco. 
La testa di Lorenzo si alzò di scatto, un bagliore di divertimento nei suoi occhi mentre sorrise. “Ti stai eccitando, piccola?”
Sentii il mio collo e le mie guance avvampare. “No.” Mormorai, distogliendo lo sguardo imbarazzata. 
“Sicura?” Lorenzo continuò con un tono sarcastico. “Perché sai,” Si inumidì le labbra, “possiamo andare in bagno e finire cosa abbiamo iniziato nel vecchio magazzino se vuoi.” Sorrise maliziosamente.
Alzai gli occhi al cielo. “Nei tuoi sogni, Paggi. Non lascerò succedere quello che è successo un’altra volta.” 
Rise. “Vedremo.” Sorrise per poi voltarsi verso il cameriere arrivato al nostro tavolo, o forse dovrei dire cameriera. Aggrottò la fronte fissandola. 
Morsi l’interno della mia guancia domandomi a cosa stesse pensando. 

“Salve, il mio nome è Jennifer DeLouis e --”
“Merda.” Mi voltai di scatto per vedere Lorenzo sussurrare delle parolacce. 
Aggrottai le sopracciglia confusa. “Lorenzo, stai --”
“Lorenzo?” Mi voltai verso destra per vedere la cameriera, il quale nome era Jennifer, alzare la testa allarmata. “Lorenzo Paggi?” Sibilò. 
Mi voltai verso di lui completamente confusa. Sentii il suo corpo irrigidirsi. “Hey, Jen.” Ingoiò. “Da quanto tempo, huh?”
Il mio stomaco si attorcigliò. Si conoscevano? “Aspetta, vi conoscete?” Indicai uno e poi l’altro. 

Lorenzo continuò a fissare tutto tranne che Jennifer … o forse dovrei dire Jen?

“Io e Lorenzo siamo amici di vecchia data.” Mormorò Jen. “Vero, Jared?” Potevo sentire la tensione nelle sue parole. 
“Sì,” Lorenzo intrecciò le dita della mano destra con quelle della sinistra. “Di vecchia data.” Rise sarcasticamente scuotendo la testa. “Voglio un’altra cameriera.” Aggiunse a denti stretti.
“Lorenzo--” Jen iniziò a parlare prima che Lorenzo la interruppe. 
“Voglio un’altra cameriera, adesso.” Ordinò, e dal modo in cui i suoi occhi diventarono cupi, sia io e sia Jen, sapevamo che stava facendo sul serio. 
Si morse il labbro con l’impulso di rispondere. “Ok.” Sbottò. “Chiamerò un’altra cameriera.” Voltandosi iniziò a camminare lasciando, me, in una completa confusione mentre Justin lo lasciò … pieno di rabbia.

“Che è successo?”
“Niente.”
Sbeffeggiai. “Non direi che quello era niente, Jared.” Il nome mi uscì dalla bocca con un tono di disgusto. 
“Non.” Sbottò, alzando la testa per guardarmi. “Chiamarmi in quel modo.”
“Perché no?” Incrociai le braccia al petto. “Jen l’ha appena fatto, perché io non posso?” Chiesi gentilmente.
“Perché l’ho detto io.” Schernii. 

Rimasi in silenzio e con la bocca chiusa sapendo che se l’avrei aperta, avrei fatto uscire solo tante cazzate.

Dopo qualche secondi di silenzio, una nuova cameriera arrivò al tavolo. “Salve, sono Hannah Beth e sarò la vostra cameriera per questa serata. Cosa posso portarvi da bere?”
In quel momento non mi sentivo più affamata. 
“Io prendo un te freddo e una limonata per lei.” Mi indicò. 
La cameriera annuì. “Va bene, tornerò fra poco con i vostri ordini. Nel frattempo, potete dare un occhiata al menù.” Ce ne diede uno a testa. “E trovare quello che desiderate mangiare. Okay?”
Annuimmo senza dire una parola. 
Quando se ne andò, afferrai il menù facendo finta di leggere mentre in realtà la mia testa era altrove. 

Chi diavolo era Jen?
Come faceva a conoscere Lorenzo?
Come lo aveva conosciuto?
E perché si era arrabbiato così tanto da chiedere di avere un’altra cameriera?

Proprio quando stavo per riaprire la bocca e fare delle domande, la cameriera Hannah, ritornò con i nostri ordini. 
“Okay ragazzi, ecco qui.” Posò sul tavolo le bevute. “Avete deciso?”
“Io prenderò cheeseburger, patatine fritte e cetriolini. Grazie.”
Scrisse sul taccuino prima di voltarsi verso Lorenzo. 
“Io prendo … lo stesso.” Posò il menù. “Senza cetriolini però, grazie.”
Hannah annuì. “Perfetto. I vostri ordini dovrebbero essere pronti in meno di mezz’ora.” Sorrise prima di andarsene. 
Accavallai le gambe sotto il cavolo, premendo le mie braccia contro il mio petto. “Non mi dirai mai cosa è successo con Jen?”
“No.”
“Perché no?” Lo fissai incredula. 
“Smettila, Brittany.” Avvertì. 
“No.” Scavallai le gambe per poi sbattere i piedi a terra. “Ho il diritto di saperlo.”
“No che non ne hai.” Sbottò. “Non sono affari tuoi e se non mi sbaglio tu non sei la mia ragazza perciò non hai nessun diritto di sapere i cazzi miei e anche se lo fossi stata, non te l’avrei detto. Adesso, continua a stare in silenzio e zitta.” Disse nervoso a denti stretti. Potevo leggere nel suo sguardo che non stava scherzando. 

Il mio cuore si era come spezzato nel momento in cui le parole ‘Non sei la mia ragazza’ giunsero all’orecchio. Inumidendomi le labbra, distolsi lo sguardo, non riuscendo più a dire una parola.

Il secondo prima aveva ammesso che gli piacevo; il successivo avevo iniziato a dire stupidaggini come che io non ero la sua ragazza. Lui, era più che confuso a questo punto. Avrebbe fatto bene a iniziare a programmare il suo funerale perché l’avrei ucciso. 

Dopo qualche secondo, non ce la feci più. Dovevo saperlo. Mi stava facendo impazzire. “Sai cosa?” Dissi. 
Le mani di Lorenzo divennero pugni. “Cosa?” Sbottò. 
Sbeffeggiai. “E’ divertente come tu vuoi sempre sapere i fatti miei e non accetti mai un no come un risposta ma quando io sono la persona a chiedere qualcosa che ha a che fare con te, tu non apri bocca.”
Alzò le spalle. “Accettalo, piccola.”
“Non sono la tua piccola.” Ribollii di rabbia facendo fuoriuscire un respiro pesante dalle mie labbra. “Ricordi? Non sono la tua ragazza.” Dissi sputando veleno su ogni singola parola e assicurandomi di aggiungere enfasi in ognuna. 
Lorenzo  mi fisso senza dire una parola.
“Sei la persona più ipocrita della città.” Scossi la testa.
Mi continuò a fissare, stava premendo le sue labbra così forte che sembravano una linea. 
“E quando avremmo finito di mangiare,” Feci un gesto fra di noi. “Me ne vado.”
Lorenzo aprì la bocca per dire qualcosa ma lo interruppi prima che potesse interagire. 
“E questa volta? E’ meglio che non mi rincorri.” Lo guardai, i miei occhi fissi sui suoi. “Perché non voglio più avere a che fare con te e le tue stronzate.”

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COMPLETA @georginaicardi ha sbloccato @neymarjr "In fondo, dove si è stati bene ci si ritorna prima o poi." 100K 16/03/21 🥺❤️ 200K 04/10/21