Danger {Crookids}

By martinamaltarina

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Senza dire una parola accese la macchina per poi guidare fuori dall’aria in cui era parcheggiata. Il mio corp... More

Capitolo uno
Capitolo 2
3 capitolo
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Parte senza titolo 21
Parte senza titolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Cpitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50

Capitolo 11

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By martinamaltarina

Non avevo più scelta perché mentre stavo prendendo la mia decisione,

Lorenzo aprì la mia portiera e aspettò che scendessi. Scendendo chiusi la porta dietro di me, affiancandomi a lui.

Aprii la bocca per dire qualcosa nello stesso momento in cui lui mi sovrastò.

“Seguimi,” Annuì la testa verso il grande magazzino.

Annuii senza aggiungere una parola seguendolo.

Aprendo la porta, Lorenzo entrò e tenne la porta aperta per me aspettando che entrassi, per poi chiuderla silenziosamente dietro di noi.

Quando si era allungato verso la mia direzione per chiudere la porta, avevo notato che la sua mascella si era rilassata ed era più tranquillo.

Aggrottai le sopracciglia. Come poteva qualcuno passare dall’essere ok, all’essere arrabbiato, all’essere rilassato in meno di un ora?

“Hai intenzione di venire o no?” Ritornai alla realtà voltandomi verso Lorenzo il quale era dall’altra parte dell’edificio.

Guardando intorno, iniziai a camminare lentamente senza dire una parola.

Le pareti presentavano delle crepe, un po’ di scellini per terra mi fecero chiedere che diavolo era successo in questo magazzino.

“Che è successo qui?”

Lorenzo non si girò nemmeno e continuò a camminare.

Per un momento pensai che mi stesse ignorando ed ero decisa a ripetere la domanda quando si fermò fuori dal magazzino

(dopo aver sorpassato le porti posteriori.) Infilò le mani nelle tasche dei suoi jeans con il volto rivolto verso il cielo.

Spostai gli occhi da lui a quello che stava fissando e immediatamente spalancai gli occhi rimanendo a bocca aperta.

Stavamo sulla cima di una collina, il cielo era di un colore rosa, arancione, giallo e viola. Le nuvole si spostavano lentamente, il sole sopra le nostre teste.

Potevi vedere metà città da quassù. Era assolutamente bellissimo.

“E’ carino, uh?” Chiese gentilmente.

Non mi azzardati a distogliere lo sguardo dallo splendido paesaggio di fronte a me.

“Già,” Replicati, senza fiato. “E’ bellissimo.”

Dissi buttando fuori tutta l’aria che avevo nei polmoni, realizzando la bellezza della natura. “Non ho mai visto niente simile a questo.”

Annuì comprendendomi.

“Come hai trovato questo posto? Se posso saperlo …”

Finalmente distolsi lo sguardo dal cielo per guardare Justin.

Rimase in bilico, la sua postura era perfetta.

“Dopo che questo posto è stato quasi bruciato--” “-- Credo di essere venuto qui a controllare e quando sono arrivato qui, ho visto questo --”

Annuì verso il cielo. “E immediatamente mi sono innamorato.” Girò la testa per guardarmi, un’espressione solenne sul suo volto.

Portai una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “E’ carino. Magari avessi anche io un posto come questo.” Ammisi con il naso per aria.

Ti dava una sensazione di pace, come se niente e nessuno potesse toccarti. Come quando puoi stare da sola senza preoccuparti di niente.

Ti senti senza preoccupazione … Ti senti .. Viva.

Il silenzio calò su di noi prima che Lorenzo iniziò a parlare, “Adesso ce l’hai.” Disse forte e chiaro.

Realizzando cosa avesse appena detto, mi voltai solo per vedere che aveva spostato il suo sguardo sul paesaggio della città.

“Grazie …” Sussurrai sentendo il mio cuore stringersi e battere violentemente mentre il mio stomaco si riempì di farfalle.

L’aveva seriamente detto?

Non ne ero completamente sicura me lo speravo.

Mi diede semplicemente un’occhiata veloce lasciandomi capire che mi aveva sentito.

Restammo lì per tutto il resto del tempo, nel silenzio vero e proprio, con niente ma il rumore del vento intorno a noi.

Raramente gli uccelli cinguettavano e un po’ di scoiattoli occupavano gli alberi intorno a noi.

Oltre a quello, tutto quello che poteva essere distinto, erano il battito solido del nostro cuore.

“Perché questo posto ha preso fuoco?” Chiesi essendo curiosa.

Si inumidì le labbra. “Affari.” Era tutto quello che disse.

Mi morsi il labbro inferiore. “Che tipo di affari?” Non volevo portarlo al limite dell’esasperazione ma volevo capirne qualcosa di più.

Volevo sapere dove mi stavo cacciando prima di trovarmi troppo dentro a tutta questa situazione.

Sospiro. “Non la smetterai, vero?” Mi guardò, i nostri occhi si fissarono.

Scossi la testa.

Sorrise inumidendosi le labbra un’altra volta. “Gli affari che faccio ogni giorno.”

Potevo percepire il pericolo nel suo tono di voce.

“Un gruppo a noi rivale ha provato a fotterci, noi abbiamo reagito, hanno fatto lo stesso e per vendicarsi hanno dato fuoco a uno dei nostri posti.”

I miei occhi si spalancarono. “C’era qualcuno dentro quando è successo?”

Alzò le spalle. “Non lo so e non mi interessa.” Rispose. “Avevo altre cose per la mente.”

Cosa poteva avere nella sua mente? Oltre a delle vite innocenti che potevano essere state prese?

“Quindi non ti interessa di quelle persone innocenti che magari sono morte?” Chiesi, shockata dalle sue parole.

Voglio dire, avevo capito che il ragazzo era senza cuore …

Ma non pensavo che poteva essere così menefreghista.

Serrò le labbra in modo infastidito.

“Le persone che entrano in questo tipo di affare conosco qual è la loro sorte.

Loro hanno scelto questo stile di vita.

Avrebbero dovuto sapere che le loro vite sarebbero state in pericolo dal momento in cui hanno accettato di vendere le loro anime.”

“Cosa vuoi dire?”

“Una volta che sei dentro, non c’è modo di uscirne. Sei per sempre etichettato e sarai un nemico per molti gruppi.”

Il suo pomo d’Adamo si muoveva ogni volta che ingoiava. “Questo è cosa voglio dire.”

“E tu lo sai in prima persona?”

Domanda stupida, lo so ma lo chiesi prima di avere l’occasione di pensarci.

Rise sarcasticamente. “Sembro un ragazzo di ogni giorno?” Mi guardò con un ciglio alzato.

Alzai le spalle. “Puoi sembrare come uno di loro però.”

Rise. “Si chiama sapere come giocare le proprie carte, tesoro.”

“Oh? Perciò questo è giorno per te?” Chiesi.

Alzò le spalle. “Forse sì, forse no.”

Posso dire che voleva sorridere maliziosamente dal modo in cui le sue labbra si attorcigliarono per poi rilassarsi il secondo dopo.

Alzai gli occhi al cielo.

Lui restò tranquillo, distogliendo lo sguardo.

Sospirai. Questo ragazzo mi confondeva più di Jane Eyre (il libro) e credetemi,

quando io l’ho letto, mi sentivo come se stessi leggendo Jabberwocky o qualcosa di smile.

E pensare che stavamo, lentamente, iniziando ad uscire da questo casino.

Presi il telefono dalla mia tasca controllando l’ora. Era mezzogiorno.

“Dobbiamo andare.”

Si voltò verso di me. “Perché?”

“Perché è tardi e i miei genitori impazziranno se vedono che non sono a casa.” Dissi come se fosse la cosa più ovvia.

Comprese. Lo lessi sul suo volto. “Oh, giusto.” Si girò e ritornò dentro il magazzino.

Lo seguii nell’edificio fino a che non raggiungemmo l’uscita della casa. Camminando verso la sua macchina, pigiai sul piccolo bottone prima di entrare e sedermi.

Dopo qualche minuto che ero rimasta seduta, guardai fuori dal finestrino per vedere che aveva tirato fuori una sigaretta e che stava facendo qualche tiro.

Tempismo perfetto.

Quel ragazzo …

Aprendo la porta del guidatore, Lorenzo si sedette prima di tirare fuori le chiavi dalla tasca e inserire nel nottolino.

Il fumo che aveva trattenuto fuoriuscì dalla bocca.

“Non potevi aspettare di fumare?” Borbottai.

“No.” Replico con non-chalance.

Sembrava calmo. Era quasi anormale. Mi sentivo strana.

“Perché sei così calmo?” Sbottai prima di potermi schiaffeggiare.

Dovevo veramente smetterla.

Un’espressione di confusione sul suo volto. “Cosa?”

“Niente.” Scossi la testa.

“No, cosa hai detto?” Protestò.

“Non la smetterai, vero?” Imitai la sua voce con un sorriso.

“Dimmi cosa hai detto e basta.” Ridacchiò, il suo braccio sinistro posato sul volante mentre il destro era posato sul bracciolo.

“Ho detto che sei calmo.”

Mi guardò, lanciandomi uno sguardo incredulo. “Dovrei essere tutt’altro?”

“No .. Beh, non lo so.” Sospirai. “Di solito sei sempre tutto arrabbiato. Questo … Questo è qualcosa di nuovo.” Mi inumidii le labbra, mordendomi quello inferiore.

Rise alla mia affermazione. “Mi dispiace che non sono sempre felice?”

Alzai gli occhi al cielo scherzando. “Non intendevo dire quello -- Volevo solo dire che , non importa.”

“Okay.” Ridacchiò scuotendo la testa. “Ragazza strada.” Borbottò.

Lo sentii ma feci finta di niente. Non ero in vena di iniziare una discussione, sinceramente.

Il tempo passò fino a quando la macchina non rallentò fino a fermarmi pochi metri da casa mia.

Lo guardai confusa.

“Non vuoi che i tuoi genitori ti vedano uscire dalla mia macchina, giusto?”

“Giusto.” Annuii.

Ragazzo intelligente.

“Beh, grazie.” Li lanciai un sorriso prima di aprire la portiera e uscire, gentilmente chiudendola dietro di me.

Agitai la mano salutandolo per poi avviarmi verso casa quando improvvisamente la sua voce mi fermò.

“Cosa?”

“Vieni qui.”

Ritornai indietro alla sua macchina. “Che c’è?” Allungai la testa dentro il finestrino aperto.

“Quando ti vedrò di nuovo?”

Sentii il mio cuore saltare qualche battito. “Non lo so. Fino a quando sono prigioniera in casa …”

Annuì la testa. “Sai, puoi sempre sgattaiolare fuori.” Sorrise.

“E rischiare di essere catturata? No grazie. Una volta è abbastanza per me.” Risi.

Non disse niente per un po’ fino a quando non mise in moto la macchina, pronto a partire. “Immagino che ti vedrò a giro,Brittany.”

“Già.”

Facendo un passo indietro dalla macchina, diede gas per poi partire.

Camminai verso casa mia sana e salva,

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