Epilogo

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LEILA

Tutti sono alla ricerca della felicità, viviamo praticamente solo per questo motivo. Oggi che è il giorno di Natale, i momenti passati con Andrea, tornano, ma li rivivo con un umore un po' diverso. Il posto a capotavola che quest'oggi è occupato da mio padre, sembra fare meno male.  Forse sto accettando piano, piano il fatto che lui non sia piú qui con noi, ma lui c'è e ci osserva, forse è per questo che adesso, sorrido nel sentire un aneddoto appena raccontato da mia madre ai genitori di Jack. Sì perché alla fine ci siamo ritrovati tutti qui, a casa di Jack.

"Non mia avevi detto che eri una ribelle da piccola", mi sussurra Jack, all' orecchio dopo che ha appoggiato la sua mano sulla mia coscia.

"Ho una reputazione ora no?"  Gli domando scherzando sulla  sua popolarità.

Mi lascia un bacio sulla guancia prima di tornare ad ascoltare i nostri genitori che da quando sono arrivati non hanno smesso di parlare. 

"Potrei dire lo stesso di te", ridacchio.

"Ero un angioletto, vero mami?"  Le chiede.

"Sì, con le corna!" Dopo una risata generale, ci alziamo da tavola e mentre gli uomini di casa vanno in salotto a parlare di calcio e di tutto ciò riguarda il mondo maschile, noi donne ce ne stiamo qui in cucina a commentare il loro mondo, che la maggior parte delle volte è complicato.

Una volta che finiamo di sistemare, li raggiungiamo. 

Mi siedo accanto a Jack. 

"Prima di passare ai regali volevo fare un piccolo discorso, posso?"  Chiede Güldem la mamma del mio fidanzato.

"Ho la lacrima facile oggi!" Le dico.

"Allora prepara i fazzoletti, ti conviene!"  A sentire ciò, Jack appoggia una mano sulla mia schiena e inizia ad accarezzarmi. 

"All'inizio di quest'anno, mio figlio era veramente deluso, distrutto, per colpa di una ragazza che lo ha trattato in un modo che nemmeno riesco a commentare. Mi ero promessa che non mi sarei mai più affezionata a una ragazza vicina a lui perché prima o poi, le persone ti deludono sempre, ma Leila, non posso non affezionarmi a te. Io ti devo solo ringraziare, perché non ho mai visto mio figlio così felice."  Accenno un piccolo sorriso.

"In questo giorno, voglio augurarvi una lunga vita insieme, perché siete belli da fare invidia a tutti!"  Ecco l'ha detto, speriamo che non porti male. 

Lo sapevo, una lacrima riga il mio viso, e stranamente non è tristezza. 

"Cosa c'è, tesoro?" Mi domanda papà. 

"Questo Natale è davvero strano. Fino a un anno fa non pensavo nemmeno di innamorarmi di qualcuno così tanto. Mamma, papà, signori Yamer, Jack mi ha fatto aprire gli occhi e mi ha consolata nel periodo buio dopo Andrea e ora custodisce anche i miei segreti del passato. Oggi Andrea non è qui, ma sono certo, che in qualche modo lui è presente. Secondo me è seduto sul tappeto con le gambe incrociate, che mi starà dicendo: cosa piangi a fare Lellina?", sento Jack ridacchiare. 

"Lellina?"  Mi domanda. 

"Sì, mi chiamava sempre così. Un soprannome tanto odiato, ma se potessi tornare indietro, sono certa che lo amerei moltissimo", confesso.

L'attenzione ora è tutta su di me. 

Mi alzo dal divano e mi avvicino al cassettone e prendo tra le mani la soap, che ieri, stordita come sono mi sono completamente di farla rilegare, ma per fortuna ho un amico come Leonardo, che non so come, è riuscito a farmela avere prima che Jack si presentasse a casa mia. 

"Andrea era la persona che sapeva tutto di me. Non gli nascondevo nulla".  Spiego ai genitori di Jack.

"Sapeva quanto io amassi i cartoni e la cioccolata di nonna o quanto io fossi complicata, testarda, ma soprattutto determinata, ma soprattutto sapeva quanto io fossi brava a scrivere."

Torno seduta vicino a Jack che non sta capendo. 

"Qualche mese fa Jack mi ha proposto di lavorare con lui, ma io non volevo apparire come quella che se ne approfittava. Quindi ho iniziato ad essere la tata di Lollo e contemporaneamente in queste settimane ho dormito ben poco la notte perché ho lavorato ad un progetto per te", ammetto. 

JACK

"Per me?"  Le domando.

Mi consegna il regalo e lo apro lentamente. 
Ammetto di avere paura. 

Non appena scarto del tutto la carta, mi rendo conto che si tratta di una storia. Anche perché il titolo è scritto ben grande: Prendimi per mano. 

Sono commosso. 

Scioccato, in senso buono perché non me l'aspettavo per nulla. 

"Fammi capire una cosa. Io sono diventato matto per tutto questo tempo per cercare una scrittrice che mi scrivesse una soap, e tu, zitta, zitta me ne stavi scrivendo una?" Mi domanda. 

"'n vedi 'n po' questa!"  Mia mamma mi guarda in un modo strano sotto le risate dei genitori di Leila 

"Ho parlato in romano senza accorgermene!" Mi unisco alle loro risate. 

"Tornando seri un attimo ... Come ci sei riuscita?"  Le domando. 

"Ho avuto un aiuto da parte di Leo, a proposito, ti dovrai scusare per tutto ciò che gli hai detto, poverino!" Si mette a ridere. 

"Ti cercavo io dei nomi di ragazze che non erano molto valutate degli editori."

La fulmino con lo sguardo e si mette a ridere. 

"Dovresti vedere la tua faccia".  Si mette a ridere ancora di più. 

"Faremo i conti dopo, io e te, ma intanto ti ringrazio. È il regalo più bello che tu potessi mai farmi." Le dico rubandole un bacio. 

"Sei tu il regalo più bello che la vita potesse mai farmi! 

"Caso o destino?" Mi imita. 

"Destino. Ci ha fatto incontrare e io per una volta lo voglio ringraziare per avermi messo te sulla mia strada."

Mi sento osservato. 

Mi volto verso i miei genitori e noto che ci stanno osservando con gli occhi incantati ed emozionati. 

"Non vedo l'ora di farti scoprire il mio mondo Lè."

"E io non vedo l'ora di vederti all'opera!" Unisce le sue labbra alle mie. 

"Quindi si volerà a Istanbul?"  Mi domanda. 

"Mora prepara le valigie."

Voleremo insieme verso una nuova avventura. 

Fine.

Nessuna è come teWhere stories live. Discover now