Questa è una decisione giusta?

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LEILA

Non sono sicura di aver fatto la scelta giusta, ma in fondo è solo una passeggiata. Mi ripeto questa frase come un mantra mentre saliamo in auto. Un'ondata di disagio mi pervade all'improvviso. Non avevo considerato quanto saremmo stati vicini e da soli. Lui, con la sua chiacchiera pronta e io con la freddezza che non mi lascia.

"Da quanto tempo hai la patente? Non perché non mi fido di te, ma così per curiosità."

"Sono passati ormai molti anni," rispondo, cercando di mantenere la calma.

Jack mi guarda con uno sguardo incuriosito. Mentre aspetto che l'auto si riscaldi, cerco di pensare a cosa dirgli prima che le mie guance diventino rosse come un pomodoro.

"Quanti anni mi dai?" chiedo.

"Credo che tu abbia almeno ventisei anni. Non puoi essere più vecchia di me," riflette a voce alta.

Nel frattempo, il cancello si è aperto ed esco con molta calma. Sento l'ansia che sale, temendo che qualcosa possa andare storto.

"Allora? É la tua risposta definitiva? No, comunque hai sbagliato," dico, cercando di nascondere il mio nervosismo.

"Non ne hai ventisei? Scherzi?" chiede, sorpreso.

"Non scherzo. Ne ho ventinove. E tu quanti ne hai?"

"Indovina?"

"Trenta?" rispondo, guardandolo con stupore.

"Come hai fatto a capirlo?" chiede, sorpreso.

"Beh... Non sembri tanto più vecchio di me!" ammetto, sentendomi un po' imbarazzata.

Sbuffa, sconfitto. "Sì, ne ho trenta. E in che mese sei nata?"

"Nel mese di novembre, tu?"

"Ottobre."

Cala il silenzio di nuovo. Sono stupita perché non pensavo che fosse così socievole e curioso. Questa è l'intuizione che mi serviva, ho preso la decisione giusta. Stiamo scoprendo qualcosa in più su di noi.

Dall'esterno potrebbe sembrare una cavolata, ma per me no. I piccoli dettagli fanno la differenza.

"Leila, ci sei?" mi chiede, interrompendo i miei pensieri.

"Sì, scusami, mi ero un attimo persa nei miei pensieri," rispondo, cercando di nascondere il mio imbarazzo.

"Scusami tu, è che non mi piace stare troppo in silenzio," dice, guardandomi con un sorriso.

"Possiamo accendere la radio se ti va," suggerisco, cercando di alleviare la tensione.

"In realtà non vorrei altrimenti l'avrei messa io, non credi? Mi piace parlare con te. Però se tu vuoi ascoltiamo qualcosa che ti piace," risponde, con un tono di voce rassicurante.

"Sì, dai. È sempre un modo per conoscersi, no? Lì nel cruscotto dovrebbe esserci un porta CD, vedi cosa ti piace. A me va bene tutto, visto che sono i miei," dico, cercando di distrarlo.

l traffico di Roma non aiuta di certo, il tempo sembra dilatarsi e non ho ancora capito se sono a mio agio o no.

La musica potrebbe calmarmi i nervi come accade sempre. Non ero preparata a lasciar entrare uno spiraglio di luce nella mia corazza di ghiaccio e la sensazione che sto provando non è affatto brutta.

"Ho scelto!" esclama Jack all'improvviso.

I Coldplay, il mio CD preferito.

"Li conosci?" chiedo, curiosa.

Nessuna è come teWhere stories live. Discover now