Ti amo e ti odio

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LEILA

Una settimana dopo sono ancora a Milano a casa dei miei genitori. In questi giorni Jack mi ha scritto, ma io sono stata molto fredda. Invece, Perla e Leonardo oggi verranno qui da me per parlare. Alla fine, sono arrabbiata con Jack perché non è stato leale come gli avevo chiesto di essere. Perla e Leonardo, come ha detto papà, ci sono sempre stati per me ed è giusto che io li perdoni senza perdere altro tempo.

Dopo l'intervista di Jack a Verissimo sono arrivati Mattia e sua mamma, io ero un fiume di lacrime, lei mi ha detto che l'ha seguita e per la prima volta dopo diverso tempo si è commossa. Mi ha dato alcuni consigli, e credo che farò come dice lei. Prima lo farò penare un po', poi se lo meriterà avrà il mio perdono, ma ora è presto, deve capire che ha sbagliato.

"Giochiamo con la palla?" Io e Mattia abbiamo fatto amicizia e mi è servito a non pensare. 

"Ma certo, a che gioco esattamente?" Gli domando, prima di alzarmi dal tappeto per poter prendere la palla nella cesta. 

"Canestro?"  Mi domanda indicandolo. 

Iniziamo così a giocare e io faccio apposta a perdere.

"Sono un campione", esulta. 

"Tu perdi sempre", ridacchia. 

"Eh, sì. Io sono proprio negata per il basket. Non ho mai giocato sai?" Gli spiego.

"Io con lo zio tutti i giorni! Perde sempre anche lui", mi confessa ridendo.

"Qual è il tuo sport preferito, Leila?" Mi domanda.

"Non ho uno sport preferito, Matti, Praticavo nuoto e pallavolo, ma poi ho smesso", gli confesso. 

"Hai mai vinto qualche medaglia?" Mi domanda. 

"Sì, solo una." 

"E perché?" Nel frattempo, torniamo a fare i canestri.

"Perché non avevo più tempo e poi mi sono trasferita a Roma", concludo.

"Quindi non stai qui per sempre?" Mi domanda mettendo un piccolo broncio. 

Mi avvicino a lui e lo prendo in braccio. 

"No, ma ti prometto che tornerò a trovarti" Lo rassicuro.

"Però ehi, adesso sto qui ancora per un po' di giorni, fammi vedere un sorriso", gli dico mentre inizio a fargli il solletico. 

Mattia ride tantissimo, ma qualche minuto dopo sono costretta a smettere per via del suono del campanello.

"Chi sarà?" Mi domanda preoccupato. 

"Non lo so, tu aspettami qui, va bene?" Gli raccomando.

Mi avvicino alla porta e guardo attraverso il cerchio. 

Sono Perla e Leonardo. 

Faccio un bel sospiro.

Ci penso un attimo prima di aprire, ma poi li faccio entrare. "Ben arr..." Non faccio in tempo a finire la frase che mi ritrovo tra le braccia di Perla. I miei occhi diventano lucidi e non riesco a trattenermi. 

Ricambio l'abbraccio tenendola ben stretta a me.

"Leila chi sono queste persone?" Mi stacco da mia cugina sentendo il piccolo Mattia alle mie spalle, mi asciugo le lacrime e mi chino verso di lui.

"Perché piangi?" Mi domanda.

"Sono lacrime di felicità, Mattia. Loro sono Perla, mia cugina e il suo amico Leonardo. Non li vedo da un po' e mi sono commossa nel vederli qui. Ti va se oggi passiamo un pomeriggio diverso dal solito e stiamo anche insieme a loro?" Gli domando.

Nessuna è come teWhere stories live. Discover now