Benvenuta in famiglia Leila

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LEILA

Quella di ieri è stata una domenica abbastanza strana, oserei dire. Sicuramente non mi sarei mai aspettata i genitori di Jack qui da me, mi hanno sorpresa. Sono per prima cosa persone per bene, brillanti, ma soprattutto umili. Più di tutto, mi ha stupito la somiglianza tra Jack e il padre. Sono Identici.

Sono simpatici anche se mi hanno fatto il terzo grado a cui io ho risposto il più sincera possibile, gli ho raccontato di me e della famiglia senza filtri. Prima o poi li faremo incontrare. 

Oggi inizio ufficialmente con Lorenzo e la mia missione è farlo stare bene, qualsiasi cosa accadrà da qui in avanti, cercherò di renderlo felice giorno dopo giorno. Questa mattina Chloe me lo ha portato qui da me verso le otto e lo abbiamo portato all'asilo insieme, mi sono presentata alle maestre e mi hanno spiegato tutti gli orari.

"Leila ho finito la merenda. Dove si trova il cestino?" Guardo Lorenzo con un sorriso. 

"Dai pure a me la carta che la porto io in cucina, tu intanto hai voglia di raccontarmi com'è andata la tua mattinata?" 

Mi segue in cucina e inizia a raccontarmi.

"Abbiamo iniziato a parlare del Natale."

"Avete fatto i lavoretti quindi?" Domando. 

"Sì, ci hanno fatto colorare la slitta di Babbo Natale e le sue renne. Ci hanno anche raccontato la storia", mi spiega.

"E perché non la racconti anche a me? La ricordo poco", fingo di dimenticarmi sotto le sue risate. 

"Non me la ricordo tutta. Però nello zainetto c'è il foglio, ti va di leggermela?" Mi domanda. 

"Allora, sei pronto a vivere un'avventura?" Gli domando.

"Sii!"  Risponde.

"Molto bene, iniziamo, Oliver tu sei pronto?" Chiedo al cane.

"Ma lui non parla", Lollo si mette a ridere.

"Lo so, ma se abbaia vuol dire che mi sta ascoltando, altrimenti, se non lo fa mi sta ignorando, e credo stia facendo proprio così", faccio una smorfia e il piccoletto ride di nuovo. 

"Mi serve un microfono", mi guardo attorno. 

"Ma non devi cantare", mi fa notare. 

"No, però mi senti di più, no?" Gli domando.

"Sì, hai ragione. Potresti usare la penna", mi dice. 

Allungo il braccio verso il tavolino e prendo la penna. 

"Adesso sono pronta."

"Il Villaggio di Babbo Natale è un luogo davvero magico e si trova nel Circolo Polare Artico. Ogni tanto qualche bambino, che arriva da ogni parte del mondo, va a trovarlo e Babbo Natale è felice di farlo sedere sulle sue ginocchia per scoprire che cosa vuole per Natale."  Leggo.

"E tu? Cosa vorresti per Natale?" Gli chiedo. 

Mi guarda pensieroso, come se stesse cercando la risposta esatta da darmi. Si alza da terra, e si avvicina al mio orecchio poco dopo.

"Che papà torna a casa", mi sussurra.

"Succederà molto presto", cerco di rassicurarlo. 

Lorenzo si siede in braccio a me e si accoccola.

"Continuiamo con la storia?" Gli domando e lui annuisce.

"Babbo Natale ha una stanza super-segreta dove conserva tutte le letterine che gli arrivano dai bambini. E i bambini chiedono sempre le stesse cose, da intere generazioni: bambole, giocattoli, automobiline, videogiochi", mi fermo. 

Nessuna è come teOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz