Segreti nascosti svelati

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JACK


Sono pietrificato.

La guardo senza riuscire a pensare ad una frase di senso compiuto, ma ora non posso più tirarmi indietro. Continua a guardarci, è in piedi accanto alla porta della cucina. Ha le braccia incrociate e ha una posizione rigida.

Ha gli occhi lucidi, ma questo la rende ancora più bella. Immobile nella sua fiera bellezza, infuriata.

Prendo un respiro prima di trovare il coraggio di alzarmi e andare verso di lei, ma vengo bloccato da un suo gesto secco con la mano.

"Non ti agitare", la guardo negli occhi. 

È incazzata nera.

"Come puoi pretendere che io resti calma?" Mi domanda alzando il tono della voce.

"Siediti e parliamo come tre adulti", le dico con un tono di voce tranquillo.

"Non mi va di sedermi con due persone false." Sposto il mio sguardo su Perla che ha abbassato lo sguardo. Dopo di che lo riporto su Leila.

"Va bene, parlerò io", dico.

Sospiro. Quanto è difficile.  . . Sapevo che avrei dovuto dirle tutto prima.


Uno.


Due.


Tre.


Deglutisco e decido di parlare. "Io e te ci siamo già incontrati, la notte in cui tuo fratello ha avuto quell'incidente. Sono. . ." Mi blocco e Perla mi dà la forza giusta per continuare. "Sono arrivato il giorno dopo con il mio jet privato. Me lo ricordo come se fosse ieri. Tu eri insieme ai tuoi, ci siamo incontrati fuori dalla sua stanza. Ai tempi avevo i capelli lunghi e la barba. Ricordo che tu uscivi ed io entravo", lei spalanca gli occhi.

"Eri tu? Pensavo di essermelo immaginato quando mi sei apparso in ospedale", risponde con le lacrime che ormai le rigano il suo volto. Faccio per avvicinarmi a lei, ma mi allontana.

"Perché non me lo hai detto quando ci siamo rivisti? Perché?" Mi chiede lasciando scappare alcune lacrime dai suoi occhi.

"E perché tu non mi hai detto che lo conoscevi?" Chiede a Perla, ma rimane in silenzio.

"Quando ci siamo rivisti, ero stupito perché non mi hai riconosciuto e mi hai tratto come una persona comune. Sono venuto qui stasera per dire a Perla che non volevo più tenermi il segreto. Prima che fosse troppo tardi."

"E cosa c'entra Andrea in tutto ciò?"

"Quando sono entrato nella stanza, tuo fratello mi ha chiesto di starti accanto, di non lasciarti sola e di proteggerti", concludo.

"E perché non mi sei rimasto accanto? E ti sei presentato ora?" "Dovevo tornare in Turchia, avevo un contratto per cui non potevo trasferirmi. Ed è per questo che lui ha chiesto a Perla e a Leonardo di farlo al posto mio, facendogli promettere di non dirtelo perché se l'avessi saputo non me l'avresti permesso. Andrea diceva che l'avresti presa male come se lo facessi per pietà."

"Può essere, però avreste potuto dirmelo prima che ci mettessimo insieme. Avrei potuto decidere se continuare o no. Perché mi avete mentito per tutto questo tempo?" È infuriata.

"Era una promessa Leila ", finalmente Perla apre bocca. Vedo gli occhi di Leila riempirsi di lacrime. Mi avvicino a lei, voglio abbracciarla, stringerla a me.

"Io. . . " Sospira mettendosi una mano all'altezza del cuore.

Guardo Perla preoccupato.

"Leila, stai bene?" Chiede, preoccupandosi anche lei. Si alza di colpo, vado verso di lei, ma mi allontana con una spinta.

"No, che non sto bene. Vado al rifugio, non mi seguite. Per ora non voglio vedervi."


LEILA

Non posso credere che mi abbiano mentito per così tanto tempo. L'unica cosa che riesco a fare dopo che Jack ha finito di parlare è andarmene.

Mi sento tradita da loro.

Pensavo che tra me e Jack stesse nascendo qualcosa di importante e di vero. Invece mi ha mentito per tutto questo tempo. A lui non importa nulla di me, ha soltanto mantenuto fede ad una promessa ed è stato aiutato da Perla.

Vado verso la mia camera e mentre continuo a piangere, butto vestiti a caso dentro una borsa. Mi siedo per riprendere fiato ed è allora che lo sento salire le scale. Quando arriva sulla porta, so esattamente cosa dirgli.

"Vattene!" Sputo fuori senza riuscire a controllare la rabbia. Lui si blocca sulla porta, ma poi entra comunque.

"Leila, per favore. Ti ho detto tutto. Che cosa avrei dovuto fare? Infrangere la promessa di Andrea?" Dice.

"Mio fratello è morto! Potevi dirmelo prima, rispetto e sincerità, ti ricordi?"

"Ti prego Leila. Non volevo che lo sapessi così. Quello che c'è tra di noi è reale, non ho mai provato questo per nessun'altra. Ti prego fermati."

"A questo punto non so cosa è reale o no. Ho bisogno di stare da sola e riflettere."

Perla ci raggiunge.

"Comprendi anche noi..." Interviene, Perla.

"Comprendi anche noi, dici? Perla, dai. Non scherzare! Avevo il diritto di sapere tutto, prima di iniziare qualsiasi cosa ci fosse tra di noi. Come posso fidarmi di te? Mi hai mentito dal primo momento che ci siamo rincontrati. Non posso stare con qualcuno che ha dei segreti che mi riguardano." Chiudo la valigia e senza ascoltarli esco di casa, piangendo. Vado in macchina e parto subito.

E adesso di chi mi posso fidare?

Arrivo al mio rifugio, entro e mi lascio andare a terra e mi siedo su pavimento, coprendo il mio viso con le mani. Dei ricordi mi passano davanti come delle diapositive. Io che parto per l'America e Andrea che parte per Istanbul. Mi tornano alla mente anche le nostre chiamate in cui mi racconta di aver trovato un amico speciale, che un giorno, mi avrebbe fatto conoscere e adesso capisco di chi parlasse. Mi passano davanti gli ultimi attimi che sono stata con lui in ospedale, e le parole di Jack di qualche minuto fa.

Quanto è strana la vita? Quanto possono fare male le persone?

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