Baci rubati

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LEILA

Sono già passati due giorni da quando io e Jack siamo usciti a pranzo insieme. Due giorni da quando mi ha confessato di aver comprato la villetta vicino a casa nostra. Due giorni da quando mi riempio la testa di paranoie. Alessandro continua a dire che guardo troppi film, che non ci può essere qualcosa sotto, ma io sento che invece c'è.

E sono due giorni che lo penso e ho paura di affezionarmi troppo, perché dai, come posso dire che non è un bel ragazzo? Lui è buono come il pane, mette l'anima in tutto ciò che fa e quando ti vede giù di morale, ti ascolta, ti consiglia, ma soprattutto cerca di capirti senza giudicare.

In questi giorni la mia routine non è più la stessa. Se prima dopo il lavoro stavo sola a casa adesso, quando finisco, prima passo da casa a darmi una sistemata e poi se Jack è a casa vado da lui e le ore passano velocemente.

Ridiamo, scherziamo e parliamo, ho capito che sta cercando di conquistare la mia fiducia. Proprio ieri, tra l'altro, gli ho detto delle cose che non avrei mai pensato di dire a nessuno. Non le sa nemmeno Perla.

"Stasera pensavo di invitare qui Perla e Leonardo, che dici?" Mi domanda. 

Siamo abbracciati sul divano a penisola e io vorrei rimanere qui per tutto il tempo che ho a disposizione. Le sue braccia sanno di casa.

Leila, ma cosa stai dicendo?

"Me lo stai chiedendo come se questa fosse anche casa mia, ma è tua quindi decidi tu." Gli dico mentre appoggio la mia mano sul suo fianco. La sua mano destra invece mi stringe una spalla e dei brividi percorrono la mia pelle, senza sosta, come se stessero facendo una gara.

"Senti freddo?" Mi chiede. "Sì", rispondo, ma non è il freddo a provocarli. 

"Aspetta qui", mi sussurra prima di lasciarmi un bacio sulla fronte.

Mi scosto da lui e a malavoglia mi metto seduta. Il mio sguardo segue ogni suo movimento, va verso il mobile e prende una coperta, una di quelle che piace a me, che ti coprono tutta. Pochi secondi dopo torna vicino e si rimette nella posizione di prima. Mi invita ancora una volta ad appoggiarmi a lui e io non me lo faccio ripetere due volte.

Leila cosa stai facendo?

Non lo so vocina, ma sto così bene.

Con il suo aiuto copro entrambi e questa volta, appoggio la mia testa sul suo petto. La sua mano mi accarezza tutta la schiena.

"Ti stai scaldando così?" Mi sussurra.

"Non ancora, ci metto un po'", confesso.

"E tra l'altro con te che mi accarezzi così, potrei addormentarmi", dico in un sussurro.

"Dormi pure", la sua voce è così calma, profonda.

"Non ti do fastidio?" Gli domando.

"Se mi avessi dato fastidio, ti avrei già fatta cadere a terra. Così." Con una spinta mi butta giù dal divano.

Si mette a ridere, probabilmente per la mia espressione. Non pensavo lo facesse davvero. "Che stronzo!" Gli dico senza problemi una volta che mi sono rialzata. Non mi risponde, continua a ridere e anche se voglio fare l'offesa, non riesco. La sua risata è contagiosa e va a finire che mi metto a ridere anch'io.

"Ah comunque", mi alzo e tiro fuori dalla borsa una busta.

"Sono arrivati gli esami."

"Oh, davvero? E come sono andati?" mi domanda.

Apro il foglio e li guardiamo insieme.

 "Wow, è andato tutto bene! Questo è fantastico!"

"Sì, sembra che tu abbia solo bisogno di un po' di riposo."

"Si, infatti, ora torna qui", torna vicino a me e inizio a farle il solletico.



Jack

Questo sì che è uno di quei giorni che non scorderò così facilmente. Il suo sguardo incredulo, come se non si aspettasse questa mia mossa, il suo rimprovero e poi non che ridiamo insieme a crepapelle. 

"Basta!" Incrocia le braccia al petto, mettendo su un piccolo broncio.

"Dai, vieni qua", le dico battendo la mano sul divano.

"Scordatelo, mi metterò qui!" Indica la fine del divano e scoppio nuovamente a ridere.

"Non stai dicendo sul serio. Dai, vieni!" Le ripeto.

Mi fa segno di "No" con l'indice e si siede verso la fine.

Rido ancora. 

Mi alzo dal divano e la raggiungo. Sono in piedi davanti a lei e le porgo la mano che non afferra. A questo punto faccio di testa mia, unisco la mia mano destra alla sua e con la forza la trascino verso di me, costringendola ad alzarsi.

Sono fermo, immobile. Il suo corpo è vicinissimo al mio. Il mio naso è appoggiato sulla sua guancia e la mia mano destra è sulla sua schiena. La tengo stretta a me e noto benissimo il suo imbarazzo.

Le sue mani, impacciate, sono ora sul mio petto dopo diversi minuti di tremolio. Sento il suo respiro, il suo battito. Siamo in silenzio, ma non totale. I nostri cuori, ma soprattutto i nostri occhi parlano per noi.

Voglio osare.

Voglio tentare.

"Lé!" Le sussurro.

"Yami?" Sussurra a sua volta.

Il suo sguardo è sicuramente dentro il mio ormai ed io non resisto. Mi avvicino a lei e lentamente unisco le mie labbra alle sue. 

Credo di aver appena fatto una cazzata.  

Nessuna è come teWhere stories live. Discover now